paoloran
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venerdì 2 settembre 2016
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la bella e lo squalo
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Ho visto ieri sera il film “Paradise Beach dentro l’incubo” di cui si parla, si scrive e si critica un po’ in tutti i modi in queste ultime settimane.
Se ciò avviene, per un film costato (appena) 17 milioni di dollari e ampiamente premiato per il momento dal box office, forse significa che qualcosa di interessante la propone.
Il film è stato ribattezzato: “lo squalo per le nuove generazioni”, forse un po’ prematuramente visto che con JAWS del 1975 a poco a che fare.
JAWS il film che è stato realizzato 40 anni fa, era tratto da un romanzo best seller, diretto da Steven Spielberg e sostenuto dalla colonna sonora di John Williams (premiato con l’Oscar) è stato un successo mondiale riconosciuto tale da parte della critica e dal pubblico.
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Ho visto ieri sera il film “Paradise Beach dentro l’incubo” di cui si parla, si scrive e si critica un po’ in tutti i modi in queste ultime settimane.
Se ciò avviene, per un film costato (appena) 17 milioni di dollari e ampiamente premiato per il momento dal box office, forse significa che qualcosa di interessante la propone.
Il film è stato ribattezzato: “lo squalo per le nuove generazioni”, forse un po’ prematuramente visto che con JAWS del 1975 a poco a che fare.
JAWS il film che è stato realizzato 40 anni fa, era tratto da un romanzo best seller, diretto da Steven Spielberg e sostenuto dalla colonna sonora di John Williams (premiato con l’Oscar) è stato un successo mondiale riconosciuto tale da parte della critica e dal pubblico. Girato in altri tempi e con altri mezzi e uno squalo meccanico che oggi ci fa un po’ sorridere.
Percui, per questo motivo per me questo è lo squalo di “The shallows”, survival movie con protagonista un’ottima Blake Lively.
Il film mi è piaciuto per l’abilità del regista Jame Collet-Serra nell’utilizzare la tecnologia di ripresa, compresa quella della GO-PRO, per rendere ancora più realistica la visione da parte dello spettatore. Il film non cade nel trash o nel grottesco come alcuni “sci fi movie” degli ultimi anni con squali volanti o squali mutanti, basta vedere la scena del primo attacco dello squalo alla nostra protagonista. Qui lo squalo è animale vero, creato molto bene in CGI, ove se esclusa una scena nel finale del film (andate a vederlo…) è creatura marina a tutti gli effetti ne più e ne meno come lo si vede nei documentari. Anche quest’ aspetto rende più reale il film. La protagonista Blake Lively, non appare, come ho letto su qualche rivista, una splendida “bambolina” ma bensì nell’arco della vicenda mostra tutti quelle emozioni che ci si potrebbero aspettare in una situazione analoga: paura, dolore, abbandono, caparbietà etc. etc.
Il tempo, sovraimpresso sullo schermo con il quadrante dell’orologio della protagonista (altra trovata interessante del regista), scandisce la vicenda fra il passaggio delle maree alta e bassa. Ove la Lively dovrà prendere la decisione e il coraggio di raggiungere la sua salvezza, sotto forma di una boa di segnalazione, rischiando l’incontro con il mostro marino. Questa è la scena che mi è piaciuta di più: in mezzo alle meduse ove la comparsa dello squalo, mi ha fatto retrarre le gambe dalla poltrona (bel esempio di tensione vera..).
Il finale, qualcuno potrà dipingerlo esagerato ma la storia regge comunque bene, ottimo anche l’inserimento della sequenza un anno dopo..
Consiglio di andare al cinema a vedere Paradise Beach, sgombrando la mente da improbabili paragoni lasciandosi trasportare delle splendide immagini naturalistiche che fanno venire voglia di surfare fra le onde, magari lontano dagli squali…però.
Paolo
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paoloran
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giovedì 1 settembre 2016
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la bella e lo squalo
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Ho visto ieri sera il film di cui si parla (neanche a farlo a posta quando c'è di mezzo uno squalo) si giudica e si critica, più o meno, in tutte le maniere in questi giorni. Il film nel complesso è ben fatto, mi sono piaciute molto le riprese integrate con la GO-PRO che danno una connotazione realistica alla pellicola. Non si cade nel trash anche nelle sequenze più violente (l'attacco alla protagonista a inizio film, per esempio) non si eccede mai sconfinando nel grottesco mantenendo un certo realismo, sempre. Lo squalo di questo film (ricreato molto bene in CGI) è animale in tutto e per tutto, nulla da condividere con le versioni "volanti" o "mutanti" di alcuni film prodotti da "sci fi channel".
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Ho visto ieri sera il film di cui si parla (neanche a farlo a posta quando c'è di mezzo uno squalo) si giudica e si critica, più o meno, in tutte le maniere in questi giorni. Il film nel complesso è ben fatto, mi sono piaciute molto le riprese integrate con la GO-PRO che danno una connotazione realistica alla pellicola. Non si cade nel trash anche nelle sequenze più violente (l'attacco alla protagonista a inizio film, per esempio) non si eccede mai sconfinando nel grottesco mantenendo un certo realismo, sempre. Lo squalo di questo film (ricreato molto bene in CGI) è animale in tutto e per tutto, nulla da condividere con le versioni "volanti" o "mutanti" di alcuni film prodotti da "sci fi channel". La trama regge l'intera durata del film sviluppato nell'arco di 24 ore che si vedono scandite dal cronografo sovraimpresso allo schermo (altra trovata interessante) e dalle maree. Brava Blake Lively, che non mi è sembrata tanto una "bambolina" come dipinta da alcuni autorevoli critici. Si cala nella parte sin dalle prime sequenze e porta i "segni" della sua avventura dall'inizio alla fine con buona capacità recitativa e comunicandoci sentimenti molto forti: paura, abbandono, dolore, caparpietà, astuzia etc.etc. Nel complesso vorrei promuovere a pieni voti questa pellicola, prodotta con un budget modesto (17.000.000 di dollari) e ampiamente premiata dal box-office. Non possiamo fare paragoni con "JAWS", un film di 40 anni fa sorretto da un romanzo best seller e dalla colonna sonora di John Williams. Erano altri tempi e c'erano altre tecnologie di ripresa, se pur riuscito meravigliosamente bene visto il sucesso mondiale attribuitogli. Forse potremmo davvero batezzare questo film come lo "squalo delle nuove generazioni" ma vorrei evitarlo. Questo è lo squalo di "the shallows" survival film, diretto molto bene da Jaume Collet-Serra e interpretato altrettanto bene da Blake Lively. La mia scena preferita direi la fuga in mezzo alle meduse per scappare sulla boa salvezza..Devo ammettere che alla comparsa dello squalo o retratto le gambe dal pavimento.
Paolo (Milano)
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flaw54
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giovedì 1 settembre 2016
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buon cinema di genere
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Da una situazione vista e rivista ( la lotta tra uomo e squalo in una natura incontaminata e apparentemente amichevole ) ne esce un film godibile. Niente di particolare naturalmente, ma la tensione è sempre presente, nonostante la presenza sullo schermo di un solo personaggio, una sorprendente Blake Lively, del tutto credibile nel ruolo. È un film che scivola via, ma che fa passare 2 piacevoli ore di svago e il cinema è anche questo!
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flyanto
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mercoledì 31 agosto 2016
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una donna sola a combattere contro il terrore
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"Paradise Beach" , titolo originale, con l'aggiunta "Dentro l'Incubo" in quello italiano ", è un film da cui già si intuisce il contenuto che è ambientato in una località da sogno, e precisamente una spiaggia del Messico, ma dove si corre un grosso pericolo come, nello specifico, quello della presenza di uno squalo. Ed è quello, infatti, che accade ad una bella ragazza americana (Blake Lively) la quale, profondamente in crisi per la prematura morte della madre, si reca da sola (per la defezione all'ultimo momento dell'amica) in una spiaggia sperduta del Messico dove anni prima la stessa genitrice faceva surf. Appassionata di surf anch'ella, la protagonista inizia a provare e godersi le fantastiche onde del meraviglioso luogo dove è approdata: una spiaggia da sogno, poco conosciuta (vi sono solo due surfisti locali) che, sembrerebbe, non presentare alcun pericolo.
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"Paradise Beach" , titolo originale, con l'aggiunta "Dentro l'Incubo" in quello italiano ", è un film da cui già si intuisce il contenuto che è ambientato in una località da sogno, e precisamente una spiaggia del Messico, ma dove si corre un grosso pericolo come, nello specifico, quello della presenza di uno squalo. Ed è quello, infatti, che accade ad una bella ragazza americana (Blake Lively) la quale, profondamente in crisi per la prematura morte della madre, si reca da sola (per la defezione all'ultimo momento dell'amica) in una spiaggia sperduta del Messico dove anni prima la stessa genitrice faceva surf. Appassionata di surf anch'ella, la protagonista inizia a provare e godersi le fantastiche onde del meraviglioso luogo dove è approdata: una spiaggia da sogno, poco conosciuta (vi sono solo due surfisti locali) che, sembrerebbe, non presentare alcun pericolo. Prolungata la propria giornata balneare sino quasi alla sera, la protagonista rimane in mare sola e piano piano si accorge che in quelle splendide acque si sta aggirando uno squalo che, attirato dal sangue di un carcassa di balena, subito le si avventa contro ferendola ad una gamba e distruggendole la tavola da surf. Da qui inizierà per lei un incubo che durerà circa tre giorni ed in cui ella dovrà lottare sola sino all'estremo contro lo squalo prima posizionata su di uno scoglio e poi in una boa galleggiante.
La pellicola rientra nel filone terroristico dove un animale pericoloso (od una forza immane della natura) semina violente stragi contro gli esseri umani e dove l'uomo deve lottare duramente per riuscire ad abbattere le forze avverse e salvarsi. In questo caso l'animale feroce è costituito da uno squalo e "Paradise Beach" così prosegue il filone di questo genere iniziato brillantemente nel 1975 da Steven Spielberg con "Lo Squalo". Ai tempi, il suddetto film costituì sicuramente una novità mentre, in seguito e adesso, non più, ma poichè nel complesso "Paradise Beach", rispetto agli innumerevoli "sequels" del genere, risulta ben girato, abbastanza credibile ed anche provvisto di scenari paesaggistici spettacolari e di una bellissima protagonista, esso diventa senza alcun dubbio interessante e soprattutto avvincente attraverso una ben dosata suspense.
Altro non vi è da aggiungere ma per lo scopo che si è prefissato, e cioè di interessare e fare provare qualche terrifica emozione allo spettatore, direi, che l'biettivo è stato centrato in pieno.
Per gli appassionati per lo più del genere.
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cavedano
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mercoledì 31 agosto 2016
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passabile
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Il film è apprezzabile e scorre abbastanza velocemente ottime le riprese e la fotografia. Purtroppo il finale mi ha lasciato abbastanza perplesso.
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mario nitti
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mercoledì 31 agosto 2016
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film onesto e senza sbrodolature
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La trama del film è semplicissima ed è tutta contenuta nel trailer. Una giovane donna trova la spiaggia dove sua madre da giovane ha scattato una foto mentre era incinta. E’ un luogo appartato, conosciuto da pochi, dove lei va per fare surf. Tutto perfetto? No, il paradiso nasconde il demonio, in questo caso uno squalo. Il film è tutto qui; il suo difetto è la prevedibilità, il suo pregio il senso della misura. Le cose succedono con un buon ritmo, ma senza esagerazioni sconsiderate (forse il finale è un po’ forzato), senza pretendere di stupire a tutti i costi. L'attrice, su cui si regge praticamente regge tutta la storia, è all'altezza.
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La trama del film è semplicissima ed è tutta contenuta nel trailer. Una giovane donna trova la spiaggia dove sua madre da giovane ha scattato una foto mentre era incinta. E’ un luogo appartato, conosciuto da pochi, dove lei va per fare surf. Tutto perfetto? No, il paradiso nasconde il demonio, in questo caso uno squalo. Il film è tutto qui; il suo difetto è la prevedibilità, il suo pregio il senso della misura. Le cose succedono con un buon ritmo, ma senza esagerazioni sconsiderate (forse il finale è un po’ forzato), senza pretendere di stupire a tutti i costi. L'attrice, su cui si regge praticamente regge tutta la storia, è all'altezza. Si guarda con piacere e si dimentica senza sforzo.
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daminax14
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martedì 30 agosto 2016
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un film che non si salva su niente
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Non ho mai demolito nessun film per rispetto di chi ci lavora, di chi investe tempo e denaro nella creazione di un'opera che ha come obiettivo quella di far commuovere lo spettatore, farlo divertire, ridere fino alle lacrime, urlare dal terrore o semplicemente fargli trascorrere quell'oretta/due in sala, senza fargli pentire di aver investito i suoi soldi. Ebbene, mi devo ricredere. Mi dispiace per tutto il cast che ha lavorato a questo film, ma è senza giri di parole BOCCIATO.
Analizziamo pian piano il perché di questa bocciatura.
Il film inizia con la protagonista, una giovane americana di nome Nancy, mentre si dirige nella spiaggia in cui la madre amava andare. Rimanendo sola, poiché l'amica la notte prima si ubriaca (salvo poi mandare un messaggino beffardo che la sera stessa sarebbe uscita con un tizio conosciuto li) rimedia un passaggio da un abitante del posto incontrato per caso.
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Non ho mai demolito nessun film per rispetto di chi ci lavora, di chi investe tempo e denaro nella creazione di un'opera che ha come obiettivo quella di far commuovere lo spettatore, farlo divertire, ridere fino alle lacrime, urlare dal terrore o semplicemente fargli trascorrere quell'oretta/due in sala, senza fargli pentire di aver investito i suoi soldi. Ebbene, mi devo ricredere. Mi dispiace per tutto il cast che ha lavorato a questo film, ma è senza giri di parole BOCCIATO.
Analizziamo pian piano il perché di questa bocciatura.
Il film inizia con la protagonista, una giovane americana di nome Nancy, mentre si dirige nella spiaggia in cui la madre amava andare. Rimanendo sola, poiché l'amica la notte prima si ubriaca (salvo poi mandare un messaggino beffardo che la sera stessa sarebbe uscita con un tizio conosciuto li) rimedia un passaggio da un abitante del posto incontrato per caso. Vorrei sottolineare come durante il viaggio , o nell'immediato dopo scusate per questa défaillance, la giovane affermava che non faceva surf durante il tramonto / arrivo della sera. è necessario che vi dica che invece si smentisce e lo fa? Dicevamo, appena arrivata in spiaggia incontra altri due surfisti, con cui passa insieme qualche ora. I due se ne vanno, e Nancy vuole ancora cavalcare qualche onda quando una balena (a 200 metri dalla costa) viene trovata in procinto di morire, tutta insanguinata, il cui sangue è risaputo attira gli squali. Non continuo a narrarvi il seguito perché altrimenti scriverei un libro, ma andiamo ai reali difetti del film:
- Nella prima metà del film non accade ASSOLUTAMENTE NIENTE. L'azione, il brivido (i pochi brividi) sono tutti riservati alla seconda parte. Inoltre nei primi minuti in cui incontrerà i due surfisti urlerà in modo fin troppo fastidioso.
- Troppe inquadrature discutibili / sbagliate.
- Sequenze al rallentatore a dir poco abusate, potevano risparmiarsele.
- Non capisco perché mentre Nancy si dirigeva verso le onde, l'inquadratura era sempre al rallentatore ( come detto sopra) ma il respiro diventava cosi insistente. Perché dare cosi importanza?
- Alcuni effetti grafici lasciano a desiderare, lo squalo in alcune scene (fatte ovviamente in computer grafica) era troppo irrealistico.
- Il fastidio che ho provato mentre Nancy urlava ai due che era presente uno squalo e di allontanarsi e questi rispondevano che li non ce n'erano (salvo poi farsi mangiare) ha toccato le stelle.
- Perché delle volte la costa, rispetto allo scoglio sembrava vicinissima e altre volte sembrava a 1 chilometro di distanza?
- Perché Nancy chiede a più riprese il nome della spiaggia e nessuno le risponde? Lei dice che lo ha scordato e una mezz'oretta dopo dice che non lo ha saputo : idee chiare ne abbiamo?
Un flop assurdo. Il trailer mi era piaciuto molto. Davvero peccato. A tutto da invidiare ad Open Water.
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elpiezo
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lunedì 29 agosto 2016
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apprezzabile!!!
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Una soleggiata ed isolata spiaggia messicana, diviene improvvisamente un luogo da incubo per una giovane surfista americana alle prese con una serrata lotta per la vita contro un feroce squalo bianco. Teso e avvincente fin dalle prime sequenze il film sfrutta un oculato uso di effetti speciali che donano un piacevole realismo alla drammaticità di alcune scene e consentendo al prodotto di veleggiare sopra la media nell'affollato calderone di titoli dedicati al letale predatore marino.
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barbara genise
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domenica 28 agosto 2016
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effetti speciali su una storia vuota
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Storia assolutamente banale e prevedibile, con situazioni improbabili e vuota di contenuti associabili alla realtà....una ragazza di cui non si conosce nulla ne' il motivo per cui, sola soletta, viene accompagnata da un abitante del luogo in questa baia sull'oceano tanto bella quanto deserta ed evidentemente sconosciuta, facendo surf fa un brutto incontro, uno squalo bianco oltretutto alquanto incavolato ( la ragazza scopre successivamente che era ferito )....squarciata gravemente sulla coscia dai denti del cetaceo, riesce a mettersi in salvo su uno scoglio a 60 metri dalla riva, circondata da questo mostro in agguato......riesce ad evitare un dissanguamento inventandosi un laccio emostatico di fortuna;.
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Storia assolutamente banale e prevedibile, con situazioni improbabili e vuota di contenuti associabili alla realtà....una ragazza di cui non si conosce nulla ne' il motivo per cui, sola soletta, viene accompagnata da un abitante del luogo in questa baia sull'oceano tanto bella quanto deserta ed evidentemente sconosciuta, facendo surf fa un brutto incontro, uno squalo bianco oltretutto alquanto incavolato ( la ragazza scopre successivamente che era ferito )....squarciata gravemente sulla coscia dai denti del cetaceo, riesce a mettersi in salvo su uno scoglio a 60 metri dalla riva, circondata da questo mostro in agguato......riesce ad evitare un dissanguamento inventandosi un laccio emostatico di fortuna;... alla fine la volontà di sopravvivenza la porterà ad avere la meglio sulla bestia inferocita, e in ultimo verrà salvata dalla stessa persona che l'aveva accompagnata, attraverso l'allarme ricevuto dal suo bambino casualmente sulla spiaggia(ovviamente da solo))....anche le banalità possono essere raccontate con originalità e talento, ma questa è proprio povera di attrattiva, una video-telefonata con un padre che sembrava uscito da una pubblicità di un adesivo per dentiere, una pseudo- discussione con lo stesso prima del surf su questioni loro di cui noi ignoreremo per tutta la durata del film ( e che ci potevano risparmiare, non aggiungendo nulla alla storia... un tentativo mal riuscito e inutile di dare uno spessore psicologico e relazionale ad una protagonista che altrimenti avrebbe potuto essere una modella della collezione mare di Armani in quello che avrebbe potuto essere forse uno spot originale ...unico pregio, a mio parere: la vista splendida delle acque cristalline in una scenografia da urlo, le scene di surf all'inizio del film davvero belle, i delfini giocosi, spettacolo della natura che sa incantare quando non è ....un incubo.
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barbara genise
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domenica 28 agosto 2016
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effetti speciali su una storia vuota
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Storia assolutamente banale e prevedibile, con situazioni improbabili e vuota di contenuti associabili alla realtà....una ragazza di cui non si conosce nulla ne' il motivo per cui, sola soletta, viene accompagnata da un abitante del luogo in questa baia sull'oceano tanto bella quanto deserta ed evidentemente sconosciuta, facendo surf fa un brutto incontro, uno squalo bianco oltretutto alquanto incavolato ( la ragazza scopre successivamente che era ferito )....squarciata gravemente sulla coscia dai denti del cetaceo, riesce a mettersi in salvo su uno scoglio a 60 metri dalla riva, circondata da questo mostro in agguato......riesce ad evitare un dissanguamento inventandosi un laccio emostatico di fortuna;.
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Storia assolutamente banale e prevedibile, con situazioni improbabili e vuota di contenuti associabili alla realtà....una ragazza di cui non si conosce nulla ne' il motivo per cui, sola soletta, viene accompagnata da un abitante del luogo in questa baia sull'oceano tanto bella quanto deserta ed evidentemente sconosciuta, facendo surf fa un brutto incontro, uno squalo bianco oltretutto alquanto incavolato ( la ragazza scopre successivamente che era ferito )....squarciata gravemente sulla coscia dai denti del cetaceo, riesce a mettersi in salvo su uno scoglio a 60 metri dalla riva, circondata da questo mostro in agguato......riesce ad evitare un dissanguamento inventandosi un laccio emostatico di fortuna;... alla fine la volontà di sopravvivenza la porterà ad avere la meglio sulla bestia inferocita, e in ultimo verrà salvata dalla stessa persona che l'aveva accompagnata, attraverso l'allarme ricevuto dal suo bambino casualmente sulla spiaggia(ovviamente da solo))....anche le banalità possono essere raccontate con originalità e talento, ma questa è proprio povera di attrattiva, una video-telefonata con un padre che sembrava uscito da una pubblicità di un adesivo per dentiere, una pseudo- discussione con lo stesso prima del surf su questioni loro di cui noi ignoreremo per tutta la durata del film ( e che ci potevano risparmiare, non aggiungendo nulla alla storia... un tentativo mal riuscito e inutile di dare uno spessore psicologico e relazionale ad una protagonista che altrimenti avrebbe potuto essere una modella della collezione mare di Armani in quello che avrebbe potuto essere forse uno spot originale ...unico pregio, a mio parere: la vista splendida delle acque cristalline in una scenografia da urlo, le scene di surf all'inizio del film davvero belle, i delfini giocosi, spettacolo della natura che sa incantare quando non è ....un incubo.
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