claudia
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giovedì 8 giugno 2017
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rabbia e dolore...
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Fortunata... A dispetto di quanto potrebbe far pensare il titolo, che rappresenta anche il nome della protagonista, è un film molto drammatico, che lascia poco spazio al positivo.
La rabbia è l'emozione dominante, evidente sui volti dei protagonisti.
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Fortunata... A dispetto di quanto potrebbe far pensare il titolo, che rappresenta anche il nome della protagonista, è un film molto drammatico, che lascia poco spazio al positivo.
La rabbia è l'emozione dominante, evidente sui volti dei protagonisti. Una rabbia che cela il dolore e la tristezza dell'abbandono, soprattutto di quello affettivo: è questo il denominatore comune dei personaggi.
Protagonista una Roma di borgata con i disagi e le tragedie che si consumano dietro alle mura e alle finestre delle abitazioni.
Vittime e carnefici si alternano continuamente... Anche la persona che sembrerebbe più corretta e integerrima, uno psichiatra, finisce per confermare il copione che si ripete e che non fa che schiacciare le vite dei protagonisti, soli di fronte all'impotenza di riuscire a farcela e a sopravvivere nel degrado e nelle difficoltà economiche.
Insomma un film altamente drammatico e nichilista. L'unica nota positiva, la scena finale che fa capire come, nonostante l'incapacità di prendersene cura, Fortunata riesca almeno a continuare ad esserci per sua figlia.
Un film di fiori che nascono in mezzo alle macerie.
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flyanto
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martedì 23 maggio 2017
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una donna perennemente in lotta
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"Fortunata" è il nome di una giovane donna separata (Jasmine Trinca) e con una bambina di otto anni, la quale ogni giorno cerca di arrabattarsi pettinando le proprie clienti a domicilio al fine di riuscire a realizzare il proprio sogno di aprire un salone di belleza di sua proprietà. La sua quotidianità, oltre alle mansioni lavorative, è scandita dai continui litigi con l'ex-marito (Edoardo Pesce) che nel frattempo la cerca e la accusa di essere una cattiva madre, dai problemi psicologici della figlia per i quali quest'ultima deve seguire una serie di sedute presso uno psicologo infantile (Stefano Accorsi) e dalle ore spensierate che trascorre con un compagno d'infanzia tossico (Alessandro Borghi) che fa da badante alla madre malata di Alzheimer (Hanna Schygulla) ed è ricco di buoni sentimenti .
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"Fortunata" è il nome di una giovane donna separata (Jasmine Trinca) e con una bambina di otto anni, la quale ogni giorno cerca di arrabattarsi pettinando le proprie clienti a domicilio al fine di riuscire a realizzare il proprio sogno di aprire un salone di belleza di sua proprietà. La sua quotidianità, oltre alle mansioni lavorative, è scandita dai continui litigi con l'ex-marito (Edoardo Pesce) che nel frattempo la cerca e la accusa di essere una cattiva madre, dai problemi psicologici della figlia per i quali quest'ultima deve seguire una serie di sedute presso uno psicologo infantile (Stefano Accorsi) e dalle ore spensierate che trascorre con un compagno d'infanzia tossico (Alessandro Borghi) che fa da badante alla madre malata di Alzheimer (Hanna Schygulla) ed è ricco di buoni sentimenti . Quando la protagonista intreccerà una relazione sentimentale con il medico della figlia, inizieranno per lei una serie di avvenimenti conseguenti negativi che le si rifletteranno ed incideranno preponderantemente nella sua vita.
Con "Fortunata" ritorna nelle sale cinematografiche Sergio Castellitto che, qui in veste solo di regista, collabora ancora una volta con la moglie Margareth Mazzantini la quale ne ha scritto, a sua volta, la trama e la sceneggiatura. Raccontando nuovamente una storia estrema e fortemente drammatica di due individui all'opposto per estrazione sociale e cultura, non si può che fare a meno di constatare che, per quanto ben girato ed interpretato, il film ripropone un poco il soggetto del precedente "Non ti Muovere", rivelando apertamente che l'autrice Mazzantini continua a ripetersi nel creare delle storie al limite e di effetto. Sembrerebbe quasi una sua, e del marito stesso, "captatio benevolentiae" , il cercare cioè l'approvazione a tutti i costi da parte del pubblico, in particolare di quello femminile, continuando a proporre e rappresentare storie di donne in difficoltà, che lottano duramente per un'esistenza migliore e che vengono, loro malgrado, travolte da una folle passione amorosa. Questa pellicola, dunque, non aggiunge nulla di originale dal punto di vista del contenuto e della creazione e presentazione in sè del personaggio femminile. Tralasciando, inoltre, anche qualche incongruenza poco realistica di alcune parti del film, occorre invece giustamente rimarcare e lodare
l' interpretazione di tutti gli attori, unita alla regia lineare, nonchè volutamente cruda in svariate scene, che senza alcun dubbio eccelle perchè tutti gli attori, la bambina in primis, rendono perfettamente il proprio personaggio ed in tutte le sue sfaccettature.
Concludendo, il film in generale risulta consigliabile ma con qualche riserva.
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venerdì 26 maggio 2017
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dramma umano sospeso tra degrado e rinnovamento
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Un dramma che vede come sfondo una periferia romana, abbandonata e priva di ogni manutenzione che vedono nelle vestigie della romanità(acquedotti) un imbarazzanre ingombro agli intenti di sfrenata lottizzazione e nelle saracinesche abbassate tra rifiuti ed erabacce un'economia in crisi da decenni.Tra queste rovine più o meno recenti s'incammina con valigetta trolley un' affannata donna, che raggiunge nelle mansioni di parrucchiera a domicilio gli appartamenti dei clienti, ma tra le incombenze quotidiane c'è anche quello di accudire ed ed accompaganre a scuola una figlia di otto anni, che soffre per la separazione e dai comportamenti instabili, ma alla ricerca di una figura adulta in cui rispecchiarsi.
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Un dramma che vede come sfondo una periferia romana, abbandonata e priva di ogni manutenzione che vedono nelle vestigie della romanità(acquedotti) un imbarazzanre ingombro agli intenti di sfrenata lottizzazione e nelle saracinesche abbassate tra rifiuti ed erabacce un'economia in crisi da decenni.Tra queste rovine più o meno recenti s'incammina con valigetta trolley un' affannata donna, che raggiunge nelle mansioni di parrucchiera a domicilio gli appartamenti dei clienti, ma tra le incombenze quotidiane c'è anche quello di accudire ed ed accompaganre a scuola una figlia di otto anni, che soffre per la separazione e dai comportamenti instabili, ma alla ricerca di una figura adulta in cui rispecchiarsi. Fortunata ha un matrimonio fallito con un vigilantes, un uomo rozzo e brutale che non disdegna di poggiare la pistola di ordinanza sul tavolo in cucina o di sfoderarla quando una discussione con l'ex moglie va degenerando. Fortunata cura poco la sua immagine, il colore dei suoi capelli non è quello originale ed ha poco tempo per se, in quanto gli spostamenti in queste assolate periferie le prendono molto tempo per dei miseri guadagni.' E assai provata fino a quando incontra un neuropsichiatra infantile, nominato dal tribunale per la figlia minore che la costringe a rallentare i forsennati ritmi di vita e a guardarsi dentro. Il neuropsichiatra impersonato da uno straordinario Stefano Accorsi finchè il dramma non esplode rispetta il suo codice deontologico senza farsi coinvolgere emotivamente nella storia, ma poi inciampa nell'infortunio dell'innamoramento e dell'evoluzione drammatica della storia fin o al punto di non riuscire ad uscire dal labirinto dell'ospedale psichiatrico, che Castellitto ha volutamente scelto da un punto di vista architettonico per rispecchiare la complessità labrintica della mente umana. Ancor più Fortunata si ribella alle interpretazione dei fatti da un punto di vista legale da parte di giudici e forze dell'ordine credendo di avere una risposta logica e più umana a tutte le vicende nei confronti di minori e anziani. Senza dubbio il film invita a pensare alla crisi della famiglia e all'illusione di conoscere veramente chi si è sposati , della felicità raggiunta e della stabilità economica dopo il matrimonio. Intanto una comunità laboriosa e silenziosa si muove all'interno di queste periferie degradate ed è quella cinese, che prende in carico attività in crisi per dare sostentamento e ricchezza ai propri addetti, infatti la protagonista del film dice alla figlioletta di non disprezzare la loro compagnia "I cinesi sono i padroni del Mondo..! L'autrice(Mazzantini) indica una via di rinnovamento della società italiana post-industriale nella paziente laboriosità cinese o di ogni immigrato in grado di dare nuova spinta all'imprenditoria italiana, ancora alquanto prudente. Nel cast c'è anche una cammeo per la presenza di Hanna Schygulla, musa ispiratrice di tanti film di Fassbinder, che impersona un' anziana madre , affetta da Alzheimer che vive di soli ricordi e che con i continui richiami all'Antigone lega il mondo classico,impersonato dai solidi e possenti archi dell'acquedotto romano all'inaffidabile mondo moderno
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