Sognante e (sul) sognato, si allontana gradualmente da ogni forma seppur lieve di concretezza, arrivando ad una strutturazione del tutto gassosa e sfuggente, ma abilmente adeguata alla materia trattata.
Narrativamente indefinibile, più che incastrarsi, i brani finiscono per amalgamarsi e confondersi, in un ammasso gelatinoso oramai indivisibile, nel quale ogni tentativo di compendio razionale finisce per perdersi nel vuoto.
Più descrittivo (sic!) che metacinematografico, fondamentalmente legato alla rappresentazione più che alla riflessione sul mezzo, si configura come opera chiaramente sui generis, ma nella quale grande attenzione viene riversata su ogni aspetto propriamente inteso, per cui ad una regia ben bilanciata si unisce una fotografia valida, ed un uso capace delle musiche e degli spazi adorna una cifra interpretativa globalmente eccellente, nonostante il soggetto per nulla agevole.
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Sognante e (sul) sognato, si allontana gradualmente da ogni forma seppur lieve di concretezza, arrivando ad una strutturazione del tutto gassosa e sfuggente, ma abilmente adeguata alla materia trattata.
Narrativamente indefinibile, più che incastrarsi, i brani finiscono per amalgamarsi e confondersi, in un ammasso gelatinoso oramai indivisibile, nel quale ogni tentativo di compendio razionale finisce per perdersi nel vuoto.
Più descrittivo (sic!) che metacinematografico, fondamentalmente legato alla rappresentazione più che alla riflessione sul mezzo, si configura come opera chiaramente sui generis, ma nella quale grande attenzione viene riversata su ogni aspetto propriamente inteso, per cui ad una regia ben bilanciata si unisce una fotografia valida, ed un uso capace delle musiche e degli spazi adorna una cifra interpretativa globalmente eccellente, nonostante il soggetto per nulla agevole.
Da vedere ed apprezzare, non solo e non tanto per la singolarità.
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