foffola40
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mercoledì 9 gennaio 2019
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noia, noia
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racconto banale di alcune coppie, in particolare due che lavorano nella editoria, come scrittore,l'uno e come editore l'altro. Ambedue con libertà hanno storie di sesso con altre pur avendo una situazione sentimental -sociale strutturata. Due le frasi che ricorrono inesorabilmente durante tutto il film: il digitale prenderà presto il posto della scrittura a stampa, le biblioteche diventeranno custodi di libri ma senza clienti che si documenteranno con i mezzi elettronici. Il secondo ritornello è quello della autobiografia romanzata caratteristica principale dei libri dello scrittore che racconta le sue storie sentimental sessuali nei suoi libri a rischio che le protagoniste possano riconoscersi.
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racconto banale di alcune coppie, in particolare due che lavorano nella editoria, come scrittore,l'uno e come editore l'altro. Ambedue con libertà hanno storie di sesso con altre pur avendo una situazione sentimental -sociale strutturata. Due le frasi che ricorrono inesorabilmente durante tutto il film: il digitale prenderà presto il posto della scrittura a stampa, le biblioteche diventeranno custodi di libri ma senza clienti che si documenteranno con i mezzi elettronici. Il secondo ritornello è quello della autobiografia romanzata caratteristica principale dei libri dello scrittore che racconta le sue storie sentimental sessuali nei suoi libri a rischio che le protagoniste possano riconoscersi. Ecco qua: il resto niente. Ho dimenticato belle case francesi traboccanti di libri e di disordine creativo, molto vino e molte chiacchiere inconsistenti foffola40
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alberto virdis
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mercoledì 9 gennaio 2019
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dialoghi artefatti e intreccio mediocre
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Una deludente commedia francese eccessivamente verbosa e basata su dialoghi artefatti, tendenti al ridicolo. Sceneggiatura da censurare, a tratti sembra la trasposizione su script di un saggio breve sui problemi dell'editoria contemporanea e la sfida degli ebook ai libri cartacei: interessante, per carita, ma dopo 10' già stanca.
Non stanca però i personaggi, tanto da diventare il problema che attanaglia le coppie 24h su 24, diventando pressoché l'unico argomento che essi sono in grado di affrontare già appena svegli, e poi subito dopo aver fatto l'amore, quando mangiano, quando bevono, quando si incontrano, quando pensano, prima di andare a letto.
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Una deludente commedia francese eccessivamente verbosa e basata su dialoghi artefatti, tendenti al ridicolo. Sceneggiatura da censurare, a tratti sembra la trasposizione su script di un saggio breve sui problemi dell'editoria contemporanea e la sfida degli ebook ai libri cartacei: interessante, per carita, ma dopo 10' già stanca.
Non stanca però i personaggi, tanto da diventare il problema che attanaglia le coppie 24h su 24, diventando pressoché l'unico argomento che essi sono in grado di affrontare già appena svegli, e poi subito dopo aver fatto l'amore, quando mangiano, quando bevono, quando si incontrano, quando pensano, prima di andare a letto. Insomma, sempre.
La recitazione è penalizzata da un cattivo doppiaggio, e annovera anche una deludente interpretazione di Juliette Binoche, ma la perla è aver inserito la figura del figlio di una delle coppie (Canet/Binoche) che compare due volte per pochi istanti, unicamente per giocare col papà. Poi scompare, le coppie sono troppo impegnate a parlare dei problemi dell'editoria attuale per poter seguire realmente un figlio.
Il tutto è appena poggiato su un debolissimo intreccio amoroso di tradimenti, amori e vita di coppia, scarsamente sviluppato e abbandonato a sè stesso in un finale inconclusivo.
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goldy
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martedì 8 gennaio 2019
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tradimenti a catena senza passione
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E' il film che è noioso o è piuttosto la mortificante vita dei colti benestanti che lo è? Sgomenta la vuotaggine delle coppie che pur scambiandosi i letti tra loro non si sollevano da una quotidianità imbarazzante e ripropongono una routine micidiale. Se nemmeno l'eccitazione del tradimento li rinvigorisce un po'. cos'altro riuscirà a farlo?
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lunedì 7 gennaio 2019
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era meglio prima
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Certo, era meglio prima. Nessun Tablet ci darà l'emozione del fruscio delle pagine di un libro, del loro odore, e la frenesia di appuntare al lato della pagina le nostre annotazioni.
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samanta
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domenica 6 gennaio 2019
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le coppie ztl
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Il film del regista francese Olivier Assayas (ultimi film: Personal Shopper, Sils Maria) ha una duplice lettura che può trarre in inganno. Da una parte un discorso di idee sul futuro elettronico e digitale dei libri e della cultura, dall'altra i tradimenti di coppia e le relazioni sentimentali che scoppiano. Non condivido chi ha visto due film diversi e male assemblati, ma invece si tratta della rappresentazione di un mondo ben presente nella nostra società.
[Spoiler] I protagonisti sono: Alain (Guillaume Canet) Direttore di un'importante casa editrice, la moglie Selena (Juliette Binoche) nota attrice interprete di una serie TV di successo che è l'amante di Leonard (Vincent Macaigne) romanziere che ama raccontare nei suoi libri le proprie storie amorose, sia pure mascherandole e al quale, l'ultimo libro gli è stato rifiutato (in modo perfido) da Alain che, a suo volta, ha come amante la giovane Laure (Christa Thèret) dipendente della casa editrice e addetta al settore digitale, infine Valerie (Nora Hamzawi) assistente impegnatissima di un noto politico.
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Il film del regista francese Olivier Assayas (ultimi film: Personal Shopper, Sils Maria) ha una duplice lettura che può trarre in inganno. Da una parte un discorso di idee sul futuro elettronico e digitale dei libri e della cultura, dall'altra i tradimenti di coppia e le relazioni sentimentali che scoppiano. Non condivido chi ha visto due film diversi e male assemblati, ma invece si tratta della rappresentazione di un mondo ben presente nella nostra società.
[Spoiler] I protagonisti sono: Alain (Guillaume Canet) Direttore di un'importante casa editrice, la moglie Selena (Juliette Binoche) nota attrice interprete di una serie TV di successo che è l'amante di Leonard (Vincent Macaigne) romanziere che ama raccontare nei suoi libri le proprie storie amorose, sia pure mascherandole e al quale, l'ultimo libro gli è stato rifiutato (in modo perfido) da Alain che, a suo volta, ha come amante la giovane Laure (Christa Thèret) dipendente della casa editrice e addetta al settore digitale, infine Valerie (Nora Hamzawi) assistente impegnatissima di un noto politico.
In realtà tutti loro sanno tutto degli altri e sopportano i reciproci tradimenti perché, si giustificano, che li conoscono solo "implicitamente". A mio avviso la trama è un quadro impietoso di un mondo radical chic di sinistra, che vive a sé stante, nel proprio benessere del tutto isolati dalla gente e dal vivere comune. Un personaggio del film all'obiezione afferma "Ma chi è la gente?". La risposta sarebbe semplice: sono quelli tartassati dalle tasse, che lavorano e non riescono ad arrivare alla fine del mese, che vedono con preoccupazione l'immigrazione e i servizi sempre più scadenti. Ma i radical chic si parlano continuamente addosso, nel loro mondo sono preoccupati dell'avvenire della cultura: trionferanno gli e-book o gli audio libri? Internet soppianterà le biblioteche? insomma i famosi "discorsa" di Totò, che si dilungano per tutto il film, rendendolo invero un pò noioso. Sono personaggi autoreferenziali, che vivono lontano dal mondo reale (il film fa capire perché ci sono i gilet gialli) e che impiegano la parte affettiva in tradimenti sessuali reciproci. Laure parte per Londra, ma come sa già verrà sostituita da un'altra, giovane e bella che sarà sicura preda di Alain, quanto a Selena chiude la relazione con Leonard al quale la moglie Valerie dice di essere incinta, questi sorpreso esclama, "Come è possibile abbiamo fallito la procreazione assistita, non abbiamo una gran vita sessuale? E' un miracolo !" Gli risponde freddamente Valerie "Non è un miracolo, ma un fatto", implicitamente tutto è possibile!
In conclusione un film che coraggiosamente mette a nudo (e alla berlina) il quadro decadente da un punto di vista umano dell'"Intellighèntia" che domina in Occidente, sembra quasi che gli annunci il funerale.
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cardclau
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venerdì 4 gennaio 2019
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carpe diem, punto.
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Mia madre, un’ancóra robusta e vispa ottantacinquenne, me lo ripete in continuazione: “il mondo non è più quel che era, è drammaticamente cambiato e continua a cambiare ad una velocità sorprendente, fra mia madre e mia nonna le differenze si scorgevano a malapena, oggi nel giro di cinque anni, tutto viene rivoluzionato e ribaltato; bisogna aggiornarsi in continuazione, è necessario, come l’aria che respiri …”. Di fronte a quest’ultima affermazione mi scopro più vecchio di mia madre, vengo colto da un certo ansioso sgomento, le mie incrollabili convinzioni cominciano lievemente a traballare, ma nel contempo ne sono grato perché riesco a comprendere meglio il film francese Il Gioco delle Coppie del regista Olivier Assayas.
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Mia madre, un’ancóra robusta e vispa ottantacinquenne, me lo ripete in continuazione: “il mondo non è più quel che era, è drammaticamente cambiato e continua a cambiare ad una velocità sorprendente, fra mia madre e mia nonna le differenze si scorgevano a malapena, oggi nel giro di cinque anni, tutto viene rivoluzionato e ribaltato; bisogna aggiornarsi in continuazione, è necessario, come l’aria che respiri …”. Di fronte a quest’ultima affermazione mi scopro più vecchio di mia madre, vengo colto da un certo ansioso sgomento, le mie incrollabili convinzioni cominciano lievemente a traballare, ma nel contempo ne sono grato perché riesco a comprendere meglio il film francese Il Gioco delle Coppie del regista Olivier Assayas. Il problema, e il merito, del film, a mio modesto parere, sta nel fatto che non ci vuole mostrare come eravamo, come era la “normalità”, come erano i “buoni sentimenti” e le relazioni di coppia, tenuti/e a bada dai rigidissimi binari della convenzione e dello status quo e del ceto sociale, come la trasgressione doveva essere considerata un evento eccezionale, da segnalare sgomenti con l’indice puntato. La storia ci narra invero di relazioni di coppia di oggi, di una borghesia medio-alta, che non ha alcuna preoccupazione della sopravvivenza, della giustizia, della forbice ricchezza-povertà, della trasgressione, della sacralità delle relazioni d’amore, apparentemente soddisfatta, aggiungerei narcisisticamente, dell’oggi e spensierata su quello che sarà il domani. Consona con le imperturbabili leggi del mercato, giustamente assai poco solidali, l’importante è stare dalla parte “giusta”. Insomma un’interpretazione del “carpe diem” di Orazio (Odi 1, 11, 8) direi un po’ materialista e crassa, nel senso di “cogli l’attimo e goditela fin che puoi”. E aggiungerei, ironicamente, “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Ma Orazio forse intendeva ben altro quando affermava: “carpe diem quam minimum credula postero” [cogli il giorno confidando il meno possibile nel domani]. Pone in primo piano la libertà dell'uomo nel gestire la propria vita e invita a essere responsabili, sottolineo responsabili, del proprio tempo. Ma il messaggio, all’incontrario, è sulla irresponsabilità del mondo d’oggi, in cui tutto è effimero e vacuo, una danza del materialismo a cui viene data una continua, martellante, pubblicità. Da qui l’importanza del film, che forse va al di là delle intenzioni di partenza. Alain (Guillaume Canet) è un editore che sa il fatto suo, maritato con Selena (Julette Binoche) ma fa sesso con la sua assistente. Léonard (Vincent Macaigne) è uno scrittore, che cerca di trovare nelle sue “avventure” lo spunto per scrivere, forse maritato con Valérie (Nora Hamzawi), ma fa sesso con Selena … oltremodo veritieri, sembra in un certo senso la continuazione, ben s’intende in chiave moderna, un po’ impoverita, del Così è (se vi pare), o Il Giuoco delle Parti di Luigi Pirandello.
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gimis
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venerdì 4 gennaio 2019
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un film sull'editoria
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Deludente. Sbandierato come la risposta francese a PERFETTI SCONOSCIUTI, è un film sull'editoria, sull'epoca del digitale, dell'ebook... con dialoghi ricercati e anche tecnici che dopo un po' stufano la platea. Di messaggi allo smathphone se ne accenna giusto due volte, ma non è l'accattivante storia di Mastrandrea, Batiston & C. Anche lo scambio delle coppie (dal titolo uno si immagina chissà che cosa) non esiste. Si tratta di una serie di tradimenti sì, ma che vede coinvolti solo due di due persone di due coppie diverse. E per giunta anche "senza senso". Insomma da un film francese uno si aspetta molto di più e invece... Sconsigliato, a meno che uno non lavori nel campo dell'editoria: magari lo troverebbe interessante.
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Deludente. Sbandierato come la risposta francese a PERFETTI SCONOSCIUTI, è un film sull'editoria, sull'epoca del digitale, dell'ebook... con dialoghi ricercati e anche tecnici che dopo un po' stufano la platea. Di messaggi allo smathphone se ne accenna giusto due volte, ma non è l'accattivante storia di Mastrandrea, Batiston & C. Anche lo scambio delle coppie (dal titolo uno si immagina chissà che cosa) non esiste. Si tratta di una serie di tradimenti sì, ma che vede coinvolti solo due di due persone di due coppie diverse. E per giunta anche "senza senso". Insomma da un film francese uno si aspetta molto di più e invece... Sconsigliato, a meno che uno non lavori nel campo dell'editoria: magari lo troverebbe interessante...
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venerdì 4 gennaio 2019
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film il gioco delle coppie
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Semplicemente scontato.. pieno di dialoghi e frasi fatte !!! Molto sopravvalutato dalla critica!!??? Niente di che
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sabrina
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martedì 1 gennaio 2019
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pura noia
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Logorroico intreccio opinionistico sul tema dell’editoria, noioso e inconcludente, mi meraviglio delle valutazioni dei critici.
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alex2044
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martedì 1 gennaio 2019
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deludente affabulazione
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Deludente , una volta tanto la commedia francese ha fatto cilecca . L'inizio è promettente , spiritoso ed anche interessante per l'argomento trattato , audio libri o carta per leggere un libro . Un busillis che l'editore protaginista cerca di sviscerare con razionalità e senso della realtà . Poi però il film si incarta a raccontare di intrecci amorosi molto poco interessanti e in qualche caso perfino ridicoli . Per arrivare poi ad un finale qualunque , usando la classica tecnica che si usa quando non si sa come fare finire un'opera , cioè troncandola improvvisamente lasciando tutto in sospeso .Gli attori non paiono particolarmente in forma .
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Deludente , una volta tanto la commedia francese ha fatto cilecca . L'inizio è promettente , spiritoso ed anche interessante per l'argomento trattato , audio libri o carta per leggere un libro . Un busillis che l'editore protaginista cerca di sviscerare con razionalità e senso della realtà . Poi però il film si incarta a raccontare di intrecci amorosi molto poco interessanti e in qualche caso perfino ridicoli . Per arrivare poi ad un finale qualunque , usando la classica tecnica che si usa quando non si sa come fare finire un'opera , cioè troncandola improvvisamente lasciando tutto in sospeso .Gli attori non paiono particolarmente in forma . Si salvano , forse , il protagonista Guillaume Canet , preciso ed incisivo e ben in parte ed il sempre simpatico Vincent Macaigne che però rischia di finire con l'essere relegato al clichè del finto ingenuo , un po' furbetto come in molti suoi precedenti film . Gli altri, come già anticipato , compresa una sciatta Juliette Binoche , galleggiano con poca personalità in un film che per le sue carenze oggettive invece ne avrebbe molto bisogno .
A questo punto , a difesa della commedia francese , vorrei inviare ai distributori italiani una piccola prece . Al TFF è stata presentato il film Ulysse e Mona , una piccola commedia curiosa , spiritosa , malinconica ma anche sorridente , un vero proprio gioiello , con un Eric Cantonà strepitoso . Che merita una programmazione un po' più larga di quella ristretta di un festival e che sopratutto vale dieci volte di più del film appena commentato e assolutamente sopravvalutato
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[+] film deludente
(di chiara___)
[ - ] film deludente
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