elgatoloco
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giovedì 26 maggio 2022
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cinema postmodern
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Sbagliero', ma ritengo che nessun cineasta come Steven Soderbergh possa essere definito"postmodern"; la sua estetica e poetica sono"flou", sostanzialmente indeterminate, anche quando, come in questo"Side Effects"(2013, screenplay di Scott Z, Burns)il regista ´tratta un tema come la pubblicita'eccessiva di farmaci antidepresisvi e quindi il"traffico"che gira intorno alla questione: Una giovane , dopo l'usicta di prigione del marito, sembra accusare il ritorno prepotente di sintomi despressivi, assume dunque, su prescirzione di uno psichiatra, un nuovo super.medicianlel in pastiglie,ma cade in uno stato di sonnambukismo, decisamente accentuato e finisce, in tale condizione, per uccidere il marito, ma i, ricovero coatto in una clinica psichatrica , ordinato dal tribunale n¿m, non dura molto,,,, in quanto la donna afferma di voler/dover lavorare e , sempre seguaendo prescrizioni mediche ben precise, vuol rifarsi una vita.
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Sbagliero', ma ritengo che nessun cineasta come Steven Soderbergh possa essere definito"postmodern"; la sua estetica e poetica sono"flou", sostanzialmente indeterminate, anche quando, come in questo"Side Effects"(2013, screenplay di Scott Z, Burns)il regista ´tratta un tema come la pubblicita'eccessiva di farmaci antidepresisvi e quindi il"traffico"che gira intorno alla questione: Una giovane , dopo l'usicta di prigione del marito, sembra accusare il ritorno prepotente di sintomi despressivi, assume dunque, su prescirzione di uno psichiatra, un nuovo super.medicianlel in pastiglie,ma cade in uno stato di sonnambukismo, decisamente accentuato e finisce, in tale condizione, per uccidere il marito, ma i, ricovero coatto in una clinica psichatrica , ordinato dal tribunale n¿m, non dura molto,,,, in quanto la donna afferma di voler/dover lavorare e , sempre seguaendo prescrizioni mediche ben precise, vuol rifarsi una vita. Ma lo psichatra curante, quando affiorano nuove prove, sa di dover affrontare un processo con gravi conseguenze(teme, ragionevolmente, una sua condanna)scopre la verita', moplto diverss da quella apparentee e affermata dalla ragazza... Grandi sorprese e decise svolte, che pero'Soderbergh narra con il suo stile"limpido"e al tempo stesso"fantastico".lotano da quella"realta'"che sembra identificarsi con la mera apparenza... Anche se cio'che nel film viene definito "depressione"nei protocolli psichiatrici mondiali e'altro(e comquneue i suddetti protocolli sono in fase di continuo aggiornamento e la psichatria non e'"scienza esatta", come ormai affermato dai luminari delll'ambito "medico"in questone. ), cio'che importa, qui, e'lator, quel sottile gioco verita'-apparenza che in altri film dell'autore USA di origini svedesi e'peraltro molto evidente. Notevole performance della protagonista Rooney Mara, della Zeta Jones quale psichatra"precedente"rispetto al curante(note4voli anche le sequenze di amore saffico tra le due protagoniste), reso molto bene da Jude Law, menre Channing Tatum, nella prte del marito ucciso, ha un ruolo molto limitato in quanto temproalmente detemrinato.limitato. El Gato
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renato c.
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martedì 24 gennaio 2017
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mah...!!
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Ci sono delle cose che non ho capito, e questo più leggendo le varie trame che non vedendo il film! 1) La protagonista uccide il msrito per punirlo! DI CHE COSA? 2) Catherine Zeta-Jones per quale motivo viene arrestata? 3) Quale sarebbe la verità MOLTO PIU' TERRIBILE, che non quells di uccidere il mrito in stato di sonnambulismo? SE QUALCUNO SA DARMI QUESTE TRE RISPOSTE GLI SONO GRATO!
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dario
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lunedì 19 ottobre 2015
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confuso
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Il film non sa prendere una strada, si perde nei vicoli. Soderbergh o un buon regista, ma conta troppo sulla propria bravura tecnica, a scapito della sceneggiatura.Il tema è difficile e non può essere risolto con giochi psicanalitici. Attori migliori storia.
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homer52
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mercoledì 14 gennaio 2015
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bugie e menzogne
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E' un bel film sulla bugia e la menzogna e sui rapporti fra questi comportamenti e la verità, la cui ricerca, se accompagnata a un atteggiamento di rivalsa, può portare a una certa dose di sadismo. Il tutto in una ambientazione medica psichiatrica dove gli effetti collaterali dei farmaci si mischiano a comportamenti delinquenziali alla ricerca di un beneficio economico. Ne nasce una trama da thriller niente male che coinvolge lo spettatore e lo conduce in modo snello e piacevole al finale. Un modo felice e ben congegnato di mettere in scena le tragedie della vita.
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stefano bruzzone
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mercoledì 17 settembre 2014
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affascinante
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Emily Taylor è una giovane donna esaurita dalla depressione. Ora che il marito Martin è finalmente fuori di prigione, dovrebbe lasciarsi il buio alle spalle ma il suo stato emotivo peggiora invece ulteriormente, fino a spingerla sull'orlo del suicidio. Inizia così il rapporto con il dottor Banks, psichiatra di successo, con le pillole e i loro effetti collaterali, blackout compresi. Un giorno, Martin viene trovato esanime in casa, pugnalato a morte. Le tracce conducono alla moglie ma lei non ricorda nulla.
Soderbergh, sempre molto bravo, dirige questo intrigante e affascinante film dai risvolti forse prevedibili ma ne esce alla stragrande complice un J.
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Emily Taylor è una giovane donna esaurita dalla depressione. Ora che il marito Martin è finalmente fuori di prigione, dovrebbe lasciarsi il buio alle spalle ma il suo stato emotivo peggiora invece ulteriormente, fino a spingerla sull'orlo del suicidio. Inizia così il rapporto con il dottor Banks, psichiatra di successo, con le pillole e i loro effetti collaterali, blackout compresi. Un giorno, Martin viene trovato esanime in casa, pugnalato a morte. Le tracce conducono alla moglie ma lei non ricorda nulla.
Soderbergh, sempre molto bravo, dirige questo intrigante e affascinante film dai risvolti forse prevedibili ma ne esce alla stragrande complice un J.Law all'altezza e una sceneggiatura che, nonostante ricalchi storie già viste, non scade mai nel banale tenendo sempre alto l'interesse dello spettatore per la vicenda.
Voto: 7,5
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mareincrespato70
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venerdì 30 maggio 2014
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soderbergh si conferma maestro del thriller
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Steven Soderbergh è uno specialista d'autore coi suoi meccanismi ad orologeria: il genere thriller si addice alla sua maestria narrativa, alla bravura con cui la sua macchina da presa segue i suoi personaggi.
"Effetti collaterali" è un'altra delle sue perle, film tanto moderno a partire dalla deriva farmacologica delle nostra moderna società occidentale, con tutti gli annessi e connessi delle lucrose speculazioni della case farmaceutiche, alimentate però soprattutto dalla perenne ansia dell'uomo contemporaneo.
Soderbergh scandaglia l'ansia che divora le esistenze stritolate dal turbo-capitalismo che è causa, ma anche effetto, dell'homo Occidentalis che ha affidato, in un abbraccio mortale, la propria vita al denaro.
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Steven Soderbergh è uno specialista d'autore coi suoi meccanismi ad orologeria: il genere thriller si addice alla sua maestria narrativa, alla bravura con cui la sua macchina da presa segue i suoi personaggi.
"Effetti collaterali" è un'altra delle sue perle, film tanto moderno a partire dalla deriva farmacologica delle nostra moderna società occidentale, con tutti gli annessi e connessi delle lucrose speculazioni della case farmaceutiche, alimentate però soprattutto dalla perenne ansia dell'uomo contemporaneo.
Soderbergh scandaglia l'ansia che divora le esistenze stritolate dal turbo-capitalismo che è causa, ma anche effetto, dell'homo Occidentalis che ha affidato, in un abbraccio mortale, la propria vita al denaro.
E così, partendo da una depressione qui declinata (non a caso?) al femminile, si assiste ad un perverso gioco tra straordinarie, nella loro cinica concretezza, dark ladies, con Rooney Mara sugli scudi con la sua recitazione prima controllata, poi appassionata nello sviscerare la complessa emotività del suo personaggio; e poi una brava Catherina Zeta-Jones nel ruolo di mantide nascosta e, su tutti, un grande Jude Law, psichiatra di successo, in lotta tra deontologia, carriera e complotti al femminile, professionista affermato, non senza macchia, perchè sono i soldi ad indirizzare le vite delle persone, e non più viceversa.
Con un ritmo narrativo sempre sostenuto, Soderberg ci prende per mano verso possibili colpi di scena, ma non è mai scontato, neanche quando può sembrare prevedibile; è la ricchezza del suo stile, il meccanismo perfetto delle sue sceneggiatura, che permette ad attori di ottimo livello di esaltare tutto il suo talento di regista.
Personalmente chi ama il cinema d'autore, non può non apprezzare Steven Soderbergh.
Ottima la scelta delle musiche che accompagnano l'inquietante ritmo narrativo del film.
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maxdad
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venerdì 14 marzo 2014
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bello, ma con qualche eccessl
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Il film ha una trama piuttosto complessa che si delinea durante l'intero film con tratti a volte sorprendenti e imprevedibili.
L'atmosfera piuttosto tesa è quella tipica della regia di Soderbergh, e conferisce una sensazione di ansia che rende particolarmente interessante la pellicola.
Alcuni passaggi della trama possono risultare eccessivamente sopra le righe e quindi poco realistici, ad esempio tutto il vuoto che si crea attorno al nostro protagonista maschile, lo psichiatra Banks, quando la sua paziente commette un omicidio apparentemente durante un momento di sonnambulismo e quindi in fase di mancanza di capacità si intendere e di volere, oppure la poca comprensione della compagna del Banks, ecc.
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Il film ha una trama piuttosto complessa che si delinea durante l'intero film con tratti a volte sorprendenti e imprevedibili.
L'atmosfera piuttosto tesa è quella tipica della regia di Soderbergh, e conferisce una sensazione di ansia che rende particolarmente interessante la pellicola.
Alcuni passaggi della trama possono risultare eccessivamente sopra le righe e quindi poco realistici, ad esempio tutto il vuoto che si crea attorno al nostro protagonista maschile, lo psichiatra Banks, quando la sua paziente commette un omicidio apparentemente durante un momento di sonnambulismo e quindi in fase di mancanza di capacità si intendere e di volere, oppure la poca comprensione della compagna del Banks, ecc.
il film non è eccellente, ma nel suo insieme regala momenti di buon cinema, che tengono alta l'attenzione dello spettatore.
Il finale non è né scontato né prevedibile, e conclude degnamente la storia di questo complicato intreccio di psicofarmaci.
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loquax88
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domenica 9 marzo 2014
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troppo lento e prevedibile
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Non mi sono piaciuti i ritmi troppo lenti e talvolta noiosi. Il regista non ha saputo per nulla trasmettere lo stato di confusione e sconvolgimento del protagonista. Gli do due stelline piuttosto che una solo per la recitazione degli attori principali. La storia poteva trasmettere maggiore suspance ma la regia ha rovinato tutto.
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michele de lorenzo
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venerdì 7 marzo 2014
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leggere le avvertenze prima dell'uso
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Emily Taylor (Rooney Mara) è una ragazza che soffre di depressione e combatte ogni giorno tra la vita e la morte. In seguito ad un tentato suicidio viene ricoverata in ospedale, lì conosce lo psichiatra Jonathan Banks (Jude Law).
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Emily Taylor (Rooney Mara) è una ragazza che soffre di depressione e combatte ogni giorno tra la vita e la morte. In seguito ad un tentato suicidio viene ricoverata in ospedale, lì conosce lo psichiatra Jonathan Banks (Jude Law). Incomincerà così un periodo di cure con diverse sedute private. Banks entrato in contatto con la dottoressa Victoria Siebert (Catherine Zeta-Jones) , ex psichiatra di Emily, si lascia consigliare un nuovo e più efficace psicofarmaco, l’Ablixa, per la sua nuova paziente. Tale farmaco avrà degli spiacevoli effetti collaterali sconvolgendo la vita di Emily e Martin (Channing Tatum), suo marito.
“Leggere attentamente il foglio illustrativo, è un medicinale con effetti collaterali, può causare gravi conseguenze”: sono questi i messaggi sfuggenti ed impercettibili che molte pubblicità sui medicinali ci propinano al concludersi delle stesse alla velocità della luce.
Dunque ciò che molto spesso passa inosservato sono proprio le avvertenze e gli “effetti collaterali”, il film di Soderbergh ci medita su.
Profonda critica alle case farmaceutiche che si preoccupano più degli incassi e dell’appetibilità dei prodotti e meno dei consumatori. Il regista riflette sull’abuso, molto diffuso in America ma di recente anche in Italia, che si fa dei medicinali. Mette in evidenza, esaltandoli, gli effetti collaterali scaturiti da una massiccia presenza di sostanze psicoattive.
Soderbergh coglie, come pochi, i veri temi d’attualità che, molto spesso, si nascondono sotto una fitta cortina di fumo e li mette alla luce del sole, costruendoci su un film.
Lo stile narrativo, per certi aspetti hitchcockiano, è il classico puzzle psicologico, con il progredire del film i tasselli mancanti si incastrano e si riesce a percepire un’immagine sempre più nitida, non mancano i colpi di scena e la suspense.
Tuttavia la sceneggiatura, scritta da Scott Z. Burns, sul finale non ha una scrittura perfettamente logica e il film si chiude con l’unica soluzione possibile. Si perde il raccoglimento iniziale e la trama si sbroglia troppo rapidamente.
La figura dello psichiatra, per molti simbolo di certezza, in cui riponiamo i nostri dubbi ed ansie, viene messa in discussione e perde quell’aurea di certezza e conforto passando paradossalmente da “medico a paziente”. Il regista ci racconta il cammino di un uomo che si sente tradito dalla sua razionalità e dalla ragione, è il racconto di quella certezza/ incertezza che è la medicina.
Il film non è solo questo, anche se, solo accennato, c’è il tema delle speculazioni finanziarie, poi la depressione e l’instabilità della psiche umana.
Dunque Soderbergh da un lato tratta la critica farmaceutica dall’altro quella umana.
Ritmi lenti, inquadrature ben eseguite, grandangoli, sfumature, movimenti di camera ben studiati: il tipico Soderbergh, direttore anche della fotografia sotto lo pseudonimo Peter Andrews.
Effetti Collaterali mette alla prova, ancora una volta, Jude Law che entra perfettamente nel personaggio. Molto brava Rooney Mara, personaggio difficile da interpretare ma con il suo sguardo innocente e la sua gracilità ha saputo conquistare lo spettatore aggiudicandosi credibilità, meno brava Catherine Zeta Jones.
Un buon Soderbergh dunque, non sempre al cinema si affrontano “temi scottanti” e scomodi che di sicuro fanno aprire gli occhi.
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lulu!
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martedì 4 febbraio 2014
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calma piatta!
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film molto lento, nel monìmento in cui sembra prendere vita il "mistero" risulta talmente evidente che ci si riaddormenta immediatamente...guradabile ma niente di più..
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