Wanted 18 è opera originalissima che unisce al genere documentario il film d'animazione.
Nel villaggio palestinese di Beit Sahour la popolazione decide di produrre da sé il latte che consuma piuttosto che partecipare all'incremento dell'economia israeliana. Da parte della potenza occupante questo gesto viene considerato un atto terroristico; inizia così l'esilarante e spietata caccia alle 18 mucche che attentano alla sicurezza dello stato di Israele.
Il film documenta una delle iniziative dei comitati popolari palestinesi di resistere all'occupazione israeliana con forme non violente di disobbedienza civile, durante la prima Intifada nel 1988. Tramite interviste ai protagonisti, ormai attempati, filmati e foto dell'epoca, e pupazzi animati , il regista ci restituisce le motivazioni e le speranze profonde che sostenevano gli abitanti di Beit Sahour prima che gli accordi di Oslo (1993) e le diplomazie internazionali espropriassero della partecipazione popolare il processo di pace.
Le 18 mucche sono realizzate in plastilina e animate con la tecnica passo uno (stop-motion). Esse esprimono i loro giudizi e la loro “umanità”. Sono nate in Israele e disprezzano i palestinesi, ma col tempo vivendo insieme a loro finiscono per solidarizzare. La loro voce diventa la voce fuori campo a cui è lasciato immaginare una convivenza possibile: “Credevo che avremmo potuto vivere gli uni a fianco a gli altri”, dice una delle mucche prima di essere macellata.
Insomma uno spettacolo ironico e divertente che vi sorprenderà per la sua grazia.
L'idea del boicottaggio economico, come strumento di pressione politica nei confronti del governo di Israele perché cessi l'occupazione della Palestina e il regime di apartheid a cui sottopone gli abitanti, è ormai riconosciuto da molti come l'unica forma possibile per indurre Israele a modificare la sua politica di espansione e discriminazione. Un movimento di boicottaggio e disinvestimento agisce da anni a livello internazionale e sta ottenendo i primi risultati.
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