felicity
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mercoledì 12 aprile 2023
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ritorna lo spirito del capostipite
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Scream 4 è un ritorno alle origini. Il primo Scream ha sconvolto il mondo dell'horror slasher, reinventandolo e stabilendo quelle che sarebbero poi diventate le linee guida dello stesso nel corso degli anni. Dal 1996 in poi piccoli cloni di Scream hanno proliferato e si sono affermati nella cinematografica di genere. Paradossalmente però i due successivi sequel hanno perso quella verve che aveva fatto del primo film un cult: l'ironia, l'autocitazionismo, il ritmo comico che invece tornano con prepotenza in questo quarto episodio. La dissacrante critica al mondo dei media contemporaneo non aspetta a palesarsi al pubblico, irrompendo nel metacinema delle scene iniziali dove Scream torna a prendersi in giro con successo, utilizzando sì le stesse metodologie, ma senza scadere nell'ovvio e prevedibile.
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Scream 4 è un ritorno alle origini. Il primo Scream ha sconvolto il mondo dell'horror slasher, reinventandolo e stabilendo quelle che sarebbero poi diventate le linee guida dello stesso nel corso degli anni. Dal 1996 in poi piccoli cloni di Scream hanno proliferato e si sono affermati nella cinematografica di genere. Paradossalmente però i due successivi sequel hanno perso quella verve che aveva fatto del primo film un cult: l'ironia, l'autocitazionismo, il ritmo comico che invece tornano con prepotenza in questo quarto episodio. La dissacrante critica al mondo dei media contemporaneo non aspetta a palesarsi al pubblico, irrompendo nel metacinema delle scene iniziali dove Scream torna a prendersi in giro con successo, utilizzando sì le stesse metodologie, ma senza scadere nell'ovvio e prevedibile. Irriverente, costantemente citazionistico, ricco di camei e situazioni dilettevolmente irreali, Scream 4 riprende in pieno lo stile del capostipite della saga, intrattenendo come "tanto andava di moda negli anni Novanta". Scream 4 non apporta niente di originale alla storia, non stupisce e non arricchisce quanto già raccontato quindici anni fa, come a non voler rovinare un culto già affermato. Ci si ritrova a guardare un'appendice della storia principale, uno scenario in cui i protagonisti classici si trovano accidentalmente a occupare, muovendosi per territori e situazioni familiari.
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figliounico
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mercoledì 1 marzo 2023
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piacevole intrattenimento
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L’ultimo della saga degli Scream diretti da Wes Craven, che sorprende per la sagacia con cui è stata realizzata la sceneggiatura e l’accuratezza della messa in scena, confezionato con gli stessi ingredienti principali dei precedenti, splatter e autoironia, cui si aggiunge il tema del film nel film che moltiplica la finzione in un gioco di specchi fino a rendere verosimile l’inverosimile e viceversa. E’ al contempo una intelligente satira del genere horror adolescenziale e un prodotto che rientra nei canoni tipici del medesimo genere con tanto di serial killer mascherato, suspense e triplice colpo di scena finale. La recitazione è sopra le righe e i dialoghi, ben scritti, a tratti risultano perfino divertenti.
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L’ultimo della saga degli Scream diretti da Wes Craven, che sorprende per la sagacia con cui è stata realizzata la sceneggiatura e l’accuratezza della messa in scena, confezionato con gli stessi ingredienti principali dei precedenti, splatter e autoironia, cui si aggiunge il tema del film nel film che moltiplica la finzione in un gioco di specchi fino a rendere verosimile l’inverosimile e viceversa. E’ al contempo una intelligente satira del genere horror adolescenziale e un prodotto che rientra nei canoni tipici del medesimo genere con tanto di serial killer mascherato, suspense e triplice colpo di scena finale. La recitazione è sopra le righe e i dialoghi, ben scritti, a tratti risultano perfino divertenti. Un piacevole intrattenimento anche per chi non è appassionato di horror, come il club di giovani cinefili che nel film organizzano maratone per la visione ininterrotta della serie dello “squartatore”, che in una ennesima autoironica citazione riproduce la stessa saga degli Scream.
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dandy
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venerdì 28 dicembre 2018
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nelle intenzioni e a tutti gli effetti,un remake.
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A 15 anni dal "Scream",lo sceneggiatore Kevin Williamson(estromesso dal capitolo precedente)decide di riproporre la storia originale aggiornandola ai tempi odierni.Citazioni e autocitazioni si sprecano,nel mirino finiscono oltre ai soliti sequel commerciali(peggio che nel passato),i remake,i reboot e il vuoto totale di una generazione notevolmente peggiorata rispetto a quella di fine anni'90,schiava di internet e per la quale la fama va raggiunta con ogni mezzo,e la morte è solo qualcosa su cui spettegolare,lucrare o eccitarsi.Anche le regole sono nuove:ora nemmeno vergini e gay sono al sicuro....Ma i clichè restano gli stessi,e i pure i personaggi.Sidney pubblica un bestseller ma rimane buona di cuore;Gale è la solita opportunista ma sempre con una coscienza;Linus resta l' imbranto che arriva sempre un secondo troppo tardi.
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A 15 anni dal "Scream",lo sceneggiatore Kevin Williamson(estromesso dal capitolo precedente)decide di riproporre la storia originale aggiornandola ai tempi odierni.Citazioni e autocitazioni si sprecano,nel mirino finiscono oltre ai soliti sequel commerciali(peggio che nel passato),i remake,i reboot e il vuoto totale di una generazione notevolmente peggiorata rispetto a quella di fine anni'90,schiava di internet e per la quale la fama va raggiunta con ogni mezzo,e la morte è solo qualcosa su cui spettegolare,lucrare o eccitarsi.Anche le regole sono nuove:ora nemmeno vergini e gay sono al sicuro....Ma i clichè restano gli stessi,e i pure i personaggi.Sidney pubblica un bestseller ma rimane buona di cuore;Gale è la solita opportunista ma sempre con una coscienza;Linus resta l' imbranto che arriva sempre un secondo troppo tardi.Il resto dei personaggi ricalcano più o meno quelli del primo film,ovviamente aggiornati(con immancabili nerd odiosi e bellone procaci).Dopo l'inizio parodistico-metacinematografico,tutto fila come da copione.Craven,reduce da una serie di brutte pellicole e qui alla sua ultima,si accontenta di propinare un lavoretto senza troppe pretese.Se la rivelazione sull'identità degli assassini e le loro motivazioni opposte è innegabilmente efficace,il finale preferisce accantonare la scelta più estrema in favore di quella tipica e scontata del resto della saga(resurrezione del killer inclusa).Il sangue scorre,ma ha un colore tendente al marrone che non è proprio il massimo,ed è più copioso negli spezzoni di "Squartati" che negli omicidi "veri".Meglio del terzo film senz'altro,ma non più di un buono slasher.Più curato della media ma minato dai clichè che proprio il primo capitolo aveva contribuito a diffondere.
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fabio1957
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giovedì 9 luglio 2015
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il peggiore dei 4
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Dissento dalle analisi sociologiche del critico, trovo semplicemente deludente, l'ultimo capitolo, di questa vera e propria saga, che qui mostra la corda.Ormai la maschera con l'urlo di Munch, non fa più paura a nessuno.Wes Craven è un buon regista, poteva evitare questa inutile replica.
il peggiore dei quattro
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elgatoloco
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sabato 27 giugno 2015
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wes craven si rinnova, pur rimanendo se stesso
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Wes Craven, in questo quarto capitolo, rimane fedele al suo stile, in particolare alla contaminatio feconda tra cinema e"realtà", mantenendo certamente il suo stile, inequivocabile e tipico, ma accentuando i legami trasversali tra le diverse"scie di realtà"che gli equivoci, i legami interpersonali(di rivalità, gelosia professionale e sentimentale, di affetto/amore perso), sempre suscettibili di modifiche, ripropongono, dando a chi guarda l'impressione di una sorta di "riposizionamento"/"riprogrammazione"continua. Lo humor cravesiano, certo; ma anche il legame tra humor e dramma, tristezza, alienazione, non da ultimo alienazione accentuata dalla "microrealtà"para-urbana.
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Wes Craven, in questo quarto capitolo, rimane fedele al suo stile, in particolare alla contaminatio feconda tra cinema e"realtà", mantenendo certamente il suo stile, inequivocabile e tipico, ma accentuando i legami trasversali tra le diverse"scie di realtà"che gli equivoci, i legami interpersonali(di rivalità, gelosia professionale e sentimentale, di affetto/amore perso), sempre suscettibili di modifiche, ripropongono, dando a chi guarda l'impressione di una sorta di "riposizionamento"/"riprogrammazione"continua. Lo humor cravesiano, certo; ma anche il legame tra humor e dramma, tristezza, alienazione, non da ultimo alienazione accentuata dalla "microrealtà"para-urbana. El Gato
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alexxis
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martedì 21 gennaio 2014
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deludente
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Come appassionato della famosa serie di scream, questo episodio mi ha proprio deluso.un contentino per i nodtalgici,si poteva fare molto di più
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brazzale
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venerdì 25 ottobre 2013
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scream e' tornato!
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DOPO DUE SEQUEL NON CONVINCENTI DI UNO DEI PIU' GRANDI FILM HORROR DELLA STORIA, SCREAM E' TORNATO CON IL QUARTO CAPITOLO DELLA SAGA. SCREAM 4 E' UN FILM CHE TI LASCIA CONTINUAMENTE CON IL FIATO SOSPESO NON PERDENDO MAI IL RITMO. WES CRAVEN E' RIUSCITO A RIDARE QUEL MAGISTRALE PIZZICO DI PAURA E IRONIA, CHE NEI DUE CAPITOLI PRECEDENTI ERANO MANCATI OPPURE ERANO TROPPO MARCATI PER RENDERE GODIBILI I FILM, CHE RESE GRANDE IL PRIMO SCREAM CONSACRANDOLO UNO DEI PIU' GRANDI SUCCESSI HORROR. BUON CAST ANCHE SE IL DOPPIAGGIO LASCIA QUALCHE VOLTA A DESIDERARE.
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film80
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venerdì 5 luglio 2013
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il ritorno dell'horror!
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Ritorna wes craven con un nuovo capitolo della trilogia di scream! sorprendendo alla grande!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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stephen k.
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mercoledì 13 marzo 2013
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un ottimo sequel per un'ottima saga
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Wes Craven dimostra per l'ennesima volta quanto è bravoo a fare il regista. Con Scream 4 continua la fortunata serie di Scream che gli ha portato un nuovo successo dopo i flop degli ultimi tre-quattro film. Scream 4 è ottimo sotto ogni aspetto: la trama è piena di senso e la struttura narrativa è ben organizzata, la regia di Craven è pressoche perfetta, la sceneggiatura è molto variegata, i dialoghi intelligenti e ricercati e ben recitati dagli interpreti. Gli effetti speciali poco utilizzati sono perfettamente creati da Ron Bolanowski, la fotografia di Peter Deming è buona come le inquadrature in continuo movimento. Neve Campbell e David Arquette spiccano tra gli interpreti con i loro ruoli principali nel film.
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Wes Craven dimostra per l'ennesima volta quanto è bravoo a fare il regista. Con Scream 4 continua la fortunata serie di Scream che gli ha portato un nuovo successo dopo i flop degli ultimi tre-quattro film. Scream 4 è ottimo sotto ogni aspetto: la trama è piena di senso e la struttura narrativa è ben organizzata, la regia di Craven è pressoche perfetta, la sceneggiatura è molto variegata, i dialoghi intelligenti e ricercati e ben recitati dagli interpreti. Gli effetti speciali poco utilizzati sono perfettamente creati da Ron Bolanowski, la fotografia di Peter Deming è buona come le inquadrature in continuo movimento. Neve Campbell e David Arquette spiccano tra gli interpreti con i loro ruoli principali nel film. Il finale è sempre con il botto, in cui viene scoperto un improbabile killer. Film ricco di saliscendi di tensione e che tiene lo spettatore col fiato sospeso. Film ottimo facente parte di un'ottima e fortunata saga. Da vedere per chi non l'abbia ancora visto. Assolutamente consigliato.
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paolo_89
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martedì 26 febbraio 2013
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stanche ripetizioni e citazioni compiaciute
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Scream 4: il modo in cui si presenta promette bene, se ci si può immaginare qualcosa di nuovo da una saga horror che, è vero, è entrata nell’immaginario collettivo del genere, ma di cui solo il primo capitolo è davvero originale. Due false partenze, infatti, prendono in giro gli schemi abusati dai film successivi: ragazze “bionde e con le tette grosse, quindi stupide”, telefonate minatorie, luci che si spengono all’improvviso. Tutto questo, in due film dentro al film, che le protagoniste guardano di volta in volta.
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Scream 4: il modo in cui si presenta promette bene, se ci si può immaginare qualcosa di nuovo da una saga horror che, è vero, è entrata nell’immaginario collettivo del genere, ma di cui solo il primo capitolo è davvero originale. Due false partenze, infatti, prendono in giro gli schemi abusati dai film successivi: ragazze “bionde e con le tette grosse, quindi stupide”, telefonate minatorie, luci che si spengono all’improvviso. Tutto questo, in due film dentro al film, che le protagoniste guardano di volta in volta.
Non appena si entra nel vivo del vero film, però, tutto quello di cui si è riso – e di cui si ride, a tratti, nel resto del tempo – si ripropone, imbarazzante.
La storia è quella di Sidney Prescott, protagonista degli episodi precedenti, che torna a Woodsboro per presentare il libro che ha scritto ispirandosi alla sua esperienza: porterà ancora con sé la scia di sangue che l’ha perseguitata; l’incubo di Ghostface. La svolgimento della trama, però, è continuamente interrotto da dialoghi sul cinema horror e sui remake: se da una parte vorrebbero esorcizzare la paura del paese per gli omicidi e prevedere le mosse dell’assassino, dall’altra sono un tentativo maldestro e asfissiante di vendere il film e giustificare i colpi di scena finali, certo inaspettati ma arbitrari, senza premessa o giustificazione nella storia.
Risate volontarie ce ne sono, generate da brevi inserti satirici e citazioni: il poliziotto di nome Anthony Perkins o la serie “Squartati” presente nel film, firmata da Robert Rodriguez, per esempio. Più numerose le risate amare, generate dalla mole di stereotipi, e sospiri, che significano “ma era davvero necessario un altro Scream?”.
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[+] mi ha lasciato senza parole
(di stephen k.)
[ - ] mi ha lasciato senza parole
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