andrea fioravanti
|
venerdì 22 gennaio 2021
|
una società in rotta di collisione con la civiltà
|
|
|
|
Non sono loro che cercano un rifugio (shelter), ma il senso dell’umanità che cerca un rifugio in loro. L’amore, ormai impossibile, trova ancora dei protagonisti tra gli emarginati poiché la società li considera inoffensivi anzi, inesistenti. Come un muschio che cresce e sopravvive nei rigori dell’alta montagna, l’amore luccica tra le rovine della società. La morte lo consegna alla posterità in una improvvisata sepoltura sulle acque dell’East River. L’assenza di passioni è in collisione con la civiltà, la società abbruttita e priva di sentimenti lo è; la gioia, il dolore e pure il dramma sono invece il tessuto della civiltà.
[+]
Non sono loro che cercano un rifugio (shelter), ma il senso dell’umanità che cerca un rifugio in loro. L’amore, ormai impossibile, trova ancora dei protagonisti tra gli emarginati poiché la società li considera inoffensivi anzi, inesistenti. Come un muschio che cresce e sopravvive nei rigori dell’alta montagna, l’amore luccica tra le rovine della società. La morte lo consegna alla posterità in una improvvisata sepoltura sulle acque dell’East River. L’assenza di passioni è in collisione con la civiltà, la società abbruttita e priva di sentimenti lo è; la gioia, il dolore e pure il dramma sono invece il tessuto della civiltà. Il coraggioso contrappunto di una splendida colonna sonora ed il montaggio inventivo e non convenzionale ci aiutano a cogliere il senso di questa storia e cullano in noi un velo di speranza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrea fioravanti »
[ - ] lascia un commento a andrea fioravanti »
|
|
d'accordo? |
|
ashtray_bliss
|
mercoledì 14 settembre 2016
|
amore e dolore per gli homeless di ny.
|
|
|
|
Shelter è il primo lavoro alla regia dell'attore in inglese, talentuoso ma non straordinariamente noto, Paul Bettany marito anche della attrice protagonista Jennifer Connelly. E come opera prima decide di puntare l'obiettivo su un problema che affligge l'America ma anche il mondo Occidentale in generale: Quello dei senza tetto, persone ultime fra gli ultimi, dimenticati dal sistema sociale troppo ancorato a rigide regole burocratiche ed invisibili al resto delle persone comuni che attravversano le vaste boulvard e angoli di New York. La stessa città, lontana dal essere rappresntata come la città che non dorme mai, l'epicentro della produttività e del divertimento, assume l'aspetto di una metropoli impersonale, spietata, cruda come la storia stessa alla quale assistiamo.
[+]
Shelter è il primo lavoro alla regia dell'attore in inglese, talentuoso ma non straordinariamente noto, Paul Bettany marito anche della attrice protagonista Jennifer Connelly. E come opera prima decide di puntare l'obiettivo su un problema che affligge l'America ma anche il mondo Occidentale in generale: Quello dei senza tetto, persone ultime fra gli ultimi, dimenticati dal sistema sociale troppo ancorato a rigide regole burocratiche ed invisibili al resto delle persone comuni che attravversano le vaste boulvard e angoli di New York. La stessa città, lontana dal essere rappresntata come la città che non dorme mai, l'epicentro della produttività e del divertimento, assume l'aspetto di una metropoli impersonale, spietata, cruda come la storia stessa alla quale assistiamo. Il film si focalizza dunque su due persone diametricalmente opposte tra loro, Hanna e Tahir. La prima era una donna borghese caduta in disgrazia dopo la morte del marito (per mano dei terroristi) che abbandonò casa e figlioletto per dedicarsi alla vita randagia di una tossicodipendente senza dimora. La sua vita si concentra a chiedere l'elemosina ai passanti e trovare degli angoli di rifugio dove passare la notte. Tahir è invece un immigrato africano con una storia martoriata alle spalle, segnata dal brutale omicidio della sua famiglia e la sua unione successiva al gruppo terroristico di Boko Haram. Due personaggi sofferti, infranti, piegati dal passato e dal presente che cercano di sopravvivere per le strade di New York e arrivare al giorno successivo. I due si incontreranno in una situazione drammatica e tra di loro nascerà una romantica e platonica storia d'amore che li aiuterà a salvarsi a vicenda e sopprimere, seppur momentaneamente, i fantasmi del passato che li tormentano. Tahir, sempre pronto a prestare aiuto alla sofferente Hannah (interpretata in modo eccezionalmente verosimile da una magrissima ma bravissima Connelly) la aiuterà a disintossicarsi e rivalutare le proprie scelte di vita, facendole capire che per lei è giunto il momento di tornare sulla sua strada e ritrovare suo figlio. Lei, dal canto suo aiuta Tahir a ritrovare quel conforto e perdono che cercava disperatamente nel prossimo nel tentativo di espiare i suoi peccati contro Dio e contro l'Uomo.
I due sfortunati protagonisti si trovano, si amano e provano a salvarsi pur precipitando ulteriormente nel dolore e nel degrado. Bettany non fa sconti per nessuno e ricalcando vagamente lo stile iperrealista di Requiem for a Dream fa prendere delle svolte narrative eccessivamente drammatiche che crollano addosso ai suoi protagonisti, talvolta soffocandoli sotto il peso delle situazioni ricreate. Tra malattia e prostituzione il destino dei due amanti vagabondi pare essere segnato e purtroppo il regista dalla seconda metà del film in poi, nel tentativo di portare all'apice la drammaticità della situazione mette in secondo piano i suoi sofferti personaggi facendo emergere situazioni estreme al limite della sopportabilità emotiva e visiva sovraccaricando il prodotto. Ovviamente senza mai eccedere in scene autocompiaciute di violenza gratuita Bettany riesce comunque a spingere oltre ogni limite i suoi Hannah e Tahir, talvolta perdendo il contatto con la realtà pur restando smaniosamente realistico nel filmare le sequenze.
Shelter è dunque un prodotto che si propone su più livelli di lettura: un melodramma contemporaneo, un dramma sociale attuale ed infine un film di denuncia sociale di un sistema logoro che non prende in considerazione i reali bisogni di questi disperati. Nobili le intenzioni, ma l'autore britannico si perde a metà strada volendo stracaricare ed esasperare il dramma esistenziale dei suoi protagonisti. E se già nella prima parte abbiamo potuto perdonare alcuni stafalcioni narrativi (la coppia che ruba da un mercato arabo senza ripercussioni e che trova, magicamente, rifugio in una opulente dimora) nella seconda parte si percepisce l'esagerazione dentro la quale si muove il regista la quale oltre a esasperare oltremodo i protagonisti toglie verosimiglianza alla pellicola stessa.
Il finale potrebbe essere sintetizzato come il trionfo del dolore e della morte, elementi che sono già intrinsechi ai personaggi stessi, ma lascia anche aperto una spirale di luce e speranza, facendo intuire che non tutti noi siamo cause perse, e anche una volta scesi all'inferno è sempre possiile risalire e riscattarsi.
Supportato da una regia nitida e meticolosa nel rappresentare il realismo, talvolta l'iper-realismo, di due esistenze disperate che vagabondano per New York, Bettany ogni tanto ci consente di evadere come spettatori da questo spettacolo doloroso e sofferente, con delle belle scene oniriche e surreali, poetiche e delicate, che evidenziano il rapporto stretto della coppia ma anche la loro determinazione a cambiare vita e riprendersi in mano le loro esistenze. Per riuscire in ciò Bettany affida l'interpretazione alla moglie premio Oscar, ormai consolidata in parti borderline, emarginate e sofferenti. La Connelly infatti dona emozione e spessore alla sua Hannah risultando particolarmente convincente a differenza del collega Mackie, troppo robusto, muscoloso e pulito per essere verosimile nel ruolo di homeless. L'attore ameicano di indiscusso talento risente del ruolo di Falcon nel franchise degli Avengers e fallisce nel rendere in modo credibile l'odissea fisica e psichica di un immigrato dal doloroso passato.
In definitiva Shelter è un prodotto troppo artificiale e artificioso per risultare convincente. Colpisce ma non commuove seppur spalleggiato da una buona regia e una valida sceneggiatura senza mai riuscire a decollare, a convincere o appassionare totalmente gli spettatori. Un'opera caratterizzata dalla tristezza e dalla sofferenza delle quali il film si nutre apparendo a tratti autocompiaciuto delle situazioni di estremo disagio di cui narra. Le intenzioni tuttavia erano nobili e questo si percepisce. Inoltre Bettany è soltanto al suo primo film da regista e quindi non merita di essere sfiduciato così presto benchè Shelter aveva il potenziale per risultare un ottimo prodotto, incisivo e drammatico al punto giusto. Da vedere e riflettere senza tuttavia aspettarsi un capolavoro.
Sufficiente, 3/5.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ashtray_bliss »
[ - ] lascia un commento a ashtray_bliss »
|
|
d'accordo? |
|
|