gianleo67
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giovedì 13 settembre 2012
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la malintesa banalità del male
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Grigio e ombroso portiere di uno stabile si occulta nottetempo sotto il letto di una giovane e bella inquilina, che provvede a narcotizzare, con lo scopo di sconvolgerne metodicamente la gaia e solare esistenza,insinuando in lei il seme oscuro e invisibile dell'infelicità. La improvvisa ed inaspettata visita del fidanzato di lei sconvolgono ed accelerano i suoi malsani propositi. Thriller psicologico in precario equilibrio tra i pungoli smussati di una artificiosa critica sociale e le velleitarie ambizioni di una riflessione metaforica sulla banalità del male. Il film del non più esordiente Balaguerò ([REC]) sembra subito scoprire le carte in tavola (sovvertendo la regola aurea del genere) attraverso una dichiarazione d'intenti palese quanto scontata dove il reo ed il suo crimine sono concessi allo spettatore sin dall'incipit e senza alcuna ambiguità ma sottendendo la potenzialità (alfine svilita) del meccanismo narrativo di proporci un percorso conoscitivo sulle oscure trame che attraversano la psicologia contorta del suo mesto protagonista.
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Grigio e ombroso portiere di uno stabile si occulta nottetempo sotto il letto di una giovane e bella inquilina, che provvede a narcotizzare, con lo scopo di sconvolgerne metodicamente la gaia e solare esistenza,insinuando in lei il seme oscuro e invisibile dell'infelicità. La improvvisa ed inaspettata visita del fidanzato di lei sconvolgono ed accelerano i suoi malsani propositi. Thriller psicologico in precario equilibrio tra i pungoli smussati di una artificiosa critica sociale e le velleitarie ambizioni di una riflessione metaforica sulla banalità del male. Il film del non più esordiente Balaguerò ([REC]) sembra subito scoprire le carte in tavola (sovvertendo la regola aurea del genere) attraverso una dichiarazione d'intenti palese quanto scontata dove il reo ed il suo crimine sono concessi allo spettatore sin dall'incipit e senza alcuna ambiguità ma sottendendo la potenzialità (alfine svilita) del meccanismo narrativo di proporci un percorso conoscitivo sulle oscure trame che attraversano la psicologia contorta del suo mesto protagonista. Per la verità (ed è questo il neo più evidente dell'operazione) l'autore indugia confusamente tra la ricerca fuorviante di una motivazione oggettiva (le confessioni del portiere al capezzale della madre malata) e la manifestazione sconcertante (e sconcertata) della sua inconsistenza . Non si ha il coraggio,insomma, di affrontare con radicalismo il tema della banalità del male; si abbozza un relativismo etico (il comportamento patologico del portiere, la crudeltà venale della piccola ricattatrice, le vessazioni sproporzionate del vetusto amministratore) alla ricerca di una improbabile motivazione alla gratuità delle cattiverie che si infliggono agli altri (pensiamo al compiacimento ipocrita del protagonista nello svilire la condizione umana della signora Verónica prospettandogli un presente di irreversibile senilità). Improbabile più a livello stilistico che tematico comunque, non affronta adeguatamente la materia trattata, rifuggendo da un lato gli aspetti più retrivi del 'grand guignol' (pensiamo al rigore di 'Harry, pioggia di sangue') e dall'altro quelli più alti del surrealismo o del grottesco (Bunuel docet): operazione di inverosimiglianza che si appiattisce sugli aspetti più banali del genere thriller senza riformarlo veramente. Rattrista un pò la concessione del contributo statale ad operazioni di tal fatta. Eccellente comunque la caratterizzazione sinistra che Luis Tosar fornisce al suo psicotico e lucido portiere. Finale non proprio a sorpresa. Si consiglia comunque la visione...di ciò che si cela sotto il letto prima di andare a dormire.
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[+] io credo che.......
(di francesco2)
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arminiolorenza
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martedì 7 agosto 2012
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il quotidiano che fa paura
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Tutto sembra così quotidiano: l'alba, la sveglia, la foto sul comodino di una coppia sorridente, una doccia e il recarsi al lavoro. Tutto è così quotidiano, così reale. E diventa piano piano, per lo spettatore, spaventoso che così quotidiano sia: che il male, l'abiezione, abbia strada così facile nell'esecuzione di un piano, di una missione personale del custode di questo condominio che consiste nel rendere infelici le persone che lo circondano in generale e in particolare far sparire il sorriso dal volto di Clara.
E il sorriso si spegne piano anche sulla bocca dello spettatore che assiste alla riuscita del crudele piano di Cesar.
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Tutto sembra così quotidiano: l'alba, la sveglia, la foto sul comodino di una coppia sorridente, una doccia e il recarsi al lavoro. Tutto è così quotidiano, così reale. E diventa piano piano, per lo spettatore, spaventoso che così quotidiano sia: che il male, l'abiezione, abbia strada così facile nell'esecuzione di un piano, di una missione personale del custode di questo condominio che consiste nel rendere infelici le persone che lo circondano in generale e in particolare far sparire il sorriso dal volto di Clara.
E il sorriso si spegne piano anche sulla bocca dello spettatore che assiste alla riuscita del crudele piano di Cesar.
Nessuno è risparmiato, nemmeno sua madre inferma, al cui capezzale si reca ogni giorno e che può rispondere solo gemendo ai racconti del figlio.
La consapevolezza della riuscita della missione risparmia a Cesar il salto nel vuoto, il suicidio a cui sembra spingerlo la sua disperazione, suicidio risparmiato dalla sua scioccante vittoria.
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mr.duff
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venerdì 10 agosto 2012
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triste storia di un essere malato e perverso
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Se non fosse stato per il finale, questo film sarebbe stato davvero un fiasco. Non considerando il fatto che è qualcosa di gia visto e rivisto (mi viene in mente The Resident con Hilary Swank) il film parte lento, fa rimanere un po confusi sulla dinamica degli evanti (che poi verranno presto spiegati) ma il protagonista non convince. Le caratteristiche spagnole si vedono e si apprezzano, ma il trailer e la locandina illudono. Ci aspetta un film di suspance e da "salti dalla poltrona" e invece si conosce è tutto molto prevedibile. Un uomo triste e solo con un lavoro umile e monotono quale quello di portiere di un condominio che altro non vuole che vedere le persone attorno a lui tristi e sole per sentirsi meglio.
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Se non fosse stato per il finale, questo film sarebbe stato davvero un fiasco. Non considerando il fatto che è qualcosa di gia visto e rivisto (mi viene in mente The Resident con Hilary Swank) il film parte lento, fa rimanere un po confusi sulla dinamica degli evanti (che poi verranno presto spiegati) ma il protagonista non convince. Le caratteristiche spagnole si vedono e si apprezzano, ma il trailer e la locandina illudono. Ci aspetta un film di suspance e da "salti dalla poltrona" e invece si conosce è tutto molto prevedibile. Un uomo triste e solo con un lavoro umile e monotono quale quello di portiere di un condominio che altro non vuole che vedere le persone attorno a lui tristi e sole per sentirsi meglio. Riesce nel suo intento ad eccezione di una donna che esce dall'ascensore ogni mattina col sorriso stampato in faccia, anche dopo i numerosi messaggi di cattivo gusto e le lettere perverse che le arrivano ogni giorno. Il plot è anche interessante ma poteva essere sviluppato meglio. La scena con la signora Veronica è una della più forti e d'impatto dell'intero film, ma nulla a che vedere col genere. Colpo di scena possiamo chiamarlo sicuramente, perchè il classico finale tanto classico non lo è. Film che sfiora a stento a sufficienza ringraziando la seconda parte della pellicola
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ultimoboyscout
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martedì 19 febbraio 2013
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notturno tormento.
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Cesar è il portiere di un palazzo di Barcellona. E' un tipo strano, infelice e insoddisfatto cronico, ignorato sistematicamente dai condomini dei quali, invece, sa tutto. In particolare, Cesar, è indispettito da Clara e dalla sua allegria e decide di cancellarle dalla faccia quel suo stupido sorriso intrufolandosi nella sua casa per sabotarle la tranquilla vita quotidiana. "Bed time" è il classico thrille psicologico che si tiene alla larga dal soprannaturale dei precedenti lavori di Balaguerò, ci conduce in una lenta quanto inesorabile discesa negli inferi della mente di un mostro sadico, crudele, sociopatico capace di inventare ogni giorno un modo diverso di torturare la sua vittima in maniera sistematica e diabolica.
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Cesar è il portiere di un palazzo di Barcellona. E' un tipo strano, infelice e insoddisfatto cronico, ignorato sistematicamente dai condomini dei quali, invece, sa tutto. In particolare, Cesar, è indispettito da Clara e dalla sua allegria e decide di cancellarle dalla faccia quel suo stupido sorriso intrufolandosi nella sua casa per sabotarle la tranquilla vita quotidiana. "Bed time" è il classico thrille psicologico che si tiene alla larga dal soprannaturale dei precedenti lavori di Balaguerò, ci conduce in una lenta quanto inesorabile discesa negli inferi della mente di un mostro sadico, crudele, sociopatico capace di inventare ogni giorno un modo diverso di torturare la sua vittima in maniera sistematica e diabolica. Idea non originale ma a tratti efficace, è un'escalation estrema che porta l'ignara ragazza, colpevole solamente di essere solare e positiva, verso l'annientamento. Il regista di "Rec" si addentra in un atipico horror macabro, disturbante, con una buona premessa ma che, fondamentalmente, non dice nulla e non aggiunge niente. Luis Tosar poi non riesce ad essere così spaventoso come il suo personaggio imporrebbe e Balaguerò dirige in maniera fin troppo piatta, poco incisiva e del tutto evanescente. La pellicola va scemando già dopo pochi minuti, imbocca quasi subito una pericolosa discesa, si sgonfia e si corrode da sola in un finale più che deludente e dove serviva il colpo gobbo o almeno un aumento d'ansia o di tensione, il film procede sempre uguale, totalmente incapace di imprimere alla storia nuovi spunti e il necessario cambio di passo.
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noia1
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sabato 6 aprile 2019
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ti chiude lo stomaco
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In un condominio una ragazza viene presa di mira dal custode, farà di tutto pur di renderle la vita un inferno.
Un film come piace a me, che tiene appiccicati allo schermo dall’inizio alla fine. La trama parte frammentata e, man mano che i minuti passano, questa, oltre a svilupparsi, viene anche spiegata, si delinea. Ci si ricordi che il cinema è prima di tutto immagine e “Bed time” ne è l’esempio perfetto, i dialoghi sono sì ottimi ma servono più che altro ad enfatizzare le varie situazioni piuttosto che a chiarire quanto accade, quest’ultima cosa lo fa appunto tutto il lavoro di montaggio e regia. Molti altri film fanno altrettanto, certo però non con tale chiarezza, inoltre spesso risultano distanti rispetto allo spettatore, poco adatti al grande pubblico.
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In un condominio una ragazza viene presa di mira dal custode, farà di tutto pur di renderle la vita un inferno.
Un film come piace a me, che tiene appiccicati allo schermo dall’inizio alla fine. La trama parte frammentata e, man mano che i minuti passano, questa, oltre a svilupparsi, viene anche spiegata, si delinea. Ci si ricordi che il cinema è prima di tutto immagine e “Bed time” ne è l’esempio perfetto, i dialoghi sono sì ottimi ma servono più che altro ad enfatizzare le varie situazioni piuttosto che a chiarire quanto accade, quest’ultima cosa lo fa appunto tutto il lavoro di montaggio e regia. Molti altri film fanno altrettanto, certo però non con tale chiarezza, inoltre spesso risultano distanti rispetto allo spettatore, poco adatti al grande pubblico.
Viene raccontato uno degli aspetti del male odierno, un caso patologico forse o, come in parte si lascia intuire, semplicemente una persona senza nessuno a cui voler bene e senza nessuno che gli voglia bene, uno ignorato da chiunque. Una visione paradossale però, infatti se si sta bene attenti al punto di vista che ci viene posto si intuisce facilmente il lieto fine, squallido sì, e proprio per questo ancora più fastidioso ed indimenticabile.
Vicenda in gran parte sorretta dal protagonista, seminsopportabile di per sé, ma sorretto da una prova recitativa da manuale. L’attore è fantastico, incredibile per il suo talento e la sua dedizione al mestiere, si pensi che solo l’anno prima aveva fatto la parte di Malamadre altrettanto bene in “Cella 211” col triplo dei muscoli ed uno sguardo da pazzo criminale irripetibile.
Film insomma girato benissimo, teso dall’inizio alla fine infischiandosene della trama che, seppur funzioni, lascia spazio ad una costruzione della tensione senza sbavature. Una regia poi completamente dedicata ad una storia tra le più crudeli e fastidiose che ci possano essere.
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elgatoloco
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sabato 1 agosto 2015
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efficacissimo film"tra i generi"
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Jaume Balaguerò sempre"à la une"con un film intelligentemente"insituabile", inclassificabile tra i generi: non è"horror"(a parte qualche scena è difficile aver paura, in"Mientras duermes"-ma curiosamente va bene anche il titolo "per il mercato estero" "Bed-Time"(dove "Bed Time", "tempo di o da letto"gioca con il termine"Bad Time", tempo cattivo, maligno), non è neppure "only psycho", in quanto c'è sì la schisi tra coscienza e inconscio ma non in termini à la"Psycho"di Hitchcock o di Van Sant, ma neppure a la Brian de Palma, non è un vero thriller, pur se ha momenti in cui allude a poterlo essere-o diventare-, per così dire.
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Jaume Balaguerò sempre"à la une"con un film intelligentemente"insituabile", inclassificabile tra i generi: non è"horror"(a parte qualche scena è difficile aver paura, in"Mientras duermes"-ma curiosamente va bene anche il titolo "per il mercato estero" "Bed-Time"(dove "Bed Time", "tempo di o da letto"gioca con il termine"Bad Time", tempo cattivo, maligno), non è neppure "only psycho", in quanto c'è sì la schisi tra coscienza e inconscio ma non in termini à la"Psycho"di Hitchcock o di Van Sant, ma neppure a la Brian de Palma, non è un vero thriller, pur se ha momenti in cui allude a poterlo essere-o diventare-, per così dire... Luis Tosar physique du ro^le, ma soprattutto interpretazione estremamente efficace, tra un Sé stralunato e disperato, un Io tanto vigile tra mantenersi "al di qua"rispetto alle sanzioni legali e una "consapevolezza inconsapevole"(ossimoro assolutamente voluto, certo), nel quadro di un film che Balaguerò ha pensato, scritto e realizzato in maniera autonoma e originale, non pensando a"fare il calco"a nessuna grande opera filmica importante del passato, ma comunque, anche proprio per questo, di assoluta efficacia, per l'originalità creativa sopra brevemente delineata, speso in modo abbastanza convincente. El Gato
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ennio
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lunedì 19 novembre 2018
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l'insana ossessione di balaguerò per le case
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Pare che Jaume Balaguerò abbia una fissa per gli ambienti chiusi, e forse nei suoi film riesce ad estrinsecare e rivolgere all'esterno, verso il pubblico, questa sua fobìa. Anche stavolta, dopo il pauroso "Rec", ha centrato l'obiettivo, dipingendo nel protagonista un soggetto assolutamente malvagio e del tutto malato, ma al contempo piuttosto geniale, che si muove esclusivamente all'interno delle 4 mura ove vive come portiere del condominio.
Da notare la somiglianza tra l'androne d'ingresso al condominio in "Rec" e in "Bed time", sono molto simili quasi che il regista rincorra ossessivamente certe forme del suo passato o della sua immaginazione.
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Pare che Jaume Balaguerò abbia una fissa per gli ambienti chiusi, e forse nei suoi film riesce ad estrinsecare e rivolgere all'esterno, verso il pubblico, questa sua fobìa. Anche stavolta, dopo il pauroso "Rec", ha centrato l'obiettivo, dipingendo nel protagonista un soggetto assolutamente malvagio e del tutto malato, ma al contempo piuttosto geniale, che si muove esclusivamente all'interno delle 4 mura ove vive come portiere del condominio.
Da notare la somiglianza tra l'androne d'ingresso al condominio in "Rec" e in "Bed time", sono molto simili quasi che il regista rincorra ossessivamente certe forme del suo passato o della sua immaginazione.
Unica pecca, alcune inverosimiglianze nella meccanica dell'azione, ad esempio nelle scene notturne. La scena successiva all'arrivo del fidanzato di lei è di grande tensione emotiva, e come in tutti i thriller ben riusciti si fa sempre e comunque il tifo per il cattivo.
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onufrio
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sabato 2 maggio 2020
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mentre dormi
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I mostri sotto il letto esistono. E' quanto accaduto a Clara, protagonista perseguitata da un misterioso uomo, il portiere del palazzo, Cesar, da sempre tristemente infelice con manie di suicidio, l'unico scopo nella propria vita è quello di riuscire a rendere triste la vita degli altri. Thriller oscuro che affronta la complessità della solitudine e dell'infelicità attraverso uno psicopatico tanto folle quanto lucido nelle proprie azioni.
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alessandro di fiore
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mercoledì 22 agosto 2012
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un horror per adulti
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Cosa fa più paura in un film dell’orrore? Dipende. Per esempio dipende dagli occhi di chi lo guarda. Se sono gli occhi di un adolescente i virtuosismi degli effetti speciali capaci di dare corpo a creature mostruose suscitano di norma senso di angoscia e di panico. Se sono gli occhi di un adulto, di un adulto navigato agli orrori della vita reale, quelle creature mostruose rappresentano semmai una fuga facile e ingenua dalla vera mostruosità che a volte si nasconde abilmente dietro l’ apparente e rassicurante routine dell’uomo di strada, del coinquilino, del portiere di un condominio oppure addirittura di noi stessi. Già, di noi stessi. Negli occhi dell’adulto il mostro fa paura quando non si vede, oppure, peggio, quando lo si vede tutti i giorni guardandosi nello specchio, quando lo si vede in se stessi, nella propria vita infelice senza senso e senza scopo che va gradatamente acquisendo senso e scopo nel distruggere per rivalsa la sfacciata ed esibita felicità altrui.
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Cosa fa più paura in un film dell’orrore? Dipende. Per esempio dipende dagli occhi di chi lo guarda. Se sono gli occhi di un adolescente i virtuosismi degli effetti speciali capaci di dare corpo a creature mostruose suscitano di norma senso di angoscia e di panico. Se sono gli occhi di un adulto, di un adulto navigato agli orrori della vita reale, quelle creature mostruose rappresentano semmai una fuga facile e ingenua dalla vera mostruosità che a volte si nasconde abilmente dietro l’ apparente e rassicurante routine dell’uomo di strada, del coinquilino, del portiere di un condominio oppure addirittura di noi stessi. Già, di noi stessi. Negli occhi dell’adulto il mostro fa paura quando non si vede, oppure, peggio, quando lo si vede tutti i giorni guardandosi nello specchio, quando lo si vede in se stessi, nella propria vita infelice senza senso e senza scopo che va gradatamente acquisendo senso e scopo nel distruggere per rivalsa la sfacciata ed esibita felicità altrui.
La prima sequenza del film dell’ottimo Balaguerò ci descrive la routine del risveglio che si ripete tutte le mattine, risveglio accompagnato da gesti quasi meccanici per quanto siano abituali, e che potrebbero appartenere ad ognuno di noi. Poi lo spettatore è invitato a comprendere l’antefatto di quei gesti, sicché la riproposta sequenza del risveglio, che in sé dovrebbe rafforzare l’idea della routine, alla luce dell’antefatto ormai svelato rappresenta l’esibizione dell’orrore. E’ questo il pregio principale (ma non l’unico) di una sceneggiatura rigorosamente adatta ad un pubblico adulto. Sì, questo “Bed time” può essere definito un horror per adulti, perché solo chi ha vissuto per lungo tempo la quotidianità può scorgerne le insidie. E solo chi può scorgere le mostruose insidie della quotidianità può comprendere quanto una mente folle possa nel contempo essere lucida.
E’ la lucida e folle mente del protagonista, l’ottimo Luis Tosar che impersona l’annoiato e abitudinario portiere di un condominio, il quale solo condividendo la propria infelicità riuscirà a sfuggire al suicidio. Non c’è bisogno di effetti speciali per costruire il mostro, anzi la mostruosità risiede proprio nella circostanza che essa non ha bisogno di artifici, identificandosi alla perfezione nella psiche di un uomo.
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queenbeelw
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domenica 30 settembre 2012
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la sociopatia da un punto di vista privilegiato
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Ottima interpretazione di Luis Tosar, ti induce quasi a stare dalla sua parte, nel suo spietato piano di togliere il sorriso altrui, essendo lui incapace di sorridere e di essere felice. A tratti fa quasi tenerezza, subito dopo riesce a turbarti con la sua manipolazione diabolica. Tensione alle stelle e finale inaspettato. Lo adoreranno gli amanti degli psycho triller!
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