24luce
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venerdì 22 dicembre 2017
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un grande della danza dei nostri tempik
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Dancer, del regista Steven Cantor, descrive l’ascesa e la fine (volontaria) della carriera di un grande della danza dei nostri tempi.
Cantor raccoglie e monta con mano sapiente filmati d’archivio dei primi felici anni di vita di Sergei Polumin, nato in un piccolo paese dell’Ucraina, con un’infanzia felice perché “ero povero, ma lì tutti lo erano”.
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Dancer, del regista Steven Cantor, descrive l’ascesa e la fine (volontaria) della carriera di un grande della danza dei nostri tempi.
Cantor raccoglie e monta con mano sapiente filmati d’archivio dei primi felici anni di vita di Sergei Polumin, nato in un piccolo paese dell’Ucraina, con un’infanzia felice perché “ero povero, ma lì tutti lo erano”. I video del primo periodo di questa ricostruzione, amatoriali e spesso sfocati, insieme alle foto con un Sergei sorridente, dicono di un ragazzino agile e snodato, che fin da piccolo balla divertendosi un mondo, con il padre e due nonne che lo adorano. Ginnasta o ballerino? Decide la madre per lui, e si impadronisce di questa passione non sua, spietata nel perseguire il progetto di farne non soltanto un bravo ballerino, ma uno che vinca tutte le competizioni e si affermi. In modo che non rimanga intrappolato nella povertà, come è successo a lei. Il documentario ripercorre il passaggio da una scuola di Kiev, condotta da una maestra di danza dolcissima che insegna ai bambini giocando con loro, alla durissima scuola londinese del Royal Ballet, dove il piccolo resiste e si impegna senza pause perché ha visto la famiglia smembrarsi per fornire a lui i molti soldi che servono per frequentare la scuola di Londra. Ha una carriera folgorante, per il misto di predisposizione, tecnica e ineguagliabile incedere: leonino a terra e di estrema levità quando si alza in volo. E’ il più bravo di tutti, gli fanno saltare due anni per il troppo distacco dai compagni di corso. Regge al compito gravosissimo per la sua tenera età perché si illude che, ottenuto il successo che mamma vuole, la famiglia si ricomporrà. Però nessuno può reggere a lungo per sola volontà -la passione è ormai ridotta a un infinitesimo di quella iniziale- perché lo strumento principale del ballo è il corpo nella sua interezza. Subentra la fatica, la noia e, insieme, la droga , i tatuaggi, in un accanimento contro il suo corpo che non risponde più come prima. Il successo raggiunto a 19 anni diventa per lui intollerabile quando ne ha solo 22, e, malgrado le sue esibizioni mandino in delirio il pubblico e il suo personaggio, bello e dannato, si conquisti numerosissime fan, decide di lasciare il suo lavoro.
Questo film acquista il valore di un monito universale agli educatori. Il suo, infatti, è un destino non dissimile, anche se forse più drammatico, di quello dei giovani pianisti virtuosi in Cina, sospinti senza tregua dalle“madri tigre”, come sono generalmente soprannominate. A tutte le latitudini non è la povertà che spinge apilotare il destino di un figlio, ma le proprie ambizioni frustrate che fanno di lui lo strumento attraverso cui la madre si realizza.
La gioia di Sergei, che piano piano, fra mille incertezze, si trasforma in supplizio, è resa attraverso spezzoni di interviste al ballerino, ai suoi amici e ai familiari, intervallate da esibizioni mozzafiato di questo artista che stupiva anche gli esperti per ciò di cui era capace in così giovane età.
Un film amaro, temperato dalla notizia che Sergei, oggi ventisettenne, ha intrapreso una nuova carriera. E’ diventato un attore e il suo primo film, rifacimento di un celebre giallo di Agata Cristie, è appena uscito nelle sale.
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fede
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martedì 30 gennaio 2018
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dancer, la storia di un artista libero
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Non temete, guardando Dancer, di trovare il solito film sulla danza nè tantomeno qualche sbrodolata autocelebrativa. Dancer è il ritratto profondo e sincero di un giovane artista il cui destino sembrava scritto nella pietra prima ancora che cominciasse a camminare, dalla povertà della sua famiglia, dal suo corpo perfetto per la danza, dalla sua incredibile potenza espressiva...Ma, udite udite, Polunin a fare il bravo burattino non ci sta. Inizialmente tenta di nascondere la tristezza, di mascherare la depressione dietro a sorrisi smaglianti e trucco di scena, poi capisce che a vent'anni, con tutta la vita davanti e un mondo intero da scoprire, non ci si può limitare a sopravvivere. In barba alle convenzioni e ai salamelecchi del suo ambiente, lascia il "posto fisso" per cui un milione di ballerini ucciderebbe, nel tentativo di proteggere una scintilla creativa che non sa nemmeno se riuscirà più ad accendere.
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Non temete, guardando Dancer, di trovare il solito film sulla danza nè tantomeno qualche sbrodolata autocelebrativa. Dancer è il ritratto profondo e sincero di un giovane artista il cui destino sembrava scritto nella pietra prima ancora che cominciasse a camminare, dalla povertà della sua famiglia, dal suo corpo perfetto per la danza, dalla sua incredibile potenza espressiva...Ma, udite udite, Polunin a fare il bravo burattino non ci sta. Inizialmente tenta di nascondere la tristezza, di mascherare la depressione dietro a sorrisi smaglianti e trucco di scena, poi capisce che a vent'anni, con tutta la vita davanti e un mondo intero da scoprire, non ci si può limitare a sopravvivere. In barba alle convenzioni e ai salamelecchi del suo ambiente, lascia il "posto fisso" per cui un milione di ballerini ucciderebbe, nel tentativo di proteggere una scintilla creativa che non sa nemmeno se riuscirà più ad accendere. Per fortuna sua e nostra, il suo coraggio viene ricompensato e la fenice rinasce dalle sue ceneri. Lasciato libero di esprimersi, Polunin fa meraviglie, scuotendo il polveroso mondo del balletto con interpretazioni indimenticabili, spaziando dal classico al moderno, dalla fotografia al cinema, dalla moda all'arte. A nulla valgono i tentativi di denigrarlo da parte dei vendicativi critici inglesi, che non possono perdonargli di aver sollevato la testa, Polunin era e resta amatissimo dal pubblico, un pubblico vasto e insolitamente eterogeneo, che ammira l'artista eclettico e segue con affetto quasi protettivo il giovane timido e gentile che sogna un mondo pacificato dall'arte.
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flyanto
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giovedì 22 febbraio 2018
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un ballerino tanto bravo quanto tormentato
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"Dancer" è il film-documentario sulla vita e sulla figura personale del famoso ballerino russo Sergei Polunin. Nella pellicola vengono mostrati dei filmati amatoriali del ballerino bambino, quando, cioè, prendeva ancora lezioni, prima di atletica, e poi di danza classica a Kiew dove, dal suo paese natale Cherson nell'Ucraina meridionale, si era trasferito con la madre, e poi quelli concernenti la sua vita da adolescente e da più grandicello presso la prestigiosa ed ardua scuola della Royal Ballet School a Londra.
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"Dancer" è il film-documentario sulla vita e sulla figura personale del famoso ballerino russo Sergei Polunin. Nella pellicola vengono mostrati dei filmati amatoriali del ballerino bambino, quando, cioè, prendeva ancora lezioni, prima di atletica, e poi di danza classica a Kiew dove, dal suo paese natale Cherson nell'Ucraina meridionale, si era trasferito con la madre, e poi quelli concernenti la sua vita da adolescente e da più grandicello presso la prestigiosa ed ardua scuola della Royal Ballet School a Londra. Talentuoso sin dalla nascita, si viene a conoscere che i genitori di Sergei, hanno affrontato ogni sacrificio per potergli permettere di studiare balletto classico presso le più prestigiose scuole europee di danza , a costo di separarsi andando a lavorare fuori dalla loro natia Ucraina. Il giovane si dimostra subito essere un balelrino fuori classe, molto al di sopra della media, e già a cica 20 anni lo designano come il nuovo Rudolf Nureyev e diviene così primo ballerino solista del Royal Ballet di Londra, traguardo che solitamente viene raggiunto in età un poco più avanzata. Ma a tanto successo e talento corrisponde anche , purtroppo, il carattere un poco lunatico o, meglio, instabile del giovane Sergei che, quasi all'apice del suo successo, presto si stanca di seguire le ferree regole della danza, per lui, fonte di profondo stress. E così egli inizia ad assumere delle sostanze stupefacenti al fine di poter reggere la propria ansia e la fatica dolorosa delle lezioni e degli allenamenti di danza, si fa incidere la pelle con numerosi tatuaggi (coem da tradizione russa ma aspetto anche parecchio insolito per un danzatore di balletto classico) e decide di abbandonare per un pò la compagnia del Royal Ballet. Dopo poco, però, rientra nell'ambiente della danza essendogli stata accordata la fiducia (ormai molti teatri internazionali lo rifiutavano perchè poco fiduciosi di lui) da parte di un importante ex-ballerino russo e così, poco per volta Polunin calca di nuovo con successo il palcoscenico, ma non più così strettamente legato alla sola disciplina della danza classica ma unendo ad essa attività extra, quali il cinema (egli e, infatti apparso come attore in un ruolo secondario nell'ultima versione cinematografica di "Assassinio sull'Orient Express di Kenneth Branagh) , la pubblicità ecvari video in cui si può ammirare il suo talento fuori dal comune.
Il docu-film risulta molto ben girato e molto nitido ed esplicativo nella rappresentazione della vita, della carriera e della personalità di Sergei Polunin: attraverso filmati, ripeto, amatoriali risalenti all' infanzia o poco dopo, interviste dirette a Polunin stesso ed ai suoi familairi più stretti e video che lo riprendono nelle sue performances presso i vari teatri ed anche, privatamente, durante le sue lezione di danza, lo spettatore riesce a farsi un' idea più o meno chiara di chi sia realmente questo artista prodigioso, parecchio chiacchierato a causa dei suoi sbalzi umorali, con tanti tatuaggi e fisicamente parecchio attraente ed ha la grande occasione di poterlo ammirare nella pienezza delle sue strabilianti performances.
Consigliato a chi è appassionato di danza classica.
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