carloalberto
|
giovedì 8 marzo 2018
|
l'inquilina del quarto piano
|
|
|
|
Quello che non so di lei rappresenta il ritorno di Polanski a uno dei suoi temi più cari, ossessivamente presente in molti suoi film (Repulsion, Rosemary’s Baby, L’inquilino del terzo piano): l’io prigioniero che lotta disperatamente per affrancarsi dal Super-io collettivo, ma alla fine cede, perdendo se stesso e assumendo il ruolo e finanche le sembianze assegnategli dalla società. La protagonista, una romanziera senza più ispirazione, obbligata dai suoi fans e dagli editori nel ruolo di scrittrice di successo, interpretata da una convincente Emmanuelle Seigner, è la declinazione al femminile del personaggio di Trelkowski, interpretato dallo stesso Polanski nel suo film L’inquilino del terzo piano del 1976.
[+]
Quello che non so di lei rappresenta il ritorno di Polanski a uno dei suoi temi più cari, ossessivamente presente in molti suoi film (Repulsion, Rosemary’s Baby, L’inquilino del terzo piano): l’io prigioniero che lotta disperatamente per affrancarsi dal Super-io collettivo, ma alla fine cede, perdendo se stesso e assumendo il ruolo e finanche le sembianze assegnategli dalla società. La protagonista, una romanziera senza più ispirazione, obbligata dai suoi fans e dagli editori nel ruolo di scrittrice di successo, interpretata da una convincente Emmanuelle Seigner, è la declinazione al femminile del personaggio di Trelkowski, interpretato dallo stesso Polanski nel suo film L’inquilino del terzo piano del 1976. Emblematiche della ribellione dell’io e del suo fallimento sono, rispettivamente, la scena in cui la protagonista ha un incubo in cui sogna di lanciare il computer contro il suo alter ego, impersonato da Eva Green, che abita l’edificio dirimpetto e invade la sua vita costringendola a scrivere un’autobiografia e la scena finale, in cui, come nella scena iniziale, firma autografi per i lettori sulle copie del suo nuovo bestseller, ma è ormai trasformata e omologata nel personaggio di scrittrice famosa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
kimkiduk
|
giovedì 8 marzo 2018
|
non piaciuto
|
|
|
|
Da Polanski mi aspetto di più.
In Italia purtroppo un film così andrebbe visto sottotitolato. Mi scuso per chi ha doppiato la Seigner, ma ha tolto molto da quello che era già mediocre.
La storia, anche se come ormai quasi sempre tratta da un libro, fa acqua e non rende il thriller/noir che sembra spesso affiorare, ma che non arriva mai.
Le persone sono descritte tra il depresso ed il rincoglionito e sinceramente non mi ha coinvolto più di tanto.
Unica cosa meritoria il finale, senza eccellere, ma che almeno lascia supporre più ipotesi.
|
|
[+] lascia un commento a kimkiduk »
[ - ] lascia un commento a kimkiduk »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
mercoledì 7 marzo 2018
|
due donne a confronto
|
|
|
|
Ritorna nelle sale cinematografiche il regista Roman Polanski con il suo ultimo thriller "Quello che non so di Lei".
La storia racconta di una famosa scrittrice di romanzi (Emanuèlle Seigner) che ha pubblicato il suo ultimo libro di successo ed ora, terminato, sta attraversando un periodo di profonda crisi esistenziale e creativa.
[+]
Ritorna nelle sale cinematografiche il regista Roman Polanski con il suo ultimo thriller "Quello che non so di Lei".
La storia racconta di una famosa scrittrice di romanzi (Emanuèlle Seigner) che ha pubblicato il suo ultimo libro di successo ed ora, terminato, sta attraversando un periodo di profonda crisi esistenziale e creativa. Legata ad un uomo che a causa del suo lavoro di giornalista televisivo è sempre in viaggio e, pertanto, abbastanza assente nella vita della protagonista, e con due figli che studiano all'estero, la donna si sente sola e demotivata. Avendo conosciuto nel corso della serata in onore della pubblicazione del suo romanzo un'attraente e carismatica donna più giovane di lei di qualche anno (Eva Green), la scrittrice ne subisce subito il fascino e piano piano instaura con quest'ultima un rapporto molto stretto in cui, quasi, la seconda domina la vita dell'altra e la induce, fingendo di aiutarla e supportarla in questa fase delicata della sua esitenza personale, a comportarsi e ad agire secondo la sua volontà. Addirittura, con una scusa, la nuova conoscenza si trasferisce in casa della scrittrice al fine di controllarla piùà direttamente e dominarla meglio. Ben presto, la protagonista si renderà conto dell'agire della sua nuova 'amica' e piano piano cercherà di reagire....
Una trama in sè, sì avvincente e, dunque, anche interessante ma, purtroppo, per nulla originale e quindi scontata. Già precedenti pellicole (vedi, per esempio, "Inserzione Pericolosa" con Bridget Fonda e Jennifer Jason Leigh o "Misery non Deve Morire", per citarrne solo due) hanno tratatto il tema del 'doppio' e della sostituzione da parte di una personai finge amica di un'altra al fine di sostituirsi totlamente nella su aesitenza, sia pure con rmotivazioni diverse, e giocando sull'ambiguità e sulla contrapposizione tra realtà e finzione. Qui, si trovano parecchi luoghi comuni e, per quanto il regista Polanski diriga il film incalzando con la suspense e con riprese congegnate ad arte per creare un' atmosfera di maggior mistero ed inquietudine, il corso della vicenda ed il finale risultano, ripeto, alquanto prevedibili. In ogni caso, oltre alla regia che risulta sempre quella eccellente di un maestro del cinema, in questa pellicola occorre apprezzare anche la recitazione delle due attrici perchè, sia la Seigner che la Green, risultano molto credibili ed efficacemente convincenti nel dare il ritratto di due donne così diverse tra loro, una praticamente catatonica e trasandata e l'altra magnetica e conturbante, ma ugualmente interessanti e vere entrambe.
Consigliabile per trascorrere due ore con un pò di tensione.
[-]
[+] tracce mai rimosse di un tormento autobiografico
(di antoniomontefalcone)
[ - ] tracce mai rimosse di un tormento autobiografico
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
juri moretti
|
martedì 6 marzo 2018
|
roman polanski sceglie eva green per la sua nuova
|
|
|
|
Delphine de Vigan è una scrittrice vittima di un blocco creativo dopo il suo primo romanzo, dedicato alla figura di sua madre. dopo che il suo romanzo diventa un best seller iniziano ad arrivargli lettere anonime che l'accusano di aver dato la sua famiglia in pasto al pubblico. Ossessionata da questa situazione Delphine sembra non riuscire a ritrovare la volontà per tornare a scrivere.
Un'appassionante lettrice entra a far parte della sua vita, sembra capirla e a sostenerla, ma in realtà si serve della sua personalità manipolatrice per prevalere e assumere il controllo della sua vita.
[+]
Delphine de Vigan è una scrittrice vittima di un blocco creativo dopo il suo primo romanzo, dedicato alla figura di sua madre. dopo che il suo romanzo diventa un best seller iniziano ad arrivargli lettere anonime che l'accusano di aver dato la sua famiglia in pasto al pubblico. Ossessionata da questa situazione Delphine sembra non riuscire a ritrovare la volontà per tornare a scrivere.
Un'appassionante lettrice entra a far parte della sua vita, sembra capirla e a sostenerla, ma in realtà si serve della sua personalità manipolatrice per prevalere e assumere il controllo della sua vita.
Roman Polanski non cambia il suo stile di rappresentare le sue opere, ma la messa in scena e la scelta degli attori, molto accurata.
Grande interpretazione da parte di Eva Green, che per me è Johnny Depp al femminile, qui interpreta una donna che capiamo subito dal primo momento che è una pazza e fa diventare anche Emmanuelle Seigner, che interpreta la scrittrice depressa.
La pellicola riesce a mantenere lo spettatore incollato alla poltrona per un'ora e cinquanta, senza farlo distrarre mai e facendogli scoprire il film mano mano che va avanti.
Insomma un film da non perdere, diretto da un grandissimo regista e interpretato da due attrici con i contributi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a juri moretti »
[ - ] lascia un commento a juri moretti »
|
|
d'accordo? |
|
matteofedele
|
domenica 4 marzo 2018
|
quello che non sapremo mai
|
|
|
|
In un periodo in cui, nel bene e nel male, il femminismo vende come non mai, il regista di “Rosemary’s Baby” e “Tess” coglie l’occasione per realizzare quasi un gineceo narrativo. Tratto pedissequamente dall’ultimo romanzo di Delphine De Vigan, l’ultimo film di Polanski (anche a causa di un budget tra i più esigui da lui ottenuti negli ultimi anni) pare un’opera prima, benedetta dalla maestria di due attrici eccelse quali Emmanuelle Seigner-Polanski e Eva Green. Aderendo ai più ovvi stereotipi della scrittrice, la prima è introversa, malinconica, trasandata, in funzionale contrasto con la seconda, donna di mondo impulsiva, energica, elegante. Il rapporto che si instaura tra loro è molto meno inquietante e molto più platonico di quanto suggeriscano i materiali promozionali.
[+]
In un periodo in cui, nel bene e nel male, il femminismo vende come non mai, il regista di “Rosemary’s Baby” e “Tess” coglie l’occasione per realizzare quasi un gineceo narrativo. Tratto pedissequamente dall’ultimo romanzo di Delphine De Vigan, l’ultimo film di Polanski (anche a causa di un budget tra i più esigui da lui ottenuti negli ultimi anni) pare un’opera prima, benedetta dalla maestria di due attrici eccelse quali Emmanuelle Seigner-Polanski e Eva Green. Aderendo ai più ovvi stereotipi della scrittrice, la prima è introversa, malinconica, trasandata, in funzionale contrasto con la seconda, donna di mondo impulsiva, energica, elegante. Il rapporto che si instaura tra loro è molto meno inquietante e molto più platonico di quanto suggeriscano i materiali promozionali. Efficaci, nel loro piccolo, anche le registe Josée Dayan, Brigitte Rouan e Noémie Lvovsky. Non pervenuto invece il pur bravo Vincent Perez, limitato nei panni di un fidanzato senza spessore. Povero di tensione e ricco di colpi di scena che restano in canna, “D'après une histoire vraie” è un thriller psicologico che chiede una sospensione dell’incredulità da horror. Minimale e volutamente incompleto, lascia più possibilità che certezze, più domande che risposte. È proprio questo ciò che c’è di più interessante nel film più semplice di Polanski: quello che non ci viene detto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a matteofedele »
[ - ] lascia un commento a matteofedele »
|
|
d'accordo? |
|
maramaldo
|
domenica 4 marzo 2018
|
di chi ha paura roman polanski?
|
|
|
|
Delle donne, direte. Può darsi, ma il tipo è coriaceo, se non altro per il suo vissuto e...sopravvissuto.Comunque, ne ha un timore riverenziale. Altrimenti non avrebbe lasciato campo libero a due belve dell'attorialità femminile. Non osa "dirigerle". Spesso in primi piani staccati individualmente, a gara nel mostrare chi è più brava e...nevrotica, fanno tutto da sole Emmanuelle Seigner ed Eva Green. Attenti a quest'ultima: registrate in memoria il luccichio criminale dei suoi occhi, vi può servire per sospettarne subito la pericolosità, prima ancora di approfondire - troppo tardi - le ambiguità di una psiche deviante.
[+]
Delle donne, direte. Può darsi, ma il tipo è coriaceo, se non altro per il suo vissuto e...sopravvissuto.Comunque, ne ha un timore riverenziale. Altrimenti non avrebbe lasciato campo libero a due belve dell'attorialità femminile. Non osa "dirigerle". Spesso in primi piani staccati individualmente, a gara nel mostrare chi è più brava e...nevrotica, fanno tutto da sole Emmanuelle Seigner ed Eva Green. Attenti a quest'ultima: registrate in memoria il luccichio criminale dei suoi occhi, vi può servire per sospettarne subito la pericolosità, prima ancora di approfondire - troppo tardi - le ambiguità di una psiche deviante.
Ciò non toglie che Polanski abbia fatto un suo film. A parte, per conto suo, con diverse anime. Indugia nel circostanziare una Parigi con i suoi luoghi, la sua fauna. Realizza da par suo un suspense/noir cucendo abilmente situazioni canoniche: una spettrale casa di campagna nel bosco; la botola che porta al seminterrato; l'invalida immobilizzata in preda al mostro che la vuole distruggere; lo scappare seminuda tra i lampi di una notte tempestosa. Anche con qualche tocco retro: da tempo proibito il tallio nel veleno per topi, una trovata di Agatha Christie.
L'idea centrale, un ansiogeno duello/duetto tra due femmine cerebrali, è nella trama del libro di Delphine de Vegan che il Nostro -imputategli quel che volete - si sarebbe ben guardato dal leggere. La moglie, sempre Emmanuelle Seigner, gli avrebbe suggerito di trarne ispirazione. Roman ha obbedito. Così ha smarrito quel patrimonio intimo che caratterizza la sua cifra creativa: la sua libido, il suo sadismo. Rimane la perfidia con cui svilisce la performance delle due primedonne. Il film finisce come inizia, anzi non finisce. Si assiste a qualcosa come un reloading che depriva di senso ciò che le protagoniste volevano significare. Studia il disagio di chi si è sbarazzate della propria umanità (interessi, affetti, vincoli che sbiadiscono come fantasmi) per concentrarsi e perdersi nel proprio io. Osserva con sgomento chi, per relizzarsi, si trasforma in un'altra, si trasporta in un altrove, illudendosi che "l'invenzione" possa colmare il vuoto..
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
|
d'accordo? |
|
vincenzoambriola
|
venerdì 2 marzo 2018
|
una famosa scrittrice francese
|
|
|
|
Prologo. Una scrittrice francese di grande successo dedica e firma il suo nuovo libro ai lettori che l'hanno appena acquistato e che la ringraziano per ciò che ha scritto. Epilogo. La stessa scrittrice dedica e firma un altro nuovo libro che ha avuto ancora più successo del primo. Nel mezzo la storia di una scrittrice francese famosa che incontra Elle, una sua lettrice che entra senza scrupoli nella sua vita. Ma questa storia è realtà o è a sua volta ciò che la famosa scrittrice francese crede di aver vissuto? Una storia nella storia? Grande maestro di realtà e finzione, Polanski si diverte a confondere, a spostare il piano narrativo all'interno della stessa narrazione.
[+]
Prologo. Una scrittrice francese di grande successo dedica e firma il suo nuovo libro ai lettori che l'hanno appena acquistato e che la ringraziano per ciò che ha scritto. Epilogo. La stessa scrittrice dedica e firma un altro nuovo libro che ha avuto ancora più successo del primo. Nel mezzo la storia di una scrittrice francese famosa che incontra Elle, una sua lettrice che entra senza scrupoli nella sua vita. Ma questa storia è realtà o è a sua volta ciò che la famosa scrittrice francese crede di aver vissuto? Una storia nella storia? Grande maestro di realtà e finzione, Polanski si diverte a confondere, a spostare il piano narrativo all'interno della stessa narrazione. Lo fa mantenendo con maestria una coerenza stilistica basata sulle riprese, sulle immagini negli specchi, sugli sguardi ambigui ma pungenti, spesso esiziali. Un film che ricorda altri film, di Polanski ma anche di Hitchcok, in cui la musica ritmicamente ossessiva, mai melodica, a volte maniacale, scandisce il ritmo di una pazzia, di una fuga dalla realtà. Ma, in fondo, di cosa stiamo parlando? Ma di una famosa scrittrice francese e del suo successo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vincenzoambriola »
[ - ] lascia un commento a vincenzoambriola »
|
|
d'accordo? |
|
cardclau
|
venerdì 2 marzo 2018
|
polanski è sempre polanski
|
|
|
|
Ammettiamolo, Polanski fa film inquietanti che possono disturbare lo spettatore se il sentimentalismo inconscio, che divide dicotomicamente il bene dal male, il buono dal cattivo, la verità dalla bugia, non viene a galla. Rifiutandosi di riconoscere la zona grigia dentro di noi, come osserva Primo Levi. Emmanuelle Seigner è veramente splendida nell'incerto plagio, come lo era stata, per altri versi, nel film Venere in pelliccia. Eva Green clamorosamente convincente nella sua parte di incerta manipolatrice, di una bellezza femminea che intimorisce, con questi occhi che non finiscono più, molto donna e poco madre, con una componente, direi, frigida e discretamente maligna.
[+]
Ammettiamolo, Polanski fa film inquietanti che possono disturbare lo spettatore se il sentimentalismo inconscio, che divide dicotomicamente il bene dal male, il buono dal cattivo, la verità dalla bugia, non viene a galla. Rifiutandosi di riconoscere la zona grigia dentro di noi, come osserva Primo Levi. Emmanuelle Seigner è veramente splendida nell'incerto plagio, come lo era stata, per altri versi, nel film Venere in pelliccia. Eva Green clamorosamente convincente nella sua parte di incerta manipolatrice, di una bellezza femminea che intimorisce, con questi occhi che non finiscono più, molto donna e poco madre, con una componente, direi, frigida e discretamente maligna. Vincen Perez è un amante attraente e discreto, finalmente virile, che ha il dono di saper fare anche da padre. Il film inizia lentamente, ma appena lo spettatore comincia a pensare di trovarsi di fronte ad una storia per certi versi scontata, a lungo andare un po' noiosa, il tutto accelera in un sorprendente gioco delle parti, con aspetti di noir sottolineati da momenti di assolo di violoncello, meravigliosi, con un finale mozzafiato e sconcertante, senza scontati e ruvidi spargimenti di sangue. Non ci sono non detti e non capiti, siamo in verità nella zona grigia dell'essere umano, con una incertezza angosciosa che può apparire inaccettabile. Polanski ha avuto una vita incredibilmente tormentata, che non può non emergere nei suoi film, ma riesce a sublimare miracolosamente l'angoscia, miscelandola con il sorprendente sentimento dell'amore per la vita, in un film che direi piuttosto interessante
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cardclau »
[ - ] lascia un commento a cardclau »
|
|
d'accordo? |
|
|