dandy
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lunedì 16 ottobre 2017
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no pleasure here....
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Terzo ed ultimo capitolo della "Hate Trilogy",cominciata con "Love Exposure" e "Cold Fish"(inediti in Italia).L'inizio fa pensare al classico thriller estremo asiatico,ma ben presto il morto,l'ispettrice e le indagini passano in secondo piano mentre al centro viene posto il ruolo della donna nella società giapponese odierna.Una società terrificante e maschilista,che sembra non aver fatto un solo passo avanti rispetto a 50 anni fa.E le 2 protagoniste vi si adeguano attraverso l'unico modo possibile di conquistare una sorta di indipendenza,di padronanza del proprio corpo:il sesso mercificato.Sesso mostrato ripetutamente,in modo freddo e brutale,dove nessuno sembra provare piacere di sorta.
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Terzo ed ultimo capitolo della "Hate Trilogy",cominciata con "Love Exposure" e "Cold Fish"(inediti in Italia).L'inizio fa pensare al classico thriller estremo asiatico,ma ben presto il morto,l'ispettrice e le indagini passano in secondo piano mentre al centro viene posto il ruolo della donna nella società giapponese odierna.Una società terrificante e maschilista,che sembra non aver fatto un solo passo avanti rispetto a 50 anni fa.E le 2 protagoniste vi si adeguano attraverso l'unico modo possibile di conquistare una sorta di indipendenza,di padronanza del proprio corpo:il sesso mercificato.Sesso mostrato ripetutamente,in modo freddo e brutale,dove nessuno sembra provare piacere di sorta.Gli uomini,dai clienti occasionali al gestore del supermercato all'odioso marito scrittore,sono tutti ignobili prevaricatori.E le 2 protagoniste assumono la statura di tragiche eroine,destinate alla disfatta per le stesse azioni che compiono nel tentativo di riscattarsi.La sensuale e inquietante Makoto Togashi è bravissima,ma la sofferta e tenera Megumi Kagurazaka è davvero superlativa.Sion gira con uno stile rigoroso ed elegante,e rilancia abilmente la storia dopo un'ora e mezza,spiazzando lo spettatore.Un film estremo e disturbante,non per spettatori sensibili(oltre al sesso,ci sono le brevi e repellenti scene del cadavere) e sicuramente fuori dalle mode degli spettatori occidentali.Ma capace di scavare nel marcio molto più in profondità di molto cinema americano.
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blackredblues
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domenica 11 dicembre 2011
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chi sei? sono sion!
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Casalinga dolce, pudica e sottomessa al marito scrittore, annoiata da una routine fatta di ciabattine allineate ossessivamente davanti all'uscio in attesa che egli torni, compie una virata decisiva iniziando col cercarsi un lavoro come promotrice di salsicce in un supermercato. Dal promuovere la salsiccia ad apprezzarla in prima persona (scusate la battuta è scontata ma non resisto!) il passo sembra essere breve così passa dal soft core all'hard core per poi trastullarsi nel fatato mondo della prostituzione fino a quando, nell'epilogo, non incontrerà il marito in veste di cliente. La storia sa di già visto e sentito, la teatralità e l'esasperazione dei toni non mancano e stancano.
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Casalinga dolce, pudica e sottomessa al marito scrittore, annoiata da una routine fatta di ciabattine allineate ossessivamente davanti all'uscio in attesa che egli torni, compie una virata decisiva iniziando col cercarsi un lavoro come promotrice di salsicce in un supermercato. Dal promuovere la salsiccia ad apprezzarla in prima persona (scusate la battuta è scontata ma non resisto!) il passo sembra essere breve così passa dal soft core all'hard core per poi trastullarsi nel fatato mondo della prostituzione fino a quando, nell'epilogo, non incontrerà il marito in veste di cliente. La storia sa di già visto e sentito, la teatralità e l'esasperazione dei toni non mancano e stancano. La sceneggiatura e i dettagli restituiscono un non so che di raffazzonato e non sempre coerente. Tecnicamente niente di eclatante, prendete un telefilm dell'ispettore Derrick (come tempi, battute e recitazione), dategli dei colori e luci alla Mario Bava e usate dei personaggi caratterizzati nella migliore tradizione di Dario Argento (Profondo Rosso per dare un titolo).
Sullo sfondo di ciò che ho narrato c'è il tentativo di connotare la pellicola sul noir e reggere le fila del discorso tramite un pretestuoso omicidio che in qualche modo si connette alle vicissitudini della donnina sopra citata.
La cosa che più mi ha impressionato è l'assoluta freddezza trasmessa dalla pellicola. Si dovrebbe avere a che fare con scene, temi ed emozioni forti (cadaveri mutilati, violenza femminile, omicidio, perversione, male di vivere) che però non raggiungono mai lo spettatore che rimane invariabilente osservatore (anche un po' annoiato) di ciò che accade.
Non discuto sul fatto che tale regista possa, a buon diritto, avere successo in patria di cui ignoro gusti e registri narrativi, ma onestamente rimane il grande interrogativo riguardo a quelle persone che, provenendo da una tradizione filmica come quella europea, riescano ad entusiasmarsi vedendo un prodotto simile. Credo che il fascino dell'esotico in questo caso abbia la meglio nella mente di chi apprezza. Per corroborare la mia tesi sarebbe carino proporre lo stesso tipo di film sostituendo gli attori con altri di pari bravura (in Italia non dovremmo avere problemi nel reperimento) e spacciarlo per un compito a casa di un allievo di una qualsiasi scuola registica del nostro paese.
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(di armilio)
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