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giovedì 24 agosto 2023
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assolutamente no
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Secondo me del tutto sbagliato
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lucascialo
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sabato 6 ottobre 2018
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affronta male un tema dedicato
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Penultima pellicola di Pascal Chaumeil, regista francese scomparso l'anno successivo la sua uscita. Traspone un romanzo di Nick Hornby, il quale affronta il tema delicato dei suicidi. Il film, infatti, risulta banale e scontato, sebbene inizi con i migliori propositi. Quattro persone salgono su un grattacielo la notte di capodanno per buttarsi giù, sopraffatti dai loro problemi. Iniziano a parlare tra loro e finiscono per fare squadra. Al punto da cominciare a frequentarsi ed instaurare un'amicizia. Ritrovano la voglia di vivere ma non mancheranno problemi.
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dana scully
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martedì 15 novembre 2016
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e invece a me tutto sommato è piaciuto ...
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Premetto innanzitutto che a) non ho letto il libro di Hornby, e b) non lo giudico certo un capolavoro, anzi.
Però - guardato in tv senza aspettarmi nulla, alla fine l'ho trovato tutto sommato molto gradevole - Tony Collette sopra a tutti.
Non vive certo di grandi momenti, ma a tratti mi è sembrato bilanciare bene drammatico e commedia, senza sprofondare nel patetico.
Ripeto: non lo giudico un capolavoro, ma ho visto di molto, molto, molto peggio.
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irishman
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mercoledì 21 ottobre 2015
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pessimo
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Uno dei peggiori film mai visti.
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liuk!
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lunedì 3 novembre 2014
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controcorrente
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Non concordo con le recensioni medie, credo invece che questo sia un prodotto interessante, ben fatto e ben recitato. Bravissima la solita Toni Collette, attrice formidabile, ma anche la Poots si dimostra astro nascente di ottima levatura. Buona la storia, un drammatico a tinte lievi, e anche la regia. Unico neo é nella parte finale, leggermente tirata via, forse in fase di montaggio.
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claudiofedele93
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martedì 2 settembre 2014
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un film dove non c'è traccia di nick hornby!
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Per molti anni le opere di Nick Hornby trasposte sul grande schermo sono riuscite a riscuotere un buon successo sia dal punto di vista delle recensioni della stampa che dagli incassi al botteghino; Non Buttiamoci Giù, pellicola tratta dall’omonimo romanzo dell’autore edito in Italia nel 2005 arriva da noi un po’ in sordina, in un periodo quasi anonimo (Marzo) e con una distribuzione alquanto limitata. Per certi aspetti, forse, queste particolari circostanze sono state davvero un bene per l’ultimo lavoro di Pascal Chaumeil.
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Per molti anni le opere di Nick Hornby trasposte sul grande schermo sono riuscite a riscuotere un buon successo sia dal punto di vista delle recensioni della stampa che dagli incassi al botteghino; Non Buttiamoci Giù, pellicola tratta dall’omonimo romanzo dell’autore edito in Italia nel 2005 arriva da noi un po’ in sordina, in un periodo quasi anonimo (Marzo) e con una distribuzione alquanto limitata. Per certi aspetti, forse, queste particolari circostanze sono state davvero un bene per l’ultimo lavoro di Pascal Chaumeil.
Le (dis)avventure dei quattro pratonisti, (J.J., Martin, Maureen e Jess) sono inserite in un contesto che prende molte distanze da quello della controparte cartacea. Il tutto inizia con un giusto tono drammatico, vi è uno sviluppo interessante che mantiene una sorta di equilibrio tra “commedia” e “dramma psicologico” che poi però, al momento opportuno, si dimostra essere solo un pretesto per avviare il film in un plot ed una conclusione del tutto privi di pathos, interesse e talmente scontati da far pensare, chi guarda la pellicola, a come non esser arrivati prima a capire i veri intenti del regista.
Non Buttiamoci Giù è un prodotto che gode di particolari difetti a cominciare dall’impostazione, il film infatti cerca di dare ad ogni personaggio della storia un proprio spazio (riconducibile ad una blanda suddivisione in atti), quasi a voler per forza introdurre, di volta in volta, un capitolo nuovo che serva anche da approfondimento psicologico per rendere quest’ultimo un protagonista a tutto tondo e per far meglio comprendere il proprio stato d’animo interiore e il motivo per cui questi ha scelto di suicidarsi. La formula usata però, in definitiva, non funziona affatto poiché tra i quattro “prescelti” l’unica persona verso cui si prova una sorta di minima commozione e compassione è quella di Maureen alla quale viene dato il compito di trascinare il tutto verso un finale scontato grazie all’ausilio della figura del figlio disabile. Chaumeil allestisce una commedia dai toni scanzonati e dalle battute non sempre brillanti che perde la sua ironia ed il suo sarcasmo dopo malapena quaranta minuti, gonfiandosi di una superficialità e di ambizioni che davvero non le stanno a pennello e a cui non può sperare di arrivare, perché mai come in questo film si ha sempre la costante sensazione che il famoso “happy ending” sia dietro l’angolo e che nulla possa accader ai protagonisti di malvagio o terribile.
Poteva essere, quindi, un film interessante, una storia carica di riflessioni travestita da commedia con tinte noir, ma il massimo che riesce a dimostrarsi questo Non Buttiamoci Giù è a malapena una denuncia verso i tabloid inglesi e le conduttrici televisive invadenti e senza cuore (non a caso il regista è un francese), non risparmiandosi nemmeno un siparietto tra uno dei protagonisti ed il proprietario di un negozio di natali Italiani che con il suo atteggiamento ricorda vagamente un mafioso. Il cattivo gusto, non solo verso la storia, ma anche verso la ri-costruzione di una città come Londra, dal punto di vista sociale-antropologico, è un lusso che in tutta franchezza si poteva evitare ed inoltre questi elementi portano a dare al film una valutazione ancora più bassa del dovuto.
Tuttavia, al di là dei tempi e delle tempistiche sbagliate, dei tanti errori in fase di sceneggiatura riguardo dialoghi a volte imbarazzanti e a scene più simili a pellicole rosa come One Day, il vero tallone d’Achille di tutto questo siparietto sta nei personaggi, eccessivamente stereotipati e piatti a cominciare da Martin, interpretato da Pierce Brosnan è un uomo superficiale, capace di pensare solo ai soldi e al successo, privo di una qualunque sfumatura psicologica interessante ed interpretato da un attore che anche per questa volta non risparmia il pubblico di una delle sue peggior interpretazioni, tanto che per noi italiani sarà più facile innamorarsi della voce di Luca Ward e dai toni di quest’ultimo attraverso i quali colora i dialoghi del protagonista che dell’attore e della sua performance, la quale si dimostra essere davvero deludente. Tony Collette, nelle vesti di Maureen è più simile ad un salvagente che ad un personaggio, la dimostrazione perfetta dell’incapacità del regista di non voler portare avanti forse la storia più drammatica e commovente dell’intero lungometraggio se non per una funzione ruffiana e scontata portata all’eccesso; J.J. riesce a brillare sullo schermo grazie al talento di Aaron Paul che dopo Breaking Bad, pur optando di entrare in film la cui bellezza rimane discutile tra cui citiamo anche il recente Need for Speed, rimane sempre un attore di talento del tutto invulnerabile al passaggio dal piccolo al grande schermo; Chi invece riesce sempre ad avere il palcoscenico tutto per se, grazie anche ad un personaggio in alcuni momenti fin troppo sopra le righe, è la Jess di Imogen Poots che buca lo schermo e diverte (forse troppo) grazie alle sue battute e alle sue tante espressioni facciali, chiara prova del talento e del potenziale a cui può attingere. Un vero peccato, però, che i tanti interventi che vedono lei protagonisti alle lunghe si rivelano troppo fuori luogo ed eccessivamente rocamboleschi.
Non Buttiamoci Giù è il peggiore adattamento di un romanzo di Nick Hornby, su questo non vi sono dubbi. Il film, per tutta la sua durata, non riesce a raggiungere nemmeno la emotività necessaria capace di destare anche il minimo interesse in chi lo guarda, proponendo una storia che in definitiva sa troppo di già vista e affrontando con una superficialità criminale un tema delicato e attuale come quello del suicidio. Senza voler per forza pretendere un film troppo artificioso e statico si rimane troppo delusi, comunque, da un’opera che fa della dinamicità e della commedia uno dei suoi punti di forza, risultando in ultima sede, dunque, troppo poco interessante e troppo di cattivo gusto. Un film che ad eccezione di alcune scene panoramiche su Londra, della colonna sonora e delle performances di Poots e Paul si rivale veramente pessimo e dunque da bocciare su tutta la linea.
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pepito1948
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sabato 19 aprile 2014
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film sulla vita, non sulla morte
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Quali possono essere i motivi che spingono al suicidio? Per esempio la fine di una brillante carriera televisiva a causa di un infausto incontro con una minorenne o la solitudine nell'accudire un figlio gravemente invalido o l'oppressiva ma lontana protezione di un padre famoso, o peggio -ed invertendo i termini- la mancanza di un motivo valido per vivere.
Quattro casi umani si ritrovano per caso la notte di Capodanno su una terrazza sulla soglia dell'abisso, ma la loro interazione frena i convergenti propositi e rimanda l'appuntamento a San Valentino. Da qui si avvia un tentativo comune di trovare nuove motivazioni per scongiurare in tempo quella decisione; il quartetto stringe un rapporto di alleanza e di frequentazione che, attraverso esperienze ludiche e drammatiche, si consolida e diventa un baluardo contro la tendenza centrifuga dalla vita.
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Quali possono essere i motivi che spingono al suicidio? Per esempio la fine di una brillante carriera televisiva a causa di un infausto incontro con una minorenne o la solitudine nell'accudire un figlio gravemente invalido o l'oppressiva ma lontana protezione di un padre famoso, o peggio -ed invertendo i termini- la mancanza di un motivo valido per vivere.
Quattro casi umani si ritrovano per caso la notte di Capodanno su una terrazza sulla soglia dell'abisso, ma la loro interazione frena i convergenti propositi e rimanda l'appuntamento a San Valentino. Da qui si avvia un tentativo comune di trovare nuove motivazioni per scongiurare in tempo quella decisione; il quartetto stringe un rapporto di alleanza e di frequentazione che, attraverso esperienze ludiche e drammatiche, si consolida e diventa un baluardo contro la tendenza centrifuga dalla vita. Ma arriva San Valentino e qualcuno è già pronto al volo sulla stessa terrazza.....
Nonostante l’apparenza non si tratta di un film sul suicidio, che fa da spunto per il "dopo", cioè la costruzione di una relazione tra i quattro sconosciuti che sarà determinante per rimettere in carreggiata le rispettive vite finite fuori strada. E' su tale percorso che il regista francese Pascal Chaumeil, che oggi vive in Gran Bretagna, si sofferma per sottolineare il potere salvifico della socialità e della solidarietà tra esseri umani, soprattutto tra chi rischia di essere sopraffatto dall'apparente insormontabilità delle difficoltà che possono mettere in serio pericolo la nostra vitalità; a prescindere da ogni differenza di età e di ceto. Con garbo e con il giusto equilibrio, Chaumeil imposta una commedia che vira verso il dramma per poi concludersi su toni rasserenanti. Si sorride, grazie a dialoghi e situazioni brillantemente orditi, così come il pathos improvvisamente sale e sfiora la tragedia, ma il pronto soccorso degli altri sodali smorza la tensione che da quel momento resta comunque emotivamente avvolgente.
Nonostante alcune critiche che rilevano presunti difetti, come un’inadeguata trattazione del suicidio o un’impropria commistione di generi o un approssimativo scavo interiore, l’opera è ben congegnata e coinvolgente. Il suicidio, come detto, è solo un pretesto per parlare della vita che riprende vigore dopo una crisi temporanea, non della morte. La pretesa di etichettare in modo univoco un film nel cinema contemporaneo è infondata, visto che la classificazione dei generi è abbondantemente superata e molte opere li attraversano senza più suscitare scandalo; semmai è importante saper dosare adeguatamente i cambi di registro. Certamente c'è poco di intimistico, ma la raffigurazione dei personaggi è volutamente diretta a rappresentare simbolicamente alcune tipologie umane, di cui vengono messe in risalto le interazioni più che le psicologie personali.
Lo schema del film ricalca in parte la commedia americana, in cui il momento del conflitto, generalmente di tipo sentimentale, è qui sostituito da un dramma che mette a rischio la vita di qualcuno, ma lo sviluppo della storia con i suoi alti e bassi è ben equilibrato dal sapiente dosaggio e dal tocco mai pesante dell'autore.
Bravi gli attori e perfino il “vecchio” Brosnan, sempre un po’ legnoso e privo della freschezza e la disinvoltura degli altri, fornisce una performance soddisfacente.
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ultimoboyscout
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martedì 15 aprile 2014
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i fantastici quattro sul tetto.
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Capodanno a Londra: quattro perfetti sconosciuti si ritrovano sul tetto di un grattacielo con l'intento di suicidarsi buttandosi di sotto. Ma invece di lanciarsi nel vuoto decidono di rimanere vivi per altre sei settimane, fino al giorno di San Valentino, per poi decidere che fare. Nel frattempo nasce tra loro una vera, fortissima amicizia. Fra i tanti romanzi di Nick Hornby, almeno tra quelli adattati per il cinema, "Non buttiamoci giù" è uno dei migliori per originalità della storia, personaggi divertentissimi e un netto cambio di stile che vira verso un umorismo nero, disperato ma pur sempre irresistibile, rispetto al solito decisamente più light e contenuto. Hornby è vero cinema su pagine e il mestierante Pascal Chaumeil ne sfrutta brillantezza, gradevolezza e solidità per confezionare una commedia di buonissima fattura sia per storia che per soggetto, tenera e divertente, coi quattro protagonisti che riescono a farsi amare fin da subito, restituendo il disorientamento e poi la complicità tipica degli estranei che condividono l'intimità più assoluta.
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Capodanno a Londra: quattro perfetti sconosciuti si ritrovano sul tetto di un grattacielo con l'intento di suicidarsi buttandosi di sotto. Ma invece di lanciarsi nel vuoto decidono di rimanere vivi per altre sei settimane, fino al giorno di San Valentino, per poi decidere che fare. Nel frattempo nasce tra loro una vera, fortissima amicizia. Fra i tanti romanzi di Nick Hornby, almeno tra quelli adattati per il cinema, "Non buttiamoci giù" è uno dei migliori per originalità della storia, personaggi divertentissimi e un netto cambio di stile che vira verso un umorismo nero, disperato ma pur sempre irresistibile, rispetto al solito decisamente più light e contenuto. Hornby è vero cinema su pagine e il mestierante Pascal Chaumeil ne sfrutta brillantezza, gradevolezza e solidità per confezionare una commedia di buonissima fattura sia per storia che per soggetto, tenera e divertente, coi quattro protagonisti che riescono a farsi amare fin da subito, restituendo il disorientamento e poi la complicità tipica degli estranei che condividono l'intimità più assoluta. Dramedy ironica e non scontata, con quattro personaggi non in cerca d'autore ma di calore, affetto, amore e amicizia, di qualcuno che possa interrompere la solitudine e portare una ventata d'ottimismo e nuovi stimoli, che riesca anche solo a dire un semplicissimo "ti capisco". Il pretesto è paradossale e la commedia ha toni leggeri solo per finta offrendo un punto di vista assolutamente ottimistico sulla vita, riesce ad essere caustica e tenera al tempo stesso ma non riesce a mantenersi armonica per tutta la durata, scadendo in una forma di buonismo molto facile specie nel finale, dopo una buona partenza e un'ottima crescita nella fase centrale. Lo stile è quello raffinato, la commedia è toccante e si concentra sugli alti e bassi della vita passando dal cinico al noir al sardonico, lo spirito è agrodolce, non convince lo script che non banalizza la depressione ma non sviluppa a dovere i personaggi. Solo Toni Collette, attrice sottovalutatissima, riesce ad essere convincente fino in fondo, dando persino un tocco poetico alla pellicola grazie ad un'interpretazione intensa, profonda, di grandissimo spessore. Da vera madre coraggio.
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setegeco1960
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martedì 8 aprile 2014
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il dolore trattato con leggerezza
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Film semplice e leggero senza particolari scivoloni, dato che trattasi di commedia. Regia classica, si apprezza il saper affrontare con leggerezza il dolore.
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flyanto
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venerdì 28 marzo 2014
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la coincidenza di suicidarsi tutti e 4 insieme
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Film tratto dall'omonimo romanzo di Nick Hornby in cui quattro individui si incontrano casualmente la notte di Capodanno sopra il grattacielo più alto di Londra al fine di suicidarsi, buttandosi giù. Ognuno ha i propri differenti motivi per attuare un simile programma ma incontrandosi essi arrivano a desistere dal loro intento decidendo di rimandare il proprio proposito sino al giorno di S. Valentino. Nel corso del lasso di tempo che separa Capodanno dal 14 Febbraio essi iniziano a frequentarsi e ad organizzare insieme addirittura una vacanza di una settimana a Tenerife, consolidando così il proprio legame e la sincera amicizia.
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Film tratto dall'omonimo romanzo di Nick Hornby in cui quattro individui si incontrano casualmente la notte di Capodanno sopra il grattacielo più alto di Londra al fine di suicidarsi, buttandosi giù. Ognuno ha i propri differenti motivi per attuare un simile programma ma incontrandosi essi arrivano a desistere dal loro intento decidendo di rimandare il proprio proposito sino al giorno di S. Valentino. Nel corso del lasso di tempo che separa Capodanno dal 14 Febbraio essi iniziano a frequentarsi e ad organizzare insieme addirittura una vacanza di una settimana a Tenerife, consolidando così il proprio legame e la sincera amicizia. Naturalmente non mancano però neppure le incomprensioni ed i conseguenti litigi ma nonostante ciò essi arriveranno uniti alla fatidica data del 14 Febbraio creando i presupposti per una futura esistenza più serena e colma di speranza.
Il regista Pascal Chaumeil filma un'opera divertente, sebbene leggera, traendo ovviamente spunto dall'opera originale scritta dal talentuoso e sottilmente ironico Nick Hornby. Senza dubbio il suo adattamento cinematografico manca dell' originale spirito con cui Hornby presenta e delinea tutti i personaggi, ma Chaumeil fa del suo meglio nel riproporre e raccontare la singolare trama. Pertanto, pur non avendo nessuna qualità eclatante da ergerla come un'opera di qualità, la pellicola è facilmente accettabile e dunque alquanto godibile, a tal punto che lo spettatore non può fare a meno alla fine di affezionarsi addirittura a tutti e 4 i personaggi, peraltro ben differenti l'no dall'altro, nel corso del proprio cammino esistenziale.
Insomma, un film quanto mai adatto al fine
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