felicity
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martedì 10 dicembre 2019
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un tuffo nel passato
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Un tuffo nel passato con lo sguardo verso il futuro, e viceversa: El Camino si guarda continuamente indietro, costretto a misurarsi con la titanica importanza della serie della quale rappresenta un ultimo afflato.
Pur rivolgendosi ovviamente al cuore degli affezionati, e riuscendo a fare centro in quello dei più nostalgici, El Camino ha sicuramente il grande pregio di non essere un prodotto puramente fan based.
Il cammino di Jesse, più di vendetta che di redenzione, conduce ad una conclusione che lascia nuovamente aperto quel sipario che non si era chiuso sei anni fa.
Allora, di nuovo, l’autore parla attraverso la sua opera, dell’oblio e del ricordo.
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Un tuffo nel passato con lo sguardo verso il futuro, e viceversa: El Camino si guarda continuamente indietro, costretto a misurarsi con la titanica importanza della serie della quale rappresenta un ultimo afflato.
Pur rivolgendosi ovviamente al cuore degli affezionati, e riuscendo a fare centro in quello dei più nostalgici, El Camino ha sicuramente il grande pregio di non essere un prodotto puramente fan based.
Il cammino di Jesse, più di vendetta che di redenzione, conduce ad una conclusione che lascia nuovamente aperto quel sipario che non si era chiuso sei anni fa.
Allora, di nuovo, l’autore parla attraverso la sua opera, dell’oblio e del ricordo. E questo El Camino sembra essere davvero l’ultimo afflato di una delle più autorevoli voci del genere seriale. L’essere contemporaneamente auto-conclusivo senza porre un reale punto fermo crea il ponte perfetto per far continuare a vivere Breaking Bad.
Il passato, ad un tempo vicino e lontano, respira attraverso questo film.
El Camino non è sicuramente un film necessario perché Breaking Bad non richiedeva altre aggiunte al proprio epilogo e perché dal punto di vista cinematografico è poco riuscito, perché nonostante che la distanza tra i due media si sia notevolmente accorciata e in taluni casi annullata, la dinamica autonoma del lungometraggio è per forza di cosa diversa da quella televisiva e qui aiuta molto avere alle spalle la conoscenza della serie.
È però una splendida occasione per tornare, nostalgicamente, in quell’universo e accarezzare ancora una volta una storia senza tempo, sapere cosa hanno fatto i personaggi di cui ci si è innamorati e dare loro, ancora una volta, un addio.
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enri.ca
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mercoledì 13 novembre 2019
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si ma manca qualcosa
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Dopo il capolavoro "Breaking bad", le aspettative non possono che essere alte, tanto alte. Tutto sommato, il film è coerente e all'altezza della serie; la cura nei dettagli tipica di Gilligan emerge nella sua solita forza , e la trama, senza eclatanti colpi di scena cattura l'attenzione. 4 stelle perché non colpisce abbastanza nel cuore i nostalgici di BrBa, c'è qualcosa di un po' insipido.
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mercoledì 23 ottobre 2019
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grazie per questo contributo
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Ne ho lette tante di recensioni su questo film. Ma nessuna, a mio avviso, centra il punto così bene. Complimenti! :-)
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enrico_delorenzi
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domenica 13 ottobre 2019
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si conclude il lungo viaggio di jesse pinkman
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Se esiste una serie tv che è riuscita ad avere un vero impatto culturale e popolare, nelle cinque stagioni in cui è stata distribuita (dal 2008 al 2013), quella serie non può essere altra che “Breaking bad”. La conclusione delle vicende del professor Walter White è stata senza dubbio epica, ma aveva lasciato in sospeso una domanda… Che fine avrà fatto Jesse Pinkman?
“El Camino” dà finalmente risposta a questo interrogativo e si concentra quindi su Jesse, riprendendo esattamente da dove si era conclusa la serie originale, ossia con il ragazzo libero dalla prigionia dei neonazisti, da tutti i suoi legami con la malavita e pronto a ricostruirsi una nuova identità.
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Se esiste una serie tv che è riuscita ad avere un vero impatto culturale e popolare, nelle cinque stagioni in cui è stata distribuita (dal 2008 al 2013), quella serie non può essere altra che “Breaking bad”. La conclusione delle vicende del professor Walter White è stata senza dubbio epica, ma aveva lasciato in sospeso una domanda… Che fine avrà fatto Jesse Pinkman?
“El Camino” dà finalmente risposta a questo interrogativo e si concentra quindi su Jesse, riprendendo esattamente da dove si era conclusa la serie originale, ossia con il ragazzo libero dalla prigionia dei neonazisti, da tutti i suoi legami con la malavita e pronto a ricostruirsi una nuova identità.
Per coloro che non hanno visto Breaking Bad, o per chi ha bisogno di un ripasso, Netflix offre in apertura un breve riepilogo che imposta bene la storia di El Camino, che oltre a narrare le azioni di Jesse in seguito alla fuga, colma anche alcune lacune riguardo alla sua figura nel corso delle ultime puntate della serie. Era chiaro che la prigionia aveva lasciato un uomo distrutto, ma alcuni dettagli raccontati in “El camino” come flashback ripagano lo spettatore e soprattutto i fan di Breaking bad.
L'ultimo viaggio di Pinkman verso la libertà è in realtà piuttosto semplice e prevedibile, senza particolari scossoni nella trama o colpi di scena nella sceneggiatura, ma l’abilità del regista Vince Gilligan e le grandi doti recitative di Aaron Paul (che non scopriamo certamente adesso) rendono avvincente la visione di questo film. In fondo narra la storia di una fuga e non è un caso se il titolo del film fa riferimento al modello di automobile su cui Jesse scappa dalla propria prigionia.
Impossibile non notare l’efficienza di questo film, che in sole due ore ci permette di incontrare un numero sorprendente di personaggi e visitare una notevole quantità di luoghi, quasi tutti circoscritti nella sempre pittoresca Albuquerque.
“El Camino” presenta anche diversi momenti di fan-service (comparsate e camei di personaggi amati, perlopiù), ma alla fine si concentra giustamente sulla storia di Pinkman. Per Gilligan si trattava di un’operazione estremamente rischiosa, perché era facile deludere le aspettative dei fan e realizzare un prodotto che non fosse all’altezza (vertiginosa) della serie originale, ma il regista azzecca il giusto focus e centra ancora una volta il bersaglio. La scelta più saggia è stata quella di non pretendere di realizzare un film autonomo da distribuire nelle sale cinematografiche, bensì di concepire un epilogo coerente alla serie che gli ha dato fortuna e notorietà e rilasciarlo quindi su Netflix.
L’arco narrativo di Jesse Pinkman si conclude in definitiva in maniera decisamente soddisfacente e al termine della visione del film si ha l’impressione di aver concluso un lungo viaggio con un amico di cui si apprezza enormemente la compagnia.
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giuseppe
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domenica 13 ottobre 2019
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non mi e piaciuto
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Non mi e piaciuto,forse perché non ho visto la serie,era uno spacciatore?ho un prigioniero,e perché era tutto graffiato?
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frascop
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venerdì 11 ottobre 2019
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l'ultimo capitolo di jess pinkman
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Nell’episodio finale della V stagione di Breaking Bad (era il 2013), Walter (Brian Cranston) raggiunse il rifugio di Jack, zio di Todd (Jesse Plemons). Jack gli mostrò la condizione di schiavitù in cui si trovava Jess Pinkman (Aaron Paul) e Walt si buttò assieme a lui a terra, fingendo un'aggressione e facendo scattare un meccanismo da lui preparato con ingegno: dal baule dell'auto parcheggiata di fronte un M60 montato su un meccanismo girevole iniziò a far fuoco uccidendo i presenti. Walt uccise Jack gravemente ferito, ignorando la sua offerta di soldi e poi Jesse strangolò Todd. Walter diede la pistola a Jesse invitandolo ad ucciderlo, ma il ragazzo, vedendo che l'uomo era stato colpito a un fianco da un proiettile, gli disse di pensarci da solo e se ne andò.
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Nell’episodio finale della V stagione di Breaking Bad (era il 2013), Walter (Brian Cranston) raggiunse il rifugio di Jack, zio di Todd (Jesse Plemons). Jack gli mostrò la condizione di schiavitù in cui si trovava Jess Pinkman (Aaron Paul) e Walt si buttò assieme a lui a terra, fingendo un'aggressione e facendo scattare un meccanismo da lui preparato con ingegno: dal baule dell'auto parcheggiata di fronte un M60 montato su un meccanismo girevole iniziò a far fuoco uccidendo i presenti. Walt uccise Jack gravemente ferito, ignorando la sua offerta di soldi e poi Jesse strangolò Todd. Walter diede la pistola a Jesse invitandolo ad ucciderlo, ma il ragazzo, vedendo che l'uomo era stato colpito a un fianco da un proiettile, gli disse di pensarci da solo e se ne andò. Decise cioè, stavolta, di non essere manipolato ancora dal professore White. In questo film per Netflix Gilligan racconta, alternando la storia con i flashback, cosa ha fatto Jesse dopo, libero ma braccato, mentre i genitori gli chiedono per tv di costituirsi. Un film che ci riporta ai paesaggi, all’atmosfera, ai personaggi indimenticabili di una serie che resterà mitica nella sua perfezione narrativa, nel suo congegno apparentemente semplice, nella sua rigorosa scrittura drammaturgica e letteraria. Vince Gilligan con i suoi colori e deserti del New Mexico ci consente ancora una volta, per altre due ore, di ri-trovare i nostri personaggi preferiti, ci sono anche i cammei di Cranston e Jonathan Banks. Il tema di fondo resta quello universale di Breaking Bad, cosa ciascuno di noi, intrappolato, può decidere di fare della sua vita, cosa vogliamo diventare.
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