ilaria pasqua
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venerdì 22 novembre 2013
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fresco e piacevole
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Duncan ha quattordici anni e sta per iniziare la sua estate insieme alla famiglia composta da sua madre, dal suo nuovo fidanzato e dalla figlia di quest'ultimo.
Non sembra prospettarsi un granchè questo periodo di vacanza, ma c'è una vicina di casa particolarmente carina e un parco acquatico, non molto distante, gestito da una manica di "freaks" che renderà tutto indimenticabile.
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Duncan ha quattordici anni e sta per iniziare la sua estate insieme alla famiglia composta da sua madre, dal suo nuovo fidanzato e dalla figlia di quest'ultimo.
Non sembra prospettarsi un granchè questo periodo di vacanza, ma c'è una vicina di casa particolarmente carina e un parco acquatico, non molto distante, gestito da una manica di "freaks" che renderà tutto indimenticabile.
Duncan è un tipo un po' insicuro, è in quel periodo della crescita in cui si cerca di capire chi si è. Ma non è facile con il fidanzato di sua madre. È un tracotante bastardo che vuole risultare sempre il migliore, e si diverte a schiacciare chi ha intorno per mostrarsi superiore. Duncan è il bersaglio migliore.
"In una scala da 1 a 10 quanto pensi di essere?" gli chiederà poco prima di raggiungere la sua grande casa sulla spiaggia. Duncan, sorpreso dalla domanda, risponderà "non lo so, un 6". Il tipo se la riderà dicendo seriamente: "io penso che tu sia un 3". Questo dà il via alla sua estate che inizia con una chiusura, uno sprofondamento completo in se stesso, e poi con un percorso che lo condurrà a comprendere quanto in realtà vale.
Sarà l'incontro con Owen, bizzarro manager di un parco acquatico, interpretato, neanche a dirlo, da Sam Rockwell, a farlo uscire dal guscio, offrendogli un lavoro proprio accanto a lui. E in quel posto inaspettato imparerà a conoscerci e a rispettarsi, comprendendo che la sua vita è solo sua, che la sua strada dipende solo da se stesso.
The Way, Way Back, storpiato, anzi sostituito in italiano con un titolo che non voglio nemmeno nominare qui nella recensione, è un film davvero adorabile. Duncan è un classico adolescente che soffre per la separazione dei genitori e che vorrebbe che sua madre, una brava Toni Collette, reagisse e non accettasse dagli altri qualcosa solo perchè ha paura di restare da sola.
Affronterà il disagio creato dalla famiglia, e quello nato dentro di lui, lentamente, ci vorrà tutta l'estate per capire. Il manager sarà una sorta di angelo custode, un po' cazzone certo, eppure più profondo di quanto non sia il fantomatico nuovo fidanzato-pallone gonfiato. Lo contornerà di affetto e divertimento, gli insegnerà a credere in se stesso, aiutato anche dal team di bagnanti ben assortito, composto da altri "freaks", persone splendide, piene di sentimenti e umiltà.
Al di fuori del parco acquatico, invece, gli adulti sembrano essere solo bambini, più bambini dei bambini stessi, incapaci di affrontare i problemi come cerca di fare Duncan, che nessuno sembra capire. Nemmeno sua madre, troppo impegnata a mostrare una serenità che non esiste.
Dapprima il parco acquatico diventa quindi un rifugio, il suo posto sicuro, poi il palcoscenico del cambiamento. E a Duncan non resta che tornare semplicemente a casa a testa alta, arricchito dai contatti umani che ha avuto la fortuna di stringere.
Il cast, nemmeno a parlarne, è ben scelto. Toni Collette eccelle sempre nei ruoli un po' nevrotici e afflitti, Sam Rockwell come tipo bizzarro è ogni volta perfetto, il fidanzato è sorprendentemente interpretato da uno Steve Carell piuttosto irriconoscibile in questo ruolo insolitamente negativo, ed è veramente antipatico. In un ruolo piccolino c'è persino Amanda Peet, un secolo che non la vedevo in giro, e Allison Janney che ricordo di aver visto recentemente in Juno, e in altri mille film in passato. Ho apprezzato anche molto i ragazzi più giovani, dal protagonista sconosciuto Liam James, con il suo sguardo tormentato, alla più conosciuta AnnaSophia Robb, anche se in un ruolo marginale.
Un film ben scritto e calibrato, un viaggio di formazione che fa ridere e commuovere. Fosse uscito durante l'estate avrei potuto dire, come è successo su Rotten Tomatoes: "il più bel film dell'estate".
Recensione pubblicata originariamente su: www.ilariapasqua.net
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zummone
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martedì 26 novembre 2013
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bella sorpesa
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Come al solito i distributori italiani traducono i titoli a caso, ma questo piccolo film dei registi Rash e Faxton, merita uno sguardo attento.” The way, way back” (in originale) è un piccolo racconto di formazione, su grande schermo. Duncan (Liam James) ha 14 anni, i suoi genitori sono separati, un’estate è in vacanza con la madre (Toni Colette) e il nuovo fidanzato di lei, che ha una figlia, e con cui ovviamente non va d’accordo. Senza un padre (vero o putativo che sia), timido e impacciato, Duncan si trascina un po’ scontroso, un po’ annoiato, nelle calde giornate estive, fino a imbattersi nel parco acquatico Walter Wizz e nei suoi surreali dipendenti, su cui spicca la figura cialtrona e irresistibile di Owen (Sam Rockwell, cui va la palma della simpatia!), uno dei responsabili della struttura, perennemente in canottiera, costume e infradito, incapace a prendere le cose sul serio, saggio e profondo, sotto un’apparente corazza di cinismo e superficialità.
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Come al solito i distributori italiani traducono i titoli a caso, ma questo piccolo film dei registi Rash e Faxton, merita uno sguardo attento.” The way, way back” (in originale) è un piccolo racconto di formazione, su grande schermo. Duncan (Liam James) ha 14 anni, i suoi genitori sono separati, un’estate è in vacanza con la madre (Toni Colette) e il nuovo fidanzato di lei, che ha una figlia, e con cui ovviamente non va d’accordo. Senza un padre (vero o putativo che sia), timido e impacciato, Duncan si trascina un po’ scontroso, un po’ annoiato, nelle calde giornate estive, fino a imbattersi nel parco acquatico Walter Wizz e nei suoi surreali dipendenti, su cui spicca la figura cialtrona e irresistibile di Owen (Sam Rockwell, cui va la palma della simpatia!), uno dei responsabili della struttura, perennemente in canottiera, costume e infradito, incapace a prendere le cose sul serio, saggio e profondo, sotto un’apparente corazza di cinismo e superficialità. A lui e agli altri si lega Duncan, trovando così un motivo di allegria nelle sue giornate, oltre che un impiego lavorativo che lo costringe a misurarsi con le sue insicurezze.
Spassoso, con dialoghi brillanti e personaggi molto azzeccati (Allison Janney, che interpreta la vicina di casa sempre con un cocktail in mano e che ha un figlio con l’occhio pigro, è memorabile!), nella giusta dose di malinconia, ironia e tenerezza, “The way, way back”, in anteprima a questo TFF, e che uscirà nelle sale italiane il 5 dicembre, ci rimette di buon umore, con una storia che parla di noi: del nostro sentirci inadeguati, del rapporto genitori e figli, dell’adolescenza e del coraggio di affrontarla, della fiducia verso sconosciuti e la frizione dei rapporti famigliari, della fatica e, a volte, della spensierata forza vitalistica di certi incontri.
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