jackiechan90
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sabato 8 agosto 2015
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il dovere della memoria
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Ci sono molti modi per narrare una storia come quella della strage di Bologna del 2 agosto 1980 e in molti lo hanno fatto in questi 35 anni. Questo però è il primo tentativo di narrare un fatto storico con gli occhi di una vittima di quella strage: la piccola Angela Fresu, una bambina di soli 3 anni che perse la vita in quella fatidica mattina. Il regista e gli sceneggiatori immaginano di vederla scendere da un treno in stazione, ormai adulta (con le fattezze di Valentina Ludovini, in una delle sue interpretazioni più intense e meglio riuscite). La vediamo aggirarsi per la città di Bologna, una città viva, pulsante, energica, con tante storie dentro di essa. Una città dove ci stai “o mezzora o tutta la vita”.
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Ci sono molti modi per narrare una storia come quella della strage di Bologna del 2 agosto 1980 e in molti lo hanno fatto in questi 35 anni. Questo però è il primo tentativo di narrare un fatto storico con gli occhi di una vittima di quella strage: la piccola Angela Fresu, una bambina di soli 3 anni che perse la vita in quella fatidica mattina. Il regista e gli sceneggiatori immaginano di vederla scendere da un treno in stazione, ormai adulta (con le fattezze di Valentina Ludovini, in una delle sue interpretazioni più intense e meglio riuscite). La vediamo aggirarsi per la città di Bologna, una città viva, pulsante, energica, con tante storie dentro di essa. Una città dove ci stai “o mezzora o tutta la vita”. Ma anche una città che nasconde dentro di sé una ferita profonda, un lutto che non ha ancora assimilato del tutto. Come una presenza angelica Angela cammina, vola, danza sopra i tetti della città e le persone si confidano a lei come in una sorta di confessionale, descrivendo le loro storie di fronte alla telecamera. Diventiamo così noi stessi (gli spettatori) Angela, è a noi in realtà che si rivolgono i personaggi della storia. Tra il documentario e la fiction, tra la vita e la morte, tra la rabbia per quello che è successo e la voglia rabbiosa di vivere che pulsa nelle vene degli abitanti. Nene Griffagnini e Francesco Conversano firmano un film che si pone esattamente a metà tra queste due realtà, separate da una sottile linea gialla, come quella che dà il titolo all’opera. Una linea, tuttavia, che si può (che si deve) per una volta avere il coraggio di valicare. Se volessimo sintetizzare in poche parole questa pellicola, infatti, potremmo dire "dovere della memoria", vero e proprio leitmotiv, ripetuto sia durante il film, nelle parole del personaggio di Angela e nella sua non casuale amnesia, sia nelle parole degli stessi registi e attori nella sezione "extra" del dvd del film (uscito in allegato a "la Repubblica" di cui consiglio la visione per chi volesse approfondire ulteriormente il tema). Una memoria che rischia di perdersi e che è necessario invece non dimenticare.
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enzo70
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giovedì 6 agosto 2015
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un film che ha il merito di ricordare
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Angela, giovane ballerina, perde un treno e si trova a Bologna la sera del 1 agosto. Ed inizia un lungo ed intenso viaggio lungo la ferita mai chiusa della strage del 2 agosto in cui 85 persone persero la vita nella stazione di Bologna. Di anni ne sono passati, ma il dolore rimane vivo e le storie che si succedono nel film, ben diretto da Francesco Conversano e Nene Griffagnini, padri, figli, mariti e mogli sono un doveroso e necessario pugno tirato dritto allo stomaco di un Paese che spesso perde la memoria della sua storia, per quanto recente. Brava Valentina Lodovini che interpreta una parte non semplice con grande intelligenza; e nella frase di Francesca Guccini, e poi a Bologna ad agosto bisogna starle vicino, non si può mica lasciarla da sola, il senso di un film che, come detto, ha il merito di ricordare, perché è solo dalla memoria del proprio dolore che un Paese può trovare la forza per andare avanti.
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Angela, giovane ballerina, perde un treno e si trova a Bologna la sera del 1 agosto. Ed inizia un lungo ed intenso viaggio lungo la ferita mai chiusa della strage del 2 agosto in cui 85 persone persero la vita nella stazione di Bologna. Di anni ne sono passati, ma il dolore rimane vivo e le storie che si succedono nel film, ben diretto da Francesco Conversano e Nene Griffagnini, padri, figli, mariti e mogli sono un doveroso e necessario pugno tirato dritto allo stomaco di un Paese che spesso perde la memoria della sua storia, per quanto recente. Brava Valentina Lodovini che interpreta una parte non semplice con grande intelligenza; e nella frase di Francesca Guccini, e poi a Bologna ad agosto bisogna starle vicino, non si può mica lasciarla da sola, il senso di un film che, come detto, ha il merito di ricordare, perché è solo dalla memoria del proprio dolore che un Paese può trovare la forza per andare avanti.
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filippo catani
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venerdì 16 ottobre 2015
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ricordando la strage di bologna
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Una giovane ragazza arriva a Bologna alla vigilia della commemorazione della strage del 2 agosto 1980 e comincia a visitare la città e ad ascoltare i racconti di quella tragica giornata.
Gli ideatori del film si sono immaginati quale potesse essere stata la vita della più giovane delle vittime della bomba alla stazione di Bologna. Oltre a girare per i luoghi più importanti e noti della città, il film riflette con amarezza sui tanti buchi che ancora costellano quella terribile fase della storia d'Italia. Ecco allora che la storia principale si va ad intrecciare con quelle di chi è stato toccato dalla tragedia. Un film breve, semplice ed essenziale che però fa riflettere con una brava Ludovini come protagonista.
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Una giovane ragazza arriva a Bologna alla vigilia della commemorazione della strage del 2 agosto 1980 e comincia a visitare la città e ad ascoltare i racconti di quella tragica giornata.
Gli ideatori del film si sono immaginati quale potesse essere stata la vita della più giovane delle vittime della bomba alla stazione di Bologna. Oltre a girare per i luoghi più importanti e noti della città, il film riflette con amarezza sui tanti buchi che ancora costellano quella terribile fase della storia d'Italia. Ecco allora che la storia principale si va ad intrecciare con quelle di chi è stato toccato dalla tragedia. Un film breve, semplice ed essenziale che però fa riflettere con una brava Ludovini come protagonista.
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