stella_85
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mercoledì 6 aprile 2016
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love & mercy: le buone vibrazioni che sorprendono
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Una storia difficile, quella di Brian Wilson. Una storia ricca di emozioni, di suoni meravigliosi e di un disincantato romanticismo. Paul Dano si trasforma in un essere superiore, per rendere credibile, empatico e assolutamente sfaccettato, un Brian Wilson all’apice del successo con i suoi Beach Boys ma eternamente insoddisfatto perché costretto da un confusionario stato psicologico a dover trascrivere su un pentagramma sogni e visioni. John Cusack, con il capello tinto e la faccia tirata, esprime una tenerezza incredibile, mentre Elizabeth Banks è una perfetta supereroina , stretta in fuseaux anni ’80 e in nascosta in un’apparente ingenuità. Peccato, come spesso accade per le perle più brillanti, per un’orrenda distribuzione nei cinema che non ha reso giustizia a questa opera e ad un pezzo di storia della musica.
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Una storia difficile, quella di Brian Wilson. Una storia ricca di emozioni, di suoni meravigliosi e di un disincantato romanticismo. Paul Dano si trasforma in un essere superiore, per rendere credibile, empatico e assolutamente sfaccettato, un Brian Wilson all’apice del successo con i suoi Beach Boys ma eternamente insoddisfatto perché costretto da un confusionario stato psicologico a dover trascrivere su un pentagramma sogni e visioni. John Cusack, con il capello tinto e la faccia tirata, esprime una tenerezza incredibile, mentre Elizabeth Banks è una perfetta supereroina , stretta in fuseaux anni ’80 e in nascosta in un’apparente ingenuità. Peccato, come spesso accade per le perle più brillanti, per un’orrenda distribuzione nei cinema che non ha reso giustizia a questa opera e ad un pezzo di storia della musica.
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[+] interessante ed emozionante parabola umana
(di antonio montefalcone)
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sabato 2 aprile 2016
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brian wilson, tra genio e follua
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E' una storia che merita di essere raccontata quella di Brian Wilson, geniale componente dei Beach Boys. E come tutte le storie “da raccontare” rischia di essere drammatica al punto da non sembrare vera. Per raccontarla in LOVE & MERCY il regista Bill Polhad ha trovato una chiave molto intrigante, alternando le vicende del Brian degli anni '60, interpretato da uno straordinario Paul Dano, a quelle del Brian di fine anni '80 interpretato, con una scelta rivelatasi azzeccata, da John Cusack. Polhad evita così di cadere nella ipocrisia, spesso dannosa, di truccare penosamente Paul Dano da cinquantenne... Chi se ne frega della somiglianza, è pur sempre finzione.
Si parte dalla scelta del protagomista di non seguire il gruppo nella tournée giapponese, e registrare da solo un nuovo disco del tutto innovativo, ingaggiando alcuni ottimi musicisti da studio.
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E' una storia che merita di essere raccontata quella di Brian Wilson, geniale componente dei Beach Boys. E come tutte le storie “da raccontare” rischia di essere drammatica al punto da non sembrare vera. Per raccontarla in LOVE & MERCY il regista Bill Polhad ha trovato una chiave molto intrigante, alternando le vicende del Brian degli anni '60, interpretato da uno straordinario Paul Dano, a quelle del Brian di fine anni '80 interpretato, con una scelta rivelatasi azzeccata, da John Cusack. Polhad evita così di cadere nella ipocrisia, spesso dannosa, di truccare penosamente Paul Dano da cinquantenne... Chi se ne frega della somiglianza, è pur sempre finzione.
Si parte dalla scelta del protagomista di non seguire il gruppo nella tournée giapponese, e registrare da solo un nuovo disco del tutto innovativo, ingaggiando alcuni ottimi musicisti da studio. E' un artista geniale e già gli va stretta la surf-music dei primi successi. Ma come per tutti i geni (Paul McCartney dirà che gli stessi Beatles sono stati molto influenzati da lui!) diventa sempre più labile il confine fra genio e follia. E Polhad, ma soprattutto uno stratosferico Paul Dano, sono davvero bravi a farci godere di quel genio (magica la scena della nascita di “Good vibrations”), ma soprattutto ad angosciarci per l'avanzare della sua follia. Così come ci attanaglieranno angoscia e malessere per il Brian maturo di Cusack, prigioniero della sua “malattia”, ma più ancora prigioniero di chi dovrebbe guarirlo. E' Paul Giammatti che interpreta, ben sopra le righe, il Dr. Eugene Landy, lo psichiatra-imbroglione che lo imbottisce di farmaci e lo soggioga sfruttando il complesso di Brian nei confronti del padre, di cui, in una sorta di tranfert, sembra assumere la figura.
L' amore e la pietà del titolo sono i sentimenti di Melissa (una brava e bella Elisabeth Banks, finalmente in un ruolo drammatico), di cui Brian ha un disperato bisogno e su cui, con grande partecipazione, facciamo affidamento, per riportare alla vita e alla musica lo sfortunato, geniale musicista.
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martedì 24 gennaio 2017
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storia interessante, realizzazione mediocre
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Nel filone dei film dedicati al rapporto fra genio e follia si inserisce, senza particolare forza e originalità, il "Love & Mercy" di Bill Pohlad, dedicato al Brian Wilson dei Beach Boys. Costruito sull'intreccio costante di due piani, quello della crisi musicale ed esistenziale che alla follia ha condotto e quello del ritorno alla vita, il primo mi è apparso più convincente, anche se troppo lascia fuori del contesto, sociale e musicale, in cui la crisi ha avuto luogo, radicandola esclusivamente nel mito del genio incompreso dominato dal demone creativo, troppo lascia al margine quelle nuove sonorità (fatto salvo un minimo accenno al fenomeno Beatles) e quella cultura psichedelica (trattata pressoché alla stregua di innocenti evasioni) che hanno costituito un discrimine drammaticamente profondo nel mondo giovanile.
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Nel filone dei film dedicati al rapporto fra genio e follia si inserisce, senza particolare forza e originalità, il "Love & Mercy" di Bill Pohlad, dedicato al Brian Wilson dei Beach Boys. Costruito sull'intreccio costante di due piani, quello della crisi musicale ed esistenziale che alla follia ha condotto e quello del ritorno alla vita, il primo mi è apparso più convincente, anche se troppo lascia fuori del contesto, sociale e musicale, in cui la crisi ha avuto luogo, radicandola esclusivamente nel mito del genio incompreso dominato dal demone creativo, troppo lascia al margine quelle nuove sonorità (fatto salvo un minimo accenno al fenomeno Beatles) e quella cultura psichedelica (trattata pressoché alla stregua di innocenti evasioni) che hanno costituito un discrimine drammaticamente profondo nel mondo giovanile. Semplicisticamente manicheo il secondo piano, nella fin troppo forzata contrapposizione fra lo psicoterapeuta perverso e la forza salvifica e invincibile dell'amore. Storia sicuramente interessante, ma deludente la realizzazione. Ottimi gli attori protagonisti però, anche se la mia preferenza va a Paul Dano.
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