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lunedì 21 gennaio 2019
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vorrebbe essere michael moore
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Grande aspettativa per un film pompato dalla critica, metodo regia stile Michael Moore ma troppo scollegato. Solo i 2 attori principali riescono a farti sopportare di aspettare la fine deludente
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aldot
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domenica 20 gennaio 2019
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regia e interpretazione eccellenti
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Una regia che ti sorprende, mai retorica, continuamente sul filo del rasoio tra il grottesco e la cruda crealtà. Christian Bale interprete eccellente. Da non perdere.
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cinefoglio
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domenica 20 gennaio 2019
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istantanea di vice - l’uomo nell’ombra
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Il brillante sceneggiatore, nonché premio oscar, de La Grande Scommessa (2015) Adam McKay si ripropone, e “scommette”, con la stessa ironia e didascalia in un biografico, che ripercorre l’ascesa del vicepresidente del governo Bush: uomo e padre di famiglia devoto, burattinaio ed esperto stratega delle logiche di potere che governano, de facto,il centro decisionale più influente del mondo.
Il Bio-pic segue un iter cronologico lineare, con qualche flashback ed ellissi temporali ad anticipare un futuro storicamente conosciuto, che cerca di regalare una vivace dinamica alla visione, che in alcuni momenti si arena nell’ossessivo inseguimento del potere.
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Il brillante sceneggiatore, nonché premio oscar, de La Grande Scommessa (2015) Adam McKay si ripropone, e “scommette”, con la stessa ironia e didascalia in un biografico, che ripercorre l’ascesa del vicepresidente del governo Bush: uomo e padre di famiglia devoto, burattinaio ed esperto stratega delle logiche di potere che governano, de facto,il centro decisionale più influente del mondo.
Il Bio-pic segue un iter cronologico lineare, con qualche flashback ed ellissi temporali ad anticipare un futuro storicamente conosciuto, che cerca di regalare una vivace dinamica alla visione, che in alcuni momenti si arena nell’ossessivo inseguimento del potere.
Di per sé la pellicola regala una partecipazione attiva allo spettatore, che se non passa per il racconto a volte caotico, a volte volutamente saltellante ed intriso di elementi di finzione, si scontra con delle prese di posizioni filosofiche, ancorché politiche, condivisibili o ferocemente criticabili, tutte incarnate nella figura di Dick Cheney.
Il politico, abilmente interpretato da Christian Bale, avvalendosi del supporto dell’attrice Amy Adams e del suo ruolo di moglie forte (una di quelle che spinge il marito ad aspirazioni sempre più elevate, attributo e promotrice della donna conservatrice, peccando ahimè come mater familias), risulta sempre coerente ed intrigante, nonostante gli avvenimenti si originano intorno a lui, non si dimostra mai eccessivo ed auto-referenziale.
Oltre a ciò,la sensazione di una vera e propria mancanza di posizione da parte dell’autore sulla chiave di lettura del film (una visione conservatrice o ad una liberale in relazione alle politiche statunitensi) può disorientare lo spettatore, oltre, e qui è “un marchio di fabbrica”, il costante utilizzo di forme didascaliche, dai camei di note celebrità al riassunto testuale, portano la pellicola da una biografia solida e certa, ad una sorta di documentario, che cerca di stuzzicare e provocare, ma che realmente risulta contraddittoria e di difficile interpretazione nel messaggio, e nell’attesa reazione del pubblico.
Un film lungo, sì, con parti più introduttive e dilatate, ed altre più adrenaliniche, al meno nel montaggio, il qualerisulta piacevole, con una interpretazione giusta ed equilibrata, efficace quanto il Golden Globe vinto.
11/01/2019
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astromelia
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sabato 19 gennaio 2019
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geniale per certi versi
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la genialità di questo docufilm secondo me sta nel montaggio che d'altronde ricorda la grande scommessa per ritmo compulsivo,sebbene annoi la storia a tratti,quello che incuriosisce è il personaggio/attore christian bale,assolutamente meritevole dell'oscar ,il resto è risaputo.forse un pò troppe didascalie verbali ma comunque da vedere,ottimo cast.
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giovedì 17 gennaio 2019
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brillante
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Bale bravissimo, così come ci ha abituati da tempo. Il film scorre veloce
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jurimoretti
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martedì 15 gennaio 2019
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l’uomo che agiva di nascosto
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Christian Bale , dimostra ancora una volta di essere un grandissimo attore e questa volta lo vediamo interpretare un personaggio che non conosciamo molto.
Diretto da Adam McKay, il film è molto raccontato e riesce a mantenere lo spettatore incollato alla poltrona per due ore senza annoiarsi neanche un secondo.
L’UOMO CHE AGIVA NELL’OMBRA
Negli anni Settanta Dick Cheney sta con una ragazza davvero in gamba, Lynne, che riesce a farlo ammettere all'Università, dove lui però viene travolto dal gozzovigliare da college e, tra una sbornia e l'altra, finisce per farsi espellere. Non contento, continua a bere anche mentre lavora ai pali della corrente elettrica, finisce in una rissa e viene arrestato per guida in stato di ebrezza.
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Christian Bale , dimostra ancora una volta di essere un grandissimo attore e questa volta lo vediamo interpretare un personaggio che non conosciamo molto.
Diretto da Adam McKay, il film è molto raccontato e riesce a mantenere lo spettatore incollato alla poltrona per due ore senza annoiarsi neanche un secondo.
L’UOMO CHE AGIVA NELL’OMBRA
Negli anni Settanta Dick Cheney sta con una ragazza davvero in gamba, Lynne, che riesce a farlo ammettere all'Università, dove lui però viene travolto dal gozzovigliare da college e, tra una sbornia e l'altra, finisce per farsi espellere. Non contento, continua a bere anche mentre lavora ai pali della corrente elettrica, finisce in una rissa e viene arrestato per guida in stato di ebrezza. A quel punto Lynne gli dà un ultimatum: o diventa la persona di potere che lei in quanto donna non può essere ma può aiutare e guidare, oppure tra loro è finita. La storia è nota: i due diventeranno una "power couple" di Washington e domineranno placidamente, quasi nell'ombra, l'amministrazione di George W. Bush, tra le più devastanti per la democrazia americana.
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[+] la grottesca e graffiante analisi di mckay
(di antonio montefalcone)
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martedì 15 gennaio 2019
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lungo senza un motivo
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Film che discosta di parecchio dall’originale da un remake puoi anche aspettarselo e va bene ma 1h senza un motivo logico anche no
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sabato 12 gennaio 2019
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inguardabile
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bronzof
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venerdì 11 gennaio 2019
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confuso, noioso e rancoroso
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Confuso, noioso, fazioso, lento. Sconcertante che la narrazione sia lasciata ad un perfetto sconosciuto il cui unico contatto con Cheney è il fatto di avergli donato il cuore. Sembra scritto per procura per conto di un avversario sconfitto e pieno di rancore che, evidentemente incapace di contrastarlo con intelligenza, indugia sulle banalità, su i suoi problemi cardiaci e sulla vicenda della figlia.
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vanessa zarastro
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venerdì 11 gennaio 2019
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un uomo pericoloso
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“Vice – l’uomo nell’ombra” è la storia di Richard Bruce Cheney, detto Dick, che dopo varie e prestigiose cariche nei governi precedenti, è stato il vicepresidente di George W. Bush dal 2001 al 2009. Il film comincia con mostrarci un Dick (Christian Bale) giovane molto diverso, un “fannullone” si direbbe oggi, senza voglia di studiare, che passa le serate a bere e a fare a botte, e si fa perfino espellere dal college. La sua fidanzata Lynne Anne Vincent (Amy Adams), che lo aveva aiutato a vincere una borsa di studio, minaccia di lasciarlo se lui non decide di cambiare vita.
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“Vice – l’uomo nell’ombra” è la storia di Richard Bruce Cheney, detto Dick, che dopo varie e prestigiose cariche nei governi precedenti, è stato il vicepresidente di George W. Bush dal 2001 al 2009. Il film comincia con mostrarci un Dick (Christian Bale) giovane molto diverso, un “fannullone” si direbbe oggi, senza voglia di studiare, che passa le serate a bere e a fare a botte, e si fa perfino espellere dal college. La sua fidanzata Lynne Anne Vincent (Amy Adams), che lo aveva aiutato a vincere una borsa di studio, minaccia di lasciarlo se lui non decide di cambiare vita. Lei è assetata di potere ma, in quanto donna, non può ambire a gestirlo, pertanto vuole contribuire all’eventuale gestione da parte di lui. E così fu.
Ancora studente Dick Cheney inizia a seguire il politico repubblicano Donald Rumsfeld (Steve Carell) di cui diventa il portaborse sotto Nixon. Poi sarà nominato Capo di gabinetto (Chief of staff) ai tempi di Gerald Ford, e più tardi eletto alla Camera come rappresentante del Wyoming nel 1977. Segretario alla Difesa sotto George Bush padre, gestisce le operazioni militari dette Panama e Desert Storm, conquistandosi la fama di “falco”. Si vorrebbe poi presentare alle primarie del partito Repubblicano, ma il sondaggio lo dà all’ultimo posto e, contemporaneamente, una delle due figlie si dichiara gay e vuole sposarsi con un’altra donna. Quindi la “power couple” si ritira in Virginia per un po’ e lui svolgerà il ruolo di Presidente e Amministratore Delegato della Halliburton, una grande azienda petrolifera.
Ma quando George W. Bush jr. (Sam Rockwell) gli chiede di diventare il suo Vice, Dick, approfittando dell’inesperienza e dell’ingenuità del candidato, si fa dare alcune fondamentali deleghe sugli interni e sugli affari esteri. Dal film, infatti, sembrerebbe che tutta la politica di Bush figlio, in particolare quella militare contro l’Afganistan e quella della guerra all’Iraq, sia stata decisa e pilotata da Cheney. Dick è il primo sostenitore della Seconda Guerra del Golfo motivata dalle accuse (false) al regime iracheno di detenzione di armi di distruzioni di massa. Si scoprirà inoltre, molto tempo dopo, che grazie a Cheney esistevano misure di sicurezza estreme in un programma semi-clandestino di guerra al terrorismo (leggeretorture e Guantanamo).
La fedele Lynne è sempre al suo fianco, anche nei vari infarti che lo colpiscono in momenti diversi della sua carriera politica e, quando sembra ormai vicina l’ora della sua morte, un trapianto del cuore gli donerà ancora anni di vita.
Il film esce un po’ dai classici canoni del film biografico, e presenta un montaggio interessante che mette insieme vita pubblica e vita privata, come ad esempio la pesca all’amo - che cercherà di insegnare anche alle sue due bambine - che lo aiuterà a forgiare il carattere, saper aspettare in silenzio e avere pazienza.
Il regista Adam McKay ha già mostrato le sue capacità di mettere in evidenza situazioni negative nella società statunitense, come ne “La grande scommessa” vincitore dell’Oscar 2016 alla miglior sceneggiatura non originale. In quel film la crisi finanziaria, la vita frenetica della borsa e la velocità dei dialoghi, lo hanno reso di difficile comprensione a un pubblico generico. È un po’ lo stesso in “Vice - un uomo nell’ombra” dove bisogna avere, se non altro, una buona conoscenza dei politici americani degli ultimi cinquant’anni.
L’interpretazione di Dick Cheney da parte di Christian Bale è da Oscar, oltre a essere ingrassato di venti chili, Bale ne copia la mimica e la voce fioca. Ottime sono anche l’interpretazione di George W. Bush di Sam Rockwell (già premio Oscar del 2018 come attore non protagonista) – che lo fa diventare quasi simpatico – e quella di Donald Rumsfeld di Steve Carell.
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