wolverine
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mercoledì 12 ottobre 2022
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una perla rara in un mare di mediocrità.
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di solito, quasi sempre, i film britannici mi mettono malinconia: non di quella buona, che ti da sensazioni gradevoli, mai fini ad esse stesse, ma che fanno pensare senza ammorbare... questo è uno di quelli che tocca temi delicati, molti, troppi nella nostra sconquassata società, fatta per me di obblighi precostruiti, nella quale l'amore, quello vero, forte, importante, biunivoco, viene buttato nella merda, a favore dei "doveri", che tali non sono perché, alla fine, non vengono neanche leggermente equilibrati dai diritti.
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di solito, quasi sempre, i film britannici mi mettono malinconia: non di quella buona, che ti da sensazioni gradevoli, mai fini ad esse stesse, ma che fanno pensare senza ammorbare... questo è uno di quelli che tocca temi delicati, molti, troppi nella nostra sconquassata società, fatta per me di obblighi precostruiti, nella quale l'amore, quello vero, forte, importante, biunivoco, viene buttato nella merda, a favore dei "doveri", che tali non sono perché, alla fine, non vengono neanche leggermente equilibrati dai diritti... una splendida signora, non solo nell'aspetto dell'attrice ultraottantenne, finalmente decide di fare ciò che desidera: vivere... certo, gli standard dei bipedi industrializzati prevede che la figlia si faccia la sua vita e la lasci ad occuparsi di un "marito" dispotico, oppressivo: insomma, uno di quelli "per bene", il quale ha talmente sobillato la personalità della donna da farla diventare una femmina da macello, dedita ad una oramai larva umana per malattia, la quale, per quanto mi riguarda, non meritava di morire in compagnia dell'infermiera schiavizzata tanto addestrata ad essere tale... certo, lei poteva anche andarsene prima: ma tant'è, non c'è epoca che conti, sin troppe abitudini fanno parte di un tessuto sociale sin troppo marcio per diffondere affetto vero e sincerità, anche quella pericolosa, anche quella che fa male subito ma benissimo nel tempo... in ogni caso, per quanto mi riguarda, 102 minuti volati tra la femminuccia che ritrova il suo essere Donna ed un ragazzo che, anch'esso oppresso dagli standard del paesello di inverness (dylan dog, dove sei?!?), alla fine cede al fascino non fisico, ma morale di lei: la quale, finalmente, spezza le catene delle convenzioni e riesce a compiere la sua missione... vedere il mondo dall'alto... sentendosi VIVA!!!
consigliato. decisamente.
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gabriella
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sabato 16 novembre 2019
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never too late
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Il tema dell'anzianità è stato trattato molte volte dal cinema, spesso anche con buoni risultati, comprensivi di una dose di attenzione e sensibilità verso un'età nella quale lo spazio di una prospettiva futura , per forza di cose, è costretto ad arrestarsi a una soluzione ovvia e scontata. Simon Hunter nel suo film descrive il sogno mancato di una vecchia signora di ottant'anni, rimasta chiusa in un matrimonio senza amore con un marito per niente attento ai suoi desideri, cui lei si è adeguata con fatica ma con dedizione, forse anche a causa della malattia di lui.
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Il tema dell'anzianità è stato trattato molte volte dal cinema, spesso anche con buoni risultati, comprensivi di una dose di attenzione e sensibilità verso un'età nella quale lo spazio di una prospettiva futura , per forza di cose, è costretto ad arrestarsi a una soluzione ovvia e scontata. Simon Hunter nel suo film descrive il sogno mancato di una vecchia signora di ottant'anni, rimasta chiusa in un matrimonio senza amore con un marito per niente attento ai suoi desideri, cui lei si è adeguata con fatica ma con dedizione, forse anche a causa della malattia di lui.Rimasta vedova con l'unica prospettiva di una casa di riposo cui si è rivolta la figlia, scatta in lei una ribellione tenuta sotto controllo per troppi anni e decide di andare nelle Highlands scozzesi per avventurarsi nella scalata del monte Suilven, impresa sempre desiderata e sempre accantonata. Si scontra letteralmente con Johnny alla stazione, lui gestisce un negozio che vende articoli da campeggio, gli affari non vanno benissimo, si offre di farle da guida, lei accetta con riluttanza.Inizia così il loro conoscersi, con qualche difficoltà, Edie ha un carattere testardo e determinato, accetta malvolentieri consigli e aiuto, ma poi , nasce una confidenza liberatoria, Johnny comprende il vissuto della donna e la esorta nel suo obiettivo. E’ un film sobrio, delicato. Sheila Hancock è una protagonista perfetta, con il suo sguardo azzurro e perforante, fa venire voglia di prendere lo zaino e partire, anche perché il paesaggio scozzese , aspro e selvaggio, tra brughiere e paludi è un autentico spettacolo. Personalmente mi sento di consigliare questo piccolo e commovente film.
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