archipic
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mercoledì 30 gennaio 2013
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l'amore non banale
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Davvero riuscito questo film di Virzì; racconta l'amore tra due ragazzi, ognuno con caratteristiche molto particolari, che è continuamente messo alla prova da un bimbo che non vuole arrivare, dal lavoro che non consente di vivere insieme la giornata, e dal resto del mondo che sembra non accorgersi dei loro problemi e delle loro preoccupazioni. E, come spesso accade, è la forza di uno dei due che riesce a vincere la debolezza dell'altro e far si che le vicissitudini della vita non distruggano quanto costruito pian piano. Supportato dalla magistrale interpretazione dei due protagonisti il film si regge su una sceneggiatura molto ben strutturata che in un leggiadro alternarsi di momenti allegri, malinconici, drammatici e sentimentali, riesce a rendere continua la narrazione senza lasciare vuoti.
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Davvero riuscito questo film di Virzì; racconta l'amore tra due ragazzi, ognuno con caratteristiche molto particolari, che è continuamente messo alla prova da un bimbo che non vuole arrivare, dal lavoro che non consente di vivere insieme la giornata, e dal resto del mondo che sembra non accorgersi dei loro problemi e delle loro preoccupazioni. E, come spesso accade, è la forza di uno dei due che riesce a vincere la debolezza dell'altro e far si che le vicissitudini della vita non distruggano quanto costruito pian piano. Supportato dalla magistrale interpretazione dei due protagonisti il film si regge su una sceneggiatura molto ben strutturata che in un leggiadro alternarsi di momenti allegri, malinconici, drammatici e sentimentali, riesce a rendere continua la narrazione senza lasciare vuoti. Anche la regia, sapientemente, dosa bene il ritmo, le varie ambientazioni e gli spaccati sociali che il duo protagonista volente o nolente attraversa; brava a non banalizzare lo spunto motore della storia e a svilupparla in modo credibile e realistico. Ossia, bisogna abbandonarsi all'amore e accettare serenamente, ma senza repressa rassegnazione, gli aspetti che la vita può regalare o togliere; e questo è un insegnamento che è sempre un'ottima cosa cercare di imparare.
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[+] flm noioso
(di giovanni.)
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bolognapsico
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domenica 12 luglio 2015
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una particolarità che mi ha colpito
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Se non partiamo con eccessive pretese ed accetiamo il film nella sua semplicità si guarda volentieri. L'argomento trattato e le dinamiche che può scaturire sono decisamente interessanti. Vorrei soffermare però la mia atttenzione su un particolare che mi ha colpito: il RITMO di vita dei protagonisti, in particolare Giulio. Sembra che riescano a tenere in piedi un mondo tutto loro grazie al modo in cui scandiscono le loro giornate e il loro modo di STARE nella vita (Ad. es: Giulio che durante il lavoro dedica del tempo alla sua passione, la lettura). L'equilibrio creato nella loro vita personale e di coppia penso sia un elemento fondamentale del film, equilibrio che viene solamente ostacolato quando sorgono i problemi.
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Se non partiamo con eccessive pretese ed accetiamo il film nella sua semplicità si guarda volentieri. L'argomento trattato e le dinamiche che può scaturire sono decisamente interessanti. Vorrei soffermare però la mia atttenzione su un particolare che mi ha colpito: il RITMO di vita dei protagonisti, in particolare Giulio. Sembra che riescano a tenere in piedi un mondo tutto loro grazie al modo in cui scandiscono le loro giornate e il loro modo di STARE nella vita (Ad. es: Giulio che durante il lavoro dedica del tempo alla sua passione, la lettura). L'equilibrio creato nella loro vita personale e di coppia penso sia un elemento fondamentale del film, equilibrio che viene solamente ostacolato quando sorgono i problemi.
www.francescobacci.it
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enzo70
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domenica 23 ottobre 2016
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un grande amore raccontato da virzì
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Una delle principali capacità di virtù è quella di riuscire a raccontare in maniera sempre originale vizi e virtù dell’Italia di oggi. Guido e Antonia sono due ragazzi innamorati, diversi, ma innamorati. Guido è gentile e colto. Laureato in lingue antiche e profondo conoscitore dell’agiografia protocristiana fa il portiere di notte in un albergo di una grande catena internazionale. Antonia è un’artista, suona la chitarra e compone la sua musica.
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Una delle principali capacità di virtù è quella di riuscire a raccontare in maniera sempre originale vizi e virtù dell’Italia di oggi. Guido e Antonia sono due ragazzi innamorati, diversi, ma innamorati. Guido è gentile e colto. Laureato in lingue antiche e profondo conoscitore dell’agiografia protocristiana fa il portiere di notte in un albergo di una grande catena internazionale. Antonia è un’artista, suona la chitarra e compone la sua musica. Vogliono un figlio, ma non ci riescono, nonostante gli innumerevoli tentativi. E così, tutti i santi giorni la coppia si sfalda, persa dietro la propria quotidianità ed un Paese alla ricerca dei propri valori. Guido e la sua gentilezza sono una sorta di emblema della difficoltà di vivere la vita. Un film intelligente che rappresenta una tappa del percorso evolutivo di Virzì.
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fabrizio friuli
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venerdì 20 agosto 2021
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amore e sacrifici
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Nella Roma odierna , è presente una coppia in un certo senso , inusuale, formata da un intellettuale che lavora in un albergo e da una ruspante meridionale aspirante cantante, che vivono una relazione resistente, ma quando entrambi decidono di avere un figlio , Guido e Antonia dovranno compiere sacrifici non indifferenti e al tempo stesso, il loro rapporto ( composto dall' affetto e dall' amore sincero ) si ritroverà con delle falle che , nonostante possano garantire l' inabissameto della loro unione, entrambi riusciranno a non dividere le loro strade , perché i due protagonisti sono come Aida e Radames ( ma fortunatamente, il loro fato non è infelice ).
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Nella Roma odierna , è presente una coppia in un certo senso , inusuale, formata da un intellettuale che lavora in un albergo e da una ruspante meridionale aspirante cantante, che vivono una relazione resistente, ma quando entrambi decidono di avere un figlio , Guido e Antonia dovranno compiere sacrifici non indifferenti e al tempo stesso, il loro rapporto ( composto dall' affetto e dall' amore sincero ) si ritroverà con delle falle che , nonostante possano garantire l' inabissameto della loro unione, entrambi riusciranno a non dividere le loro strade , perché i due protagonisti sono come Aida e Radames ( ma fortunatamente, il loro fato non è infelice ).
Il regista Paolo Virzi' ha donato alla cinematografia italiana una storia drammatica ma puramente godibile per chiunque abbia il desiderio di vedere una pellicola di qualità, con una storia d' amore che non risukta essere stucchevole , ed è quasi impossibile non affezionarsi al personaggio di nome Guido , un intellettuale devoto , sensibile, che ama immensamente Antonia , dimostrandolo con costanza, sebbene Tonia sia dotata di difetti , come chiunque , incluso Guido , inoltre , anche in questo lungometraggio virziniano è doveroso dover dire che gli attori presenti sono stati eccelsi, specialmente l' iconico attore romano Luca Marinelli , uno degli orgogli del cinema italiano, insieme ad Elio Germano , Pierfrancesco Favino , Michele Riondino e Alessandro Borghi , tuttavia, anche l' attrice che ha impersonato la protagonista femminile del film è stata brava , quasi quanto Luca Marinelli , anche la sceneggiatura e la regia sono ottimamente ottimali , in fin dei conti , il film in questione è di Paolo Virzi' , ed è perfino ambientato in un quartiere romano non eccelso , popolato da vicini coatti , quindi , un intellettuale sensibile come Guido in certi casi risulta essere come un vaso di terracotta in mezzo ai vasi di ferro ( anche se in realtà, Guido è un vaso fatto d' oro, essendo un personaggio altamente positivo ) e l' idea dell' ambiente che risulta essere non idoneo per il protagonista è un' idea intelligente, ed è possibile notare che Guido , riesce comunque ad adattarsi nel quartiere " coatto " sicuramente per non dividersi da Thony , per impedire allo yang di rimanere senza uno yin. Tutti i santi giorni è basato su un romanzo intitolato La Generazione di Simone Lenzi , che ha collaborato con gli sceneggiatori del film , ed esso risulta essere una rivisitazione libera , ma ben assemblata . Le scene migliori del film sono due e sono quella in cui la loro vicina di casa è stata lasciata dal suo compagno , sebbene il suo stato di gravidanza è palesemente avanzato e viene confortata da Guido , condivividendo un momento toccante, ed infine quella in cui Guido e Thony vengono " pedonali " da un cane che , probabilmente diventerà come un figlio per loro , e sarebbe un' ottima alternativa se il figlio che loro Bramante non dovesse mai giungere al mondo.
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flyanto
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domenica 14 ottobre 2012
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una commedia più intimistica per virzì incentrata
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Film sugli innumerevoli tentativi fatti da una coppia al fine di concepire un bambino. Attraverso le infinite vicissitudini dei protagonisti Paolo Virzì, come sempre, è l' attento osservatore dei costumi della società riuscendone a coglier in maniera dolcemente comica tutti i profondi aspetti. Così la pellicola diventa piacevole a vedersi e nello stesso tempo motivo di riflessione di certi costumi ed aspetti che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana. Ottima la rappresentazione da parte di Virzì dei vari personaggi appartenenti alle più disparate categorie sociali. Anche il finale, dolce-amaro come in tutti i films del regista, risulta quanto mai appropriato e realistico.
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Film sugli innumerevoli tentativi fatti da una coppia al fine di concepire un bambino. Attraverso le infinite vicissitudini dei protagonisti Paolo Virzì, come sempre, è l' attento osservatore dei costumi della società riuscendone a coglier in maniera dolcemente comica tutti i profondi aspetti. Così la pellicola diventa piacevole a vedersi e nello stesso tempo motivo di riflessione di certi costumi ed aspetti che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana. Ottima la rappresentazione da parte di Virzì dei vari personaggi appartenenti alle più disparate categorie sociali. Anche il finale, dolce-amaro come in tutti i films del regista, risulta quanto mai appropriato e realistico. Da vedere.
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gabriele marolda
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martedì 16 ottobre 2012
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l'amore per virzì
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Lui, Giorgio, è un giovane toscano timido e colto, di famiglia di medio-alta borghesia, appassionato di letteratura antica, che per vivere lavora come portiere di notte in un grande albergo romano. Lei, Antonia detta Thony, è una siciliana di famiglia assai modesta anche se agiata, di scarsa cultura ma dotata di buona capacità musicale, che coltiva cantando la sera in locali pubblici al termine del suo turno di lavoro in un'agenzia di autonoleggio.
Vivono more uxorio da sei anni in un piccolo appartamento della periferia romana quasi felici, nonostante abbiano dovuto entrambi accontentarsi di un ripiego lavorativo rispetto alle loro potenzialità.
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Lui, Giorgio, è un giovane toscano timido e colto, di famiglia di medio-alta borghesia, appassionato di letteratura antica, che per vivere lavora come portiere di notte in un grande albergo romano. Lei, Antonia detta Thony, è una siciliana di famiglia assai modesta anche se agiata, di scarsa cultura ma dotata di buona capacità musicale, che coltiva cantando la sera in locali pubblici al termine del suo turno di lavoro in un'agenzia di autonoleggio.
Vivono more uxorio da sei anni in un piccolo appartamento della periferia romana quasi felici, nonostante abbiano dovuto entrambi accontentarsi di un ripiego lavorativo rispetto alle loro potenzialità.
Si incontrano solo la mattina per via degli orari diversi del lavoro, ma sono momenti di grande trasporto, e tutti i santi giorni non mancano di consumare l'atto sublime dell'amore, senza precauzione alcuna, poichè da tempo desiderano un bambino, che però non arriva.
Affrontano così la lunga e mortificante trafila dei mezzi offerti dalla medicina e in particolare dalle tecniche di procreazione assistita per coronare il sogno di generare una nuova vita.
Il film qui richiamato è una commedia che ha come protagonista vero l'amore senza aggettivi, che i due principali interpreti, Luca Marinelli e Federica Caiozzo (in arte Thony) rendono con assoluta spontaneità e simpatia, in cui le difficoltà e i ritmi frenetici della vita di persone di modeste risorse in una moderna metropoli non riescono ad avere la meglio sulla freschezza dei sentimenti di due giovani, tanto diversi ma tanto simili per la forza del loro autentico rapporto.
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marcocremona
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lunedì 15 ottobre 2012
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rivolta, tornatene a casa
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Non so se esiste l'espressione drammedy (i.e. un film che frulla dramma e commedia amalgamando i due generi così bene da non riuscire più a distinguerli) ma credo che Virzì la rappresenti a pieno. Sarà pure l'ennesimo film provinciale che descrive un microcosmo tutto italiano fatto di luoghi comuni, spiccati accenti dialettali e con tanta voglia di scappare via ma la storia scorre via liscia senza annoiare e lasciando parecchi spunti di riflessione. Il film cala un pò di tono nella parte centrale quando la protagonista prende in mano la chitarra e sembra non voler più smettere (OK, abbiamo capito che è molto brava e sta per uscire un suo disco, però si esagera).
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Non so se esiste l'espressione drammedy (i.e. un film che frulla dramma e commedia amalgamando i due generi così bene da non riuscire più a distinguerli) ma credo che Virzì la rappresenti a pieno. Sarà pure l'ennesimo film provinciale che descrive un microcosmo tutto italiano fatto di luoghi comuni, spiccati accenti dialettali e con tanta voglia di scappare via ma la storia scorre via liscia senza annoiare e lasciando parecchi spunti di riflessione. Il film cala un pò di tono nella parte centrale quando la protagonista prende in mano la chitarra e sembra non voler più smettere (OK, abbiamo capito che è molto brava e sta per uscire un suo disco, però si esagera). Molto bravi gli attori in cui spicca un Marinelli in un periodo di grazia. Chi non vorrebbe un uomo che:
ti sveglia tutte le mattine con la colazione e l'almanacco,
ha una famiglia eccezzionale ma che fà sembrare anche la tua altrettanto eccezionale (e non lo è affatto),
non è geloso e se gli confessi un tradimento se ne dispiace ma poi ti abbraccia e, infine,
se per un colpo di testa scappi e te ne vai, lui ti cerca in capo al mondo e ti viene a riprenderti per portarti a casa? Che dire... "Rivolta, tornatene a casa."
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olgadik
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mercoledì 17 ottobre 2012
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la coppia più bella
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Virzì ha smorzato il suo sguardo, acuto con humour, nel confotografare il reale ed ha addolcito le punte d’autore di commedie di costume, per vestire di tenerezza i due personaggi principali dell’ultimo film: una lei e soprattutto un lui che più dolce e romantico non si può. Forse sta proprio in questa attenzione e positività data al protagonista maschio della coppia, la novità dell’opera. Non è che l’autore toscano abbia rinunciato a presentare fasce della nostra società alle prese con problemi, violenze, tic e mode d’ogni genere, ma questa umanità ha nell’insieme del film un ruolo minore perché i riflettori e la centralità sono per Guido (Luca Marinelli) e Antonia (Federica Victoria Caiozzo).
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Virzì ha smorzato il suo sguardo, acuto con humour, nel confotografare il reale ed ha addolcito le punte d’autore di commedie di costume, per vestire di tenerezza i due personaggi principali dell’ultimo film: una lei e soprattutto un lui che più dolce e romantico non si può. Forse sta proprio in questa attenzione e positività data al protagonista maschio della coppia, la novità dell’opera. Non è che l’autore toscano abbia rinunciato a presentare fasce della nostra società alle prese con problemi, violenze, tic e mode d’ogni genere, ma questa umanità ha nell’insieme del film un ruolo minore perché i riflettori e la centralità sono per Guido (Luca Marinelli) e Antonia (Federica Victoria Caiozzo). Ma, pur in spazi minori, gli altri non sono meno significativi o tali da non strappare un sorriso amarognolo. Al riguardo ricorderei i ritrattini, caratterizzati con pochi tratti, delle due famiglie di provenienza dei giovani: quasi caricaturali da operetta grottesca quelli siciliani di lei, da manuale del buon borghese con un occhio alla campagna e ai vini, quelli toscani, di lui. Ma è con grande empatia che Virzì, da sempre sensibile alla condizione esistenziale dei giovani (Ovosodo, Tutta la vita davanti, La prima cosa bella), guarda a questa coppia molto speciale nella sua normalità. Ogni santo giorno essi si recano al lavoro, per lui notturno, per lei diurno, e ogni mattina, al rientro dall’albergo in cui fa il portiere di notte, Guido porta a letto la colazione ad Antonia e i due si amano. Poche le uscite e le amicizie spesso insoddisfacenti (vedi i vicini di casa), molto l’amore e la comunicazione vera, senza orpelli, tra i due trentenni. Entrambi hanno occupazioni difformi dalle possibilità di ciascuno. Il giovane conosce a fondo le lingue e le opere antiche ed è appassionato di agiografia sacra; la donna, dal passato molto movimentato, è una musicista solista di chitarra nonché cantautrice di brani che sembrano piccole romanze (lo è anche nella vita vera). Nonostante ciò, essi hanno scelto soprattutto di amarsi e di non inseguire il successo; il resto si affronta giorno per giorno con fatica, dignità e un sorriso sulle labbra lui, senza molti interessi oltre la musica ma con maggiore inquietudine e immediatezza permalosa lei. A un certo punto la loro armonia si incrinerà di fronte al problema dei figli che non vengono e che entrambi desiderano. Comincia così un andirivieni tra cliniche, dottori, corsi new-age, fecondazione assistita, che ha dei lati comici, ma anche molto dolorosi, via via che la speranza delusa comincia a scavare nell’equilibrio del loro stare insieme e nella consapevolezza cresciuta, soprattutto in Antonia, dei propri limiti. Ma alla fine, dopo una breve rottura, si riparte e il regista non ha paura del lieto fine perché con leggerezza e rispetto ha seguito e indagato il rapporto e le rispettive interiorità dei due. Come oggi si può parlare di amore - un amore tra i colori sgargianti, quasi fluorescenti di vestiti e di spazi e la vicinanza “lontana” di Roma - Virzì, che sa ascoltare, ce lo riferisce con semplicità, arguzia e commozione. Dolcemente spaesata la recitazione di Luca Marinelli (attore di un altro film “giovane”, La solitudine dei numeri primi); buona nella sua vivacità espressiva la prova della cantante, che sceglie di cimentarsi con un esordio non facile anche se guidato da un autore intelligente e umano come Virzì.
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gasten
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mercoledì 17 ottobre 2012
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anche virzì perde colpi
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Lanciata come una delle commedie più attese ed interessanti dell'Autunno, "Tutti i Santi Giorni" arriva al cinema con sulla schiena un fardello piuttosto gravoso: l'impegno, da parte di Paolo Virzì, di continuare a inserire all'interno dei suoi film temi sociali estremamente attuali, come avvenuto con il riuscitissimo "Tutta la vita davanti". Stavolta protagonista è una giovane, ma non troppo, coppia di fidanzati alle quasi disperata ricerca di riuscire ad ottenere finalmente, dopo numerosi tentativi una gravidanza. Guido (il Luca Marinelli già apprezzato ne "La Solitudine dei Numeri Primi") è il classico ragazzo della porta accanto, ragionevole, onesto e di buon cuore disposto a tutto per compiacere la compagna; lei, Antonia, interpretata dall'esordiente e "sconosciuta" cantautrice siciliana "Thony", rappresenta invece il "lato oscuro" della coppia, spesso avventata nelle scelte, scontrosa e da un passato travagliato e triste.
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Lanciata come una delle commedie più attese ed interessanti dell'Autunno, "Tutti i Santi Giorni" arriva al cinema con sulla schiena un fardello piuttosto gravoso: l'impegno, da parte di Paolo Virzì, di continuare a inserire all'interno dei suoi film temi sociali estremamente attuali, come avvenuto con il riuscitissimo "Tutta la vita davanti". Stavolta protagonista è una giovane, ma non troppo, coppia di fidanzati alle quasi disperata ricerca di riuscire ad ottenere finalmente, dopo numerosi tentativi una gravidanza. Guido (il Luca Marinelli già apprezzato ne "La Solitudine dei Numeri Primi") è il classico ragazzo della porta accanto, ragionevole, onesto e di buon cuore disposto a tutto per compiacere la compagna; lei, Antonia, interpretata dall'esordiente e "sconosciuta" cantautrice siciliana "Thony", rappresenta invece il "lato oscuro" della coppia, spesso avventata nelle scelte, scontrosa e da un passato travagliato e triste. I due finiranno per rivolgersi a dottori, ginecologi, e infine anche alla fecondazione assistita pur di riuscire nell'impresa di coronare il sogno di diventare genitori. La travagliata odissea porterà però a rivelare i lati sconosciuti e apparentemente scomparsi di Antonia, e ad una conseguente crisi della stessa relazione.
Per quanto Virzì si sforzi, il film non è all'altezza di quelli precedenti. Criticatissima la scelta della protagionista, che invece si dimostra all'altezza del compito. Sono invece i particolari a rovinare il lavoro del quasi 50enne regista, scene che in una cinema solitamente limpido e sobrio come il suo, stonano clamorosamente. Ecco dunque arrivare gag patetiche, ormai sin troppo presenti nel notro cinema, degne di "B MOVIE", decisamente inaspettate da un regista del suo calibro. Dall'apparizione di un buzzurrissimo ex compagno di Antonia, il classico prototipo del musicista alternativo da "Centro Sociale dagli stereotipati modi di fare, che dal nulla prende e come se niente fosse ruba il piatto al giovane Guido, ovviamente inerme di fronte all'accaduto, a quando invece il protagonista è obbligato a sogni erotici piuttosto patetici, nel momento della raccolta del suo seme, sino all'ancora più assurda scena dell'ospedale, in cui Antonia viene appositamente prelevata dal suo letto dalle infermiere, per aiutare il suo imbranato partner nella masturbazione (con tanto di versi animaleschi), davanti alle stupitissime facce degli altri che attendevano pazientemente in fila che la stanza si liberasse.
Sono dunque questi e un'altra serie di stupidi particolari a rovinare un lavoro invece costruito in maniera abbastanza ricercata e intelligente, e che abbassano di netto la credibilità di un film che poteva invece risultare attuale e riuscito.
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giugy3000
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giovedì 18 ottobre 2012
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due di due.
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In una Roma attualissima due modi diversi di vivere la vita si incontrano e si amano sin dal primo momento: Guido e Antonia sono una perfetta sintonia di poli opposti, nonchè
incarnazione ottimale di una coppia in stampo anno 2012. Vivono in un piccolo appartamento in affitto, svolgono lavori precari e poco soffisfacenti, ma non fanno certo morire il loro amore per la vita, per il sesso e per le loro passioni...anzi! Lei è una cantautrice che saltuariamente canta nei locali (nel film come nella vita reale) e lui si dedica alla lettura dei classici latini e le porta il caffè parlando in maniera forbita prima di fare l'amore tutti i santi giorni.
Virzì torna a parlarci di ciò che meglio sa portare sullo schermo, ossia i rapporti d'amore e famigliari del mondo in cui ci troviamo anno dopo anno, delle sue evoluzioni e dei suoi rischi, che nella sua filosofia cinefila e di vita vanno sempre accettati e mai allontanati, perchè fulcro di crescita e d'occasione di rinnovarsi.
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In una Roma attualissima due modi diversi di vivere la vita si incontrano e si amano sin dal primo momento: Guido e Antonia sono una perfetta sintonia di poli opposti, nonchè
incarnazione ottimale di una coppia in stampo anno 2012. Vivono in un piccolo appartamento in affitto, svolgono lavori precari e poco soffisfacenti, ma non fanno certo morire il loro amore per la vita, per il sesso e per le loro passioni...anzi! Lei è una cantautrice che saltuariamente canta nei locali (nel film come nella vita reale) e lui si dedica alla lettura dei classici latini e le porta il caffè parlando in maniera forbita prima di fare l'amore tutti i santi giorni.
Virzì torna a parlarci di ciò che meglio sa portare sullo schermo, ossia i rapporti d'amore e famigliari del mondo in cui ci troviamo anno dopo anno, delle sue evoluzioni e dei suoi rischi, che nella sua filosofia cinefila e di vita vanno sempre accettati e mai allontanati, perchè fulcro di crescita e d'occasione di rinnovarsi. Guido e Antonia sono talmente diversi da far ridere in numerosissime scene: lui parla con vocaboli arcaici dati dai suoi profondi studi classici e lei il più delle volte le risponde con un "Minchia Guido, parla come mangi!". La bravissima cantante siciliana (in arte Thony) è stata per me davvero una scoperta recitativa e Luca Martinelli viene finalmente alla luce in tutta la sua bravura, offuscata a mio avviso nel film "La solitudine dei numeri primi" in un ruolo che poco gli si addiceva. Si parla di tutto un po' in questo calderone di pellicola moderna: di quanto una coppia può arricchirsi nelle sue terribili ( e a volte imbarazzanti) disparità, di come ci si senta persi una volta che si vuol coronare il sogno di avere una famiglia e quel dannato figlio/a non arriva e non si capisce più se lo si desidera davvero o solo per omologarsi agli altri, di quanto nella propria unicità coniugale si sia fortunati, nonostanti ci si veda solo per poche ore al mattino e di quanto si riesca ancora a trovare la passione tutti i santi giorni nell'atto sessuale dopo sei anni e una routine piena di sacrifici. Un film davvero dolcissimo e tenero...un finale originalissimo e al contrario, che testimonia che il ciclo degli eventi in una storia d'amore può essere sia lineare che a spirale, che "comecazzocipare".
Note dolenti del film (anche se sinceramente possono benissimo passare in secondo piano): una colonna sonora un po' scarna d'emozioni a parte la canzone dei Virginiana Miller che scorre durante i titoli di coda; e a mio avviso Thony farebbe meglio a continuare la carriera d'attrice che quella di cantante. In secundis per chi come me conosce bene Virzì e lo stima no si può fare a meno di notare che tutti i personaggi maschili dei suoi film siano ormai davvero tutti uguali e alla lunga un po' ripetitivi. Da "Ovosodo" passando per "My name is Tanino" e arrivando a Guido, questi uomini sono accumunati da una loro impotenza/meraviglia/timore di fronte al rapporto con la donna, in un rapporto di dolcezza e tenerezza certo, ma anche di eccessiva debolezza che film dopo film a mio parere stanca. In ultimo la scena del cane dell'amico di Antonia che corre dietro alla coppia sul bus per stabilirsi con loro è una scena superflua ed irreale che avrei tagliato senza remore.
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