smilzo
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martedì 12 febbraio 2013
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la brutta copia di bourne
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Il film si apre con delle buone impressioni, creando una struttura sociologica e architettonica che possono apparire intriganti (molto più efficace l'inglese "The Fall" che la traduzione "La Discesa" nel descrivere i significati sociali propri della struttura). Purtroppo la scintilla si consuma come una candela nel vento lasciando troppo presto il passo ad una serie di clichè visti veramente troppe volte. Molte scene sono scopiazzate alla bene e meglio da Bourne, ormai diventato un riferimento per tutti i registi che purtroppo (per i palati sopraffini) decidono di cimentarsi nel genere. La sequenza della cassetta di sicurezza, addirittura, sembra scritta con la carta carbone.
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Il film si apre con delle buone impressioni, creando una struttura sociologica e architettonica che possono apparire intriganti (molto più efficace l'inglese "The Fall" che la traduzione "La Discesa" nel descrivere i significati sociali propri della struttura). Purtroppo la scintilla si consuma come una candela nel vento lasciando troppo presto il passo ad una serie di clichè visti veramente troppe volte. Molte scene sono scopiazzate alla bene e meglio da Bourne, ormai diventato un riferimento per tutti i registi che purtroppo (per i palati sopraffini) decidono di cimentarsi nel genere. La sequenza della cassetta di sicurezza, addirittura, sembra scritta con la carta carbone. Altro clichè a cui Wiseman non sfugge è la rappresentazione della Resistenza (insediati in baracche, barboni e malandati, tranne il loro illuminato capo). Anche i villain sono visti e rivisti in troppi film di azione. Sarebbe stato più intrigante fare dell'impossibilità di distinguere tra realtà e finzione il tema portante del film, sottolineare il dubbio come sottotrama costante e lasciare lo spettatore a rimurginare se tutto ciò fosse la vera vita o un ricordo impiantato.
Del film rimangono quindi l'idea di fondo (che in realtà è presa dal racconto di Dick) e la prestazione di un Colin Farrel che non sfigura. Troppo poco.
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renato volpone
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domenica 14 ottobre 2012
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meglio perdere la memoria
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Dopo "resident evil" ecco un altro film perfetto per farne un videogioco, in effetti starebbe meglio su una Playstation che al cinema. Siamo nel ventunesimo secolo la popolazione superstite di una guerra chimica vive suddivisa tra la Britannia dove vivono i ricchi e la "colonia" in Australia dove vive la manovalanza. Bella la costruzione fantascientifica e il passaggio tra una zona e l'altra, anche se un po' scopiazzato da predecessori più illustri. Il protagonista, in crisi i identità, si rivolge alla società Recall per recuperare sogni e ricordi, da qui parte l'azione in una lotta tra polizia dei ricchi e resistenza dei poveri, e da qui nulla di nuovo, gli inseguimenti annoiano, le lotte sembrano incontri di wrestling e la noia assale inevitabile.
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Dopo "resident evil" ecco un altro film perfetto per farne un videogioco, in effetti starebbe meglio su una Playstation che al cinema. Siamo nel ventunesimo secolo la popolazione superstite di una guerra chimica vive suddivisa tra la Britannia dove vivono i ricchi e la "colonia" in Australia dove vive la manovalanza. Bella la costruzione fantascientifica e il passaggio tra una zona e l'altra, anche se un po' scopiazzato da predecessori più illustri. Il protagonista, in crisi i identità, si rivolge alla società Recall per recuperare sogni e ricordi, da qui parte l'azione in una lotta tra polizia dei ricchi e resistenza dei poveri, e da qui nulla di nuovo, gli inseguimenti annoiano, le lotte sembrano incontri di wrestling e la noia assale inevitabile. Oltretutto il film è molto lungo. Non serve neanche accennare che il livello di recitazione é molto, molto basso.
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