carloalberto
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lunedì 17 agosto 2020
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telefilmesco con molte velleità
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Sarebbe potuto essere un buon telefilm, con la parte di coprotagonista affidata ad una vecchia gloria di Hollywood, Bruce Willis, per fare audience o meglio cassetta, da inserire, in Italia, nella programmazione di prima serata, in alternativa a Don Matteo, ed invece aspira ad essere un thriller con risvolti drammatici, ispirandosi alla lontana ad un romanzo di formazione, e velleità pseudo sociologiche a carattere umanitario, osando finanche criticare il sistema sanitario statunitense, le cui carenze quasi legittimano il comportamento criminale di Gethin Anthony nella parte del rapinatore rapitore che partecipa al colpo in banca per curare la suocera malata non coperta da assicurazione.
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Sarebbe potuto essere un buon telefilm, con la parte di coprotagonista affidata ad una vecchia gloria di Hollywood, Bruce Willis, per fare audience o meglio cassetta, da inserire, in Italia, nella programmazione di prima serata, in alternativa a Don Matteo, ed invece aspira ad essere un thriller con risvolti drammatici, ispirandosi alla lontana ad un romanzo di formazione, e velleità pseudo sociologiche a carattere umanitario, osando finanche criticare il sistema sanitario statunitense, le cui carenze quasi legittimano il comportamento criminale di Gethin Anthony nella parte del rapinatore rapitore che partecipa al colpo in banca per curare la suocera malata non coperta da assicurazione.
A parte il doppiaggio insopportabile del bambino, il film è un festival di luoghi comuni e di personaggi stereotipati a cominciare dal poliziotto corrotto e dal bandito dal cuore tenero, con un’inversione dei ruoli talmente abusata in pellicole del genere da risultare spesso un’ennesima ripetizione noiosa di situazioni già viste messe talvolta in scena, come in questo caso, con la leziosità del compitino ben fatto.
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felicity
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mercoledì 1 agosto 2018
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storia vista mille volte e finale scontato
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Ancora insieme Steven C. Miller, regista, e Bruce Willis, superstar del tempo che fu, oggi evidentemente alla ricerca della pensione integrativa ai guadagni del passato.
Portiamo a bordo anche Hayden Christensen, un tempo giovane di belle speranze e indimenticato Anakin Skywalker, che si è trovato talmente bene nel film di serie B con Nicolas Cage (Outcast - L'ultimo templare, uno dei peggiori film di sempre) che non può perdere l'opportunità di disintegrare l'ultimo residuo di reputazione con quest'ultima opera di Miller.
Film mediocre. Christensen fuori parte come si vede raramente. Storia vista mille volte e finale scontato. Non faccio spoiler tanto si capisce dal primo minuto chi è il cattivo vero.
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Ancora insieme Steven C. Miller, regista, e Bruce Willis, superstar del tempo che fu, oggi evidentemente alla ricerca della pensione integrativa ai guadagni del passato.
Portiamo a bordo anche Hayden Christensen, un tempo giovane di belle speranze e indimenticato Anakin Skywalker, che si è trovato talmente bene nel film di serie B con Nicolas Cage (Outcast - L'ultimo templare, uno dei peggiori film di sempre) che non può perdere l'opportunità di disintegrare l'ultimo residuo di reputazione con quest'ultima opera di Miller.
Film mediocre. Christensen fuori parte come si vede raramente. Storia vista mille volte e finale scontato. Non faccio spoiler tanto si capisce dal primo minuto chi è il cattivo vero.
Anche questa volta Steven C. Miller si porta dietro gli amici e ritroviamo (come in tutti i suoi pessimi film) Tyler Jon Olson.
Perdibilissimo. Fate altro se potete, tipo passate l'aspirapolvere o stirate le camicie.
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