Pietà

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Un film di Kim Ki-Duk. Con Jung-Jin Lee, Jo Min-Su, Min-soo Jo, Woo Ki-hong.
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Titolo originale Pieta. Drammatico, durata 104 min. - Corea del sud 2012. - Good Films uscita venerdì 14 settembre 2012. - VM 14 - MYMONETRO Pietà * * * 1/2 - valutazione media: 3,73 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
omero sala domenica 28 luglio 2013
mater dolorosa Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

 Kang-do è un feroce teppista che riscuote i debiti per conto di uno strozzino. Vive da solo nello squallido appartamento di una casa in decadimento.  Il quartiere in cui si muove è in attesa di essere demolito, isola di povertà e degrado circondata dai palazzi pomposi di cemento e cristallo della metropoli aliena che dilaga. I suoi debitori si trascinano come lui nella miseria come topi di fogna intrappolati in lavori subumani, incapaci di alzare la testa, indeboliti e impotenti, rassegnati di fronte al destino immodificabile, chiusi in una gabbia in cui è impossibile sopravvivere, da cui è impossibile evadere.
Kang-do, nato e abbandonato in questo marciume, è figlio e conseguenza di questo disfacimento. [+]

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astromelia martedì 23 luglio 2013
nudo crudo e viscerale Valutazione 0 stelle su cinque
100%
No
0%

non dò stelle perchè il film si presta a una doppia lettura,realistico ma con crudeltà,pone lo spettatore di fronte a una dura prova visiva,come del resto tutta la cinematografia orientale ne è satura,i gusti sono gusti comunque,ma di certo la narrazione rispetta il contesto,ci si impegna alla visione proprio per rendersi conto di quanti sono i modi di vivere taluni distanti anni luce,ma nel contempo la full-immersion ci lascia totalmente trasecolati.

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mericol domenica 21 luglio 2013
amore, vendetta, pietà Valutazione 5 stelle su cinque
41%
No
59%

 Nell’ultimo film di Kim Ki-duk,Leone d’oro a Venezia 2012, tante riflessioni sul dramma della umanità oggi, nella società globalizzata,del profitto ad ogni costo. Pur svolgendosi in Corea è un tema universale quello trattato dal geniale regista sudcoreano.
La storia si svolge a Seul. Alla grandiosità dei grattacieli,spesso sullo sfondo delle inquadrature, fa da contraltare una periferia che più disastrata non si potrebbe immaginare. Il protagonista ,Kang-do, giovane aitante,forse anche bello, è l’esattore di una agenzia che presta denaro ad usura. I debitori inadempienti subiscono violenze indicibili. E nulla frena, in questo perverso compito, il cinico  Kang-do al centro di torture spesso al limite dell’immaginabile. [+]

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rescart martedì 25 giugno 2013
metafora onirica del lavoro e della vita Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

Il cinema migliore rimanda sempre a qualcosa di altro e di oltre perché rappresentare la realtà significa fotografarla mettendosi dalla parte dei soggetti ripresi, che in questo caso sono i lavoratori. Ki-Duk ha fatto molti lavori nella sua vita e quindi ha sperimentato sulla sua pelle che cosa significa la fatica del lavoro quotidiano ed il suo rischio, nella duplice e speculare veste del rischio fisico e dell’azzardo morale. L’operaio che lavora con macchinari potenzialmente invalidanti se usati male anche una sola delle milioni di volte in cui il gesto produttivo viene ripetuto, non può perdere mai la concentrazione neanche per un solo istante. Sa che questo è impossibile e che quindi il caso, la “Tuche” di omerica memoria, sarà per otto e più ore al giorno la sua divinità guida e sarà quindi portato a continuare ad onorarla anche nelle periodi di riposo dal lavoro. [+]

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verdelitorale2 domenica 16 giugno 2013
capolavoro Valutazione 5 stelle su cinque
0%
No
100%


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jacopo b98 giovedì 2 maggio 2013
kim ki-duk ci regala un duro film sulla vendettà Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

 Gang Do (Jung.jin) fa il riscossore per un usuraio in Corea. Quelli che non restituiscono i soldi con un interesse del 1000% vengono stuprati e mutilati. Un giorno una donna (Min-soo) che dice di essere sua madre gli si para davanti e gli chiede perdono per averlo abbandonato. Inizia e finisce con un suicidio il film scritto e diretto dal regista coreano più conosciuto nel mondo. Premetto che è un film difficile e complesso da giudicare, nella prima ora di violenza ai limiti della sopportazione, e piuttosto anomalo nella carriera di Kim Ki-duk. È un allucinato e allucinante ritratto della Corea, della sua povertà e della sua disperazione. Ma è anche una terribile storia d’amore che inizia con uno stupro e finisce con un altro suicidio, nonché di una donna che per il protagonista è madre e famiglia e che lo fa crescere e maturare come un bambino, e di cui lui ha bisogno, come le dice, “Non andartene, non posso vivere senza di te”. [+]

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pensierocivile giovedì 31 gennaio 2013
il necessario ordito di una vendetta Valutazione 4 stelle su cinque
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No
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Il necessario ordito di una vendetta. Ecco cos'è PIETA', un tuono che fa rimbombare la trilogia della vendetta di Park Chan-Wook, un fulmine che abbaglia e scuote un cielo tutto suo, scatenando l' incubo di una tempesta morale. PIETA' è necessario per scaraventarci in un mondo nero, illusione di un mondo futuristico, fantascienza povera, in realtà, vita indegna di essere vissuta in quel modo, per vittime e carnefici. L'apatia nella violenza è sconvolgente, il destino negato delle vittime è orrore sociale, il dio denaro si muove senza Pietà per nessuno. Kim Ki-duk non lascia scampo, non c'è mai piacere nella vita, c'è solo dolore nella morte. [+]

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molenga giovedì 10 gennaio 2013
ancora una volta, dalla corea, l'etica della vende Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

Kang-do è un "esattore": si guadagna da vivere, nella più totale solitudine, riscuotendo debiti per conto di uno strozzino, il "boss". Durante il lavoro non mostra il minimo scrupolo, invita i debitori a suicidarsi per riscuoterne poi l'assicurazione sulla vita, mutila e sfregia senza ritegno. Un giorno a casa sua si presenta una minuscola signora che afferma di essere la madre che l'ha abbandonato 30 anni prima e qualcosa, nella quotidianità di kang-do, cambia: egli fa di tutto alla donna per farla allontanare da lui ma, dopo aver iniziato a credere alla sua storia, ne diventa lentamente dipendente. Certo, non sa che...
Kim Ki-Duk trionfa  aVenezia con questo film che, come aveva preannunciato nello straziante"arirang", abbandona il lirismo di "primavera, inverno. [+]

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andys80 mercoledì 28 novembre 2012
la vendetta, architettata con estrema meticolosità Valutazione 3 stelle su cinque
60%
No
40%

Un film molto duro, non solo per le scene di violenza e di sesso sgradevoli, ma soprattutto nelle ambientazioni. Tutto si svolge in una baraccopoli, con strade sporche e rifiuti ovunque, e buona parte del film in botteghe di artigiani al limite della vivibilità. La fotografia inoltre è perfettamente in sintonia con i rimanenti elementi del film. Alcune situazioni sono anche ridicole, con personaggi con comportamenti e caratteri da folli. Tutto è ben studiato nel film, i personaggi (basti pensare all'attore protagonista imberbe con un volto quasi da bambino, a voler riflettere la sua mancata infanzia che sta alla base dei suoi squilibri), i caratteri, la scenografia, la fotografia, la recitazione: la protagonista è estremamente brava. [+]

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valywally lunedì 12 novembre 2012
labirinto di violenze dove il messaggio si perde Valutazione 1 stelle su cinque
25%
No
75%

Il regista merita tutti i premi che ha avuto e che riceverà in futuro. Il film no. Talmente crudo che scortica. Talmente freddo che alla fine non riesce a esprimere in che modo si svolgano certe dinamiche tra i personaggi. E in che modo soprattutto si arrivi alla pietà del finale. Chi deve avere pietà di chi? Il protagonista delle sue vittime? non ce l'ha. La donna che entra nella sua vita verso di lui? Non ce l'ha. Lui verso di lei? A mio parere, non c'è neanche questo. Appurato che è un film che mostra la pietà copme assenza, ci si domanda allora quale sia il messaggio finale. Ma è difficile trovarlo, perchè nel frattempo la bussola è andata persa nei meandri della violenza. [+]

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