I giovani di Gaza tra musica, rap e la quotidianità della guerra infinita
di Roberto Nepoti La Repubblica
Realizzato da cinque giovani filmmaker italiani, con la collaborazione di colleghi palestinesi, e presentato a numerosi festival internazionali, un film dallo scopo dichiarato: mostrarci non solo la morte (quella che vediamo ogni giorno attraverso notiziari e reportage) ma anche la vita di chi ha avuto la ventura di nascere nella striscia di Gaza. Vita non facile, certo; ma che nella normalità del quotidiano può rivelarci gli aspetti in cui somiglia alla nostra. Sullo schermo seguiamo la giornata di Mohammed e Majd, orfani di guerra che affidano al rap il loro bisogno di esprimersi; di Noor, ventunenne speaker di Tijan Tv; del fotografo Moemen, che ha perso le gambe nei bombardamenti del 2008; di Fatima, già nomade e ora confinata nella striscia; dei ragazzi del Gaza Parkour Team e di altri che vivono e lavorano sotto i colpi delle armi da fuoco. Frattanto assistiamo a un episodio autentico, ma che sembra surreale: centinaia di mante sono andate a morire sulla spiaggia di Gaza. Un documentario indipendente, antispettacolare, quasi severo ma significativo e necessario.
Da La Repubblica, 15 gennaio 2015
di Roberto Nepoti, 15 gennaio 2015