ritavagnozziroma
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venerdì 12 gennaio 2018
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la rai ci ha raccontato in una bella fiction.
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La Rai ci ha raccontato in una bella fiction un pezzo di storia importante dell'Italia del dopoguerra. La storia di Adriano Olivetti, un uomo che inseguiva una utopia e che riuscì a realizzarla. Olivetti sognava una fabbrica che fosse un luogo di crescita culturale e morale dell'uomo. La fabbrica come società perfetta, che potesse fare da modello al Paese. Ci riuscì perché potè conciliare il successo commerciale e tecnologico con la concezione umanistica dell'azienda. I suoi ...prodotti conquistarono il mondo anche per la loro bellezza (al Moma di New York sono esposti molto prodotti Olivetti, primo fra tutti la mitica Lettera 22). Olivetti nel 1960 aveva progettato il primo computer con molti anni di anticipo, ma fu fermato.
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La Rai ci ha raccontato in una bella fiction un pezzo di storia importante dell'Italia del dopoguerra. La storia di Adriano Olivetti, un uomo che inseguiva una utopia e che riuscì a realizzarla. Olivetti sognava una fabbrica che fosse un luogo di crescita culturale e morale dell'uomo. La fabbrica come società perfetta, che potesse fare da modello al Paese. Ci riuscì perché potè conciliare il successo commerciale e tecnologico con la concezione umanistica dell'azienda. I suoi ...prodotti conquistarono il mondo anche per la loro bellezza (al Moma di New York sono esposti molto prodotti Olivetti, primo fra tutti la mitica Lettera 22). Olivetti nel 1960 aveva progettato il primo computer con molti anni di anticipo, ma fu fermato. Con la sua morte tutto finì... anche il sogno che Adriano Olivetti aveva realizzato. In questo momento drammatico, dove trionfa l'egoismo e la mediocrità, ricordiamoci degli uomini che fecero grande l'Italia, come Adriano Olivetti.
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gurthang
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mercoledì 20 dicembre 2017
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filmetto televisivo di terz'ordine
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Un film con buone intenzioni, ma di livello decisamente televisivo, provvisto di tutte le semplificazioni e gli stereotipi richiesti dalla cinematografia di massa.
Ogni personaggio è decisamente buono o decisamente cattivo, con quelli buoni provvisti di ogni virtù da libro cuore e i cattivi antipatici, arroganti e/o prepotenti fin dalla prima inquadratura. In questo modo il film si riempie di macchiette prive di consistenza e di scenette da catechismo domenicale. Manca qualsiasi chiaroscuro, qualsiasi approfondimento psicologico e manca anche un minimo di analisi seria delle problematiche entro cui si muoveva l'azienda.
Buono per massaie, pensionati e per tutti i cervelli rovinati dalla scuola dell'inclusione.
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Un film con buone intenzioni, ma di livello decisamente televisivo, provvisto di tutte le semplificazioni e gli stereotipi richiesti dalla cinematografia di massa.
Ogni personaggio è decisamente buono o decisamente cattivo, con quelli buoni provvisti di ogni virtù da libro cuore e i cattivi antipatici, arroganti e/o prepotenti fin dalla prima inquadratura. In questo modo il film si riempie di macchiette prive di consistenza e di scenette da catechismo domenicale. Manca qualsiasi chiaroscuro, qualsiasi approfondimento psicologico e manca anche un minimo di analisi seria delle problematiche entro cui si muoveva l'azienda.
Buono per massaie, pensionati e per tutti i cervelli rovinati dalla scuola dell'inclusione. Chi cerchi un minimo di intelligenza o qualche seria informazione sul lavoro di Olivetti e sul contesto storico e imprenditoriale in cui si muoveva il suo lavoro, deve rivolgersi altrove.
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cappannonno
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mercoledì 30 ottobre 2013
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un sogno ormai perso
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Questa straordinaria mini serie di Michele soavi racconta la storia di Adriano Olivetti (interpretato da un magistrale Zingaretti), che con speranza e costanza ha fatto diventare l'Olivetti leader mondiale di calcolatori elettronici.
Il film, triste e commovente, racconta il sogno di uno dei più grandi imprenditori che l'italia abbia mai visto:
creare un'azienda dove gli operai hanno diritti, stipendi alti e minor ore di lavoro.
Ma il suo operato intralcerà potenze ben più sopra della sua portata...
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