jonnylogan
|
martedì 10 giugno 2025
|
nato per correre
|
|
|
|
Javed, alter ego del giornalista di origine Pakistana Sarfraz Manzoor, autore del romanzo Greetings from Bury Park, titolo che trae origine dal debutto discografico del rocker USA Bruce Sprongsteen e mutuato sul nome del luogo di residenza dell’allora adolescente e futuro giornalista del The Guardian, diviene il protagonista indiscusso di un film per intenditori monotematici della musica d’oltreoceano.
[+]
Javed, alter ego del giornalista di origine Pakistana Sarfraz Manzoor, autore del romanzo Greetings from Bury Park, titolo che trae origine dal debutto discografico del rocker USA Bruce Sprongsteen e mutuato sul nome del luogo di residenza dell’allora adolescente e futuro giornalista del The Guardian, diviene il protagonista indiscusso di un film per intenditori monotematici della musica d’oltreoceano. Una musica in grado di raccontare la stessa storia ma a latitudini differenti, perché, ed è questo il messaggio nemmeno troppo nascosto che desidera veicolare la regista di Sognando Beckham (Bend It Like Beckham; 2002), non serve essere cresciuto necessariamente nel New Jersey per capire quanto la vita sia dura e quanto siano necessari i sacrifici di ogni giorno per farti arrivare in fondo. È quindi nella Luton siderurgica e operosa degli anni ottanta che si svolge una storia che narra di una famiglia patriarcale e di un ragazzo appassionato di poesia e musica. Desideroso di trovare il proprio angolo di mondo ben lontano dai desideri paterni.
Se proprio in Sognando Beckham, era il desiderio di diventare una calciatrice con la ‘C’ maiuscola, che spingeva la giovane protagonista a prendere le distanze dalla sua famiglia, qui è invece un idolo musicale d’oltreoceano che viene visto e vissuto come un esempio da seguire e che va letteralmente a prendere il posto della guida paterna. Una guida incapace, secondo il giovane Javed, impersonato da Viveik Kalra, alla terza pellicola ma alla sua prima prova di grande successo, di poterlo guidare verso la sua naturale inclinazione letteraria, perché il padre nel frattempo è troppo desideroso di vederlo sistemato e con un lavoro sicuro.
La pellicola nel frattempo si muove con agilità nel sottobosco Springsteeniano fatto di lotta e redenzione, di parole d’incoraggiamento per i diseredati e con danze in strada che strizzano l’occhio, in maniera nemmeno troppo velata, al mondo dei musical.
Alla fine si sorride e riflette, con la certezza che la propria famiglia, per quanto ortodossa, possa accettare le intemperanze adolescenziali di chi è cresciuto fra pane e odio. Perché nel frattempo, se da un lato dell’oceano il Boss lottava contro Ronald Reagan e il suo edonismo liberale, dall’altro lato il popolo Britannico, e pakistano nello specifico, era alle prese con la ‘Lady di Ferro’ Margaret Thatcher e anche con l’intolleranza di frange nazionaliste.
Da vedere quindi se siete Springsteeniani di ferro, ma vi consigliamo di non fermarvi alla semplice superficie musicale perché parliamo comunque di un film che aspira anche ad altre chiavi di lettura.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jonnylogan »
[ - ] lascia un commento a jonnylogan »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 25 luglio 2021
|
superficiale....
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
martedì 18 febbraio 2020
|
audiocassette
|
|
|
|
le cassette che riceve sono Born in the Usa e Darkness of the Edge of town, non The River ;)
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
paola d. g. 81
|
giovedì 23 gennaio 2020
|
molto bello!!!
|
|
|
|
Un film imperdibile per chi ama Bruce Springsteen e non solo. Una bella testimonianza di riscossa e di valori autentici, una riflessione sul razzismo e sull'importanza della musica, dell'amicizia e degli affetti.
|
|
[+] lascia un commento a paola d. g. 81 »
[ - ] lascia un commento a paola d. g. 81 »
|
|
d'accordo? |
|
jonnylogan
|
martedì 17 settembre 2019
|
il boss dei due mondi
|
|
|
|
All’ultimo anno di scuola superiore Javed, un ragazzo di origine Pakistana e di fede musulmana, grazie a un amico scopre la musica di Bruce Springsteen. Quella che inizialmente sembrava una semplice passione si trasforma immediatamente in un’ossessione in grado d’influire positivamente in ogni aspetto della sua vita. Javed, alter ego del giornalista Sarfraz Manzoor, autore del romanzo dal quale trae ispirazione la pellicola, diventa il protagonista indiscusso di un film per intenditori monotematici della musica d’oltreoceano. Una musica in grado di raccontare la stessa storia a latitudini differenti, perché, ed è questo il messaggio nemmeno troppo nascosto che desidera veicolare la regista di Sognando Beckham, non serve essere cresciuto necessariamente nel New Jersey per capire quanto la vita sia dura e quanto siano necessari i sacrifici di ogni giorno per farti arrivare in fondo.
[+]
All’ultimo anno di scuola superiore Javed, un ragazzo di origine Pakistana e di fede musulmana, grazie a un amico scopre la musica di Bruce Springsteen. Quella che inizialmente sembrava una semplice passione si trasforma immediatamente in un’ossessione in grado d’influire positivamente in ogni aspetto della sua vita. Javed, alter ego del giornalista Sarfraz Manzoor, autore del romanzo dal quale trae ispirazione la pellicola, diventa il protagonista indiscusso di un film per intenditori monotematici della musica d’oltreoceano. Una musica in grado di raccontare la stessa storia a latitudini differenti, perché, ed è questo il messaggio nemmeno troppo nascosto che desidera veicolare la regista di Sognando Beckham, non serve essere cresciuto necessariamente nel New Jersey per capire quanto la vita sia dura e quanto siano necessari i sacrifici di ogni giorno per farti arrivare in fondo. È quindi nella Luton siderurgica e operosa degli anni ottanta che si svolge una storia che narra di una famiglia patriarcale e di un ragazzo appassionato di poesia e musica e desideroso di trovare il proprio angolo di mondo ben lontano dai desideri paterni. Se in ‘Sognando Beckham’, era il desiderio di diventare una calciatrice con la ‘C’ maiuscola, che spingeva la giovane protagonista a prendere le distanze dalla sua famiglia, qui è invece Springsteen visto e vissuto come esempio da seguire che prende letteralmente il posto della guida paterna, incapace secondo il giovane Javed, impersonato da Viveik Kalra, alla terza pellicola ma alla sua prima prova di grande successo, di poterlo guidare verso la sua naturale inclinazione letteraria, perché il padre nel frattempo è troppo desideroso di vederlo sistemato e con un lavoro sicuro.
La pellicola nel frattempo si muove con agilità nel sottobosco Springsteeniano fatto di lotta e redenzione, di parole d’incoraggiamento per i diseredati e con danze in strada che strizzano l’occhio, in maniera nemmeno troppo velata, al mondo dei musical. Alla fine si sorride e riflette certi che la famiglia, per quanto ortodossa, sappia accettare le intemperanze dell’adolescente cresciuto fra pane e odio, perché nel frattempo se da un lato dell’oceano il Boss lottava contro Reagan dall’altro il popolo Britannico, e pakistano nello specifico, era alle prese con la ‘Lady di Ferro’ e con l’intolleranza di frange nazionaliste. Da vedere quindi se siete Springsteeniani di ferro, ma vi suggeriamo di non fermarvi alla semplice superfice musicale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jonnylogan »
[ - ] lascia un commento a jonnylogan »
|
|
d'accordo? |
|
greyhound
|
sabato 7 settembre 2019
|
il suono della riscossa
|
|
|
|
Blinded by the light. Apparentemente un titolo piuttosto contradditorio, quasi un ossimoro dato dal verbo inglese “blind” (accecare in italiano) e dalla parola light, ovverosia luce. Conseguentemente se ne potrebbe ricavare l’espressione “accecati dalla luce”. Ma a quale luce fa riferimento la pellicola?
[+]
Blinded by the light. Apparentemente un titolo piuttosto contradditorio, quasi un ossimoro dato dal verbo inglese “blind” (accecare in italiano) e dalla parola light, ovverosia luce. Conseguentemente se ne potrebbe ricavare l’espressione “accecati dalla luce”. Ma a quale luce fa riferimento la pellicola?
Essenzialmente essa ruota attorno alla vita piuttosto complicata di un giovane inglese di origine pachistana, che nel bel mezzo degli anni ’80 tenta di trovare il suo posto nel mondo facendosi largo tra diversi ostacoli che progressivamente gli si parano di fronte. Prima di tutto vi è il razzismo strisciante che permea la società britannica del tempo, in particolar maniera quella provincia che deve fare i conti con la disoccupazione, la povertà e le drastiche politiche liberiste attuate dal governo di Margaret Thatcher. Ma questo è solo il più apparente e, forse, meno problematico dei suddetti ostacoli: la vera questione giace attorno alle dinamiche che permeano la sua famiglia, luogo nella quale domina la figura di quel padre-padrone che guida moglie e figli secondo radicate tradizioni patriarcali, impedendo una reale integrazione del proprio nucleo famigliare. Ciò in particolar maniera nei confronti dei figli, che solo attraverso sotterfugi (leggasi, per esempio, le frequentazioni mattutine della discoteca da parte della sorella di Javeed) riescono a vivere una vita simile a quella dei coetanei inglesi.
Ma la svolta, la luce di cui parla il titolo, si palesa tramite una musicassetta (si è pur sempre negli anni ’80) prestata da un amico del protagonista, anch’esso figlio di immigrati sikh. Bastano pochi ascolti per comprendere come quel cantante di nome Bruce Springsteen, figlio del New Jersey operaio, con la sua musica ma soprattutto le sue parole sia capace di descrivere al meglio la vita quotidiana dei soggetti più umili di una società e le relative difficoltà, sogni, voglia di fuggire ma anche speranze. E tutto ciò condurrà ben presto un rinnovato Javeed a comprendere come sia fondamentale credere nelle proprie capacità al fine di poter almeno provare a mutare la propria vita, lottando sino all’estremo pur di raggiungere la serenità nelle sue più mutevoli forme: lavorative, economiche nonché nell’ambito dei sentimenti. Proprio perché, probabilmente, la luce suddetta non è nient’altro che colei che emerge dall’animo di una persona in pace con se stessa e con gli altri.
In definitiva si può affermare come “Blinded by the light”, nonostante appaia come un film leggero e senza velleità di premi cinematografici, in realtà si sostanzi come un condensato di molteplici tematiche piuttosto importanti nella realtà temporale descritta, e finanche tutt’oggi. In special maniera la difficile integrazione degli immigrati, le forti differenze culturali e il razzismo implicito (per non parlare della sua espressione manifesta) all’interno delle società occidentali. Esemplificativo e piuttosto rilevante la frase che l’anziano vicino di casa di Javeed, prima diffidente nei suoi confronti e una volta imparato a conoscerlo suo primo supporter, pronuncia: “…40 anni fa ho combattuto in Europa la svastica. Ora non voglio che si manifesti qui in Inghilterra”.
In ogni caso un esempio di come la musica possa toccare i cuori e svegliare le menti sonnacchiose e condurle verso un cambiamento. Se poi le canzoni sono quelle di Bruce Springsteen, l’effetto trascinamento e incitamento non può essere che certo.
Consigliato per i fan del “Boss” e per chi voglia trascorrere un paio d’ore di pura allegria.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a greyhound »
[ - ] lascia un commento a greyhound »
|
|
d'accordo? |
|
|
giovedì 5 settembre 2019
|
bellissimo
|
|
|
|
Finalmente un film che vale la pena vedere fatto benissimo
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
greyhound
|
mercoledì 4 settembre 2019
|
il suono della riscossa
|
|
|
|
Blinded by the light. Apparentemente un titolo piuttosto contradditorio, quasi un ossimoro dato dal verbo inglese “blind” (accecare in italiano) e dalla parola light, ovverosia luce. Conseguentemente se ne potrebbe ricavare l’espressione “accecati dalla luce”. Ma a quale luce fa riferimento la pellicola?
[+]
Blinded by the light. Apparentemente un titolo piuttosto contradditorio, quasi un ossimoro dato dal verbo inglese “blind” (accecare in italiano) e dalla parola light, ovverosia luce. Conseguentemente se ne potrebbe ricavare l’espressione “accecati dalla luce”. Ma a quale luce fa riferimento la pellicola?
Essenzialmente essa ruota attorno alla vita piuttosto complicata di un giovane inglese di origine pachistana, che nel bel mezzo degli anni ’80 tenta di trovare il suo posto nel mondo facendosi largo tra diversi ostacoli che progressivamente gli si parano di fronte. Prima di tutto vi è il razzismo strisciante che permea la società britannica del tempo, in particolar maniera quella provincia che deve fare i conti con la disoccupazione, la povertà e le drastiche politiche liberiste attuate dal governo di Margaret Thatcher. Ma questo è solo il più apparente e, forse, meno problematico dei suddetti ostacoli: la vera questione giace attorno alle dinamiche che permeano la sua famiglia, luogo nella quale domina la figura di quel padre-padrone che guida moglie e figli secondo radicate tradizioni patriarcali, impedendo una reale integrazione del proprio nucleo famigliare. Ciò in particolar maniera nei confronti dei figli, che solo attraverso sotterfugi (leggasi, per esempio, le frequentazioni mattutine della discoteca da parte della sorella di Javeed) riescono a vivere una vita simile a quella dei coetanei inglesi.
Ma la svolta, la luce di cui parla il titolo, si palesa tramite una musicassetta (si è pur sempre negli anni ’80) prestata da un amico del protagonista, figlio di immigrati sikh. Bastano pochi ascolti per comprendere come quel cantante di nome Bruce Springsteen, figlio del New Jersey operaio, con la sua musica ma soprattutto le sue parole sia capace di descrivere al meglio la vita quotidiana dei soggetti più umili di una società e le relative difficoltà, sogni, voglia di fuggire ma anche speranze. E tutto ciò condurrà ben presto un rinnovato Javeed a comprendere come sia fondamentale credere nelle proprie capacità al fine di poter almeno provare a mutare la propria vita, lottando sino all’estremo pur di raggiungere la serenità nelle sue più mutevoli forme: lavorative, economiche nonché nell’ambito dei sentimenti. Proprio perché, probabilmente, la luce suddetta non è nient’altro che colei che emerge dall’animo di una persona in pace con se stessa e con gli altri.
In definitiva si può affermare come “Blinded by the light”, nonostante appaia come un film leggero e senza velleità di premi cinematografici, in realtà si sostanzi come un condensato di molteplici tematiche piuttosto importanti nella realtà temporale descritta, e finanche tutt’oggi. In special maniera la difficile integrazione degli immigrati, le forti differenze culturali e il razzismo implicito (per non parlare della sua espressione manifesta) all’interno delle società occidentali. Esemplificativo e piuttosto rilevante la frase che l’anziano vicino di casa di Javeed, prima diffidente nei suoi confronti e una volta imparato a conoscerlo suo primo supporter, pronuncia: “…40 anni fa ho combattuto in Europa la svastica. Ora non voglio che si manifesti qui in Inghilterra”.
In ogni caso un esempio di come la musica possa toccare i cuori e svegliare le menti sonnacchiose e condurle verso un cambiamento. Se poi le canzoni sono quelle di Bruce Springsteen, l’effetto trascinamento e incitamento non può essere che certo.
Consigliato ai fan del “Boss” e a chi voglia trascorrere un paio d’ore di pura allegria.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a greyhound »
[ - ] lascia un commento a greyhound »
|
|
d'accordo? |
|
ruger357mgm
|
sabato 31 agosto 2019
|
cercando una terra promessa...
|
|
|
|
Film per recensori partigiani del boss. Ma con grandi spunti che, partendo da un modulo noto, quello di "sognando Beckam", ci mostra la difficile lotta per l'integrazione di una famiglia pakistana nella cittadina britannica di Luton, e lascia che a spiegare allo spettatore l'evoluzione personale,l'educazione sentimentale e la presa di coscienza sociale del giovane protagonista siano le canzoni, e le storie, di Bruce Springsteen da Asbury Park, New Jersey USA. Il protagonista è un giovane pachistano degli anni 80 ( citazioni musicali e colonna sonora extra boss perfetta) che partendo dalla scuola superiore , grazie alla passione per la poesia, si avvia a diventare uno scrittore, passando per la diffidenza degli inglesi verso gli utili asiatici, l'ascesa del national party coi suoi primi skinheads, in parallelo con la devastante parabola della politca economica di Mrs Thatcher.
[+]
Film per recensori partigiani del boss. Ma con grandi spunti che, partendo da un modulo noto, quello di "sognando Beckam", ci mostra la difficile lotta per l'integrazione di una famiglia pakistana nella cittadina britannica di Luton, e lascia che a spiegare allo spettatore l'evoluzione personale,l'educazione sentimentale e la presa di coscienza sociale del giovane protagonista siano le canzoni, e le storie, di Bruce Springsteen da Asbury Park, New Jersey USA. Il protagonista è un giovane pachistano degli anni 80 ( citazioni musicali e colonna sonora extra boss perfetta) che partendo dalla scuola superiore , grazie alla passione per la poesia, si avvia a diventare uno scrittore, passando per la diffidenza degli inglesi verso gli utili asiatici, l'ascesa del national party coi suoi primi skinheads, in parallelo con la devastante parabola della politca economica di Mrs Thatcher. Ma trova la via per il successo scolastico, sentimentale e letterario, grazie alle liriche sudate del Boss che , con le sue canzoni, gli indica la strada. Il film, con grande delicatezza, ci racconta una maturazione, cita Ken Loach e inneggia all'integrazione delle persone di etnia differente, in quanto esseri umani, vivi e pensanti. Da manuale la scena del ballo bangla con "Because the night" come colonna sonora.La ricerca continua della propria strada, della libertà, della propria identità culturale e professionale, spingono il protagonista verso quella "promise land" cui anche il boss aspirava.Fotografia d'impatto, in presa diretta, genuina.Lieto fine assicurato, pubblico in sala appagato e commosso. Opera semplice semplice che parla al cuore e ai sentimenti, facendoci tornare ad essere spensierati, forse un po' più giovani...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ruger357mgm »
[ - ] lascia un commento a ruger357mgm »
|
|
d'accordo? |
|
alan ford
|
sabato 31 agosto 2019
|
il boss ti dà coraggio
|
|
|
|
Una bella storia divertente e alla fine anche commovente.
Questo ragazzo pachistano trova nelle canzoni di Bruce la motivazione e la forza per andare avanti con la sua vocazione di scrittore anche contro la volontà del padre.
Figura fondamentale per il successo sarà l'aiuto della sua professoressa di letteratura.
Colonna sonora straordinaria naturalmente.
|
|
[+] lascia un commento a alan ford »
[ - ] lascia un commento a alan ford »
|
|
d'accordo? |
|
|