alex62
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sabato 27 agosto 2016
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il male americano
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Rifugiarsi nell'utero (fantasmatico) da cui si è nati; perseguire con ostinazione, con la stessa determinazione che ti caratterizza, che ti sembra la tua nota dominante, da donna autoritaria e maniaca del controllo, di rifugiarsi in una nostalgia insensata, per fuggire dal tuo mondo, per l'attimo di una vacanza esotica. Uno psicanalista direbbe somiglia all'ultimo stadio di una psicosi ossessiva. Certo qui ci troviamo di fronte al delizioso sorriso sghembo di uno dei body più perfetti di questa stagione hollywoodiana (con molti sospetti di Photoshop cosmetico): Blake Lively. Ogni scena è sua, quasi tutte le inquadrature, soprattutto quelle che devono evidenziare il suo lato B da premio Oscar!
Ogni cinefilo sa che quando, in un film splatter si sta per arrivare al sesso - o almeno lo si desidera per le belle forme di una delle ragazze esplorate in modo quasi ginecologico - proprio sul più bello arriva l'assassino pazzo!
Qui l'assassino pazzo è una femmina di squalo bianco, quasi Moby Dick, che ha giurato di sbranare la tenera eroina.
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Rifugiarsi nell'utero (fantasmatico) da cui si è nati; perseguire con ostinazione, con la stessa determinazione che ti caratterizza, che ti sembra la tua nota dominante, da donna autoritaria e maniaca del controllo, di rifugiarsi in una nostalgia insensata, per fuggire dal tuo mondo, per l'attimo di una vacanza esotica. Uno psicanalista direbbe somiglia all'ultimo stadio di una psicosi ossessiva. Certo qui ci troviamo di fronte al delizioso sorriso sghembo di uno dei body più perfetti di questa stagione hollywoodiana (con molti sospetti di Photoshop cosmetico): Blake Lively. Ogni scena è sua, quasi tutte le inquadrature, soprattutto quelle che devono evidenziare il suo lato B da premio Oscar!
Ogni cinefilo sa che quando, in un film splatter si sta per arrivare al sesso - o almeno lo si desidera per le belle forme di una delle ragazze esplorate in modo quasi ginecologico - proprio sul più bello arriva l'assassino pazzo!
Qui l'assassino pazzo è una femmina di squalo bianco, quasi Moby Dick, che ha giurato di sbranare la tenera eroina.
Lei si premura, come da suo personaggio, di prevenire tutti i possibili pericoli di una serata di surf da antologia, le elencano il corallo di fuoco, che brucia più delle meduse, la bassa marea che lascia allo scoperto alcune rocce, contro le quali evitare di schiantarsi…ma il rischio vero, quello che ti chiede la vita, quello è imprevedibile, incontrollabile.
È la spiaggia di mamma!
La perdita della madre, atroce, l'ha sconvolta, è stata presente alla sua lotta durissima contro un male incurabile che l'ha strappata a lei e alla sua sorellina. Suo padre le chiede di non abbandonare gli studi di medicina, di dare un senso al suo dolore irredimibile…
Il rischio mortale che corre Blake è rappresentato da mandibole d'acciaio che sono pronte a stritolarla, non lasciando che pochi brandelli della sua nostalgia per la spiaggia senza nome dove sua madre, incinta di lei, era stata felice.
È quella felicità che la nostra protagonista desidererebbe, ma che non ha, la va a cercare in un passato che dice nevrosi e frustrazione.
Dovrà lottare con tutta se stessa per sopravvivere, per strappare il suo corpo ammirevole alla furia di un male materno che ancora la detiene. Dovrà liberarsi per sempre di quella nostalgia dell'utero che le impedisce d'innamorarsi davvero, di perdere qualcosa del suo ego per donarsi a un'altra persona. Per diventare finalemente chi vorrebbe essere.
Anzi per diventare se stessa!
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ashtray_bliss
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lunedì 11 luglio 2016
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survival movie dal ritmo adrenalinico e serrato.
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The Shallows non è certamente il nuovo Jaws anche se lo riecheggia e a suo modo vuole renderne un omaggio. Ma qui il film si concentra escusivamente sulla figura della protagonista principale risultando più un survival movie al femminile sorretto da un ritmo serrato e picchi adrenalinici che lo rendono un prodotto tutt'altro che da snobbare. Ovviamente il clichè in agguato dietro l'angolo è il classico degli shark movies: uno squalo bianco, predatore incallito, che non lascia tregua alla malcapitata surfista e non solo le impedisce di tornare a riva ma cerca ogni buona occasione per divorare la 'preda'. Le esagerazioni e stereotipizzazioni del genere sono d'obbligo e nonostante le premesse e le aspettative ridotte da parte degli spettatori, il film si rivela un ottimo prodotto di intrattenimento con una buona dose di suspence che tiene incollati allo schermo dalla prima all'ultima sequenza, insieme a dei ben congeniati colpi di scena.
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The Shallows non è certamente il nuovo Jaws anche se lo riecheggia e a suo modo vuole renderne un omaggio. Ma qui il film si concentra escusivamente sulla figura della protagonista principale risultando più un survival movie al femminile sorretto da un ritmo serrato e picchi adrenalinici che lo rendono un prodotto tutt'altro che da snobbare. Ovviamente il clichè in agguato dietro l'angolo è il classico degli shark movies: uno squalo bianco, predatore incallito, che non lascia tregua alla malcapitata surfista e non solo le impedisce di tornare a riva ma cerca ogni buona occasione per divorare la 'preda'. Le esagerazioni e stereotipizzazioni del genere sono d'obbligo e nonostante le premesse e le aspettative ridotte da parte degli spettatori, il film si rivela un ottimo prodotto di intrattenimento con una buona dose di suspence che tiene incollati allo schermo dalla prima all'ultima sequenza, insieme a dei ben congeniati colpi di scena. La storia in se è semplice e lineare, evita i lunghi prologhi e introduzioni che non si addicono a film del genere, e ci trasporta subito nel vivo della trama, dove seguiamo le vicende di una giovane studentessa di medicina, Nancy, la quale si trova in vacanza in Messico facendosi portare su una spiaggia poco conosciuta intenzionata a passare la giornata surfando. La spiaggia non è stata scelta a caso, essendo la stessa dove anni prima usava surfare la mamma di Nancy da poco deceduta. La giovane, nel tentativo di elaborare il lutto e ricongiungersi ai luoghi amati dalla madre, raggiunge quella bellissima e idilliaca spiaggia. Poco dopo aver raggiunto e scavalcato le onde marine Nancy si accorgerà della presenza del cadavere di una balena proprio nelle acque basse (the shallows) ma la ragazza non sa' di aver appena attravversato la zona di caccia di uno squalo bianco il quale, accortosi della presenza di un'altra 'preda' le impedirà di tornare a riva. Ferita ad una gamba ed intrappolata su uno scoglio, in compagnia di un simpaticissimo gabbiano, Nancy dovrà sfruttare tutte le sue conoscienze e giocare d'astuzia per riuscire a mettersi in salvo prima che sia troppo tardi.
La trama nonostante la sua apparente monotonia è supportata da una regia sapiente, firmata dallo spagnolo J. Collet-Serra, che sa ben dosare i colpi di scena, espedienti originali e sa come far aumentare progressivamente la suspence negli spettatori i quali attendono impazzienti di vedere le prossime mosse della surfista. Grazie anche alla location e alla fotografia del incatevole luogo dove si sono svolte le riprese si crea un interessante contrasto tra la bellezza naturale e la spietatezza, al tempo stesso, di esso rappresentata dallo squalo che impedendo alla protagonista di tornarare a riva rende la sua vacanza paradisiaca in un interminabile incubo fatto di incertezze ed avversità. Il ritmo serratissimo è assicurato, l'adrenalina è percepibile, i colpi di scena non mancano e la prova recitativa di Blake Lively non delude affatto e anzi riesce a rendere in modo verosimile (anche se non esente da alcune, palesi, esagerazioni) la situazione tesissima che affronta il suo personaggio, passando anche dalle varie fasi emotive che la sua Nancy affronta (disperazione, dolore, rimorso, determinazione) fino ad arrivare, stremata, alla salvezza finale. In definitiva si tratta di un decentissimo prodotto di intrattenimento, privo di moralismi o didascalie fuorvianti, e pur sapendo che non entrerà negli annali della storia del cinema, riesce a risultare un godibilissimo survival movie a sfondo marino, sapiente nel sfruttare al meglio i classici ingredienti ed espedienti del genere, risultando apprezzabile anche da chi solitamente non ama il suddetto genere cinematografico. Un prodotto fresco e ben congeniato che intrattiene e ne esce a testa alta nonostante le tiepide aspettative con il quale viene accolto. 3/5 Consigliato.
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[+] survival movie
(di paoloran)
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