Il figlio di Saul

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Un film di László Nemes. Con Géza Röhrig, Levente Molnár, Urs Rechn, Todd Charmont.
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Titolo originale Saul Fia. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 107 min. - Ungheria 2015. - Teodora Film uscita giovedě 21 gennaio 2016. MYMONETRO Il figlio di Saul * * * * - valutazione media: 4,04 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
no_data mercoledě 27 gennaio 2016
meritatamente premiato Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

Film veramente efficace. Chi non avesse ancora un'idea precisa di cosa fosse un campo di concentramento, con questo film se la fa completamente. Il percepito, attraverso le voci fuori campo, il fumo dei forni, i cadaveri sfuocati, le urla dietro le porte, portano lo spettatore ad una immaginazione terrifica della realtŕ della situazione. I primi piani, penetranti oltre che bellissimi, catturano l'attenzione dall'inizio alla fine, immergendo lo spettatore nell'incubo vissuto dalle vittime. Se si pensa che questa č opera prima di un giovane esordiente i Premi a Cannes 2015, il Golden Globe e la Nomination per l'Oscar sono tutti meritatissimi. Complimenti Laszlo!!!

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angelo76 mercoledě 27 gennaio 2016
da non perdere Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

un film necessario.
da non perdere

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flyanto martedě 26 gennaio 2016
la lotta esasperata e vana di un padre Valutazione 3 stelle su cinque
29%
No
71%

Esordio cinematografico del giovane regista ungherese Laszlo Nemes, "Il Figlio di Saul" si inserisce nel filone dei films che ricordano la Shoah e lo sterminio in generale di tutti gli individui nei campi di concentramento durante il secondo conflitto mondiale. 
Il protagonista (Géza Rohrig) di nome, appunto, Saul è un prigioniero ungherese di religione ebraica rinchiuso nel campo di concentramento di Auschwitz e, al momento, è ancora in vita rispetto a tutti coloro che sono condotti direttamente nelle camere a gas poichè svolge dei lavori di profonda pulizia e di estrema fatica per i comandanti della prigione dove è rinchiuso. [+]

[+] espressivo? (di deadman)
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elpiezo lunedě 25 gennaio 2016
autentico ed angosciante!!! Valutazione 4 stelle su cinque
40%
No
60%

Risoluto esordio alla regia per l'ungherese Laszlo Nemes che racconta l'orrore dei lager nazisti attraverso le disperate gesta di un deportato tra le mura di Auschwitz. Saul, ebreo ungherese addetto allo smistamento ed alla cremazione dei corpi farŕ di tutto per offrire degna sepoltura al cadavere di un bambino (suo figlio?). Una nervosa telecamera ne segue le gesta mentre attorno, l'abominio viene mostrato in maniera offuscata ed intuitiva, corredata da una moltitudine di urla, voci, rumori e lingue differenti atti a comporre una Babele immersa nell'isteria collettiva. Una ruvida violenza che fa da contorno all'insistente peregrinare dei protagonisti aggrappati alla speranza di un'improbabile rivolta o dall'ossessione di compiere un semplice rituale mistico, mentre le immagini si soffermano sui volti tirati di esseri umani in perenne lotta per la sopravvivenza. [+]

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melandri lunedě 25 gennaio 2016
capolavoro assoluto Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

Un capolavoro assoluto. Non ci sarebbe altro da aggiungere. Precedenti stupendi film sull'olocausto (Schindler, train de vie, il pianista, tanto per citarne alcuni) , al cospetto di Saul e come scomparissero. Qui si entra direttamente, in quell'inferno degli umani sulla terra, quali furono i lager nazisti. senza se e senza ma. Non si può uscire non segnati dalla sala dopo la visione di quest'opera prima made in Ungheria. Da vedere , al cinema, perchè il formato 4.3 ed un sonoro che è parte vibrante del tutto, ti portano dentro l'orrore attaccati alla schiena di Saul. Una schiena , uno "stuck", che cerca nella cerimonia di una morte un anelito di vita. [+]

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fabiofeli lunedě 25 gennaio 2016
Łsiamo giŕ morti" Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

E’ attonito, stolido, apparentemente indifferente il volto di Saul (Geza Rohrig) che riempie lo schermo per metà film. Saul è un ebreo del Sonderkommando di Auschwitz: deve convincere le vittime a spogliarsi per una doccia e una zuppa calda e spingerle nelle camere a gas. Poi deve ripulire gli spogliatoi, vuotare le tasche dei deportati in cerca di denaro e gioielli, caricare gli “Stűcke”, i “pezzi”, vale a dire i cadaveri ridotti a oggetti per portarli alla cremazione. Se questo è  un uomo, scrive Primo Levi. Quello che si svolge attorno a lui si intravede, si intuisce: si sentono gli ordini secchi delle guardie, gli spari delle esecuzioni sommarie e le mani frenetiche delle vittime che battono contro le porte di ferro delle camere a gas. [+]

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marcello1979 lunedě 25 gennaio 2016
si.. ma che angoscia.. Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

 Ineccepibile...

Ricostruzione storica perfetta.
Un viaggio nelle tenebre e negli orrori dell'olocausto..
Ombre sulla storia del protagonista, non è molto chiaro il legame con "Ella"..
Tuttavia a queste scenografie preferisco le trame dei romanzi di Bassani..
Non capisco come non si possa partire da una storia semplice per narrare l'orrore dei quel periodo..
E' per forza necessaria tutta questa crudeltà?
Grande attore.

[+] abisso (di goldy)
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flaw54 lunedě 25 gennaio 2016
inguardabile Valutazione 0 stelle su cinque
53%
No
47%

Va bene il messaggio, il realismo delle scene, i colori che accompagnano  le scene, le riprese sempre in soggettiva, ma il cinema secondo me è un' altra cosa. Io non ho resistito e per la prima volta da moltissimi anni ho abbandonato  la sala prima della fine. Puro estetismo rovesciato.

[+] soprattutto insopportabile (di siebenzwerg)
[+] concordo (di flaw54)
[+] inguardabile (di deadman)
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goldy sabato 23 gennaio 2016
sconvolgente ma vivificante Valutazione 5 stelle su cinque
54%
No
46%

L'angoscia delle scene inziali spingono a lasciare la sala ma poi il rispetto e la condivisione verso  le vittime della  Shoah hanno  il sopravvento e si trova la forza per  continuare la visione.
Il film non lascia respiro e per gli assurdi della legge del contrappasso  diventa un  inno alla vita.  La tenacia e l'apparente insesatezza  del padre che vuole dare dignità alla morte del figlio nessunj altra spiegazione hanno se non  la scoperta del  senso di riverente rispetto   verso la  sacralità della vita.
In un mondo come quello attuale dove scoraggiamento e perdita di senso si fanno sempre più largo è davvero necessario scendere in un inferno come quello dei campi di concen [+]

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vanessa zarastro venerdě 22 gennaio 2016
il ritorno del cinema ungherese Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%

Il figlio di Saul è un film molto duro dove la violenza è palese ma non è manifestata con l’immagine, non c’è descrizione o spettacolarizzazione delle camere a gas. Siamo ad Auschwitz nel 1944: ci sono i suoni, i rumori, le urla.
I corpi si possono intravedere in un voluto "fuori fuoco". Tutto è claustrofobico e visto ad altezza d’uomo. Solo un paio di scene dove si vede la natura incontaminata che contrasta con la perfida organizzazione scientifica dello sterminio. Il film parla anche dell'importanza ruolo della memoria e della testimonianza. Da un lato, il tentativo dei ribelli di rimediare una macchina fotografica per rappresentare la tragedia d’immani proporzioni del campo di sterminio, dall’altro, lo sguardo del bambino che, nel finale, vede i fuggiaschi e poi sente gli spari sarà proprio il ricordo del sopravvissuto. [+]

[+] un innato senso di sopravvivenza... (di angelo umana)
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