|
|
gerardo monizza
|
giovedì 2 gennaio 2014
|
molière come terapia contro l'invidia
|
|
|
|
Molière in bicicletta di Philippe Le Guay [Invidiare]
Gli attori non si amano, ma si cercano. Sempre si invidiano. È anche una necessità del mestiere e una sfida di personalità (narcisistiche) condotta sul filo del rischio (personale) con cui vorrebbero mettersi alla prova: gli uni contro gli altri. Talvolta ne scaturisce lo spettacolo perfetto. Nella realtà come nella finzione.
Così è in “Molière in bicicletta” (“Alceste à bicyclette”diretto da Philippe Le Guay, 2013) film che sul contrasto tra grandi attori basa la sua forza drammatica ed emotiva.
[+]
Molière in bicicletta di Philippe Le Guay [Invidiare]
Gli attori non si amano, ma si cercano. Sempre si invidiano. È anche una necessità del mestiere e una sfida di personalità (narcisistiche) condotta sul filo del rischio (personale) con cui vorrebbero mettersi alla prova: gli uni contro gli altri. Talvolta ne scaturisce lo spettacolo perfetto. Nella realtà come nella finzione.
Così è in “Molière in bicicletta” (“Alceste à bicyclette”diretto da Philippe Le Guay, 2013) film che sul contrasto tra grandi attori basa la sua forza drammatica ed emotiva.
Gauthier Valence (cui dà corpo il celebre Lambert Wilson) è un attore di successo, soprattutto di fama televisiva e in particolare di serie “medicali”. Interpreta un chirurgo fascinoso, ma di gran cuore e sempre capace di risolvere casi difficili e umani. Molto amato dal pubblico.
In un pausa della serie lascia Parigi per l'Île de Ré (zona La Rochelle), località turistica alla moda; ma la stagione è fredda e piove continuamente. C’è vento. Il viaggio di Valence non è turistico perché va a trovare Serge Tanneur (grande attore a riposo interpretato da Fabrice Luchini) e che intende coinvolgere in una messinscena di Molière: il “Misantropo”.
Serge (misantropo vero che s’è ritirato anche a causa di una forte depressione) pensa che la proposta contempli l’attribuzione della parte principale, quella di Alceste, ma si sbaglia. Gauthier gli propone quella di Filinte, più secondaria. L’orgoglio di Serge è ferito; Gauthier non cede subito e la guerra degli attori è dichiarata. Ovviamente non c’è ragione perché i due recedano dalle proprie (anche legittime) posizioni finché non accettano di tirare a sorte: una volta ciascuno interpreteranno Alceste.
La vicenda, dei due attori e la commedia di Molière, si snoda tra i contrasti: l’immoralità degli interpreti (che con invidia esasperante mascherano i loro veri interessi) e i personaggi del Misantropo che interpretano (rigorosi e moralisti fino all’eccesso). Il colpo di scena – nel film – sarà l’incontro con una bella italiana che li obbligherà a trasformare la finzione in una prova di sincerità. Con risultati disastrosi.
Dunque: l’invidia è un vizio pericoloso che può anche condurre al disastro rovinando un’amicizia professionale ed umana, chiudendo la porta a sentimenti sinceri che stavano nascendo.
La regia di Philippe Le Guay (“Le donne del sesto piano”, 2011) usa le gelide atmosfere dell’oceano e il paesaggio brullo (anche se la “bicicletta” è poco più di un pretesto) per creare un’atmosfera quasi irreale; con grande bravura si serve degli angusti spazi della casa di Serge e del cortile come luoghi scenici e i colori delle tappezzerie come fondali per dare consistenza ad una recitazione scoppiettante, sempre in crescita, sfaccettata e alla fine perfetta.
Wilson (settanta film tra cui: “Uomini di Dio”, 2010) e Luchini (una cinquantina tra cui: “Le donne del sesto piano”, 2011; Potiche - La bella statuina, 2010 e moltissimo teatro) sanno unire i personaggi del film con quelli di Molière rendendo godibile ogni sfumatura. La scena madre, in cui Serge-Luchini smonta il loro rapporto d’amicizia (e per causa d’invidia rivela, al pubblico di amici convenuti ad una festa, ciò che non dovrebbe) è un grande momento di teatro nel cinema che il sapiente montaggio di Monica Coleman costruisce su piani opposti aiutato anche dal movimento continuo della macchina da presa (fotografia di Jean-Claude Larrieu).
“Molière in bicicletta” è un film divertente e amarissimo che ci mostra quanto poco sia mutato l’animo umano dal tempo del Misantropo fino ad oggi e quanto sia difficile liberarci – in scena e fuori – dall’invidia e dal rancore.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a gerardo monizza »
[ - ] lascia un commento a gerardo monizza »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
pressa catozzo
|
mercoledì 1 gennaio 2014
|
w il cinema
|
|
|
|
Che dire? Opera cineteatrale completa. Leggo o scrivo. Attore o spettatore. Essere attore di teatro è sempre stato difficile e in questa opera ne respiriamo le sofferenze.
Qualche pecca nella regia ma credo siano state necessarie per rendere l'opera gradita al pubblico. D'altronde il cinema è sempre un teatro.
|
|
|
[+] lascia un commento a pressa catozzo »
[ - ] lascia un commento a pressa catozzo »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
l'araba fenice
|
domenica 29 dicembre 2013
|
commedia squisita
|
|
|
|
Sottile e sofisticata commedia con un Luchini da sballo. Ci si stacca a malincuore dalla poltrona. Ben calibrati i ruoli marginali e le gags. Unico neo (si nota solo per l'alto livello delle interpretazioni) è il doppiaggio di Francesca. Per quanto riguarda il titolo italiano, perché anziché Alceste - come effettivamente risulta - si fa andare in bicicletta il suo autore? Per gli italiani poteva risultare incomprensibile? Sarebbe allora un po' offensivo oltreché inappropiato.
|
|
|
[+] lascia un commento a l'araba fenice »
[ - ] lascia un commento a l'araba fenice »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
goldy
|
sabato 28 dicembre 2013
|
il fascino dell'intelligenza
|
|
|
|
Vi è mai capitato di seguire un film e sperare che non finisse mai perchè piaceva quello che accadeva e si pregustava quello che sarebbe accaduto? Ecco a me è accaduto con Moliere in bicicletta. Una chicca
|
|
|
[+] lascia un commento a goldy »
[ - ] lascia un commento a goldy »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
vanessa zarastro
|
venerdì 27 dicembre 2013
|
alceste o filinte?
|
|
|
|
Una deliziosa commedia francese – che consiglierei di vedere in originale – sull’amicizia maschile filmata da Philippe Le Guay. Un attore di successo di nome Gauthier Valence (Lambert Wilson) va a trovare un amico ex-attore ritiratosi a Saint-Martin-de-Ré, un’isola un pò “modaiola” nell’oceano atlantico, unita da un lungo ponte a La Rochelle. Gli propone di recitare nel Misantropo di Molière e per una settimana provano insieme incessantemente scambiandosi i ruoli a turno di Alceste e Filinto. Questo rapporto così civile e così garbato di reciproca stima si trasforma man mano ingarbugliandosi e facendo uscire rancori, critiche, visioni diverse sul teatro e sulla vita ma soprattutto scoperchiando una competitività non più latente.
[+]
Una deliziosa commedia francese – che consiglierei di vedere in originale – sull’amicizia maschile filmata da Philippe Le Guay. Un attore di successo di nome Gauthier Valence (Lambert Wilson) va a trovare un amico ex-attore ritiratosi a Saint-Martin-de-Ré, un’isola un pò “modaiola” nell’oceano atlantico, unita da un lungo ponte a La Rochelle. Gli propone di recitare nel Misantropo di Molière e per una settimana provano insieme incessantemente scambiandosi i ruoli a turno di Alceste e Filinto. Questo rapporto così civile e così garbato di reciproca stima si trasforma man mano ingarbugliandosi e facendo uscire rancori, critiche, visioni diverse sul teatro e sulla vita ma soprattutto scoperchiando una competitività non più latente. La storia ripropone l’intreccio e la con-fusione tra vita di Alceste e la vita di Serge Tanneur (Fabrice Lucchini) dai processi persi ai tradimenti amorosi (Maya Samsa). Il film ha un ritmo serrato e non annoia mai, pur essendo molto recitato riesce a inframezzare le prove teatrali e le schermaglie dei protagonisti, con viste dell’oceano, ville lussuose e percorsi in bicicletta con una bella fotografia. Molto bravi gli attori, ma anche... i doppiatori.
[-]
[+] grandi i doppiatori
(di cristmas)
[ - ] grandi i doppiatori
|
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
fabiofeli
|
lunedì 23 dicembre 2013
|
homo homini lupus
|
|
|
|
Serge (Fabrice Luchini) è un attore di teatro che si è ritirato dalle scene, eleggendo a suo rifugio solitario un casale sull’Ile de Rè, davanti a La Rochelle, sulla costa atlantica della Francia tra Nantes e Bordeaux; il suo carattere alieno dall’ipocrisia rende difficili i rapporti con il prossimo. Gauthier (Lambert Wilson) è un attore reso ricco e noto da una stucchevole serie televisiva imperniata sugli zuccherosi drammi di “medici senza macchia e senza paura”, che riceve da un produttore l’incarico di stanare Serge per riportarlo in teatro a recitare il Misantropo di Molière; ha notevoli doti di equilibrista tra il dire e non dire per piacere a tutti e saziare una smisurata vanità.
[+]
Serge (Fabrice Luchini) è un attore di teatro che si è ritirato dalle scene, eleggendo a suo rifugio solitario un casale sull’Ile de Rè, davanti a La Rochelle, sulla costa atlantica della Francia tra Nantes e Bordeaux; il suo carattere alieno dall’ipocrisia rende difficili i rapporti con il prossimo. Gauthier (Lambert Wilson) è un attore reso ricco e noto da una stucchevole serie televisiva imperniata sugli zuccherosi drammi di “medici senza macchia e senza paura”, che riceve da un produttore l’incarico di stanare Serge per riportarlo in teatro a recitare il Misantropo di Molière; ha notevoli doti di equilibrista tra il dire e non dire per piacere a tutti e saziare una smisurata vanità. La mira segreta di Gauthier è quella di riservare per sé la parte di protagonista relegando Serge al ruolo di “spalla”; ma costui è un osso duro e non si piega facilmente ai voleri dell’altro: i due proveranno a turno i ruoli di Alceste e Filinte per verificare come assegnare le parti nel modo più giusto. Essi incrociano il fioretto, alternando recitazione e dialoghi fuori dal testo e girando in bicicletta nel piatto paesaggio su strade sospese sugli argini di canali, con esiti comici prevedibili. Durante le prove visitano case in vendita, perché Gauthier è interessato ad acquistarne una nella zona, sempre più di moda nel mondo borghese parigino. Incontrano la proprietaria di una di queste case, Francesca (Maya Sansa), una donna bella e scorbutica in preda a una burrasca che precede un divorzio; la donna non si fa scrupoli nello sbattere subito in faccia ai due che detesta gli attori per il loro difetto capitale, il narcisismo. L’attrazione che provano Serge e Gauthier per Francesca, donna decisa e senza peli sulla lingua, è ineluttabile. Entra in gioco, quindi, un altro oggetto del contendere tra i due; il medesimo oggetto, però, è anche un imprevedibile soggetto e i due contendenti passano dal fioretto alla spada, accompagnata da un nodoso randello. L’imbrattamento di sangue – metaforico – dello schermo è altrettanto scontato e pagano le spese dello scontro tutti i personaggi …
In questa pellicola si ricompone il fortunato binomio Le Guay-Luchini, varato con successo nel recente Le donne del 6° piano. La bravura espressiva di Luchini è indubbia e sovrasta quella degli altri interpreti, pur bravi nella loro parte. Il dialogo è scoppiettante e serrato. I luoghi dell’azione sono costruiti con cura e i paesaggi sono belli. Insomma: tutto scorre gradevolmente in questa storia, regalando un film da vedere.
Valutazione ***1/2
FabioFeli
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a fabiofeli »
[ - ] lascia un commento a fabiofeli »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
eugenio
|
venerdì 20 dicembre 2013
|
una versione inedita del misantropo
|
|
|
|
Cinema un po’ d’essay la nuova “avventura filmica” del regista francese Le Guay dopo l’acclamato successo de “Le donne del sesto piano”.
Siamo lontani da quel filone ma la strada dell’originalità -in questo caso definita dalla contaminazione teatro-cinema- è ben percorsa e procede senza intoppi. Certo, adattare Moliere ed in particolare “Il misantropo” fino a renderlo protagonista di una pellicola, è scelta coraggiosa in un cinema che fa sempre più abuso di effetti digitali di massa ma Le Guay complice un cast che ha tra le sue stelle il sempre bravo Luchini, riesce nell’impresa.
Al centro di "Moliere in bicicletta" stanno i preparativi del Misantropo ad opera di due carismatici quanto antitetici personaggi che hanno in comune solamente la formazione artistica: il primo, Gauthier, è un narcisista arrogante attore di successo di una soap opera medico-sentimentale, desideroso di tornare ai “patri lidi” interpretando un dramma di successo; il secondo, Serge, è un grande talento teatrale ritiratosi a Ilè del Rè al culmine della sua carriera artistica.
[+]
Cinema un po’ d’essay la nuova “avventura filmica” del regista francese Le Guay dopo l’acclamato successo de “Le donne del sesto piano”.
Siamo lontani da quel filone ma la strada dell’originalità -in questo caso definita dalla contaminazione teatro-cinema- è ben percorsa e procede senza intoppi. Certo, adattare Moliere ed in particolare “Il misantropo” fino a renderlo protagonista di una pellicola, è scelta coraggiosa in un cinema che fa sempre più abuso di effetti digitali di massa ma Le Guay complice un cast che ha tra le sue stelle il sempre bravo Luchini, riesce nell’impresa.
Al centro di "Moliere in bicicletta" stanno i preparativi del Misantropo ad opera di due carismatici quanto antitetici personaggi che hanno in comune solamente la formazione artistica: il primo, Gauthier, è un narcisista arrogante attore di successo di una soap opera medico-sentimentale, desideroso di tornare ai “patri lidi” interpretando un dramma di successo; il secondo, Serge, è un grande talento teatrale ritiratosi a Ilè del Rè al culmine della sua carriera artistica.
Opposti si attraggono ma qui l’eccezione fa la regola per rimanere in tono di luoghi comuni. Serge ha deciso di vivere da eremita rinunciando al palco che gli era divenuto “troppo stretto” e rifiuta almeno inizialmente la proposta di Gauthier ma di nascosto sottende la brama di coprire il ruolo di Alceste, l'innamorato di Celimene e amico di vecchia data di Filinte.
Dalla finzione teatrale alla finzione cinematografica, lo spettatore assiste per buona parte ai diverbi tra i due ex amici, alle prove alterne dei due ripetute fino allo sfinimento la prima scena del primo atto, alla conoscenza con Francesca (Maya Sansa) divorziata dal marito che intreccerà una quantomeno apparente storia col ramingo Serge.
Il climax è nell’angolo e lo spettatore non foriero a pellicole di questo stile pregusta già cosa lo attende. Dall’incontro/scontro tra due approcci che si traducono in differenti stili di vita, Le Guay traccia abilmente il profilo psicologico di due attori sull’oramai definito viale del tramonto indagandone con acume il senso di isolamento dalla realtà che talune volta comportano le dinamiche del mondo dello spettacolo e sui deleteri effetti nell'animo.
In mani poco esperte il rischio del “triangolo” innestato in ambito teatrale avrebbe lasciato perplessi col rischio di cadere nel già visto o peggio nell’esecrabile volgarità. L’esile trama poi poteva avvalorare questa tesi impreziosita soltanto da un vezzo borghese come l’esibizione del Misantropo in una commedia anomala che nascondeva sotto la veste “aulica” una trama molto “italiana” anni novanta che difficilmente avrebbe saputo narrare qualcosa in più.
I momenti di lirica, di ironia e di evidente misantropia di Serge unito a un gusto un po’ retrò e raffinato nella scelta estetica e formale, innalza l’aura della pellicola a un livello di buona fattura formale, dove ogni scena assume un senso specifico, dove il rapporto dialogico tra i due contendenti nasconde l’inferno di tutto il genere umano.
Come dirà Serge in un pregnante primo piano: “Troppe perversità, troppo malanimo. Io chiuderò i rapporti con il prossimo, troppo dolore le disgrazie portano tirandosi da parte, più si sopportano poiché gli umani si azzannano come lupi.
E non occorre certo Molierè per ricordarcelo.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
albe1110
|
mercoledì 18 dicembre 2013
|
commedia di gran classe
|
|
|
|
Ma come è bello andare al cinema e scoprire gioielli come questo MOLIERE IN BICICLETTA! Commedia leggere e mai banale, moderna e ben scritta con una regia semplice e al servizio di una meravigliosa coppia di attori affiatatissimi! In sala tante risate per battute fulminanti preparate con grandissima cura. Entusiasta.
|
|
|
[+] lascia un commento a albe1110 »
[ - ] lascia un commento a albe1110 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
alex2044
|
mercoledì 18 dicembre 2013
|
l'ile de rè incorona un vero e proprio re .
|
|
|
|
Che bella l'ile de Rè . Bella l'aria di vecchia Francia che si respira per tutto il film . Ma la parte migliore è l'interpretazione di Fabrice Luchini attore gigantesco di livello mondiale . Ottima spalla Lambert Wilson e corretti i caratteristi . Un film da vedere da parte di tutti coloro che amano non solo il cinema ma anche e soprattutto la cultura che pervade la miglior filmografia .
|
|
|
[+] lascia un commento a alex2044 »
[ - ] lascia un commento a alex2044 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
flyanto
|
martedì 17 dicembre 2013
|
tra finzione e realt ecco il ritratto di un vero
|
|
|
|
Film in cui si narra di un ex-grande attore, ormai ritiratosi dalle scene e dalla vita pubblica nell' Isola del Re in Bretagna, il quale viene contattato da un suo ex collega, più giovane ed interprete per lo più di fiction televisive, con la proposta di partecipare alla rappresentazione teatrale de "Il Misantropo" di Molière. Sebbene all'inizio sia alquanto riluttante l' ex grande attore, interpretato da Fabrice Luchini, pian piano accarezza l'idea di ritornare sulle scene ma con la condizione di interpretare il personaggio principale di Alceste che invece gli viene conteso dall'ex collega. Tra schermaglie varie verbali, corse in bicicletta, prove di recitazione e la conoscenza, nonchè breve frequentazione, di una giovane donna italiana lì residente, l'ex attore comincia a condurre una vita più sociale da cui alla fine, però, per motivazioni varie, ma soprattutto per incomprensioni di base con l'ex collega, egli vi ritornerà, incarnando realmente la figura del misantropo.
[+]
Film in cui si narra di un ex-grande attore, ormai ritiratosi dalle scene e dalla vita pubblica nell' Isola del Re in Bretagna, il quale viene contattato da un suo ex collega, più giovane ed interprete per lo più di fiction televisive, con la proposta di partecipare alla rappresentazione teatrale de "Il Misantropo" di Molière. Sebbene all'inizio sia alquanto riluttante l' ex grande attore, interpretato da Fabrice Luchini, pian piano accarezza l'idea di ritornare sulle scene ma con la condizione di interpretare il personaggio principale di Alceste che invece gli viene conteso dall'ex collega. Tra schermaglie varie verbali, corse in bicicletta, prove di recitazione e la conoscenza, nonchè breve frequentazione, di una giovane donna italiana lì residente, l'ex attore comincia a condurre una vita più sociale da cui alla fine, però, per motivazioni varie, ma soprattutto per incomprensioni di base con l'ex collega, egli vi ritornerà, incarnando realmente la figura del misantropo. Il regista Philippe Le Guay ha già diretto Fabrice Luchini nella sua precedente opera "Le donne del sesto piano" ed ancora una volta è evidente il sodalizio, nonchè la complicità, che regna tra i due artisti che riescono così, lavorando all'unisono, a dare allo spettatore un prodotto di alta qualità. Le Guay affronta la tematica dell'importanza di fare teatro o cinema di qualità in contrapposizione alla scelta di accettare ruoli meno impegnativi e relegati, per esempio, a prodotti televisivi di minor spessore e pregio ma sicuri garanti di successo e considerevole guadagno. Il film nel complesso è divertente ma quello che si evince in generale dalla pellicola è soprattutto lo stile elegante, spiritoso e leggero con cui essa è stata girata. Le battute pronunciate dai protagonisti sono una vera e propria testimonianza di fare del teatro comico, quelle, tratte dal reale testo de "Il Misantropo", che i due attori pronunciano durante le prove in vista della loro futura rappresentazione, costituiscono invece un esempio di ottima drammaturgia. Pertanto l eccellente recitazione di tutti gli attori scelti, Fabrice Luchini nettamente al di sopra degli altri, Lambert Wilson e Maya Sansa, risulta essere tutto ciò che determina l'alto valore del film, innalzandolo da mero e semplice divertissement, o semplicemente da comune brillante commedia, ad opera, direi, di stampo teatrale di elevato pregio artistico. Da non perdere.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
|
|