icutino
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martedì 24 dicembre 2019
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mediocre
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Premetto che J.J. Abrams non piace come regista. Considero Il Risveglio della Forza un film mediocre e questo ultimo episodio IX secondo me è anche peggiore.
Posso capire che ormai questi film siano fuori target per un pubblico che abbia superato i 20 anni e che siano indirizzati principalmente ai giovanissimi. Come generico film di fantascienza/fantasy questo Episodio 9 è un film disney apprezzabile come molti altri, grandi effetti speciali, azione frenetica e humor.
Un prodotto d'intratttenimento che funziona sicuramente in questo senso. Se però lo intendiamo come finale della saga di Star wars allora per me non è sufficiente.
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Premetto che J.J. Abrams non piace come regista. Considero Il Risveglio della Forza un film mediocre e questo ultimo episodio IX secondo me è anche peggiore.
Posso capire che ormai questi film siano fuori target per un pubblico che abbia superato i 20 anni e che siano indirizzati principalmente ai giovanissimi. Come generico film di fantascienza/fantasy questo Episodio 9 è un film disney apprezzabile come molti altri, grandi effetti speciali, azione frenetica e humor.
Un prodotto d'intratttenimento che funziona sicuramente in questo senso. Se però lo intendiamo come finale della saga di Star wars allora per me non è sufficiente. Si basa troppo sul fattore nostalgia, è confuso, frenetico e la storia è sfilacciata. Non c'è il coraggio che aveva caratterizzato Episodio 8 che resta a mio parere il migliore film di star wars firmato Disney.
L'Ascesa di Skywalker sembra un brusco dietro front di J.J Abrams per tornare sulla vecchia strada già vista mille volte e pure realizzata frettolosamente. Manca originalità, manca la voglia di buttare il cuore oltre i soliti intrecci consolidati, ci si affida al puro fan service senza preoccuparsi troppo di eseguirlo bene e scadendo in alcuni momenti trash tranquillamente evitabili ( vedi nel finale la battaglia tra Rey e Palpatine ).
Un vero peccato considerando che con Gli Ultimi Jedi e la sua splendida conclusione, questo ultimo atto di trilogia se avesse seguito una vita simile poteva essere un film veramente bello ed avvincente potendo contare su due ottimi attori protagonisti Daisy Ridley e Adam Driver. In questo film entrambi fanno quello che possono con quello che gli viene dato. Occasione sprecata. J.J. Abrams ha già dichiarato che non farà altri star wars. Meno male.
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taty23
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venerdì 20 dicembre 2019
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la chiusura di una trilogia piena di problematiche
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Star Wars L’ascesa di Skywalker – Tanto tempo fa in galassia lontana lontana… il nuovo ed ultimo capitolo della trilogia sequel.
Ambientato un anno dopo gli avvenimenti di Star Wars: Gli Ultimi Jedi, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker vede la Resistenza con a capo il Generale Organa(Carrie Fisher) affrontare nuovamente il Primo Ordine ed una minaccia ancora più oscura venuta dal passato.
Nel mentre la battaglia tra Jedi e Sith, rappresentati da Rey(Daisy Ridley) e Kylo Ren(Adam Driver), arriverà al culmine.
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Star Wars L’ascesa di Skywalker – Tanto tempo fa in galassia lontana lontana… il nuovo ed ultimo capitolo della trilogia sequel.
Ambientato un anno dopo gli avvenimenti di Star Wars: Gli Ultimi Jedi, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker vede la Resistenza con a capo il Generale Organa(Carrie Fisher) affrontare nuovamente il Primo Ordine ed una minaccia ancora più oscura venuta dal passato.
Nel mentre la battaglia tra Jedi e Sith, rappresentati da Rey(Daisy Ridley) e Kylo Ren(Adam Driver), arriverà al culmine. Inoltre Rey dovrà affrontare la verità sulle sue origini e completare il suo addestramento Jedi.
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker – Ogni saga ha una fine.
La Forza sarà con te… Sempre!
Il film Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è diretto da J. J. Abrams che torna dietro la macchina da presa dopo Star Wars: Il Risveglio della Forza.
La pellicola ha un doppio compito, oltre a chiudere la trilogia sequel conclude anche la saga dedicata agli Skywalker.
Un’operazione delicata dove J. J. Abrams riprende le fila delle sottotrame viste nei precedenti capitoli e ne corregge alcune, cercando di recuperare le lacune di Star Wars: Gli Ultimi Jedi, creando una sorta di equilibrio, non sempre riuscito, tra materiale originale e riferimenti non solo ai film passati.
In Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, tra ritorni e nuovi personaggi lo sviluppo delle storyline è dedicato prevalentemente ai protagonisti, anche se uno di questi in particolare poteva essere sviluppato meglio. Inoltre il regista cerca di chiudere tutti gli archi narrativi, alcuni in modo più convincente e coerente di altri
Si nota il fatto che abbiano dovuto rimaneggiare la storia data la scomparsa prematura di Carrie Fisher, interprete della Principessa Leia e protagonista storica. Riuscendo comunque ad omaggiare e caratterizzare il suo personaggio, utilizzando il meno possibile il supporto digitale, sfruttando il girato della pellicola precedente.
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker risulta essere denso di avvenimenti, a tratti corale, con un buon ritmo che si mantiene per la maggior parte della durata del film. Funzionano inoltre gli effetti speciali soprattutto in alcune scene d’azione particolarmente spettacolari.
In conclusione
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è una pellicola non perfetta, che con qualche compresso riesce a chiudere sia una trilogia sequel piena di problematiche sia unastoria che ha coinvolto gli spettatori da più di quarant’anni. Forse non è il degno finale che ci si aspetta da un’epopea che ha cambiato il modo di vedere il cinema e dividerà il pubblico, ma segna la fine di un’era per poter dare spazio e raccontare nuove storie in una galassia lontana lontana.
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sbibbo
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lunedì 30 dicembre 2019
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sfigura ma non troppo
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Il (pre)giudizio altrui rischia di infilarsi di soppiatto nel nostro, compromettendo la capacità di analisi e quel che è più grave la presa visione diretta. Intendiamoci, il capitolo finale di questa lunga spossante saga non è un capolavoro né poteva esserlo: non solo perché alle sue spalle esista un preteso retaggio di irripetibile grandezza, ma perché essenzialmente nessuno dei film che la costituiscono può far gridare al capolavoro cinematografico; al diletto della fantasia, dell'immaginazione, dell'immedesimazione nell'atto eroico un po' sopra le righe e del sacrificio a cui si prestano spesso i protagonisti, sì, ma non al senso stretto della settima arte.
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Il (pre)giudizio altrui rischia di infilarsi di soppiatto nel nostro, compromettendo la capacità di analisi e quel che è più grave la presa visione diretta. Intendiamoci, il capitolo finale di questa lunga spossante saga non è un capolavoro né poteva esserlo: non solo perché alle sue spalle esista un preteso retaggio di irripetibile grandezza, ma perché essenzialmente nessuno dei film che la costituiscono può far gridare al capolavoro cinematografico; al diletto della fantasia, dell'immaginazione, dell'immedesimazione nell'atto eroico un po' sopra le righe e del sacrificio a cui si prestano spesso i protagonisti, sì, ma non al senso stretto della settima arte. Da un punto di vista della sceneggiatura, e della tensione narrativa ben filtrata attraverso un dosaggio perfetto delle ambientazioni, L'impero colpisce ancora è decisamente la cosa meglio riuscita. Ma chi vi descrive la pellicola in questione come uno spaventoso buco nell'acqua sbaglia di grosso.
Dietro la regia troviamo J.J. Abraham, che può piacere o non piacere, ma sa il fatto suo. Sa come si costruisce un film, e si vede, anche se certe gigionerie non ha potuto evitarle, in quanto incastrato in un plot già predeterminato e privo di variazioni importanti da parte dell'anima più sincera dell'autore che intende inserirsi nel gioco. I pretesi “livelli fuori scala” dei poteri che sembrano sconvolgere il film ad ogni cambio di ripresa non ci sono, si riducono ad una scena roboante effettivamente troppo fumettistica e marvelliana (quella dove sembra perire qualcuno di molto noto). “L'umorismo tra i personaggi risulta molto spesso puerile e inefficace” ci avvertono, ma io vi invito a riscoprire le stucchevoli stoccate che si scambiano Luke Han e Leia (per fortuna che Chube parla ma noi non possiamo capirlo) nella trilogia da cui tutto è partito, soprattutto i fioretti da innamorati occulti e integerrimi dei futuri genitori di Ben/Kylo: al limite dell'imbarazzante, anche se possiamo ritenere che la conversione nell'idioma di Dante possa solo aver aggravato la situazione. E poi, di “duelli memorabili” in stile supereroi, ne sentiamo davvero il bisogno e la mancanza ? Se qualcosa poteva nuocere alla trilogia di mezzo (capitoli I-III) secondo me è anche da attribuire alla troppa attenzione dedicata ai funambolici exploit degli spadaccini in singolar o plural tenzone.
E sia detto di sfuggita che, per necessità anagrafiche e di morti precoci, Ian McDarmid batte tutti i concorrenti nell'aggiudicarsi la palma di interprete più duraturo, anche se lo scopriamo nelle vesti di zombi redivivo sinistramente simile a Camilleri nelle ultime comparsate televisive, che per noi spettatori peninsulari fa un certo effetto...
Quell'immensa recrudescenza della forza su entrambi i lati yingyanghiani trova piena giustificazione nella cattedrale horror gotic in cui i nodi giungono al pettine, con gli stalli occupati dalle fantasmatiche apparizioni di tutte le generazioni Sith succedutesi nel tempo a fare da portentoso contorno ad un lugubre trono dove Palpatine celebra la propria definitiva consacrazione a super antagonista, uno dei più memorabili anche se spesso tirato fuori un po' a forza e un po' a sproposito, come se gli autori si sentissero di doversi affidare a qualcosa di sicuro piuttosto che osare (l'enigmatico, inutile Snoke ne è un esempio, anche se ci spiegano perché lo abbiamo visto così).
Quindi diffidate dei censori e dei recensori. Certo che poi scoprire che tutto va riferito a incesti plurimi e a matrimoni di convenienza e che in tutta la vastità dell'universo non si capisce perché Sith e Jedi debbano calpestarsi i piedi anche nelle attività domestiche, questo è un fardello che bisogna sopportare, perché il disegno generale di Star Wars si è modificato, ampliato, ritorto nel tempo e ad una conclusione doveva pur giungere che fosse soddisfacente per tutti – non coerente, verosimile, ma soddisfacente. Questo purtroppo è il grande limite a cui devono sottostare le opere composite come questa iniziata 42 anni fa e che il finale fa presagire terminata nella serie principale, ma non certo negli spin-off e in chissà cos'altro ancora.
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alexander
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mercoledì 8 gennaio 2020
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la saga degli skywalker giunge al termine
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Complessivamente giudico positivamente questo film, devo dire che per come è stato concepito episodio VIII e per i disastri che ha portato, episodio IX non poteva che essere così, seppur migliorabile in molte sue parti.
Il film parte molto spedito, con un ritmo veloce ed incalzante, in pieno stile J.J. Abrams, e funziona per certi versi ma ci spara subito in faccia il ritono di Darth Sidious, senza neanche troppe spiegazioni e questo avrebbero potuto giostrarlo meglio. Comunque devo ammettere che alla fine il ritorno dell'imperatore ha reso il suo contributo più che egregiamente.
Ho apprezzato molto il fatto che abbiano dato molte più battute a C3PO, al fatto che nei piccoli particolari come questo si è cercato di onorarei valori e i pilastri della trilogia originale del lontano 1977, con anche ad esempio gli effetti di esplosione del pianeta, i medesimi usati in episodio IV quando fu distrutto Alderan.
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Complessivamente giudico positivamente questo film, devo dire che per come è stato concepito episodio VIII e per i disastri che ha portato, episodio IX non poteva che essere così, seppur migliorabile in molte sue parti.
Il film parte molto spedito, con un ritmo veloce ed incalzante, in pieno stile J.J. Abrams, e funziona per certi versi ma ci spara subito in faccia il ritono di Darth Sidious, senza neanche troppe spiegazioni e questo avrebbero potuto giostrarlo meglio. Comunque devo ammettere che alla fine il ritorno dell'imperatore ha reso il suo contributo più che egregiamente.
Ho apprezzato molto il fatto che abbiano dato molte più battute a C3PO, al fatto che nei piccoli particolari come questo si è cercato di onorarei valori e i pilastri della trilogia originale del lontano 1977, con anche ad esempio gli effetti di esplosione del pianeta, i medesimi usati in episodio IV quando fu distrutto Alderan.
Questi piccoli gesti hanno dato un valore aggiunto al film, ma comunque restano alcune cose in sospeso, che avrebbero potuto gestire e spiegare meglio, come la riparazione della spada laser di Anakin, o il nuovo potere curativo di Rey, e così via. Sono convinto che una mezz'ora in più non avrebbe guastato la visone del film e sarebbe servita a colmare un po' almeno alcuni di questi vuoti.
In questo episodio finale ho rivalutato moltissimo Kylo Ren, mi è proprio piaciuto il suo sviluppo dopo episodio VIII, così come Rey, che seppur secondo me, non è all'altezza dei suoi predecessori (Anakin e Luke) si riscatta e da luogo ad un finale epico in cui è Tutti i Jedi.
Ho apprezzato altrettanto sentire le voci dei Jedi caduti sostenere Rey ed infondergli il coraggio e la forza necessaria a sconfiggere una volta per tutte l'imperatore, ma avrei apprezzato estremamente di più rivederli sul grande schermo come fantasmi di forza, credo che sarebbe stato un coronamento perfetto per l intera saga.
Un punto a sfavore va però all'utilizzo dei Cavalieri di Ren, per niente valorizzati e sterminati come carne da macello in non meno di 2 minuti; per come ce li avevano venduti mi sarei aspettato un qualcosa di più.
La questione della Diade nella forza non mi è ancora del tutto chiara, ma mi limito ad accettarla in quanto serviva un modo credibile per riportare in vita il vero e unico imperatore e devo dire che ha funzionato, anche se ha portato alla fine alla morte di Ben anche se riunitosi con la forza una volta redento e tornato nel lato chiaro.
Leila è stata utilizzata correttamente e il suo gesto finale disperato di riportare suo figlio al lato chiaro della forza e salvare Rey ha dato il giusto onore a lei e alla nostra tanto amata Carrie.
Complessivamente non posso dire di essere deluso, sono convinto che se avessero utilizzato lo stesso stile e la stessa forza in capitolo VII ne sarebbe uscita una trilogia molto più avvincente.
Nonostante il mio disappunto su certe cose e la mia totale disapprovazione di Episodio VIII da cui salvo si e no 4 scene, voglio gettare acqua sul fuoco; Star Wars è stato è e sarà sempre parte della storia di ognuno di noi, con i suoi difetti e i suoi pregi ma pur sempre una piccola parte della nostra coscienza che non smette mai di sperare e credere nella Forza.
Che la Forza sia con Noi, e lunga vita a Star Wars, una saga, un pezzo di storia, tre generazioni.
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hans delbruck
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martedì 31 dicembre 2019
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la picchiata di skywalker...
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Ed anche questa è fatta! Ci siamo tolti il dente. Ed il dolore? Beh, quello no, quello rimarrà radicato, avviluppato all'anima di ogni nerd come il sottoscritto, fedele alle emozioni dell'originaria ed unica vera Saga stellare. L'epdisodio 9 conclude in tragedia i vani, neanche troppo sentiti, tentativi di registi, sceneggiatori e produttori di far rivivere un capolavoro. La pellicola è scialba, insapore, scadente. La sceneggiatura è scarna, pressoché inesistente. Il tutto si compone nel maldestro tentativo di ordinare in un puzzle privo di nuove tessere, idee, ambientazioni e protagonisti dell'antica epopea, larvandosi inevitabilmente in una copia non d'autore, in una sterile imitazione del bello.
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Ed anche questa è fatta! Ci siamo tolti il dente. Ed il dolore? Beh, quello no, quello rimarrà radicato, avviluppato all'anima di ogni nerd come il sottoscritto, fedele alle emozioni dell'originaria ed unica vera Saga stellare. L'epdisodio 9 conclude in tragedia i vani, neanche troppo sentiti, tentativi di registi, sceneggiatori e produttori di far rivivere un capolavoro. La pellicola è scialba, insapore, scadente. La sceneggiatura è scarna, pressoché inesistente. Il tutto si compone nel maldestro tentativo di ordinare in un puzzle privo di nuove tessere, idee, ambientazioni e protagonisti dell'antica epopea, larvandosi inevitabilmente in una copia non d'autore, in una sterile imitazione del bello. I personaggi, anche in versione digitale sono delle controfigure di se stessi. Lo stesso Imperatore è ridotto ad una marionetta appesa a dei fili cinematografici quanto simbolici. Non c'è cuore. Manca il racconto. L'epica è definitivamente dissolta. Rey lancia l'unico acuto della traccia mostrandosi in pochi fotogrammi nella propria versione oscura. Un pigolio nel deserto. Che dire? Ci hanno provato, ma sarebbe stato virtuoso astenersi dal provare banalmente. E dire che il Maestro Yoda avesse messo in guardia tutti sin dagli albori: "Fare, o non fare. Non c'è provare."
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shagrath
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venerdì 27 dicembre 2019
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eccesso di clichè e improbabilità
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Atmosfere fantastiche, scenari suggestivi, sequenze adrenaliniche, attori perfetti, effetti visivi e sonori eccellenti. No, il problema di questo film non è nella tecnica ma è più basilare: non v'è traccia di coerenza di fondo. Una trama priva di fondamenta, personaggi sradicati da ogni vicenda pregressa che fanno cose improponibili. In tutti i fantasy maturi è rappresentato un mondo immaginario, vero, dove tuttavia esistono limiti ben definiti a quello che può e non può accadere, a ciò che i personaggi possono o non possono fare. Chiamasi coerenza narrativa, appunto. In questo film semplicemente i limiti sono stati ignorati ripetutamente e insistentemente a seconda delle esigenze degli sceneggiatori: la storia va avanti a botte di fortuna dei protagonisti o peggio va avanti del tutto a caso, gli antagonisti non hanno una strategia comprensibile e utilizzano in maniera stupida (come fossero affetti da ritardo mentale) poteri che non dovrebbero avere.
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Atmosfere fantastiche, scenari suggestivi, sequenze adrenaliniche, attori perfetti, effetti visivi e sonori eccellenti. No, il problema di questo film non è nella tecnica ma è più basilare: non v'è traccia di coerenza di fondo. Una trama priva di fondamenta, personaggi sradicati da ogni vicenda pregressa che fanno cose improponibili. In tutti i fantasy maturi è rappresentato un mondo immaginario, vero, dove tuttavia esistono limiti ben definiti a quello che può e non può accadere, a ciò che i personaggi possono o non possono fare. Chiamasi coerenza narrativa, appunto. In questo film semplicemente i limiti sono stati ignorati ripetutamente e insistentemente a seconda delle esigenze degli sceneggiatori: la storia va avanti a botte di fortuna dei protagonisti o peggio va avanti del tutto a caso, gli antagonisti non hanno una strategia comprensibile e utilizzano in maniera stupida (come fossero affetti da ritardo mentale) poteri che non dovrebbero avere. Tutto ciò, io temo, per accalappiare l'attenzione non tanto di un pubblico più giovane, ma proprio dei bambini. I fan di vecchia data dovrebbero cibrasi invece dei continui rimandi e ammiccamenti alle classiche pellicole di Star Wars. Ma i riferimenti appaiono superficiali, posticci, un moltiplicarsi di situazioni forzate o addirittura contraddittorie. Insomma un pasticcio dopo un primo e un secondo film della nuova trilogia che non brillavano, ma si facevano comunque guardare.
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mario nitti
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lunedì 23 dicembre 2019
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basta credere nella resurrezione e funziona
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Certo se non credete nella resurrezione o, come minimo, nella comunicazione con i morti, il film non fa per voi.
Complimenti particolari alla principessa Leila, che inizia il film viva e vegeta, a comando della resistenza, anche se Carrie Fisher è morta giusto tre anni fa.
Dart Fener non risorge, ma il suo casco nero è una presenza carica di energia: la principessa Padme purtroppo non riappare (peccato perché era davvero bellissima), ma per il resto è difficile trovare personaggi chiave degli otto episodi precedenti a cui non sia riservata almeno una particina in questo film conclusivo della serie di Star Wars.
A parte l’uso “lievemente” eccessivo di personaggi morti e sepolti devo dire che l’ultima puntata della saga è a tratti divertente e secondo me non merita alcune delle critiche durissime che le sono riservate.
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Certo se non credete nella resurrezione o, come minimo, nella comunicazione con i morti, il film non fa per voi.
Complimenti particolari alla principessa Leila, che inizia il film viva e vegeta, a comando della resistenza, anche se Carrie Fisher è morta giusto tre anni fa.
Dart Fener non risorge, ma il suo casco nero è una presenza carica di energia: la principessa Padme purtroppo non riappare (peccato perché era davvero bellissima), ma per il resto è difficile trovare personaggi chiave degli otto episodi precedenti a cui non sia riservata almeno una particina in questo film conclusivo della serie di Star Wars.
A parte l’uso “lievemente” eccessivo di personaggi morti e sepolti devo dire che l’ultima puntata della saga è a tratti divertente e secondo me non merita alcune delle critiche durissime che le sono riservate. Non è che uno si chieda veramente se vinceranno i buoni o i cattivi, ma l’esito dello scontro tra il leader supremo Kylo Ren e la giovane Rey riesce a tenere lo spettatore in sospeso fino alla fine: quando il film si chiude, e con lui quaranta anni di eventi accaduti tanto tempo fa in una galassia lontana lontana, molta parte del pubblico in sala ha applaudito. Io no, ma ho pensato: “Temevo peggio”.
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peppy86
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giovedì 2 gennaio 2020
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ottimo per i fan, ma niente di nuovo
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Non c'è molto da dire su questo film. L'enorme polemica scaturita sulla qualità di Episodio 8 non ha lasciato scampo a produttori e regista.
Bisognava ritornare sui propri passi, assecondando il gusto dei fan della saga.
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Non c'è molto da dire su questo film. L'enorme polemica scaturita sulla qualità di Episodio 8 non ha lasciato scampo a produttori e regista.
Bisognava ritornare sui propri passi, assecondando il gusto dei fan della saga.
Tutto il lavoro di Rian Johnson, che faceva leva sul senso del fallimento, sull'importanza della collettività, sulla decadenza di qualsiasi civiltà in nome del capitalismo senza scrupoli, cede il posto a due ore e mezza di corsi e ricorsi storici.
Tornano le vecchie glorie, i vecchi temi, le vecchie frasi già sentite. Tutto precipita verso un finale che sa di visto e rivisto.
Si potrebbe mandare avanti la pellicola a velocità doppia e tutto quello che avremmo da perdere sarebbero gli innumerevoli effetti speciali.
Certo dal punto di vista estetico Episodio 9 colpisce, ma forse Abrams dimentica il lavoro eccelso realizzato da Johnson nel precedente capitolo. Le scelte cromatiche, il rosso e il bianco, l'uso del verde e del blu. Colori che non si confondono come nella pellicola di Abrams ma che anzi si possono assaporare distintamente.
John Williams fa come al solito il suo dovere. Ma Williams è un maestro, e non potrebbe scrivere male neanche il jingle di uno spot pubblicitario.
Mi chiedo a questo punto cosa avrebbe realizzato Rian Johnson se la Disney fosse stata tanto coraggiosa da permettergli di concludere la sua visione. Ma questa è una pagina del cinema che purtroppo non vedremo mai.
A tal proposito, mi viene in mente una frase di Majakovski che diceva così: “Il cinema è malato, l’industria gli ha gettato negli occhi una manciata d’oro, abili imprenditori con storie lacrimose e violente ingannano la gente”.
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felicity
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martedì 31 marzo 2020
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difficile chiudere una trilogia, pensa una saga!
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La fine della terza trilogia impone la questione inevitabile se fosse veramente necessaria o meno.
Ha aggiunto qualcosa di significativo alle altre due e ha mostrato i suoi personaggi sotto un’altra luce? I nuovi eroi possono ambire a raggiungere lo stesso livello di immortalità nell’immaginario collettivo? Probabilmente, la risposta ad entrambe le domande è negativa.
Star Wars non può fare a meno del suo retaggio lucasiano e ormai questo è troppo vecchio e stanco per sopportare un’altro ciclo narrativo.
Non è facile chiudere una trilogia, figuriamoci una saga. L’ascesa di Skywalker fra le enormi e pesanti aspettative che si portava dietro, aveva soprattutto quella di fornire le risposte alle domande messe sul tavolo dai due episodi precedenti, ma anche di concludere e far coincidere nello stesso tempo e spazio le storie – a volte vecchie più di quarant’anni – dei suoi tanti personaggi.
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La fine della terza trilogia impone la questione inevitabile se fosse veramente necessaria o meno.
Ha aggiunto qualcosa di significativo alle altre due e ha mostrato i suoi personaggi sotto un’altra luce? I nuovi eroi possono ambire a raggiungere lo stesso livello di immortalità nell’immaginario collettivo? Probabilmente, la risposta ad entrambe le domande è negativa.
Star Wars non può fare a meno del suo retaggio lucasiano e ormai questo è troppo vecchio e stanco per sopportare un’altro ciclo narrativo.
Non è facile chiudere una trilogia, figuriamoci una saga. L’ascesa di Skywalker fra le enormi e pesanti aspettative che si portava dietro, aveva soprattutto quella di fornire le risposte alle domande messe sul tavolo dai due episodi precedenti, ma anche di concludere e far coincidere nello stesso tempo e spazio le storie – a volte vecchie più di quarant’anni – dei suoi tanti personaggi.
Se dovessimo valutare il film dalla riuscita o meno di questo difficilissimo compito potremmo dire che JJ Abrams ha centrato l’obiettivo.
The Rise of Skywalker ha tutti gli elementi che lo spettatore si aspetta da un film di Star Wars e sa perfettamente come declinarli.
Un compito semplice soltanto per chi non capisce quanto sia immenso e stratificato il volume delle regole che ci si deve portare dietro. Il prescelto ha bisogno di tutta la conoscenza dei jedi per affrontare la sua sfida con il lato oscuro. Il regista deve assimilare e assemblare i codici di tutto il cinema per uscire fuori dalle mille trappole del film.
La trama, mai come in questo caso è un accumulo esorbitante di storie, situazioni, personaggi. Non contenti di dover tirare le fila di ben nove film, gli autori aggiungono per tutta la prima parte nuove linee narrative e costruiscono per L’ascesa di Skywalker un racconto quasi inedito, di cui si smarrisce, in termini puramente di plot, la traccia data dal precedente episodio della trilogia. A ben vedere, anzi, Abrams sembra ricollegarsi direttamente al suo Il risveglio della forza, marginalizzando la portata de Gli ultimi Jedi assegnandogli il ruolo di episodio a se stante, l'episodio “di Luke”.
The Rise of Skywalker riesce ad imbastire un gran finale commovente e nostalgico. J. J. Abrams è sicuramente meno audace di Rian Johnson, ma dimostra di avere più affetto. Alla fine, anche vedere Star Wars è diventata sempre di più una questione di cuore.
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il_veneto
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domenica 4 aprile 2021
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fallimento quasi annunciato
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Tenterò di analizzare star wars IX nel modo più oggettivo possibile. Do due stelle al film perché comunque, tralasciati i grandi buchi di trama e incongruenze, ha buonissimi effetti speciali e costumi. Il film è stato un successo dal punto di vista di merchandising, con le vendite dei vari prodotti a un pubblico molto giovane, il classico pubblico dei film Disney. Purtroppo i difetti sono moltissimi, e paragono questa pellicola a un brodo. Come nei classici film targati Disney i protagonisti non muoiono mai e si finisce con il "e vissero tutti felici e contenti", chiare tematiche per un pubblico di bambini. Nel film, già in parte condannato dai precedenti alla mediocrità, si nota un vero e proprio caos.
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Tenterò di analizzare star wars IX nel modo più oggettivo possibile. Do due stelle al film perché comunque, tralasciati i grandi buchi di trama e incongruenze, ha buonissimi effetti speciali e costumi. Il film è stato un successo dal punto di vista di merchandising, con le vendite dei vari prodotti a un pubblico molto giovane, il classico pubblico dei film Disney. Purtroppo i difetti sono moltissimi, e paragono questa pellicola a un brodo. Come nei classici film targati Disney i protagonisti non muoiono mai e si finisce con il "e vissero tutti felici e contenti", chiare tematiche per un pubblico di bambini. Nel film, già in parte condannato dai precedenti alla mediocrità, si nota un vero e proprio caos. Per farla corta i personaggi sono come gusci vuoti: privi di moralità e senso, certe volte imbarazzanti. Comparse inutili, scomparse immotivate, particolari in più quando si dovevano definire le basi, relazione umane ignorate manco robot, un impero di soldati rossi di troppo, poteri manco superman in grado di far rivivere 150 Padme Amidale, sceneggiatura poco chiara, troppi nuovi posti e pianeti in un film solo, cavalieri di ren solo per action figure, una Rey cattiva per involgiare nel trailer e, infine, un bacio molto dubbio di troppo. La saga si conclude spiegando poco e dandoti cose da accettare a cavolo manco i postulati, spero un giorno dichiarino la trilogia non canonica e ne facciano un'altra di nuova, magari senza copiare interi pezzi degli altri film.
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