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bizantino73
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venerdì 11 dicembre 2015
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un nostro regista fra i migliori
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Luchetti non fa molti film ma quelli che fa non si dimenticano.La storia di Papa Bergoglio e della sua lotta contro le dittature raccontata in modo lineare, semplice, esauriente. Agghiaccianti le scene delle torture sottintese, inespresse così come quella dei " voli della morte".Esci dalla sala soddisfatto, con la voglia di saperne di più sul periodo e sulla vicenda. Luchetti non ti regala "esperimenti" di cinema come altri registi italiani in sala adesso perchè lui il cinema lo sa già fare.
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giampituo
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giovedì 10 dicembre 2015
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film dallo sguardo politico non spirituale
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Chiamatemi Francesco.
Film di Lucchetti. Film su un papa vivente. E solo all'inizio di un pontificato, si spera lungo. Un film che poco concede alla spiritualità che magari qualcuno poteva attendersi. Un film più visto con l'occhio della politica. Schierandosi dalla parte dei deboli. Contro il fascismo delle dittature militari dell'Argentina e del sud America. Torture. Passaggi di corrente. Bruti pestaggi. Fino ad esecuzioni a colpi di mitra e annientamento degli oppositori lanciati dagli aerei. Ma anche il film del coraggio di un uomo. Un normale studente con il coraggio dei suoi vent'anni che risponde alla chiamata del Signore scegliendo da subito la via più difficile. Missionario in Giappone.
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Chiamatemi Francesco.
Film di Lucchetti. Film su un papa vivente. E solo all'inizio di un pontificato, si spera lungo. Un film che poco concede alla spiritualità che magari qualcuno poteva attendersi. Un film più visto con l'occhio della politica. Schierandosi dalla parte dei deboli. Contro il fascismo delle dittature militari dell'Argentina e del sud America. Torture. Passaggi di corrente. Bruti pestaggi. Fino ad esecuzioni a colpi di mitra e annientamento degli oppositori lanciati dagli aerei. Ma anche il film del coraggio di un uomo. Un normale studente con il coraggio dei suoi vent'anni che risponde alla chiamata del Signore scegliendo da subito la via più difficile. Missionario in Giappone. Ma l'entusiasmo gli viene spento sul nascere da parte dei suoi superiori gesuiti e accetta di portare avanti, non senza effettuare scelte coraggiose e innovative, il collegio di Seminaristi gesuiti in Buenos Aires. Poi ancora coraggio nel nascondere oppositori del regime salvandoli dalla sicura morte. Quindi ancora coraggio su coraggio. Operazioni sempre volte a proteggere i più deboli. Poi la fine della dittatura. La lotta al fianco dei disperati nelle baraccopoli con la sconfitta degli speculatori vicini al potere economico della novella democrazia Argentina.
Solo poche le scene dedicate al Bergoglio dei giorni nostri. Ma non era quello che interessava all'autore.
È il Bergoglio giovane che interessa e piace.
E l'attore che lo interpreta é altrettanto bravo.
Film da vedere. A condizione di accettare di andare a vedere la storia di un uomo autentico più che la vita di un papa.
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beezart555
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mercoledì 9 dicembre 2015
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sceneggiatura indegna
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Non voglio soffermarmi sulla trama, non la trovo fondamentale essendo una storia vera, vorrei soffermarmi invece su come questa storia è stata rappresentata sul maxi schermo. "La preoccupazione più grande era quella di non fare un santino" dice Lucchetti. Perfetto, non l'hai fatto, anzi, sei riuscito a mettere in evidenza la doppia "personalità" di Bergoglio nel periodo della dittatura argentina del presidente Videla. L'apparente sottomissione alle regole, e la nascosta ribellione. Un carattere si deciso, ma in fondo di accettazione da una parte, e uno spirito libero dall'altra. Perfetto, ma come tutto questo si è realizzato? La prima parte del film è stata una tortura, riprese completamente senza un filo logico: lo slow motion è bello nei momenti adatti, non basta mettere qualche scena a rallentatore per rendere più appassionante un episodio, perché mi realizzate l'inseguimento come se fosse un fast & furious? Perché mi mettete qualcuno in un portabagagli senza spiegarne i motivi, o comunque senza mettere in scena un minimo di dibattito, un minimo di programmazione di quello che vediamo.
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Non voglio soffermarmi sulla trama, non la trovo fondamentale essendo una storia vera, vorrei soffermarmi invece su come questa storia è stata rappresentata sul maxi schermo. "La preoccupazione più grande era quella di non fare un santino" dice Lucchetti. Perfetto, non l'hai fatto, anzi, sei riuscito a mettere in evidenza la doppia "personalità" di Bergoglio nel periodo della dittatura argentina del presidente Videla. L'apparente sottomissione alle regole, e la nascosta ribellione. Un carattere si deciso, ma in fondo di accettazione da una parte, e uno spirito libero dall'altra. Perfetto, ma come tutto questo si è realizzato? La prima parte del film è stata una tortura, riprese completamente senza un filo logico: lo slow motion è bello nei momenti adatti, non basta mettere qualche scena a rallentatore per rendere più appassionante un episodio, perché mi realizzate l'inseguimento come se fosse un fast & furious? Perché mi mettete qualcuno in un portabagagli senza spiegarne i motivi, o comunque senza mettere in scena un minimo di dibattito, un minimo di programmazione di quello che vediamo. Almeno per rendere la trama più lineare e non a buchi. Per non parlare delle riprese durante le messe, ormai me le sognerò la notte le nuche degli attori. Altra cosa che non ho apprezzato è stato quella sorta di timore ad affrontare in maniera spregiudicata il tema della dittatura. Avrei preferito "vivere sulla pelle" quella paura, quella violenza. Invece mi è sembrato tutto molto piatto, anche le scene di violenza, come se le volesse evitare: o le metti, o non le metti.
Seconda parte decisamente migliore, sotto tutti i punti di vista.
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[+] è un docu-film
(di vapor)
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stefano73
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martedì 8 dicembre 2015
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determinato
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Film per lo più incentrato su fasi importanti della vita di Bergoglio, sulla sua determinazione nel limitare le crudeltà della dittatura Argentina....pochissima religione ma tanta voglia di giustizia e coraggio. In oltre é anche un film snello e non complesso.
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kill bill vol 2
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martedì 8 dicembre 2015
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andatelo a vedere ne uscirete più che soddisfatti
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Consiglio questo film sono entrata scettica e uscita completamente soddisfatta. Il film è avvincente con ottimi attori soprattutto il Bergoglio giovane. Il film mette in evidenza quanto la vita sia complessa per gli uomini di chiesa che vivono la loro missione nel modo più autentico.
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babis
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martedì 8 dicembre 2015
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una storia semplice
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Gli episodi raccontati nel film e la vita di Papa Francesco, prima di diventare Papa, li conoscevo già ed in questo film sono stati presentati molto correttamente: la lotta alla dittatura, l'amore per la gente semplice, la vita condotta senza lusso e sfarzo. Un film senza rallentamenti, e che si avvale di un ottimo attore protagonista. Un film, tra l'altro, che non esalta o santifica il Papa, ma ce lo racconta nella sua semplicità.
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giurg 63
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domenica 6 dicembre 2015
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bergoglio reale e non troppo politico.
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Nel realizzare "Chiamatemi Francesco. Il Papa della gente," il regista Daniele Lucchetti si è fedelmente attenuto a quanto testimoniato da persone che hanno avuto salve le loro vite grazie alle provvidenziali e forti mediazioni dell'allora superiore provinciale e, in seguito, vescovo ausiliare, gesuita Jorge Mario Bergoglio presso i più alti esponenti sia della Chiesa che del regime dittatoriale argentino in quei terribili anni di violenza, omertà e terrore.
A questo riguardo,invito vivamente il signor Massimo Bertarelli a leggere i libri "Francesco. Il Papa della gente," di Evangelina Himitian (Ed. Rizzoli/2013) e "La lista di Bergoglio," di Nello Scavo (Edizioni EMI/2013.)
Bergoglio non è troppo politico, ma è stato costretto a scontrarsi con i vertici militari che, in quei tragici anni, dominavano la scena politica argentina e ha avuto un gran fegato nell'affrontare non soltanto il generale Jorge Videla ma anche l'ammiraglio Emilio Massera (leggasi, a questo riguardo, il capitolo "Sfida all'ammiraglio," a pagina 79, nel libro di Scavo.
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Nel realizzare "Chiamatemi Francesco. Il Papa della gente," il regista Daniele Lucchetti si è fedelmente attenuto a quanto testimoniato da persone che hanno avuto salve le loro vite grazie alle provvidenziali e forti mediazioni dell'allora superiore provinciale e, in seguito, vescovo ausiliare, gesuita Jorge Mario Bergoglio presso i più alti esponenti sia della Chiesa che del regime dittatoriale argentino in quei terribili anni di violenza, omertà e terrore.
A questo riguardo,invito vivamente il signor Massimo Bertarelli a leggere i libri "Francesco. Il Papa della gente," di Evangelina Himitian (Ed. Rizzoli/2013) e "La lista di Bergoglio," di Nello Scavo (Edizioni EMI/2013.)
Bergoglio non è troppo politico, ma è stato costretto a scontrarsi con i vertici militari che, in quei tragici anni, dominavano la scena politica argentina e ha avuto un gran fegato nell'affrontare non soltanto il generale Jorge Videla ma anche l'ammiraglio Emilio Massera (leggasi, a questo riguardo, il capitolo "Sfida all'ammiraglio," a pagina 79, nel libro di Scavo.)
Il Bergoglio ritratto da Lucchetti, interpretato da un bravissimo e credibilissimo Rodrigo De la Serna, torno a ripetere, non è troppo politico, ma reale, un uomo di Dio, che ha testimoniato il Vangelo con grande coraggio di fronte a dei carnefici che vanno a braccetto con altri "macellai della storia," quali Hitler, Stalin, Pol Pot e Pinochet.
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nino pell.
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sabato 5 dicembre 2015
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le origini di papa francesco
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Questa pellicola si concentra nel descriverci la vita da giovane del sommo Pontefice Papa Francesco, facendoci comprendere il difficile periodo della dittatura argentina negli anni '70 che causò la persecuzione e l'uccisione di molti prelati e cattolici attivisti. Una sorta di colpo allo stomaco che fa riflettere e che ci riempie di amarezza e di rancore nei riguardi di questo difficile periodo storico. Tutto sommato la trama di questo film mi sembra, come dire, tagliata ad un certo punto e, dunque, incompleta. Infatti dopo gli anni giovanili di Bergoglio, si giunge in pratica subito alle sequenze finali con il discorso iniziale in Piazza San Pietro del Papa nel corso del giorno della sua elezione.
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Questa pellicola si concentra nel descriverci la vita da giovane del sommo Pontefice Papa Francesco, facendoci comprendere il difficile periodo della dittatura argentina negli anni '70 che causò la persecuzione e l'uccisione di molti prelati e cattolici attivisti. Una sorta di colpo allo stomaco che fa riflettere e che ci riempie di amarezza e di rancore nei riguardi di questo difficile periodo storico. Tutto sommato la trama di questo film mi sembra, come dire, tagliata ad un certo punto e, dunque, incompleta. Infatti dopo gli anni giovanili di Bergoglio, si giunge in pratica subito alle sequenze finali con il discorso iniziale in Piazza San Pietro del Papa nel corso del giorno della sua elezione. Un film comunque ben intepretato e girato in maniera essenziale ma precisa. Risultato: più che discreto.
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miguel angel tarditti
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sabato 5 dicembre 2015
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“llámenme francisco”
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“Llámenme Francisco”
(Y les confesaré sobre los “desaparecidos” de Argentina)
“CHIAMATEMI FRANCESCO”
Film del regista italiano Daniele Luchetti, 2015
Es mía la frase entre paréntesis, porque en realidad el film lleva como subtitulo “El Papa de la gente” y tiene la intención de contar la vida del joven Bergoglio en la Buenos Aires convulsionada por la nefasta dictadura Argentina de Videla y de sus secuaces militares de los años 1976/1982.
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“Llámenme Francisco”
(Y les confesaré sobre los “desaparecidos” de Argentina)
“CHIAMATEMI FRANCESCO”
Film del regista italiano Daniele Luchetti, 2015
Es mía la frase entre paréntesis, porque en realidad el film lleva como subtitulo “El Papa de la gente” y tiene la intención de contar la vida del joven Bergoglio en la Buenos Aires convulsionada por la nefasta dictadura Argentina de Videla y de sus secuaces militares de los años 1976/1982.
Es un relato que esencialmente pone en confronto dos tipos de éticas.
Una ética de la coherencia religiosa vocacional, con amplia sensibilidad social, y otra ética, que se opone rotundamente a los derechos humanos, carente de sensibilidad social, y que se basa en lo que podemos fácilmente entender como prepotencia de poder.
O sea, autoritarismo, nazismo, fascismo, estalinismo.
O sea, en definitiva: dictaduras egocéntricas, irracionales y despóticas.
Dos éticas de dos colores opuestos, el de la vida y el de la muerte.
El término ética aparece con determinación en Aristóteles, en aquella parte de la filosófica que estudia la conducta del hombre, sus comportamientos, sus costumbres y sus elecciones. No debemos asignarle solo un valor positivo al èthos, porque hay una ética de la mafia, una ética del despotismo, una ética de la guerra, una ética de la religión etc.
El ajustado film de Luchetti, (che inteligentemente no utiliza golpes bajos de escena, y en cambio demuestra la angustia que hemos vivido los argentinos en ese periodo de terror social), nos muestra como se enfrentan dos modos éticos de actuar en sociedad.
La sensibilidad y coherencia vocacional de Francesco, Francisco Bergoglio el sacerdote, con una inspiración de servicio a la comunidad, hacia el ser humano, y la contrapuesta prepotencia del militarismo argentino que se arrogó el derecho de destruir vidas humanas por una actitud mesiánica, y enferma, que solo puede engendrar la locura egocéntrica del poder dictatorial.
Daniel Luchetti contó con un magnifico Rodrigo de la Serna en el rol de Francisco, que hoy es el Papa querido por multitudes. Querido y admirado por esa sensibilidad y sencillez que lo muestra un hombre mas, un ciudadano de esta tierra, un hombre que no tiene ínfulas mesiánicas, respetuoso, humilde, que contrasta con aquellos tenebrosos militares de Videla Massera, y demás innombrables, que murieron sosteniendo que el genocidio realizado (y no reconocido por supuesto) tenía la noble intención de proteger a la sociedad. De construir destruyendo.
Solo de mentes enfermas se puede escuchar tremendas posiciones.
La historia siempre tiene y tendrá diversas lecturas. Por ejemplo, es cierto también que la iglesia Argentina no jugó un papel de oposición a los desmanes criminales del militarismo, y practicó un silencio cómplice que solo favoreció la criminalidad militar.
El tema de “Chiamatemi Francesco”, puede provocar diversas opiniones respecto a los hechos acaecidos en esos años de oscuridad, pero lo que no podrá ser discutido, es que quienes producen la muerte se llaman delincuentes embanderados con la muerte, y los que ayudan a la vida del más débil se llaman solidarios con la vida. Estos últimos, no se arrogan mesianismos, y pueden ser llamados Francisco, o mejor todavía chiamatelo Francesco.
El film es interesante, y tiene como rol fundamental, a mi parecer, el de ayudarnos a mantener vivos en la memoria, ciertos episodios que naturalmente tendemos a remover porque nos duelen, pero que como en el caso del holocausto, el genocidio argentino debe estar presente en nuestra memoria for ever.
Salí de la sala angustiado al revivir episodios trágicos de nuestra Nación, y sentí una gran pena por el destino de los pueblos que caen, como lo demuestra la historia hasta este preciso instante, en manos de la locura egocéntrica y genocida.
Breguemos por una eticidad de la vida que derrote la muerte.
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no_data
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venerdì 4 dicembre 2015
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ecco il bergoglio "venuto dalla fine del mondo".
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Un film da non perdere. Lucchetti ci pone sotto gli occhi la terribile, traumatica vicenda della dittatura argentina, vissuta in prima persona da Bergoglio. Il titolo del film appare più che giustificato se si guarda all' attuale e futura azione do Bergoglio- Pontefice, volta a dare un taglio visibile alla dimensione temporale della Chiesa Cattolica, spesso collusa col potere e affascinata dal denaro, da lui e da noi sinora conosciuta. L'efficacia della sua azione dipenderà molto dalla condivisione che ci potrà essere da parte di tutti quei cattolici che progressivamente si sono allontanati da una Chiesa, i cui vertici - con alcune rare eccezioni - si sono dimostrati non autenticamente cristiani.
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Un film da non perdere. Lucchetti ci pone sotto gli occhi la terribile, traumatica vicenda della dittatura argentina, vissuta in prima persona da Bergoglio. Il titolo del film appare più che giustificato se si guarda all' attuale e futura azione do Bergoglio- Pontefice, volta a dare un taglio visibile alla dimensione temporale della Chiesa Cattolica, spesso collusa col potere e affascinata dal denaro, da lui e da noi sinora conosciuta. L'efficacia della sua azione dipenderà molto dalla condivisione che ci potrà essere da parte di tutti quei cattolici che progressivamente si sono allontanati da una Chiesa, i cui vertici - con alcune rare eccezioni - si sono dimostrati non autenticamente cristiani. C'è da augurarsi che il film venga distribuito ampiamente in Italia e nel mondo. Un'occasione da non perdere affinché l'immane sforzo da sostenere per questo epocale cambiamento di testimonianza del messaggio cristiano da parte di Bergoglio possa concretizzarsi in Ecumenismo, Dialogo Inter-religioso e conseguente affermazione dei principi di giustizia, solidarietà, fratellanza e pacifica convivenza.
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