maramaldo
|
martedì 28 febbraio 2017
|
storia...di fantasmi. casa bianca...di spiriti.
|
|
|
|
Mansion neoclassica a Hyannis Port. Non un'anima nei paraggi. Arriva un taxi che riparte subito dopo aver scaricato un tipo che sembra aver viaggiato tutta la notte, cravatta allentata, colletto sgualcito sbottonato. Suona alla porta,. Apre "Lei". Composta e misteriosa, elegante, maquillage e messa in piega da teatro di posa. Poche battute e rientra, lasciando sull'uscio l'uomo che , interdetto, chiede di entrare. Una voce dall'oscurità dice che può. Segue l'intervista che dà luogo ai flashback dove si dichiara che alle domande non si danno risposte e che gli appunti son presi su cose mai dette. Analoga logica onirica nella conversazione metafisica che si svolge tra la protagonista e un saggio zen in abito da prete - tipica mescolanza da sogno - passeggiando in un vialetto di campagna, deserto.
[+]
Mansion neoclassica a Hyannis Port. Non un'anima nei paraggi. Arriva un taxi che riparte subito dopo aver scaricato un tipo che sembra aver viaggiato tutta la notte, cravatta allentata, colletto sgualcito sbottonato. Suona alla porta,. Apre "Lei". Composta e misteriosa, elegante, maquillage e messa in piega da teatro di posa. Poche battute e rientra, lasciando sull'uscio l'uomo che , interdetto, chiede di entrare. Una voce dall'oscurità dice che può. Segue l'intervista che dà luogo ai flashback dove si dichiara che alle domande non si danno risposte e che gli appunti son presi su cose mai dette. Analoga logica onirica nella conversazione metafisica che si svolge tra la protagonista e un saggio zen in abito da prete - tipica mescolanza da sogno - passeggiando in un vialetto di campagna, deserto. Carrellate sugli ambienti della Casa Bianca in una percezione tra colore e bianco e nero che non è da svegli. Figure di contorno, pur ben connotate, grottesche, finte. Eleganti e spettrali, applaudono meccanicamente il violoncellista che ha diffuso un brontolio lugubre come la colonna sonora che incombe già prima dei titoli. Il ballo: JFK volteggia aggraziato intorno alla sua dama, dimentico della sua schiena. Si potrebbe continuare: raccapriccio nel trovare ancora sangue nella calza; doccia tra i vapori come una purificazionde; fughe nei corridoi con piantoni che non sembrano viventi ma sai che ti guardano. Il cimitero nella nebbia, un classico.
Su Larraìn mi ricredo. Pensavo usasse il surreale come espediente per mandare in libertà messaggi che espressi esplicitamente gli avrebbero attirato censure. Per certi versi è così e questo spiega come il suo notevole talento non goda di buona stampa. Ma è il realismo magico la sua vena autentica, da andino sciamanico, superstizioso.
Rimanendo in quest'ordine di idee si comprende l'interpretazione di Natalie Portman. Più di un'identificazione, qualcuno parlerebbe di una possessione. Liberi di sorridere ma non negate che questa splendida attrice ci ha fatto penetrare nelle fibre più intime della sofferenza di una donna. Solo un esempio: la sequenza di quando bisogna dire ai bambini che papà non torna: tanti l'han vista con occhi umidi e un groppo alla gola. Sottovalutata, diremmo. Ieri notte (febbraio 2017) a lei si è preferito un leggiadro e ruspante sgambettamento.
Storia? Sì, ma di trapassati, ombre. Riferimenti al presente? Se ne avete voglia, solo per litigare. L'ex first lady (o Larraìn) insiste nel parallelismo tra Lincoln e Kennedy per il quale si pretendono esequie e sepoltura da eroe. La domanda è: l'assassinato di Dallas ha avuto lo stesso o più coraggio del vecchio Abe? La sua fermezza ha giovato a più di quattro milioni di individui da liberare? Errori? Li fanno tutti. Ma John aveva un'idea, un sogno. Camelot, mai esistita, luogo arcano appreso da bambino, rappresentava un progetto, un'aspirazione ad elevarsi. Da giovane Kennedy scrisse un libro che parlava di alcuni americani che avevano sfidato ogni riprovazione per far quello che ritenevano giusto, lo intitolò Profiles in Courage. Possiamo parlare di vocazione?
American Graffiti, comunque. Da tempo - come negarlo?- si assiste ad un downgrading. Anche nel crimine politico ossia quando si vuole eliminare perchè non piace un eletto dal popolo. Oggi si ricorre a quello che un grande Cileno, guarda caso, Pablo Neruda, vaticinò: il nixonicidio. Ovvero, l'annientamento effettuato in modalità mediatico-costituzionali. Da preferire ai vecchi metodi che già non funzionarono ai tempi di Reagan. Niente spari, nientre schizzi di sangue e, vivaddio, niente vedove.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
|
d'accordo? |
|
michelino
|
giovedì 16 novembre 2017
|
che dire...pazzesco!
|
|
|
|
Del regista (Pablo Larrian) non ne parlo nemmeno - ci sarebbe
troppo da dire - quindi vi dico soltanto che se non avete ancora
visto nessuno dei suoi film, cercate al più presto di porre rimedio
a questa lacuna altrimenti possiamo pure continuare a parlare di
un sacco di cose ma è meglio che non perdiamo altro tempo con
discorsi sul cinema.
La 'Jackie' del film è la moglie di John Kennedy raccontata dal
regista durante quella terribile settimana seguente l'omicidio
del marito.
[+]
Del regista (Pablo Larrian) non ne parlo nemmeno - ci sarebbe
troppo da dire - quindi vi dico soltanto che se non avete ancora
visto nessuno dei suoi film, cercate al più presto di porre rimedio
a questa lacuna altrimenti possiamo pure continuare a parlare di
un sacco di cose ma è meglio che non perdiamo altro tempo con
discorsi sul cinema.
La 'Jackie' del film è la moglie di John Kennedy raccontata dal
regista durante quella terribile settimana seguente l'omicidio
del marito.
Forza e fragilità, paura e coraggio, dolore e bellezza, realtà e
finzione, pubblico e privato, lucidità e smarrimento, azione e
riflessione, orgoglio e abbandono, il tutto concentrato nelle
immagini di un volto che il regista filma come se filmasse
un panorama (il volto è quello della bravissima e bellissima
Natalie Portman) e in quel vestito rosa macchiato di sangue
che la donna indossa per buona parte del film...basterebbero
solo pochi fotogrammi tratti da queste sequenze per farci
comprendere la genialità del regista e l'intensità delle
emozioni che il buon 'vecchio cinema' è ancora in grado
di suscitare.
In questo film si parla di fatti storici ma questo non è solo un
film storico, si parla di televisione ma questo non è solo un film
sulla manipolazione della realtà.
Questo film è sopra ogni cosa una specie di fermo immagine
durante un momento cruciale dell'esistenza di un essere umano.
Per la donna in questione questo momento è quello nel quale
- improvvisamente - lei deve prendere atto del fatto che tutto
quello che era riuscita a costruire gli è di colpo crollato addosso
e che il domani sarà per lei qualcosa di completamente diverso
da quello che aveva finora sperato.
Tra lei e questo domani che si prospetta come un vuoto tutto da
riempire, Jackie ha ancora un ultima carta da giocare per poter
dimostrare al mondo e a sei stessa quello che è stata veramente
e quello che avrebbe potuto essere se le cose sarebbero andate
diversamente, questa ultima carta sono i funerali di stato di suo
marito.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a michelino »
[ - ] lascia un commento a michelino »
|
|
d'accordo? |
|
maumauroma
|
giovedì 2 marzo 2017
|
jackie
|
|
|
|
Nella sua ultima opera il regista cileno Pablo Larrain elabora il ritratto di Jackeline Lee Bouvier e lo fa attraverso il resoconto di una intervista che la vedova del presidente americano rilascio' a un giornalista della rivista Life poche settimane dopo il tragico evento. Il film rievoca i pochi giorni precedenti l'omicidio di Kennedy durante la campagna elettorale del 1963 a Dallas, l'omicidio stesso, nonche' la complessa organizzazione dei suoi funerali , in cui le ragioni di stato dei politici e dell ' apparato di sicurezza si scontrarono duramente con il dolore di Jackeline e il suo desiderio di seguire a piedi il feretro del marito.. Il ritratto che ne esce e' quello di una donna al tempo stesso fragile e determinata, molto attenta a evidenziare il ruolo che aveva avuto alla Casa BIanca a fianco del presidente, nonostante fosse a conoscenza delle numerose frequentazioni di Kennedy sia con altre donne, sia con personaggi oscuri della criminalita' organizzata, e dei non idilliaci rapporti che intercorrevano tra lei e i tanti rappresentanti della famiglia del marito.
[+]
Nella sua ultima opera il regista cileno Pablo Larrain elabora il ritratto di Jackeline Lee Bouvier e lo fa attraverso il resoconto di una intervista che la vedova del presidente americano rilascio' a un giornalista della rivista Life poche settimane dopo il tragico evento. Il film rievoca i pochi giorni precedenti l'omicidio di Kennedy durante la campagna elettorale del 1963 a Dallas, l'omicidio stesso, nonche' la complessa organizzazione dei suoi funerali , in cui le ragioni di stato dei politici e dell ' apparato di sicurezza si scontrarono duramente con il dolore di Jackeline e il suo desiderio di seguire a piedi il feretro del marito.. Il ritratto che ne esce e' quello di una donna al tempo stesso fragile e determinata, molto attenta a evidenziare il ruolo che aveva avuto alla Casa BIanca a fianco del presidente, nonostante fosse a conoscenza delle numerose frequentazioni di Kennedy sia con altre donne, sia con personaggi oscuri della criminalita' organizzata, e dei non idilliaci rapporti che intercorrevano tra lei e i tanti rappresentanti della famiglia del marito. Il ritratto di una donna bella, giovane, colta, aristocratica, che due colpi di carabina alla testa del celebre coniuge, insieme al suo vestito rosa macchiato di sangue, consegnarono alla storia. L'opera di Larrain ( lo stesso regista del recente Neruda), e' sicuramente ben costruita e con una discreta sceneggiatura, ma risulta alla lunga piuttosto noiosa e ripetitiva, specialmente nelle sequenze dei finti documentari che la vedova del presidente aveva girato subito dopo l'elezione del 1961 per illustrare al popolo americano gli ambienti della Casa BIanca e il mobilio posto al suo interno. Forse sarebbe stato preferibile avvalersi di filmati d'epoca originali, Buona la prova di Natalie Portman, mentre gli altri attori restano, forse volutatamente nell'ombra. Originale, ma spesso invadente, la dissonante colonna sonora. In ultimo un ricordo per John Hurt, qui alla sua ultima fatica prima della morte
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maumauroma »
[ - ] lascia un commento a maumauroma »
|
|
d'accordo? |
|
domenicomaria
|
domenica 12 marzo 2017
|
"camelot is in ruin"
|
|
|
|
Con questa frase di Guy Banister a Jack Martin nella prima parte di JFK, voglio iniziare. E coincide con il finale di Jackie; Camelot la città ideale dei grandi ideali(S. Agostino avrebbe detto della Città dell'Uomo). "Camelot is in ruin"Camelot è distrutta, non c'è più. La pellicola, che, secondo me ha qualche momento un po' noiosetto nella parte centrale, conosce anche momenti sp0lendidi per la acutissima interpretazione della Portman che forse supera anche lo sforzo enorme di identificazione della Williams in "Marilyn", del mito del cinema.Tra le tante cose che si dicono pare che la notte 4/5 Agosto '62 Bobby Kennedy fosse proprio dalle parti di Marilyn.
[+]
Con questa frase di Guy Banister a Jack Martin nella prima parte di JFK, voglio iniziare. E coincide con il finale di Jackie; Camelot la città ideale dei grandi ideali(S. Agostino avrebbe detto della Città dell'Uomo). "Camelot is in ruin"Camelot è distrutta, non c'è più. La pellicola, che, secondo me ha qualche momento un po' noiosetto nella parte centrale, conosce anche momenti sp0lendidi per la acutissima interpretazione della Portman che forse supera anche lo sforzo enorme di identificazione della Williams in "Marilyn", del mito del cinema.Tra le tante cose che si dicono pare che la notte 4/5 Agosto '62 Bobby Kennedy fosse proprio dalle parti di Marilyn...una o più telefonate con frasi...sconnesse?...pericolose? La diva era stata a diversi ricevimenti dei Kennedy(a parte la sfera intima)...aveva sentito cose terribili?...segreti di stato?Probabilmente non lo sapremo mai.Jackie dice di un marito che molte volte cede a bruttissime tentazioni e che frequenta bruttissime figure, sempre però rimanendo ricco di ideali e di cultura. La durata, stringata, della pellicola consente in molti momenti dettagli ancora oggi potenti e tremendi. Il regista ha visto e rivisto sia JFK che il filmato di Zapruder: il passaggio di Dallas è efficacissimo, una vera legnata. La macchina piena di sangue(e di indizi come dice Jim Garrison nel '69 al processo a New Orleans)che viene immediatamente fatta sparire.Questa macchina non porta solo Kennedy, porta le speranze e i sogni di milioni di persone...ma...tutto intorno è il vuoto...il viaggio è nel vuoto.Trovo perfetta la ricostruzione d'ambiente, come perfetto in vestito e le calze intrise di sangue, come da foto contemporanee.Intorno a questa Jackie a tratti di una sincerità squassante, a tratti di un rigore disumano, a tratti di una protervia e di una ambizione sconfinata, che con l'intervistatore in più momenti quasi tocca il sadismo,un coro di comprimari ben scelti e di ottimo, compatto e omogeneo livello.Stupenda la musica, sfacciatamente, torturantemente dissonante. Dallas ha scassato il mito americano(già incrinato dall'assassinio di Lincoln e altri 2 presidenti...pistole facili!), e il paese intero vaga nello sconcerto(vedi lo spaesamento, sempre datato al '63 di "Un mondo perfetto", e ancora i rimorsi e gli incubi del protagonista in "Nel centro del mirino").Camelot è crollata, e sulle sue rovine si distende una musica gelida, angosciosa e nera.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a domenicomaria »
[ - ] lascia un commento a domenicomaria »
|
|
d'accordo? |
|
giuliog02
|
giovedì 9 marzo 2017
|
sorprendente
|
|
|
|
Sorprendente, perché di un tragico evento, di cui é stato scritto tanto e di più, un grande regista, una portentosa attrice, un ottimo scenografo, ed un accuratissimo montaggio hanno costruito un film che avvince per tutta la sua, giusta, durata.
C' é una perfetta scansione con i filmati "storico-cronachisti" in bianco e nero, i frammenti di conversazione col giornalista, i flash-back sul come Jaquelin si é portata in quei difficilissimi frangenti, dimostrando nei fatti di avere una volontà di ferro e una grande preparazione ad essere una fisrst lady. Il tutto con grazia, dignità, determinazione ed eleganza. Costruendo così una precisa identità di sé stessa, la cerimonia funebre da grande statista del marito a sua imperitura memoria, e la fuoriuscita di sé stessa dalla vita pubblica.
[+]
Sorprendente, perché di un tragico evento, di cui é stato scritto tanto e di più, un grande regista, una portentosa attrice, un ottimo scenografo, ed un accuratissimo montaggio hanno costruito un film che avvince per tutta la sua, giusta, durata.
C' é una perfetta scansione con i filmati "storico-cronachisti" in bianco e nero, i frammenti di conversazione col giornalista, i flash-back sul come Jaquelin si é portata in quei difficilissimi frangenti, dimostrando nei fatti di avere una volontà di ferro e una grande preparazione ad essere una fisrst lady. Il tutto con grazia, dignità, determinazione ed eleganza. Costruendo così una precisa identità di sé stessa, la cerimonia funebre da grande statista del marito a sua imperitura memoria, e la fuoriuscita di sé stessa dalla vita pubblica. Mi ha colpito la recitazione veramente di altissimo livello della Portmann.
Jackie é un film in cui si ricostruiscono con precisione gli aspetti storici, senza indulgerci troppo, e si dà un grande risalto alla personalità della first lady ed alla sua innegabile capacità di ottenere ciò che vuole, scontrandosi con vice-presidente, consiglieri ed entourage del Presidente ucciso, incluso il fratello. Vale davvero la pena di vederlo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giuliog02 »
[ - ] lascia un commento a giuliog02 »
|
|
d'accordo? |
|
mauriziomeres
|
domenica 26 febbraio 2017
|
l'unica vera first lady
|
|
|
|
Il bravissimo regista Pablo Larrain espone cinematograficamente un quadro fantastico dell'unica first lady,che si può veramente così,raffinatezza,eleganza,oblio per il marito,così una donna sicuramente egocentrica,da farne diventare un pregio,è rimasta nei ricordi di ognuno,amata e odiata,ma vera.
Il film scorre attraverso una sinuosa colonna sonora,raccontando in una sovrapposizione del tempo gli ultimi giorni di Jackie alla casa bianca dopo la morte di Kennedy,attorniata da persone quasi inumane per la grande spregiudicatezza che il potere può dare,diventando lei stessa come rimarcato dal film la prima attrice di quel tanto discusso funerale,curandolo in ogni particolare,per dare un ultimo saluto al suo amato Presidente.
[+]
Il bravissimo regista Pablo Larrain espone cinematograficamente un quadro fantastico dell'unica first lady,che si può veramente così,raffinatezza,eleganza,oblio per il marito,così una donna sicuramente egocentrica,da farne diventare un pregio,è rimasta nei ricordi di ognuno,amata e odiata,ma vera.
Il film scorre attraverso una sinuosa colonna sonora,raccontando in una sovrapposizione del tempo gli ultimi giorni di Jackie alla casa bianca dopo la morte di Kennedy,attorniata da persone quasi inumane per la grande spregiudicatezza che il potere può dare,diventando lei stessa come rimarcato dal film la prima attrice di quel tanto discusso funerale,curandolo in ogni particolare,per dare un ultimo saluto al suo amato Presidente.
La sceneggiatura entra nel più profondo intimo di Jacqueline Kennedy,dall'esuberanza maniacale di curare in ogni particolare la sua persona,ad un atteggiamento disinvolto,ma profondamente addolorato,autoritario e convincente,tutti diventano il nulla davanti a lei.
Natalie Portman e la meravigliosa interprete,sicuramente si è studiata il personaggio in ogni particolare e non credo nel breve periodo,gli stessi atteggiamenti lo stesso sorriso,e la stessa taglia una quaranta credo ,perfetta quasi reale anche nei momenti più drammatici,ritengo che sia stata una delle più belle interpretazioni femminili degli ultimi anni,meritevole di qualsiasi riconoscimento.
È stato inoltre un piacere vedere i bellissimi vestiti di Jackie,riproposti splendidamente,e stato come assistere ad una sfilata,nostalgica per qualcuno,ma profondamente affascinate per tutti.
L'ambientazione è un qualcosa di unico,tutto è reale autentico agli occhi dello spettatore,anche la riprese dell'assassinio di Kennedy sembrano reali,ottimi i piccoli scampoli autentici.
Film riuscito in tutto,sfiora la politica senza tralasciare la lotta al potere,mai un atteggiamento diffamatorio,pochi riferimenti di politica estera senza soffermarsi,ma solo il racconto di cinque lunghissimi giorni,di un qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato.
[-]
[+] una first lady coi fiocchi
(di giuliog02)
[ - ] una first lady coi fiocchi
|
|
[+] lascia un commento a mauriziomeres »
[ - ] lascia un commento a mauriziomeres »
|
|
d'accordo? |
|
|