mericol
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mercoledì 11 febbraio 2015
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tra una storia d’amore e un thriller
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Singolare e accattivante l’esordio. Mina e Jude si trovano intrappolati nella toilette di un ristorante cinese, a New York. Manifestazioni di ansia,turbamenti. Poi in pochi minuti sorge l’amicizia. Singolare ugualmente il proseguire della intensa vicenda.
Sarà amore. Un amore ardente,denso di sensualità, con rapporti intensi, infuocati. Hanno un bambino. Al bambino la mamma dedica tutte le sue attenzioni. Una maga le suggerisce un progetto di purezza e Mina esaspera questo consiglio. Lo nutre con un metodo vegetariano, privandolo della normale alimentazione, tanto da causare un clamoroso ritardo di sviluppo. Jude che all’inizio la segue affettuosamente, quando avverte i rischi incontrati dal neonato, la contrasta sempre più energicamente, sino a chiedere la collaborazione di sua madre.
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Singolare e accattivante l’esordio. Mina e Jude si trovano intrappolati nella toilette di un ristorante cinese, a New York. Manifestazioni di ansia,turbamenti. Poi in pochi minuti sorge l’amicizia. Singolare ugualmente il proseguire della intensa vicenda.
Sarà amore. Un amore ardente,denso di sensualità, con rapporti intensi, infuocati. Hanno un bambino. Al bambino la mamma dedica tutte le sue attenzioni. Una maga le suggerisce un progetto di purezza e Mina esaspera questo consiglio. Lo nutre con un metodo vegetariano, privandolo della normale alimentazione, tanto da causare un clamoroso ritardo di sviluppo. Jude che all’inizio la segue affettuosamente, quando avverte i rischi incontrati dal neonato, la contrasta sempre più energicamente, sino a chiedere la collaborazione di sua madre.
Mina e Jude hanno evidentemente problemi esistenziali .Una infanzia e una adolescenza difficili, la solitudine, il disorientamento in una grande metropoli per lei. In grado minore per lui. I problemi sono superati dall’accendersi di un amore ardente all’inizio. Poi la nascita del bambino. Jude risolve i problemi affettivi, che si intrecciano, in maniera normale. Mina, certamente la più fragile tra i due, in modo anomalo, catatonico.
Qui il racconto diventa thriller, forse più esatto definirlo noir. Il male si sconfigge con altro male, per prospettare un futuro di normalità.
Il film è tratto dal romanzo “Il bambino indaco” di Marco Franzoso.
Il regista Saverio Costanzo fornisce una versione cinematografica ammirevole. Il senso di straniamento è lucidamente espresso dall’ambiente claustrofobico della residenza. Per i protagonisti la claustrofobia trova soluzioni temporanee uscendo dalla “tana” (se così si può definire)ed emergendo sul terrazzo ove si coltivano piante. La città, con i mezzi di comunicazione in perenne e tumultuoso movimento, appare estranea al vivere dei protagonisti. Le anomalie comportamentali di Mina sono lucidamente espresse dagli artifici fotografici del grandangolo e, a tratti, dalla deformazione visiva dei corpi. Alcuni stacchi narrativi sono originali, senza automatica consequenzialità visiva. Lasciano quindi partecipare più direttamente lo spettatore alla evoluzione della vicenda. Ad esempio l’inizio nella angusta toilette del ristorante e poi di seguito l’unione già avvenuta. E ancora la fase finale, un colpo di arma da fuoco , stacco e poi di seguito la dolente confessione dell’autrice del delitto. La musica di Piovani interviene opportunamente ed efficacemente a sottolineare i diversi momenti dell’evolversi della vicenda, coadiuvata anche da motivi noti della musica leggera( tu sì ‘na cosa grande ppe mme..). Uguale grande merito ai 2 interpreti. Lei, Rohrwacher, lui Drive, meritatamente Coppa Volpi a Venezia.
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taxidriver
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martedì 10 febbraio 2015
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angry hearts
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Bella Savè! m'è piaciuto... però secondo me il finale lo potevi costruire un pochetto meglio!
Alla prossima.
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josef_57
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domenica 8 febbraio 2015
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dramma dell'incomunicabilità
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Dramma della vita moderna e dell'incomunicabilità. Una scena molto toccante, in cui la mamma porta il bimbo per la prima volta a vedere l'oceano, riequilibra esteticamente ed emotivamente tutto il resto del film, claustrofobico ed angosciante.
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enrico danelli
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domenica 8 febbraio 2015
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un cerbiatto a new york
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Trama di Bambi da wikipedia; "Una cerva dà alla luce un cerbiatto di nome Bambi, che un giorno assumerà la carica di Grande Principe della foresta. Bambi cresce molto attaccato a sua madre, con cui passa sempre il tempo. Bambi chiede spesso del mondo che lo circonda e viene ammonito sui pericoli della vita come creatura della foresta dall'amorevole madre. [+]
Trama di Bambi da wikipedia; "Una cerva dà alla luce un cerbiatto di nome Bambi, che un giorno assumerà la carica di Grande Principe della foresta. Bambi cresce molto attaccato a sua madre, con cui passa sempre il tempo. Bambi chiede spesso del mondo che lo circonda e viene ammonito sui pericoli della vita come creatura della foresta dall'amorevole madre. Durante il primo inverno di Bambi, la madre viene colpita e uccisa da un cacciatore di cervi durante il tentativo di aiutare il figlio a trovare il cibo, lasciando il piccolo cerbiatto triste e solo. Provando compassione per il suo figlio abbandonato, il Grande Principe conduce Bambi a casa e lo alleva. Dopo l'arrivo della primavera, Bambi è diventato un giovane cervo." Aggiungiamo l'incubo ricorrente di Mina (un cerbiatto ucciso da un ignoto cacciatore) e alla casa della carnefice di Mina (un fucile in bella mostra e tante teste di cervo imbalsamate oltre al latrato rabbioso in sottofondo dei cani da caccia) e vediamo che la casualità della trama di questo film è piuttosto una causalità derivata dal capolavoro disneyano del 1948. Quindi il film si snoda su di una trama classica e collaudata: gli odierni pericoli derivano da quello che mangiamo e da come ci curiamo ed è presuntuoso condannare a priori l'istinto di una madre, tanto che nel film questa condanna non arriva mai. Ottime recitazioni. Inquadrature originalissime. Una New York lontanissima dai luoghi di culto, non bella, non caotica, ma solamente assordante: il volume del traffico di strada è volutamente amplificato nelle scene esterne. Film quasi perfetto. Per cortesia: questo regista sia più prolifico.
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stefano capasso
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giovedì 5 febbraio 2015
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un film sul controllo nelle relazioni affettive
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Mina e Jude si incontrano nel bagno di un ristorante cinese a New York, dove rimangono bloccati per un guasto alla porta. Tra i due giovani inizia una storia d’amore travolgente che li porterà presto ad avere un figlio. La coppia comincia a non essere più in sintonia sulle modalità di crescita del bambino, in particolare sulle scelte vegane di Mina e dopo varie crisi che vedono coinvolti parenti e giustizia un finale drammatico chiude la spirale di follia degli eventi.
Un film duro questo di Saverio Costanzo che letteralmente indaga con la macchina sempre sul volto dei due protagonisti sulla necessità di esercitare il controllo nelle relazioni affettive, sul disagio esistenziale che ne è origine.
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Mina e Jude si incontrano nel bagno di un ristorante cinese a New York, dove rimangono bloccati per un guasto alla porta. Tra i due giovani inizia una storia d’amore travolgente che li porterà presto ad avere un figlio. La coppia comincia a non essere più in sintonia sulle modalità di crescita del bambino, in particolare sulle scelte vegane di Mina e dopo varie crisi che vedono coinvolti parenti e giustizia un finale drammatico chiude la spirale di follia degli eventi.
Un film duro questo di Saverio Costanzo che letteralmente indaga con la macchina sempre sul volto dei due protagonisti sulla necessità di esercitare il controllo nelle relazioni affettive, sul disagio esistenziale che ne è origine. E, come si comprende dalla prima lunga scena dei due ragazzi chiusi in un piccolo bagno, sull’isolamento che si crea dal resto del mondo in queste situazioni; isolamento necessario perché sia possibile dare vita ai giochi relazionali che assumono via via dinamiche distruttive. Costanzo sceglie di spostare il punto di vista tra le diverse componenti del film cosi che se le scelte vegane di Mina ad un certo punto sembrano folli, successivamente si dimostra addirittura tragico il tentativo di Jude e sua madre di togliere a Mina il controllo sul bambino.
Le scelte sugli stili di vita diventano dei pretesti per portare alla luce il conflitto inevitabile che si crea quando il bisogno di controllare l’altro è molto forte. E da questo punto di vista tutte le parti in causa contribuiscono a modo loro. Quello che rimane alla fine della visione è il dolore che emerge dalle storie personali dei protagonisti, che toglie spazio al tentativo di giudicare le scelte e le azioni dei protagonisti, giudizio che sembra inevitabile in alcuni momenti del film.
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melania
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sabato 31 gennaio 2015
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bellissimo film
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Bello, poetico, sensibile .... fa riflettere.
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antonietta dambrosio
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martedì 27 gennaio 2015
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un amore malato frutto di fame d'amore
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Hungry hearts - recensione
Un amore malato frutto di fame d'amore, che scava il corpo fino ad unire le deboli ossa con un sottile strato di pelle, unica superficie che rimane in contatto col mondo. Mina (Alba Rohrwacher) è una giovane donna che vive a New York per lavoro, incontra Jude (Adam Driver) nello stretto spazio della toilette di un ristorante ed il suo unico sorriso è l'inizio della loro storia d'amore. Lo spazio che li accoglie si allarga di poco, nella misura di un monolocale dove un amore già in odore di minaccia per la notizia del trasferimento di Mina, prende forma e si salda attraverso un test di gravidanza. Della loro festa di matrimonio rimangono le note di "Tu si na cosa grande" che Jude dedica a Mina, il suo vago sorriso, pochi passi di una danza che emana amore e dolore, e parole che confermano la solitudine di Mina gridate oltre la musica alla mamma di Jude.
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Hungry hearts - recensione
Un amore malato frutto di fame d'amore, che scava il corpo fino ad unire le deboli ossa con un sottile strato di pelle, unica superficie che rimane in contatto col mondo. Mina (Alba Rohrwacher) è una giovane donna che vive a New York per lavoro, incontra Jude (Adam Driver) nello stretto spazio della toilette di un ristorante ed il suo unico sorriso è l'inizio della loro storia d'amore. Lo spazio che li accoglie si allarga di poco, nella misura di un monolocale dove un amore già in odore di minaccia per la notizia del trasferimento di Mina, prende forma e si salda attraverso un test di gravidanza. Della loro festa di matrimonio rimangono le note di "Tu si na cosa grande" che Jude dedica a Mina, il suo vago sorriso, pochi passi di una danza che emana amore e dolore, e parole che confermano la solitudine di Mina gridate oltre la musica alla mamma di Jude. E poi un sogno ricorrente, sempre quello, di un colpo di fucile, del cervo abbattuto e del cacciatore che svanisce nella notte. Un sogno che scava mente e corpo, conduce Mina in una bolla che separa lei ed il suo bambino indaco dal resto del mondo, e mentre si lascia guidare da un credo basato su un'alimentazione vegana e biologica, rifiuta ogni consulto medico tanto da compromette la gravidanza ed il parto. La fiducia, l'amore di Jude nei confronti di Mina è tanto forte da consentirle di comprimere la loro vita nello spazio di una casa asettica, senza sole, senza mondo, senza voci, solo pelle di Mina sulla pelle del suo bambino. Forse non si può inventare un amore solo sognato e mai vissuto. L'istinto di protezione di Jude verso suo figlio che non cresce si insinua fino a rompere con violenza la bolla di follia di Mina, sostenuto solo dal conforto di sua madre, una lucida e feroce Roberta Maxwell. Saverio Costanzo mette in scena una storia tratta dal romanzo "Il bambino indaco" di Marco Franzoso scavando nell'animo umano attraverso una macchina da presa che restringe ed allarga gli spazi fluttuando nel dolore e con una lente deformante ritrae ancora una volta una realtà segnata dalla solitudine. La storia di una follia che di straordinario ha solo l'unione armonica di una fotografia bellissima di un dramma che a tratti sconfina nel thriller, l'interpretazione di Alba Rohrwacher il cui profilo ha i tratti autentici del dolore e di Adam Driver , premiati a Venezia con la Coppa Volpi. Ma l'epilogo è orizzonte, è mare e cielo che si sfiorano, è ancora speranza che tra diverse forme di amore possa vincere la più pulita passando oltre ogni dolore.
Antonietta D'Ambrosio
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goldy
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lunedì 26 gennaio 2015
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quando si hanno le idee chiare in testa
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Che bel o meglio che buon film.! Buono perchè la tematica (attuale e coinvolgente) ha i connotati ben chiari nella testa del regista e li trasforma in immagini dal taglio originale semza inutile ricercatezza estetizzante e vitando con sapienza registica la facile piattezza narrtiva. E' bene che sia ambientato a New York così si spazza via l'alibi che è solo in Italia che la legislazione sui minori non è gestita in modo appropriato. E' bello perchè tutta la vicenda non deborda mai dalla credibilità. E' bello perchè punta il dito su comportamenti di tendenza senza mai prendere il problema di petto ma facendone vedere i risultati che la autocondannano nei suoi aspetti estremi.
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Che bel o meglio che buon film.! Buono perchè la tematica (attuale e coinvolgente) ha i connotati ben chiari nella testa del regista e li trasforma in immagini dal taglio originale semza inutile ricercatezza estetizzante e vitando con sapienza registica la facile piattezza narrtiva. E' bene che sia ambientato a New York così si spazza via l'alibi che è solo in Italia che la legislazione sui minori non è gestita in modo appropriato. E' bello perchè tutta la vicenda non deborda mai dalla credibilità. E' bello perchè punta il dito su comportamenti di tendenza senza mai prendere il problema di petto ma facendone vedere i risultati che la autocondannano nei suoi aspetti estremi. E Costanzo si afferma come uno dei pochi registi italiani finalmente esportabili
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germana
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lunedì 26 gennaio 2015
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inquietante
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Hungry Hearts affronta la maternità' e su l' aspetto psicologico che può' sfociare in qualsiasi ossessione....
In questo caso una nevrosi verso il cibo.
Mi è' piaciuto molto la scelta si girare il film in inglese,l' ambientazione newyorkese...
Bravo Adam Driver e tutti i protagonisti , non mi è' piaciuta la rohrwacher che si porta dietro il suo cliché' di attrice
Stereotipata ....molto italiana
Beh direi che uscire da un cinema e continuare nei giorni successivi a riflettere sul film vuol dire che ti ha toccato le corde giuste!
Mica male per il regista Costanzo..
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marykioto
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mercoledì 21 gennaio 2015
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sconsigliato ai cuori fragili
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Alba Rohrwacher sempre troppo sottovalutata..forse destinata a una carriera alla margherita buy dove, quest'ultima è stata destinata ad avere sempre ruoli da depressa, tradita, frustrata e la Rohrwacher a parti da borderline. Film ai livelli di "ora parliamo di kevin", relativamente all'intensità e alla scarnificazione di come viene descritto il dramma materno, allo smarrimento e al gioco di potere, in questo caso, da parte della madre.
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