peer gynt
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giovedì 3 settembre 2015
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alla ricerca della grazia che adorna la vita
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Grace e l'amica Sappho sono due adolescenti in fuga, a bordo di un autobus, lungo gli immensi spazi australiani. No, in realtà non sono in fuga, vanno al concerto della loro band preferita. Sull'autobus conoscono un bel giovanotto, che fa subito presa su Grace, adolescente insoddisfatta alla ricerca di non sa nemmeno lei cosa. Sembra un road movie giovanile, con un pizzico di romanzo di formazione, ma non è così. Il film prende un'altra piega. Dan e Denise sono una coppia apparentemente felice, ma qualcosa che non va c'è. Denise scopre che sua figlia non c'è più: si chiama Grace ed è scappata di casa. Col marito non crede a quello che è successo.
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Grace e l'amica Sappho sono due adolescenti in fuga, a bordo di un autobus, lungo gli immensi spazi australiani. No, in realtà non sono in fuga, vanno al concerto della loro band preferita. Sull'autobus conoscono un bel giovanotto, che fa subito presa su Grace, adolescente insoddisfatta alla ricerca di non sa nemmeno lei cosa. Sembra un road movie giovanile, con un pizzico di romanzo di formazione, ma non è così. Il film prende un'altra piega. Dan e Denise sono una coppia apparentemente felice, ma qualcosa che non va c'è. Denise scopre che sua figlia non c'è più: si chiama Grace ed è scappata di casa. Col marito non crede a quello che è successo. Come è possibile? Siamo passati alla commedia, con personaggi stralunati e quasi incantati di fronte al procedere inaspettato della vita. Si stupiscono delle cose più ovvie, si incantano di fronte ai dettagli più insignificanti. I dialoghi, avvincenti, mostrano un umorismo fatto di un'ilarità straniante. La polizia, chiamata sul luogo della scomparsa, vaga incerta, come non fosse abituata al succedere di qualcosa. La coppia, per ritrovare la figlia, ingaggia il più vecchio dei detective della storia del cinema, afflitto da crisi epilettiche e con l'ossessione del candore del suo sorriso. Il pubblico ride, la commedia ha tratti esilaranti. Ma poi sembra cambiare ancora, c'è Bruce che gira con il suo camion per consegnare della merce, è il suo lavoro, e a bordo con lui c'è il figlio piccolo, che gioca con una palla. E il film cambia registro, si fa inaspettatamente drammatico, evocando il minimalismo tragico di Raymond Carver. E ci lascia con i personaggi della nostra storia senza parole, quasi stupiti che nella storia della loro vita la "grazia" che cercavano (quel qualcosa in più del normale che tutti cerchiamo e che non sappiamo mai esattamente cos'è) non ci sia affatto. E si perdono, più soli di prima, nelle immense distese australiane, con quei campi sterminati che sembrano un'opera d'arte, con quelle strade lunghissime e sempre uguali a se stesse.
Film originale e avvincente, un gioco di generi che cambiano, un incastro narrativo con fascinosi flashbacks che completano la stessa scena vista prima con un dialogo che non abbiamo sentito, o con un punto di vista diverso dal precedente, è anche un film con un personaggio in più, oltre agli attori: quell'Australia vastissima, dove le persone scarseggiano ma, per quanto poche, si incontrano in continuazione, come se il destino giocasse con loro a dadi.
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robert eroica
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giovedì 3 settembre 2015
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looking for grace
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LOOKING FOR GRACE - concorso Venezia 72
Storie che si annodano intorno alla scomparsa di una adolescente negli spazi sconfinati dell'Australia. Il modello e' "Short cuts" di Altman ma il mix di umorismo acidulo, senso dell'assurdo con tuffo finale nel tragico non accontenta nessuno. E il risultato e' inconcludente e sgangherato. Senza poi contare che la storia raccontata da più' punti di vista con tanto di scomposizione dei piani temporali, dopo la rivoluzione godard-tarantiniana di "Pulp Fiction", ha veramente stancato.
VOTO: 5
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