giovanni pelessoni
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domenica 11 ottobre 2020
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commnto a rosa stella pitra
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Commento a “Rosa pietra stella”, del regista Marcello Sannino.
Avendo avuto l’opportunità di vedere, al Cine Teatro Centrale, in Carbonia, nell’ambito della manifestazione , intitolata “CARBONIA-FESTIVAL – CINEMA LAVORO MIGRAZIONE- 6-11OTT 2020,organizzata dall’Umanitaria, l’opera cinematografica “Rosa pietra stella”, presentata dal regista Marcello Sannino, dopo avere ringraziato chi di dovere, vorrei esprimere alcune mie semplici considerazioni, nel merito su quanto visto e su chi lo ha confezionato. Comincio con l’esprimere i miei complimenti al regista che è riuscito a coinvolgermi e farmi partecipe di ciò che ho avuto l’opportunità di vedere.
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Commento a “Rosa pietra stella”, del regista Marcello Sannino.
Avendo avuto l’opportunità di vedere, al Cine Teatro Centrale, in Carbonia, nell’ambito della manifestazione , intitolata “CARBONIA-FESTIVAL – CINEMA LAVORO MIGRAZIONE- 6-11OTT 2020,organizzata dall’Umanitaria, l’opera cinematografica “Rosa pietra stella”, presentata dal regista Marcello Sannino, dopo avere ringraziato chi di dovere, vorrei esprimere alcune mie semplici considerazioni, nel merito su quanto visto e su chi lo ha confezionato. Comincio con l’esprimere i miei complimenti al regista che è riuscito a coinvolgermi e farmi partecipe di ciò che ho avuto l’opportunità di vedere. Una situazione drammatica, vissuta da una giovane donna, con una sua marcata ambizione, ma che vive coinvolta in continui sotterfugi, in cui sono coinvolti immigrati clandestini, facendo la comparsa, nella scena, un avvocato che non si fa scrupoli nel truffare quei poveracci. Una donna che, avendo intenzione di riscattare un’esistenza, sino allora vissuta senza essersi assunta le proprie responsabilità, comprese quelle di madre, decidendo di trovare, finalmente, un equilibrio nella propria vita, si trova a cozzare, e soccombere, irrimediabilmente con una cruda realtà che non le concede alcuno campo. L’opera, che è stata girata nei caratteristici vicoli d’una antica Napoli, contenendo delle vicende analoghe, che si volgono in altre città, può, a mio avviso, essere intesa come un’opera universale. Nelle immagini, che si sono succedute, vi è narrata la vera vita, che, non sempre, si coglie dalla lettura d’un romanzo, o dalla lettura della cronaca, in quanto sono proprio le sequenze delle immagini a descrivere la realtà. Nelle stesse immagini, che potrebbero essere considerate come la prosa di quel racconto, m’è parso di cogliere come la metrica d‘una poesia quale risultato di quell’afflato, reso da come sono state costruite, in maniera mirabile le sequenze sceniche, e dal trasporto umano di chi le ha recitate. Che dire, ancora, su un film che è riuscito a far vibrare le corde del mio cuore, emozionandomi, così tanto, che ho dovuto fare in modo che non sgorgassero quelle lacrime che si affacciavano, con una certa loro prepotenza, nei miei condotti lacrimali. Guardavo il film, e, scena, dopo scena, provavo un’infinita compassione, nel senso che partecipavo alle pene, provate dai suoi interpreti, ma, compassione che era accompagnata da una rabbia, che andava, via, via crescendo, nei confronti di una società che esclude, senza alcuna pietà, i suoi individui più deboli, sino a innescare una guerra, tra quelli più poveri, una guerra che sta raggiugendo l’acme con la comparsa, sulla scena, di coloro, che possono essere considerati i più poveri, fra tutti: trattasi di coloro, che sono dotati d’un pigmento che tende allo scuro, sino a coincidere col nero seppia.
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mauridal
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domenica 30 agosto 2020
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carmela rosa e pietra
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il film di Marcello Sannino è un film coraggioso e tagliente, affronta vari temi intimi, e sociali , in un contesto difficile da definire se di conflitto tra miserie umane e difficoltà economiche, oppure entrambe le condizioni vissute dalle protagoniste, Carmela, ragazza madre e la giovanissima figlia Maria che vivono tra Napoli e Portici e l’immediata periferia .
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il film di Marcello Sannino è un film coraggioso e tagliente, affronta vari temi intimi, e sociali , in un contesto difficile da definire se di conflitto tra miserie umane e difficoltà economiche, oppure entrambe le condizioni vissute dalle protagoniste, Carmela, ragazza madre e la giovanissima figlia Maria che vivono tra Napoli e Portici e l’immediata periferia . Lo sfondo di Napoli non è quello che a cinema si è già visto, anzi. I tratti accennati della città sono crudi e aspri . Tuttavia il popolo si mostra sempre umano e quindi pronto ad aiutare persone come Carmela senza un lavoro , e poi sfrattata dalla casa . Il film rende un aspetto poco visibile della realtà di Napoli , la presenza di personaggi che lavorano in semi legalità, anche all’interno di istituzioni come i tribunali . Carmela pur di sopravvivere con la figlia adolescente e di buoni principi, cerca di guadagnare soldi procurando permessi di soggiorno ad immigrati africani arrivati con vari espedienti. Qui nella storia di affetti e sentimenti anche difficili tra madre e figlia, nonna e ancora altre figure femminili, si inserisce una vicenda di malaffare che coinvolge loschi figuri di avvocati disonesti che procurano legalmente documenti dietro lauti compensi. Carmela, donna di sicura personalità volitiva, accetta di trafficare con e per gli immigrati pur di ottenere la sua parte. Intanto si inserisce un personaggio maschile con una sua umanità dolente ma di aiuto per Carmela , Tarek algerino immigrato inserito , con un lavoro appunto semi legale colloca i suoi connazionali con lavori temporanei, presso imprenditori senza scrupoli. Forse l’unico personaggio che con Carmela riesce a parlare e a sentire una comune difficoltà di vivere. La storia del film prende una svolta quando Carmela, viene sfrattata dalla sua casa non trovando alternative ad una impossibile convivenza con la madre e la sorella in conflitto con lei da sempre. Una storia dai molteplici livelli di lettura, Madre figlia, innanzitutto una versione al femminile di un rapporto di non - famiglia che tiene comunque unite delle donne , anche se in conflitto. Dunque una lettura sociale , con la difficoltà di lavoro e guadagno, e la conseguente vita difficile che nel caso porterà Carmela a scelte sbagliate. Decide di occupare una casa andandoci ad abitare con la figlia in un appartamento della curia con un parroco che aveva già rifiutato di aiutarla, Sembrava una svolta di tranquillità , per Carmela e la figlia Maria , che intanto tra mille problemi frequenta le scuole medie pure se segnalata ai servizi sociali. Infine interviene la realtà crudele dei fatti. Carmela viene denunciata e la polizia su segnalazione dei servizi sociali preleva dalla casa Maria per trasferirla in casa famiglia. Anche qui si intravvede una figura femminile contraria a Carmela e in conflitto , la dottoressa dei servizi che già aveva segnalato il caso. La Storia di Carmela , poco rosa e molto pietra e forse stella , finisce , nella disperata ricerca dello sguardo della figlia Maria , dall’esterno di una finestra della casa famiglia , dove si reca per trovarla.
Molto lontano questo personaggio ben interpretato da Ivana Lotito, dalla Carmela della canzone napoletana donna pienamente desiderata dall’amore del suo uomo. Da segnalare la vivace interpretazione di Maria ,da parte di Ludovica Nasti ormai attrice , viscerale e autentica, in previsione di future interpretazioni, di sicuro geniali. (mauridal)
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mauridal
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venerdì 28 agosto 2020
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carmela rosa e pietra
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l film di Marcello Sannino è un film coraggioso e tagliente, affronta vari temi intimi, e sociali , in un contesto difficile da definire se di conflitto tra miserie umane e difficoltà economiche, oppure entrambe le condizioni vissute dalle protagoniste, Carmela, ragazza madre e la giovanissima figlia Maria che vivono tra Napoli e Portici e l’immediata periferia .
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l film di Marcello Sannino è un film coraggioso e tagliente, affronta vari temi intimi, e sociali , in un contesto difficile da definire se di conflitto tra miserie umane e difficoltà economiche, oppure entrambe le condizioni vissute dalle protagoniste, Carmela, ragazza madre e la giovanissima figlia Maria che vivono tra Napoli e Portici e l’immediata periferia . Lo sfondo di Napoli non è quello che a cinema si è già visto, anzi. I tratti accennati della città sono crudi e aspri . Tuttavia il popolo si mostra sempre umano e quindi pronto ad aiutare persone come Carmela senza un lavoro , e poi sfrattata dalla casa . Il film rende un aspetto poco visibile della realtà di Napoli , la presenza di personaggi che lavorano in semi legalità, anche all’interno di istituzioni come i tribunali . Carmela pur di sopravvivere con la figlia adolescente e di buoni principi, cerca di guadagnare soldi procurando permessi di soggiorno ad immigrati africani arrivati con vari espedienti. Qui nella storia di affetti e sentimenti anche difficili tra madre e figlia, nonna e ancora altre figure femminili, si inserisce una vicenda di malaffare che coinvolge loschi figuri di avvocati disonesti che procurano legalmente documenti dietro lauti compensi. Carmela, donna di sicura personalità volitiva, accetta di trafficare con e per gli immigrati pur di ottenere la sua parte. Intanto si inserisce un personaggio maschile con una sua umanità dolente ma di aiuto per Carmela , Tarek algerino immigrato inserito , con un lavoro appunto semi legale colloca i suoi connazionali con lavori temporanei, presso imprenditori senza scrupoli. Forse l’unico personaggio che con Carmela riesce a parlare e a sentire una comune difficoltà di vivere. La storia del film prende una svolta quando Carmela, viene sfrattata dalla sua casa non trovando alternative ad una impossibile convivenza con la madre e la sorella in conflitto con lei da sempre. Una storia dai molteplici livelli di lettura, Madre figlia, innanzitutto una versione al femminile di un rapporto di non - famiglia che tiene comunque unite delle donne , anche se in conflitto. Dunque una lettura sociale , con la difficoltà di lavoro e guadagno, e la conseguente vita difficile che nel caso porterà Carmela a scelte sbagliate. Decide di occupare una casa andandoci ad abitare con la figlia in un appartamento della curia con un parroco che aveva già rifiutato di aiutarla, Sembrava una svolta di tranquillità , per Carmela e la figlia Maria , che intanto tra mille problemi frequenta le scuole medie pure se segnalata ai servizi sociali. Infine interviene la realtà crudele dei fatti. Carmela viene denunciata e la polizia su segnalazione dei servizi sociali preleva dalla casa Maria per trasferirla in casa famiglia. Anche qui si intravvede una figura femminile contraria a Carmela e in conflitto , la dottoressa dei servizi che già aveva segnalato il caso. La Storia di Carmela , poco rosa e molto pietra e forse stella , finisce , nella disperata ricerca dello sguardo della figlia Maria , dall’esterno di una finestra della casa famiglia , dove si reca per trovarla.
Molto lontano questo personaggio ben interpretato da Ivana Lotito, dalla Carmela della canzone napoletana donna pienamente desiderata dall’amore del suo uomo. Da segnalare la vivace interpretazione di Maria ,da parte di Ludovica Nasti ormai attrice , viscerale e autentica, in previsione di future interpretazioni, di sicuro geniali. (mauridal)
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