flyanto
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martedì 10 dicembre 2013
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a volte sarebbe più opportuno non conoscere la ver
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Remake dell'omonimo film del coreano Park Chan-wook in cui si narra di un uomo che viene imprigionato segretamente per circa vent' anni da un misterioso personaggio e per cause a lui del tutto ignote. Quando uscirà dalla sua lunga prigionia egli si adopererà in tutte le maniere al fine di scoprire le motivazioni del suo forzato sequestro e soprattutto l' identità della persona che lo ha voluto ed progettato. Grazie anche all' aiuto di una giovane dottoressa e non dopo numerose avventure e ricerche il protagonista finalmente riuscirà a svelare il mistero approdando ad una verità per lui molto agghiacciante e del tutto inaspettata. Il regista Spike Lee qui riprende di pari passo la vicenda del precedente film, appunto, di Park Chan-wook e senza, purtroppo, raggiungerne l'alto livello artistico nonchè originalità.
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Remake dell'omonimo film del coreano Park Chan-wook in cui si narra di un uomo che viene imprigionato segretamente per circa vent' anni da un misterioso personaggio e per cause a lui del tutto ignote. Quando uscirà dalla sua lunga prigionia egli si adopererà in tutte le maniere al fine di scoprire le motivazioni del suo forzato sequestro e soprattutto l' identità della persona che lo ha voluto ed progettato. Grazie anche all' aiuto di una giovane dottoressa e non dopo numerose avventure e ricerche il protagonista finalmente riuscirà a svelare il mistero approdando ad una verità per lui molto agghiacciante e del tutto inaspettata. Il regista Spike Lee qui riprende di pari passo la vicenda del precedente film, appunto, di Park Chan-wook e senza, purtroppo, raggiungerne l'alto livello artistico nonchè originalità. Ma, se visto e considerato come un film a sè stante, cioè come un thriller dalla trama violenta ed assai particolare, in generale esso risulta ben fatto e conferma l'abile regia di Lee, E sebbene egli abbia prodotto delle opere di maggior pregio e di più ampia ispirazione, qui però scaturiscono chiaramente proprio le sue elevate qualità di regista tali da non ridurre la pellicola ad una mera copia del precedente. Il ritmo serrato ed incalzante, l'inquadratura delle scene sia violente che non, i dialoghi vivi e fortemente espliciti ed infine la scelta degli azzeccatissimi attori (James Brolin, il protagonista, Elizabeth Olsen, la giovane donna medico e Samuel L.Jackson, l'assoldato carceriere) sono gli elementi che contraddistinguono il film e lo innalzano ad una buona riuscita e ad un meritato apprezzamento. Insomma, da considerarsi come un thriller da non perdersi affatto anche perchè sicuramente un pubblico molto ristretto avrà avuto l'opportunità di confrontarlo con il precedente coreano.
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mammut
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martedì 10 dicembre 2013
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si lascia guardare
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di solito nei remake i miei giudizi son sempre negativi. Stavolta invece son soddisfatto vuoi per la presenza di brolin e jackson, vuoi per la regia di spike lee, comunque film godibile
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tommyf14
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martedì 10 dicembre 2013
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spike lee ed old boy: ma se ne sentiva il bisogno?
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Spike Lee riporta sul grande schermo, dopo solo dieci anni, Old Boy, l’acclamatissimo capolavoro del Sud Coreano Park Chan-Wook, vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes, nel 2003.
La storia è pressoché la stessa, salvo qualche piccolo ritocco sul finale; ma, nonostante la trama originaria fosse in sé altamente avvincente, Spike Lee riesce a rovinare quello che è un autentico gioiello del cinema contemporaneo, attraverso un remake, di cui non si sentiva davvero la necessità.
Il regista americano omette parecchi dettagli che caricavano la vicenda di interesse (il tema dell’ipnosi, tanto per dirne una, che, per altro, consentiva anche di fornire una spiegazionead alcuni avvenimenti basilari per la storia del film) e finisce col violentare un’opera che, con la sua poetica, la sua energia e la sua eleganza, era stata a ragione paragonata ad una tragedia di Euripide.
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Spike Lee riporta sul grande schermo, dopo solo dieci anni, Old Boy, l’acclamatissimo capolavoro del Sud Coreano Park Chan-Wook, vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes, nel 2003.
La storia è pressoché la stessa, salvo qualche piccolo ritocco sul finale; ma, nonostante la trama originaria fosse in sé altamente avvincente, Spike Lee riesce a rovinare quello che è un autentico gioiello del cinema contemporaneo, attraverso un remake, di cui non si sentiva davvero la necessità.
Il regista americano omette parecchi dettagli che caricavano la vicenda di interesse (il tema dell’ipnosi, tanto per dirne una, che, per altro, consentiva anche di fornire una spiegazionead alcuni avvenimenti basilari per la storia del film) e finisce col violentare un’opera che, con la sua poetica, la sua energia e la sua eleganza, era stata a ragione paragonata ad una tragedia di Euripide.
Ne scaturisce un esercizio meramente contemplativo di violenza becera e sconclusionata, fine a se stessa; taluni passaggi fondamentali dell’opera originaria, che trovavano espressione in alcune famose e profonde affermazioni, intorno a cui poggiava la struttura del racconto (“sia una roccia che un granello di sabbia nell’acqua affondano allo stesso modo …”; “ridi e il mondo riderà con te, piangi e piangerai da solo …”), diventano così, nella visione di Spike Lee, superflui e di conseguenza vengono radicalmente omessi.
Il frettoloso finale, in cui, come si è detto, si notano i più evidenti interventi del regista americano, mostrano solo l’intento di arrivare velocemente alla conclusione della vicenda, perdendo totalmente il pathos che costituiva l’ingrediente essenziale dell’opera originale.
Insomma: un esercizio di cui non si sentiva la necessità ed una grande delusione da parte di Spike Lee, che altre volte ci è invece molto piaciuto.
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poly94
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lunedì 9 dicembre 2013
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film tanto violento quanto profondo...
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Brolin pazzesco, la sua redenzione Kirkegaardiana lo rende un vero e prorio idolo per lo spettatore, dire che la sua presenza e il suo esser reso vittima a tutto tondo sono componenti che non servono felicemente il film è tanto errato quanto ingrato per un attore che a quanto pare ha dato tutto se stesso nel film, non solamente dall'evidente punto di vista fisico.
P.S. vorrei fare due chiacchiere con chi giudica i film per questo sito...
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opidum
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domenica 8 dicembre 2013
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però la olsen!!!
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non è la prima volta che faccio i complimenti alle nudità di qualche attrice e il rischio di beccarmi del vecchio porco ripetitivo è in agguato.
ma la verità è che di sto film l'unica cosa che mi ricorderò è la scena di sesso.
la gemellina enfant prodige della tv americana anni 90 è cresciuta.
ed è cresciiuta bene.
il film si lascia vedere ma ha troppe incongruenze.
mai visto un cattivo più scemo di questo.
anzi facciamo due perchè il presenzialista samuel jackson non scherza nemmeno lui in quanto a comicità involontaria.
voto 6 - .
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(di tommyf14)
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ajeje32
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sabato 7 dicembre 2013
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qualche trovate intrigante ma spirito tradito.
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Ok, forse non è il caso di eccedere in paragoni (N.B.: in realtà ne farò un sacco) con l'immenso originale di Park Chan-wook. Non lo voleva Spike Lee, e non è nemmeno giusto né sensato pretendere un film identico all'originale. Sono andato a vederlo un po' con la puzza sotto il naso, proprio perché ho ammirato immensamente l'originale, ed ero convinto di vederlo un po' per farmi del male e un po' per farmi due risate. Alla fine, devo dire, era un po' meglio di quel che mi aspettassi. Ben giocate le citazioni cult all'originale nascoste qua e là. Ho apprezzato la scelta di non mettere una frase ricorrente (nell'originale c'era "sorridi e il mondo sorriderà con te, piangi e piangerai da solo"), probabilmente perché sarebbe suonata come un cliché hollywoodiano.
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Ok, forse non è il caso di eccedere in paragoni (N.B.: in realtà ne farò un sacco) con l'immenso originale di Park Chan-wook. Non lo voleva Spike Lee, e non è nemmeno giusto né sensato pretendere un film identico all'originale. Sono andato a vederlo un po' con la puzza sotto il naso, proprio perché ho ammirato immensamente l'originale, ed ero convinto di vederlo un po' per farmi del male e un po' per farmi due risate. Alla fine, devo dire, era un po' meglio di quel che mi aspettassi. Ben giocate le citazioni cult all'originale nascoste qua e là. Ho apprezzato la scelta di non mettere una frase ricorrente (nell'originale c'era "sorridi e il mondo sorriderà con te, piangi e piangerai da solo"), probabilmente perché sarebbe suonata come un cliché hollywoodiano.
Quello che non mi è proprio andato giù è l'aver completamente tradito lo spirito del film originale. Sì, perché nonostante tutto sembra che Spike Lee non abbia imparato nulla da quel modo di fare cinema, rimanendo ancorato a schemi troppo occidentali (caduta > risalita > redenzione e vissero tutti felici e contenti). Non c'è niente della poesia e dell'anti-manicheismo che rendevano memorabili il film coreano. Qui siamo sempre e comunque di fronte a una conduzione 'moralisticheggiante' della trama. Magari a chi ha visto solo questo film può sembrare strano dire che, alla fine dei conti, è un film con una morale (non preciso meglio per evitare spoiler); chi ha visto anche l'originale credo mi capisca.
Parliamo degli attori... Samuel Jackson mal sfruttato, nel senso che lo conciano da personaggio ma manca di personalità. Il protagonista, interpretato da Josh Brolin, oltre a non avere niente a che fare col Dae-su dell'originale (aaargh! ci sono ricascato), è un belloccio (neanche tanto) pompato e cazzone che poteva benissimo essere sostituito da un qualunque altro macho-man del cinema americano. Il cattivo - che Wikipedia mi dice chiamarsi Sharito Copley - ha un suo perché, anche se l'ho trovato piuttosto stereotipato.
Nota semi-seria: perché tutte quelle cazzo di croci?? Avete notato che molti personaggi hanno il crocifisso al collo e si vedono croci nei più diversi contesti? So che Lee è un bacchettone ma spero non fosse per suggerire una specie di percorso pseudo-gesucristico... In tal caso, bocciato in pieno.
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stormz
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venerdì 6 dicembre 2013
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film imprevedibile che sorprende le aspettative
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Se devo essere sincero, dal "nuovo" Oldboy non mi aspettavo più del solito remake in stile puramente americano. Ottima performance di Josh Brolin come protagonista, dal carattere freddo e sicuro allo stesso tempo per quasi tutta la durata del film ma che poi dovrà affrontare la dura verità. La verità, è il punto centrale di questo film, quanto costa ottenerla? Spesso costa molto più di quanto ci si sarebbe mai potuti aspettare, e forse a volte, sarebbe meglio non scoprirla. Anche per gli spettatori coinvolti nella visione sembrerà di avere la verità in tasca fino a quando scopriranno che in realtà è tutto un altro paio di maniche. Di certo non un colossal e nemmeno un film che incasserà tanto, ma assolutamente consigliato a chi piace il "buon cinema" fatto di sorprese e non dai soliti film super lineari.
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Se devo essere sincero, dal "nuovo" Oldboy non mi aspettavo più del solito remake in stile puramente americano. Ottima performance di Josh Brolin come protagonista, dal carattere freddo e sicuro allo stesso tempo per quasi tutta la durata del film ma che poi dovrà affrontare la dura verità. La verità, è il punto centrale di questo film, quanto costa ottenerla? Spesso costa molto più di quanto ci si sarebbe mai potuti aspettare, e forse a volte, sarebbe meglio non scoprirla. Anche per gli spettatori coinvolti nella visione sembrerà di avere la verità in tasca fino a quando scopriranno che in realtà è tutto un altro paio di maniche. Di certo non un colossal e nemmeno un film che incasserà tanto, ma assolutamente consigliato a chi piace il "buon cinema" fatto di sorprese e non dai soliti film super lineari. Oldboy 2013 è un film che appassiona al punto giusto, e sopratutto che cambia gli equilibri. Consigliato
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rickyfusari
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venerdì 6 dicembre 2013
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schema classico, trama non scontata
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Se è vero che la vendetta è ormai una delle tinte di cui sempre più spesso si colorano i thriller, tuttavia questo film non si perde in una rigidità schematica e scontata, ma mette efficacemente in evidenza il contrasto di un uomo perso, che ritrova se stesso proprio quando gli viene rubata l'identità, e lotta contro un nemico ignoto. Spike Lee riesce con successo nel suo intento di americanizzazione del gioiello coreano, Oldboy, plasmando un film denso, disorientante, che non si serve della violenza per alzare il livello d'attenzione, quanto per coronare il processo di alienazione che si completa dopo 20 anni di prigionia nell'animo del protagonista.
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Se è vero che la vendetta è ormai una delle tinte di cui sempre più spesso si colorano i thriller, tuttavia questo film non si perde in una rigidità schematica e scontata, ma mette efficacemente in evidenza il contrasto di un uomo perso, che ritrova se stesso proprio quando gli viene rubata l'identità, e lotta contro un nemico ignoto. Spike Lee riesce con successo nel suo intento di americanizzazione del gioiello coreano, Oldboy, plasmando un film denso, disorientante, che non si serve della violenza per alzare il livello d'attenzione, quanto per coronare il processo di alienazione che si completa dopo 20 anni di prigionia nell'animo del protagonista. Josh non cerca più la liberta, ma solo sua figlia, e per farlo è disposto a rispettare tutte le regole perverse che vengono dettate dal "cattivo" del film, un oscuro quanto deviato Sharlto Copley. Chiudete gli occhi invece nelle scene di combattimento, non per la loro crudezza ma per la stupidità con cui si comportano i numerosi nemici di josh, che lo attaccano uno ad uno, permettendogli di avere facilmente la meglio, davvero pessima qualità. Per il resto film discreto, non adatto ai deboli di stomaco.
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