samanta
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giovedì 5 aprile 2018
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non chiacchierare nei bar
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Il film attualmente in proiezione nei cinema è definito heist movie (in italiano si potrebbe definire colpo grosso) e cioe quei film in cui una banda di delinquenti organizzano un grande colpo con modalità spettacolari (definizione che può andare da Ocean eleven al comico nostrano i soliti ignoti) la regia è di Christian Gudegast (sceneggiatore e regista alle prime armi pur essendo del 1970). Nel nostro film ambientato a Los Angeles si fronteggiano in realtà due bande: quella dei malviventi capeggiati da Merrimen (Pablo Schreiber attore televisivo con parti non eccelse nei film, come Vicky Cristina Barcelona e Come un uragano) e la squadra di poliziotti dello sceriffo capeggiati da Nick (Gerard Butler con un discreto curriculum: è il poliziotto che salva il Presidente negli attacchi alla Casa Bianca in due recenti film).
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Il film attualmente in proiezione nei cinema è definito heist movie (in italiano si potrebbe definire colpo grosso) e cioe quei film in cui una banda di delinquenti organizzano un grande colpo con modalità spettacolari (definizione che può andare da Ocean eleven al comico nostrano i soliti ignoti) la regia è di Christian Gudegast (sceneggiatore e regista alle prime armi pur essendo del 1970). Nel nostro film ambientato a Los Angeles si fronteggiano in realtà due bande: quella dei malviventi capeggiati da Merrimen (Pablo Schreiber attore televisivo con parti non eccelse nei film, come Vicky Cristina Barcelona e Come un uragano) e la squadra di poliziotti dello sceriffo capeggiati da Nick (Gerard Butler con un discreto curriculum: è il poliziotto che salva il Presidente negli attacchi alla Casa Bianca in due recenti film). I due gruppi in realtà si distinguono poco perché entrambi usano metodi spicci. Nei film americani i poliziotti che rispettano la legge sono sempre più descritti come degli incapaci idioti specie quelli del FBI come nel nostro film (che Trump non abbia tutti i torti ad avercela con il FBI?). I due gruppi si fronteggiano e i poliziotti riescono a inquadrare tutti (o quasi) i componenti della banda e riuscire ad eliminare i più pericolosi a cominciare dal capo, nell'ultimo grosso colpo alla Federal Reserve (30 milioni di dollari), sfugge alla cattura o alla morte Donnie (O'Shea Jackson jr.) che faceva il doppio gioco ed era un elemento secondario. Colpo di scena finale apprezzabile e riuscito anche se lo spettatore è stato ingannato nel corso del film, dal momento che non gli sono stati dati gli elementi per comprendere gli eventi e solo nei flash back finali si è capito come stavano veramente le cose. E' un film di azione con protagonisti tutti maschili e con muscoli palestrati, le donne hanno parti secondarie e marginali, le scene di rapina sono ben dirette e sono spettacolari gli scontri della polizia e gli indseguimenti nel traffico della città, il regista non si è fatto sfuggire la situazione di mano (i critici dicono che si è ispirato a Heat) dimostrando pur essendo un novellino nella regia di gestire gli interpreti in particolare Butler e Schreiber che capeggiano i poliziotti e i malviventi sono efficaci nell'interpretazione, come d'altra parte anche i vari componenti dei due gruppi in specie O'Shea Jackson. Un film che si vede con attenzione e avvince senza tempi morti o scene superflue, un pò di parolacce e le scene di violenza lo sconsigliano ai più giovani. Per capire la frase di lancio bisogna vedere il film.
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udiego
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venerdì 13 aprile 2018
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da chi meno te lo aspetti
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Christian Gudegast, alla sua opera prima dietro la macchina da presa e già sceneggiatore di Attacco al Potere 2, porta al cinema un action-thriller ad alto tasso di adrenalina e testosterone. Il regista americano ci racconta la storia ed il confronto tra due uomini così diversi ma allo stesso tempo così simili tra di loro.
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Christian Gudegast, alla sua opera prima dietro la macchina da presa e già sceneggiatore di Attacco al Potere 2, porta al cinema un action-thriller ad alto tasso di adrenalina e testosterone. Il regista americano ci racconta la storia ed il confronto tra due uomini così diversi ma allo stesso tempo così simili tra di loro. Da una parte troviamo l’agente O’Brien (Gerard Butler), pronto a qualsiasi cosa pur di riuscire ad estirpare il male e la delinquenza dalla sua città. Dall’altra Ray Merrimen (Pablo Schreiber), capo della banda, che, più che interessato ai soldi, sembra in perenne competizione, determinato a vincere questa sfida eterna contro le forze dell’ordine ed il suo rivale dichiarato.
Senza eccellere in originalità o colpi particolarmente entusiastici Nella Tana dei Lupi riesce a raggiungere i diversi obiettivi che si era prefissato. La sceneggiatura, curata dallo stesso regista in collaborazione con Paul Scheuring, è un concentrato di virilità maschile e costruisce i sui personaggi portandoli all’eccesso e caricandoli di una mascolinità che fa perdere loro completamente il lume della ragione e del raziocinio.
Il film, nei suoi passaggi, ci mostra l’eterna lotta tra il bene ed il male, mescolandoli in un tutt’uno dove non è più possibile riconoscere l’uno dall’altro, e lo fa senza infarcire il racconto di quella retorica che la maggior parte dei blockbuster del giorno d’oggi ci propone. I personaggi sono così come li vediamo, non c’è un approfondimento interiore o un risvolto psicologico in loro, sono così come sono, che ci piacciano o no… prendere o lasciare. Ne Nella Tana dei Lupi, non è importante chi sono i buoni e chi sono i cattivi, conta solo chi sono i più forti e chi sono i più deboli.
Il film di Gudegast è poi sorretto da tutte quelle caratteristiche che un film del genere richiede. Azione, ritmo, sparatorie urbane e un colpo di scena finale che, se anche un po’ tirato per i capelli, strappa un piacevole sorriso allo spettatore. Nella Tana dei Lupi è tutto questo, sicuramente non un capolavoro e non un film che passerà alla storia, con i suoi difetti e le sue incongruenze, ma che ha sicuramente il merito di rispondere alle aspettative dello spettatore che ha scelto di venirlo a vedere.
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muttley72
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domenica 15 aprile 2018
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tre stelle ma imparate ad usare meglio la "s.a.w."
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Come già detto da critici ed in altre recensioni il film assomoglia a "Heat" (film molto amato di questo genere con De Niro e Pacino) di cui. peraltro, non è ancora uscito il Bluray in italiano (almeno fino a qualche tempo fa): il film ci assomoglia per il tema delle rapine ai portavalori-banche e per le armi usate (in strada), ma ne differisce però su altri aspetti perchè (senza svelare la trama) qui il colpo finale è pianificato in modo più ragionato ed ambizioso visto che mira ad un deposito federale di denaro...anzichè ad una semplice banca. Anche le famiglie e le storie dei protagonisti sono meno descritte rispetto al film "cult" di M.
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Come già detto da critici ed in altre recensioni il film assomoglia a "Heat" (film molto amato di questo genere con De Niro e Pacino) di cui. peraltro, non è ancora uscito il Bluray in italiano (almeno fino a qualche tempo fa): il film ci assomoglia per il tema delle rapine ai portavalori-banche e per le armi usate (in strada), ma ne differisce però su altri aspetti perchè (senza svelare la trama) qui il colpo finale è pianificato in modo più ragionato ed ambizioso visto che mira ad un deposito federale di denaro...anzichè ad una semplice banca. Anche le famiglie e le storie dei protagonisti sono meno descritte rispetto al film "cult" di M.Mann, ad eccezione di una scena familiare a casa di 50Cent (...il rapper recita nel film). Gli attori sono adatti al ruolo loro richiesto e sono "a loro agio" nell'interpretare ex militari e carcerati o poliziotti non proprio integerrimi nello svolgere i loro compiti, tutti tatuati e iclini al vizio (quasi) di ogni genere. Bella la prova del protagonista ed dell'antagonista, cioè i 2 a capo delle "opposte fazioni".
Il risultato finale è un thriller (con 2-3 scene di azione, cioè sparatorie) superiore alla media. Per chi ami le armi troverà pistole semiautomatiche, M4 e una migltragliatrice di squadra "SAW" ("Squad Automatic Weapon"), usata però in modo non proprio professionale o da militare esperto (la scaricano subito all'inizio senza utilizzarla per "coprirsi" la fuga....forse il "consulente militare" del film nell'insegnare agli attori il maneggio professionale e credibile delle stesse, poi si sarà distratto).
Tre stelle meritate, alcune (perdonabili) ingenuità non solo sulle armi, ma anche in riferimento al piano del colpo finale....molto rischioso ed eccessvamente elaborato.
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loland10
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domenica 15 aprile 2018
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...soldi e cibo...
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“Nella tana dei lupi” (Den of Thieves, 2018) è il primo lungometraggio del regista-sceneggiatore-produttore di Los Angeles, Christian Gudegast.
Prodotto di genere, godibile con colpi di scena e irriverenze assortite.
Personaggi divisi, poliziotti e banda, linguaggio caricato, rughe e sudore, corpi tatuati e fin troppe pallottole. Ambienti ruvidi, fotografia sporca e facce stereotipate: per centoventi minuti (la versione originale è di centoquaranta, tagli ad hoc o questioni di spazi al cinema, chi sa…) non ci si addormenta affatto. Tutto caricato, niente è lasciato al caso, la ‘sana’ violenza non manca, l’ansiogeno è metallico e il debordare del fragore è in prima fila.
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“Nella tana dei lupi” (Den of Thieves, 2018) è il primo lungometraggio del regista-sceneggiatore-produttore di Los Angeles, Christian Gudegast.
Prodotto di genere, godibile con colpi di scena e irriverenze assortite.
Personaggi divisi, poliziotti e banda, linguaggio caricato, rughe e sudore, corpi tatuati e fin troppe pallottole. Ambienti ruvidi, fotografia sporca e facce stereotipate: per centoventi minuti (la versione originale è di centoquaranta, tagli ad hoc o questioni di spazi al cinema, chi sa…) non ci si addormenta affatto. Tutto caricato, niente è lasciato al caso, la ‘sana’ violenza non manca, l’ansiogeno è metallico e il debordare del fragore è in prima fila.
In ogni caso da tutto ciò bisogna togliere la superficie e molto di crosta esterna perché la pellicola una buona storia (certo ripresa e rifatta, vista e rigirata) con movimenti e riprese non banali fino ad avere alcune sequenze ben girate e di buona costruzione.
Nick O’Brien (Gerard Butler), uomo solo, testardo è capo di una squadra anticrimine a Los Angeles: dalla uccisione di poliziotti per l’assalto ad un furgone blindato, si indaga su alcuni personaggi, un gestore di un bar, i clienti, il movimento presunto per ‘fare la rapina’ cinquantaquattresima giusta alla ‘Fedral Reserve Bank. Le altre tutte a vuoto. La Banca delle Banche ha ostacoli che sembrano impossibili scansare. Denaro sporco, denaro contante, denaro schedato e denaro scaduto (non subito). Tra pass e scarichi, foto e cibo, sacchetti e furgoni, la spazzatura in sacchetti può essere utile. Sembra tutto tranquillo…
Film ‘medio’che racchiude accenni e rimando di altro cinema. Opera prima da non sottovalutare dove la forza, l'eccesso, i rumori, il linguaggio e il tono muscolare paiono degli escamotage per ‘timbrare’ la narrazione. I segni tatuati sui corpi sono altri luoghi (comuni) delle persone: fidate, lontane e sicuramente poco sincere come false, agguerrite e solamente amorali.
Cosa fare per rapinare la banca delle banche Los Angeles. Nessuno vi è mai riuscito . Dopo 53 volte andate a vuoto e malissimo, la cinquantaquattresima è la prove del nove. Tutto preparato meticolosamente con coraggio, faccia tosta e rifiuti. Ecco quello che di solito non immagini (mai) succede. L'ultimo ruota del carro che fa l'autista e non sa nulla di nulla e quindi non può sputare quello che non sa, riesce a portare a domicilio del cibo a alcune donne del personale. Un telefono, un contatto, due buste. Chi sa perché una viene nascosta. Altro cibo, armi, vestiti...o chi sa cosa. Meglio non dire nulla anche se il cibo caldo va mangiato subito...non certamente dopo ...un giorno e più. E perché poi girare con indumenti rossi da servizio? Ti aspettano, si affiancano, saranno dolori per te o per gli altri? E non bastano le manette per bloccare una persona. Donnie Wilson (O'Shea Jackson Jr ) sa cosa fare…vero Nick…
Personaggi doppi, duri, da una parte all'altra; e la legge o meglio il suo ‘iceberg tamarro’....da il suo meglio: ‘ti sembra che qui arrestiamo...noi ammazziamo’ (oppure). Non si va molto sul sottile con muscoli scolpiti, pallottole a iosa, fumo veloce e alt che qui ci sono io. Ecco in questo (tipo di) film (e altri da cui si riflette) l'ego è partecipativo, integrante e importante. Il resto passa tutto in secondo piano. La rapina alla Banca inviolabile come ultima (ultima?) frontiera della (il)legalità per un gruppo di giocatori che costruiscono l'antefatto con il non visto per il pubblico (conoscenze, incontri, bevute, sguardi e altro). E’ ovvio che il rimpallo tra ‘poliziotti’ e ‘ladri’ è linearmente asimmetrico per chi guarda: sai troppo e non sai nulla. Il finale adombra qualche dubbio (dubbio?) su un seguito… (e infatti si legge che c’è la prospettiva di un secondo capitolo….per una rapina altra…o altra…).
Film western urbano e thriller da avamposto bancario: si leggono evidenti ammiccamenti: ‘Heat. La Sfida’ (1995) di Michael Mann (nella struttura generale e si veda la parte iniziale); poi ‘Il braccio violento della legge’ (1971) di William Friedkin (vedi il movimento auto e la guerriglia); infine ‘Quel pomeriggio di un giorno da cani’ (1976) di Sidney Lumet (solo una sensazione personale appena entrano nella banca…laterale). Ma è “Il colpo” (2001) di David Mamet (Gene Hackman e Danny DeVito) che regala la sorpresa all’ultimo fotogramma. Ecco ‘Nella tana dei lupi’ il troppo ‘bordeggiare’ delle pistole fa perdere il gusto dei colpi di scena (che ci sono) e (forse) zittiscono troppo l’idea di fondo di un film non ‘proprio convenzionale’.
Cast muscoloso e tatuato con Gerard Butler (Nick)che sa il fatto suo e non si scompone di nulla in mezzo al caos di fumo; O’Shea Jackson Ir. (Donnie) e 50Cent (Levi) che seguono la corsa con impeto di vittoria.
Regia con un marchio crudo e polveri che si alzano ad ogni cambio di ambiente: movimentata e asimmetrica.
Voto: 7–/10 (***).
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