purplerain
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sabato 23 marzo 2013
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scoprirsi una famiglia.
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Bello e a tratti commovente il film di Kurtzman. Alla morte del padre, il figlio scopre di avere una sorella della quale non sa niente e la quale niente sa di lui. Da questo momento Sam, interpretato dall'ottimo Chris Pine, già visto al fianco di Denzel, comincerà ad entrare nella vita di sua sorella per conoscerla senza rivelare la sua identità!! Sarà probabilmente un errore, perchè mentire non è mai corretto e perchè pima o poi la verità viene sempre a galla!! Da questo momento si svolge la vera trama del film, con i suoi colpi di scena e il suo racconto semplice e complesso allo stesso tempo. perchè conoscere a venti anni una sorella della quale fino al giorno prima non si sapeva niente non è facile, oltre tutto la vita di lei non è delle più semplici: un figlio avuto non si sa da chi, alcolismo e problemi con la scuola del figlio non fanno altro che complicare la possibile relazione tra fratelli.
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Bello e a tratti commovente il film di Kurtzman. Alla morte del padre, il figlio scopre di avere una sorella della quale non sa niente e la quale niente sa di lui. Da questo momento Sam, interpretato dall'ottimo Chris Pine, già visto al fianco di Denzel, comincerà ad entrare nella vita di sua sorella per conoscerla senza rivelare la sua identità!! Sarà probabilmente un errore, perchè mentire non è mai corretto e perchè pima o poi la verità viene sempre a galla!! Da questo momento si svolge la vera trama del film, con i suoi colpi di scena e il suo racconto semplice e complesso allo stesso tempo. perchè conoscere a venti anni una sorella della quale fino al giorno prima non si sapeva niente non è facile, oltre tutto la vita di lei non è delle più semplici: un figlio avuto non si sa da chi, alcolismo e problemi con la scuola del figlio non fanno altro che complicare la possibile relazione tra fratelli. Molto convincente la sceneggiatura, atta a presentarci i personaggi, compresi quelli meno "importanti" come il figlio di lei o la madre di lui, interpretata da una sempre bravissima Michelle Pfeiffer, senza che uno invada la sfera dell'altro, lasciando ad ognuno lo giusto spazio e la giusta importanza, diventando così l'uno il comprimario dell'altro. E non potrebbe essere altrimenti, perchè la storia non lascia la possibilità di tenere fuori un protagonista, perchè la storia di uno dipende dall'altro, con un finale che lascia riflettere su quanto in fondo sia bello scoprire che anche se abbandonati, da lontano c'è sempre chi ci vuole bene e ci assiste, preoccupandosi per noi!!
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damiano81
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lunedì 28 gennaio 2013
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un bel film
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Una bella sceneggiatura, film piacevole da vedere con qualche emozione grazie a un bel finale. E' vergognoso che non sia uscito al cinema in Italia, basta con i cinepanettoni! il cinema è arte!
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sergiofi
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mercoledì 23 gennaio 2013
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il bene prezioso della famiglia
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La scoperta di avere una sorella (e un nipote) di cui si disconosce l’esistenza, può diventare la molla per riappropriarsi di una vita allo sbando? E’ quanto capita a Sam (Chris Pine) in “People like us”, pellicola passata inosservata nelle sale italiane perchè distribuita all’inizio di agosto del 2012 eppure meritevole di qualche attenzione in più. L’incontro abborracciato e incespicante con la (fin troppo) esuberante Frankie (Elisabeth Banks) e con l’adolescente Josh (Michael Hall D’Addario), fortemente voluto da un padre appena scomparso e in debito con la sua coscienza, è raccontato con misura e partecipazione da Alex Kurtzman (anche sceneggiatore con Roberto Orci e Jody Lambert).
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La scoperta di avere una sorella (e un nipote) di cui si disconosce l’esistenza, può diventare la molla per riappropriarsi di una vita allo sbando? E’ quanto capita a Sam (Chris Pine) in “People like us”, pellicola passata inosservata nelle sale italiane perchè distribuita all’inizio di agosto del 2012 eppure meritevole di qualche attenzione in più. L’incontro abborracciato e incespicante con la (fin troppo) esuberante Frankie (Elisabeth Banks) e con l’adolescente Josh (Michael Hall D’Addario), fortemente voluto da un padre appena scomparso e in debito con la sua coscienza, è raccontato con misura e partecipazione da Alex Kurtzman (anche sceneggiatore con Roberto Orci e Jody Lambert). La svolta che permetterà ai protagonisti di rimettersi in carreggiata, e guardare con maggiore ottimismo al futuro, coinvolge anche i personaggi di Lillian (la madre vedova di Sam, una Michelle Pfeiffer ancora bella e sempre più brava) e Hanna (la compagna del protagonista, una Olivia Wilde dagli occhi che incantano). La scelta del finale, con quelle vecchie immagini in superotto girate di nascosto dal padre di Sam, chiude in modo neppure troppo consolatorio una vicenda umana che riesce a coinvolgere lo spettatore senza dover ricorrere a mielosità inutili e gratuite.
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donni romani
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giovedì 4 ottobre 2012
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una famiglia che non sa di esserlo
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Analisi di una famiglia che non sa di esserlo, questo potrebbe essere il sottotitolo del nuovo film di Kurtzman - che con il socio Roberto Orci ha dato vita a famosi serial come Alias e Fringe ed è autore di Mission Impossible III - film lontano anni luce dai prodotti tutta azione e thriller per cui è noto il regista, ma girato con garbo e furbizia, attento a contenere tutti i diktat - stereotipati? forse, un po', ma mai sgradevoli - di un film di genere sentimentale. Sam ha una carriera in difficoltà avendo fallito una trattativa e deve recarsi in California per il funerale del padre, con cui non aveva un buon rapporto. Lì si troverà a dover gestire una pesante eredità sia materiale, 150.
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Analisi di una famiglia che non sa di esserlo, questo potrebbe essere il sottotitolo del nuovo film di Kurtzman - che con il socio Roberto Orci ha dato vita a famosi serial come Alias e Fringe ed è autore di Mission Impossible III - film lontano anni luce dai prodotti tutta azione e thriller per cui è noto il regista, ma girato con garbo e furbizia, attento a contenere tutti i diktat - stereotipati? forse, un po', ma mai sgradevoli - di un film di genere sentimentale. Sam ha una carriera in difficoltà avendo fallito una trattativa e deve recarsi in California per il funerale del padre, con cui non aveva un buon rapporto. Lì si troverà a dover gestire una pesante eredità sia materiale, 150.000 dollari cash, sia emotiva, visto che la cifra è per una sorella che non ha mai saputo di avere. Naturalmente si accosterà a lei e al figlio undicenne della ragazza senza rivelare la sua identità e fra una confessione, un litigio, un pentimento e una lacrima riusciranno a crescere, a perdonarsi, e a guardare al futuro come una famiglia. Scene piuttosto prevedibili ma recitate con i tempi giusti, attori allineati con una recitazione lineare e semplice tra cui brilla la sempre bellissima Michelle Pfeiffer, e un percorso di sceneggiatura che ricalca tanti altri film simili, ma che non manca di una certa spontaneità e che ha il pregio di non far innamorare i protagonisti come capita di solito. Lieto fine sì, ma nella consapevolezza che la vita è comunque un percorso ad ostacoli dove si inciampa spesso e dove ci si fa male cadendo, ma che quel dolore è più sopportabile se c'è accanto a noi qualcuno che ci vuole bene per aiutarci a rialzarci.
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