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enzo70
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lunedì 16 aprile 2018
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una deliziosa, moderna favola pop
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In un mondo di un futuro auspichiamoci non troppo prossimo una realtà virtuale, Oasis, è il rifugio per gran parte dell’umanità. Un mondo parallelo pensato per gioco, trasformato in un grande video gioco da una società privata che vende upgrade a pagamento. Questo è solo il palcoscenico sul quale Spielberg mette in scena il suo grande gioco, un film visionario come prima solo Walt Disney aveva fatto. Il giudizio per un quasi cinquantenne, quindi un adolescente negli anni ottanta è viziato dalle continue citazioni a quel periodo, citazioni musicali, letterarie, comportamentali. E non solo; i videogiochi con cui siamo cresciuti, chiamare oggi quelle barre e quelle palline con video gioco sembra un azzardo, ma non con quelle cose ci siamo cresciuti.
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In un mondo di un futuro auspichiamoci non troppo prossimo una realtà virtuale, Oasis, è il rifugio per gran parte dell’umanità. Un mondo parallelo pensato per gioco, trasformato in un grande video gioco da una società privata che vende upgrade a pagamento. Questo è solo il palcoscenico sul quale Spielberg mette in scena il suo grande gioco, un film visionario come prima solo Walt Disney aveva fatto. Il giudizio per un quasi cinquantenne, quindi un adolescente negli anni ottanta è viziato dalle continue citazioni a quel periodo, citazioni musicali, letterarie, comportamentali. E non solo; i videogiochi con cui siamo cresciuti, chiamare oggi quelle barre e quelle palline con video gioco sembra un azzardo, ma non con quelle cose ci siamo cresciuti. La semplicità della storia che potrebbe apparire banale non èun punto di debolezza del film; anzi. Perché Ready player one è una favola moderna e nelle favole ci sono i buoni e i cattivi, le principesse e le streghe. E se la strega cattiva è un manager arrogante e gretto, la principessa è un nerd con i suoi quattro nani. E ci sarà anche l’amore, non su Oasis, ma sulla terra, quella vera, a Columbus, nell’Ohio nel 2045. Sempre grandissimo Spielberg.
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francosociologo
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lunedì 17 settembre 2018
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un easter egg nel film
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Un bel film che parla di un improbabile futuro dove la virtualità ha preso il sopravvento sulla realtà senza però di fatto cambiare nulla nelle condotte che avvengono nel mondo reale, tra egoismi, amore, dominio, potere, controllo e via dicendo.
Una chiara rappresentazione del popolo che si rende conto della schiavitù digitale voluta dai grandi poteri massonici per ottenere il controllo delle masse, e che si ribella, lotta contro la spietata multinazionale di turno (non è ultimo il sottinteso collegamento all'industria farmaceutica che sta di recente incrementato a livello astronomico il proprio business in europa grazie a leggi ad hoc) per riottenere la libertá persa.
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Un bel film che parla di un improbabile futuro dove la virtualità ha preso il sopravvento sulla realtà senza però di fatto cambiare nulla nelle condotte che avvengono nel mondo reale, tra egoismi, amore, dominio, potere, controllo e via dicendo.
Una chiara rappresentazione del popolo che si rende conto della schiavitù digitale voluta dai grandi poteri massonici per ottenere il controllo delle masse, e che si ribella, lotta contro la spietata multinazionale di turno (non è ultimo il sottinteso collegamento all'industria farmaceutica che sta di recente incrementato a livello astronomico il proprio business in europa grazie a leggi ad hoc) per riottenere la libertá persa.
Sono chiari nel film simboli, quasi come Easter Eggs nella pellicola, referenti agli illuminati (le varie piramidi e triangoli con sfere), ai simboli massonici (capre demoniache dietro al furgone dei ragazzi tra gli altri) e un chiaro collegamento tra il volere reale del controllo globale attraverso massonerie e poteri ebraici e sionisti e il digitale che comporta l'atrofizzarsi dell'animo umano a vantaggio del consumismo e dell'incapacitá degli esseri umani di unirsi per un unico ideale.
Per fortuna, come nella storia sempre si è dimostrato, la forza che si contrappone a simili deliri di onnipotenza riesce a rispondere, e così anche nel film, assisteremo alla lotta contro tanta codardia e sfiducia verso il genere umano. Bel film, da vedere.
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eleonorapanzeri
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sabato 31 marzo 2018
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cambia le tue stelle
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Siamo nel 2045, le condizioni di vita dell’umanità vanno peggiorando. La maggioranza delle persone è in povertà, senza nessuna prospettiva per un futuro migliore. In una realtà simile trova terreno fertile l’invenzione del geniale James Halliday: Oasis. Molto più che un gioco, una realtà virtuale in cui chiunque può essere ciò che vuole, in cui l’unico limite è la propria immaginazione.
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Siamo nel 2045, le condizioni di vita dell’umanità vanno peggiorando. La maggioranza delle persone è in povertà, senza nessuna prospettiva per un futuro migliore. In una realtà simile trova terreno fertile l’invenzione del geniale James Halliday: Oasis. Molto più che un gioco, una realtà virtuale in cui chiunque può essere ciò che vuole, in cui l’unico limite è la propria immaginazione. L’evasione dalla vita reale diventa così gratificante e immersiva così che l’identità di ciascuno si confonde con quella del proprio avatar. All’interno del gioco si può fare di tutto, trovare un lavoro, costruire vere e proprie amicizie e relazioni sentimentali fino al paradosso di condizionare massivamente la vita reale dei partecipanti. Quello che però sconvolgerà il mondo del gioco è l’ultimo regalo di Halliday prima di morire, l’ultima sfida, una difficilissima ricerca di tre chiavi magiche che condurranno al ritrovamento dell’uovo d’oro e all’opportunità di rilevare la proprietà di Oasis, ossia il business più redditizio del pianeta. Sulla scia del sogno americano, per cui tutto è possibile, anche il giovane Wade Owen, povero orfano che vive nei ghetti della sua città, ha l’opportunità di risolvere l’enigma e cambiare le sue stelle. Non c’è tuttavia da stupirsi se dove c’è business ci siano sempre squali e sciacalli disposti a tutto pur di accaparrarsi denaro e potere. Owen dovrà quindi fare i conti con il perfido Nolan Sorrento e la sua società milionaria che vuole a tutti i costi rilevare Oasis.
Un film coinvolgente con buoni effetti speciali. Il futuro postulato da Ernest Cline, autore del romanzo a cui è ispirato il film è visionario e plausibile. Forte è la denuncia dell’alienazione sempre più dilagante, come la paura dei “veri” rapporti sociali, in cui nessuno sembra sentirsi all’altezza e preferisce celarsi sotto una falsa identità. Nei fatti si tratta di un teen movie vista l’età dei protagonisti e la maggior familiarità verso il mondo dei videogiochi. Bello il messaggio e l’epilogo che tuttavia a mio avviso trasforma il tutto in una stucchevole fiaba moderna, non così plausibile come piacerebbe credere.
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mike
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giovedì 12 aprile 2018
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un omaggio alla cultura pop
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[...] Il film di Spielberg, in definitiva, è un immenso, eterogeneo, articolato e meraviglioso omaggio alla cultura pop, o di massa che dir si voglia. Gli anni ’80, il nerdismo, i videogiochi, l’autismo creativo degli otaku, la rivoluzione informatica dei personal computer, il clan esoterico degli sviluppatori, gli anime giapponesi e i manga, l’era dei robottoni e dei giochi di ruolo, il cinema cult e i sottogeneri letterari sci-fi, la fantascienza e il fantasy, i telefilm, il cosplaying e l’avatarismo, i “fenomeni da garage” venuti fuori grazie alle opportunità offerte dalla new economy e da internet…: tutto questo, e molto altro ancora, ha contribuito alla realizzazione di una pellicola che non poteva ridursi alla semplice ripresentazione alle nuove generazioni e reinterpretazione di prodotti popolari, ben conosciuti da chi nel 2018 (ahimè!) ha un’età importante e certe epoche le ha vissute in prima persona.
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[...] Il film di Spielberg, in definitiva, è un immenso, eterogeneo, articolato e meraviglioso omaggio alla cultura pop, o di massa che dir si voglia. Gli anni ’80, il nerdismo, i videogiochi, l’autismo creativo degli otaku, la rivoluzione informatica dei personal computer, il clan esoterico degli sviluppatori, gli anime giapponesi e i manga, l’era dei robottoni e dei giochi di ruolo, il cinema cult e i sottogeneri letterari sci-fi, la fantascienza e il fantasy, i telefilm, il cosplaying e l’avatarismo, i “fenomeni da garage” venuti fuori grazie alle opportunità offerte dalla new economy e da internet…: tutto questo, e molto altro ancora, ha contribuito alla realizzazione di una pellicola che non poteva ridursi alla semplice ripresentazione alle nuove generazioni e reinterpretazione di prodotti popolari, ben conosciuti da chi nel 2018 (ahimè!) ha un’età importante e certe epoche le ha vissute in prima persona. [...]
tratto dalla mia recensione: https://michelenigro.wordpress.com/2018/04/11/ready-player-one-film/#more-11628
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roberto
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giovedì 22 marzo 2018
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immaginario virtuale imponente e citazionistico
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Regia: Steven Spielberg Cast: Tye Sheridan, Simon Pegg, Olivia Cook, Ben Mendelsohn Genere: Fantastico Durata: 140 min
Ho potuto godere dell'anteprima cinematografica provinciale, una settimana prima dell'uscita nelle sale italiane e grazie a quest'occasione, potrò esprimere la mia opinione riguardo alla nuova pellicola di uno dei registi più iconici di sempre, Spielberg. Chicago, Ohio, 2045. Questa è l'unica indicazione scritta che avremmo a disposizione durante tutta la proiezione, ma quanto basta per farci calare nel contesto distopico ed instabile delle sequenze iniziali del film. Ci caleremo nei panni di Wade, un ragazzo orfano costretto a vivere all'interno di una roulotte, in una zona chiamata cataste, ovvero il quartiere più povero della città.
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Regia: Steven Spielberg Cast: Tye Sheridan, Simon Pegg, Olivia Cook, Ben Mendelsohn Genere: Fantastico Durata: 140 min
Ho potuto godere dell'anteprima cinematografica provinciale, una settimana prima dell'uscita nelle sale italiane e grazie a quest'occasione, potrò esprimere la mia opinione riguardo alla nuova pellicola di uno dei registi più iconici di sempre, Spielberg. Chicago, Ohio, 2045. Questa è l'unica indicazione scritta che avremmo a disposizione durante tutta la proiezione, ma quanto basta per farci calare nel contesto distopico ed instabile delle sequenze iniziali del film. Ci caleremo nei panni di Wade, un ragazzo orfano costretto a vivere all'interno di una roulotte, in una zona chiamata cataste, ovvero il quartiere più povero della città. Fortunatamente, il giovane ha il suo modo per fuggire dai problemi della vita reale, OASIS, un mondo accessibile a tutti, completamente personalizzabile in cui, tramite il nostro avatar, si potranno realizzare molti tipi di attività come ad esempio giocare in prima persona oppure andare a ballare con gli amici. Tutto ciò, indossando solamente un VR futuristico e pochi altri accessori. L'ideatore e creatore di questo sistema è James Halliday, interpretato da Mark Rylance, aiutato dal suo collaboratore e fidato amico Ogden Morrow. L'inizio della narrazione principale, viene però dato dalla tragica scomparsa di Halliday, il quale tramite un videomessaggio, lascia il controllo del gioco e di tutti gli introiti economici al primo giocatore, che riuscirà a trovare le tre chiavi nascoste all'interno del gioco, svelando così l'Easter Egg. Per Wade comincia un'avventura all'insegna dell'azione e della scoperta. Visivamente il film è strepitoso, gli effetti sono la parte forte della pellicola, una gioa per gli occhi e per gli appassionati di videogiochi, che avranno a che fare con centinaia di citazioni e non tutte così facili da intravedere. La regia è pulita, Spielberg è una certezza e le scene d'azione sono tutte perfettamente godibili. Invece le prove attoriali non sono degne di un operazione così imponente dove, a mio avviso, gli unici a sfoggiare un interpretazione decente sono Rylance e Mendehlsohn, antagonista molto credibile. Per quanto riguarda il protagonista, il ragazzo non può esprimere le sue potenzialità anche per colpa una sceneggiatura personale carente, eccesso probabilmente dovuto al pubblico di riferimento della pellicola, dove certo i più piccoli non saranno impressionati dalla mimica facciale dei personaggi bensì, dall'immersivo mondo in realtà virtuale. Sonoro e montaggio sonoro sono notevoli, la colonna sonora è composta da due nomi di primissima importanza, John Williams ed Alan Silvestri. Ho trovato, personalmente, il difetto più grande nella durata eccessiva, la quale, superate le due ore comincia a farsi piuttosto pesante. Il film è pensato soprattutto per le famiglie, ma non per questo, la visione con degli amici non è indicata. Sicuramente i bambini usciranno dalla sala colpiti dalla magia virtuale che questo mondo è capace di darci.
Voto: 3,0/5
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tmpsvita
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venerdì 30 marzo 2018
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grande e divertente omaggio alla cultura pop
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Finalmente è arrivato nelle sale "Ready Player One", il film che attendevo di più di questo 2018, si anche di più di "Avengers: Infinity War", non perché pensavo fosse il più bel film dell'anno ma semplicemente perché dallo straordinario trailer sembrava essere, e così è stato, un film estremamente divertente che racchiude in sé molte delle cose che amo sia nel mondo cinematografico che in quello dell'intrattenimento in generale: tanti effetti speciali ben realizzati e contestualizzati, un sacco di citazioni, innumerevoli omaggi della cultura pop che spazia tra videogiochi, film, libri, fumetti, musica degli ultimi 50 anni in particolar modo quella degli anni '80, decennio che ormai è diventato un vero fenomeno tanto da generare quasi una mania all'insegna della nostalgia di ciò che ha rappresentato per generazioni; e poi ciò che più mi affascina degli ultimi anni, ovvero gli easter egg che qui rivestono un ruolo fondamentale tanto da praticamente assumere la forma di soggetto su cui si basa l'intero film, tratto dall'omonimo romanzo.
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Finalmente è arrivato nelle sale "Ready Player One", il film che attendevo di più di questo 2018, si anche di più di "Avengers: Infinity War", non perché pensavo fosse il più bel film dell'anno ma semplicemente perché dallo straordinario trailer sembrava essere, e così è stato, un film estremamente divertente che racchiude in sé molte delle cose che amo sia nel mondo cinematografico che in quello dell'intrattenimento in generale: tanti effetti speciali ben realizzati e contestualizzati, un sacco di citazioni, innumerevoli omaggi della cultura pop che spazia tra videogiochi, film, libri, fumetti, musica degli ultimi 50 anni in particolar modo quella degli anni '80, decennio che ormai è diventato un vero fenomeno tanto da generare quasi una mania all'insegna della nostalgia di ciò che ha rappresentato per generazioni; e poi ciò che più mi affascina degli ultimi anni, ovvero gli easter egg che qui rivestono un ruolo fondamentale tanto da praticamente assumere la forma di soggetto su cui si basa l'intero film, tratto dall'omonimo romanzo.
E chi poteva meglio dirigere un film di questo tipo se non il grande Steven Spielberg, uno dei registi che più ha influenzato la succitata cultura, un esponente dell'intrattenimento, dei blockbusters nel cinema e che ha diretto film che hanno giocato un ruolo molto importante nell'infanzia di moltissime persone?
Per questo e molti altri motivi, "Ready Player One" non ha assolutamente deluso le mie aspettative, è puro intrattenimento fiero di essere tale e, quasi, nient'altro, che diverte e appassiona anche senza un profondità particolarmente elevata nella sceneggiatura che, per quanto non susciti delle emozioni fortissime e non sia perfetta nella scrittura, risveglia nello spettatore uno spirito bambino ma non infantile che rimane a bocca aperta ogni qual volta che Spielberg, con la sua magistrale tecnica e strategia, realizza sequenze estremamente fluide e ricche di azione sfrenata e tanta ma tanta nostalgia, avvalendosi di comparto tecnico straordinario.
Non mancano naturalmente, essendo un film per tutte le età ma indirizzato maggiormente verso un pubblico giovane, le morali, queste, però, non sono mai troppo invadenti ma, anzi, sono adeguatamente contestualizzate e inserite in maniera consapevole.
Per il resto la trama funziona, coinvolge al punto giusto, i personaggi sono ben scritti ed interpretati, notevole l'interpretazione del talentuoso Mark Rylance che dopo "Il Ponte Spie" sembra essere diventato un attore feticcio per Spielberg, arrivando con questa alla sua terza collaborazione con il regista con una quarta già in preparazione.
Manca una colonna sonora abbastanza incisiva ma riesce comunque a tenere il passo al ritmo veloce e ben calibrato.
Insomma un film da vedere e rivedere, anche solo per riuscire a scoprire tutti gli easter egg (impresa quasi impossibile).
Voto: 8+/10
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