olgadik
|
giovedì 18 novembre 2010
|
un po' italiano, un po' tedesco, un po' americano
|
|
|
|
Se si pensa al film d’esordio del regista (Lezioni di cioccolato), una commedia sentimentale e garbatamente di moda, quasi non si crede che l’autore sia la stessa persona. Dalle riprese iniziali, già dal punto di vista esclusivamente tecnico è un altro mondo: macchina che si muove col ritmo giusto, accento sui primi piani dei volti, oggetti frugati nella loro materialità quotidiana, tutto in contrasto con quello che sembra prepararsi ad esplodere. Costante è infatti la capacità di Cupellini, aiutato dalla splendida fotografia di Gergly Poharnok, di suggerire allo spettatore che qualcosa di irreversibile sta per accadere, mantenendo fluidità e insieme costrizione narrativa sempre sull’orlo di ciò che deve verificarsi.
[+]
Se si pensa al film d’esordio del regista (Lezioni di cioccolato), una commedia sentimentale e garbatamente di moda, quasi non si crede che l’autore sia la stessa persona. Dalle riprese iniziali, già dal punto di vista esclusivamente tecnico è un altro mondo: macchina che si muove col ritmo giusto, accento sui primi piani dei volti, oggetti frugati nella loro materialità quotidiana, tutto in contrasto con quello che sembra prepararsi ad esplodere. Costante è infatti la capacità di Cupellini, aiutato dalla splendida fotografia di Gergly Poharnok, di suggerire allo spettatore che qualcosa di irreversibile sta per accadere, mantenendo fluidità e insieme costrizione narrativa sempre sull’orlo di ciò che deve verificarsi. Così che il racconto acquista la forma e l’andamento tipico del buon cinema medio americano, mutuandone anche alcuni aspetti del linguaggio. Di italianissimo c’è invece la denuncia di come la camorra stia lucrando sul riciclaggio dei rifiuti, nonché il profilo del personaggio principale, ex-malavitoso che scomparendo dal suo paese ha fatto credere a tutti, figlio compreso, di essere morto. La sua scomparsa ha il duplice scopo di salvare la vita dei suoi (s’intravede qualche sgarro che avrebbe provocato la vendetta dei boss) e di regalare a se stesso l’illusione di una vita tranquilla in Germania con una nuova moglie e un altro figlio. Ma come molti libri recenti e molti film insegnano, non si può annullare un passato così ingombrante. Come gli zombi, esso ritorna. S’infrange così la tranquillità realizzata, pur con qualche incrinatura, perché un brutto giorno ricompare il figlio maggiore, facente parte a sua volta del giro camorristico. Equilibrare la nuova situazione con questa presenza problematica, ridare al figlio abbandonato una parvenza di normalità, è un sogno destinato a non realizzarsi. E nello svolgersi dei fatti che sembrano avvitarsi verso una tragica conclusione sempre posposta, la mano del regista crea un’opera ricca sfumature e particolari realistici e simbolici insieme. Non manca però qualche incongruenza nella sceneggiatura (soprattutto nel finale), finale che sarebbe stato di maggiore effetto senza le ultimissime inquadrature che ne costituiscono una inutile coda. L’interpretazione degli attori: i due maschi italici manovalanza del crimine, la moglie tedesca e Toni Servillo sono indubbiamente all’altezza. Quest’ultimo si serve ottimamente anche delle pieghe del viso e possiede una capacità di autoimbruttimento fisico e morale che realizza con poco trucco e molta perizia mimica. Qualche punta di gigioneria non manca, ma non offusca il risultato complessivo di un racconto condotto con elegante padronanza da Cupellini. Anche se ispirato da Sorrentino e dal Molaioli della Donna del lago, il giovane autore può definirsi già un esperto. Il ritmo delle svolte narrative, la testimonianza sui problemi del nostro tempo, la creazione di personaggi come questo chef italiano che dispiega nel suo lavoro la fantasia mediterranea in terra straniera, fanno pensare che di questo regista riparleremo. Il suo percorso è appena iniziato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a olgadik »
[ - ] lascia un commento a olgadik »
|
|
d'accordo? |
|
eakes
|
giovedì 18 novembre 2010
|
toni servillo, il migliore
|
|
|
|
Ho scoperto solo da poco Toni Servillo, nella sua ottima interpretazione ne "La ragazza del lago" e credo che sia il migliore attore italiano in circolazione, sa dare ad ogni suo personaggio un a personalità che ti coinvolge e non ti fa staccare un attimo gli occhi dallo schermo. Per quanto riguarda il film è proprio coinvolgente, fatto bene e toccante, uno specchio rivelatore della realtà.
|
|
[+] lascia un commento a eakes »
[ - ] lascia un commento a eakes »
|
|
d'accordo? |
|
annalinagrasso
|
martedì 16 novembre 2010
|
quando il passato ritorna...
|
|
|
|
Rosario Russo è un uomo che ha dovuto abbandonare la sua terra e fuggire dal suo passato. Si è rifatto una seconda vita con un'altra identità,sposando una donna tedesca, un altro lavoro(gestisce un ristorante) , in un altro paese, sperando che finalmente questo possa essere il corso sereno della sua vita, ma il passato spesso ritorna..
Quando in italia si realizza un film noir non è mai cosa da poco, ma questo film risulta abbastanza convincente, sebbene il regista cupellini si affidi un po’ troppo alla straordinaria bravura recitativa di Tony Servillo(visibilmente ingrassato) (miglior attore al festival del cinema di roma),tralasciando la cura dell’aspetto espressivo e stilistico, a vantaggio di un taglio piu’ familiare.
[+]
Rosario Russo è un uomo che ha dovuto abbandonare la sua terra e fuggire dal suo passato. Si è rifatto una seconda vita con un'altra identità,sposando una donna tedesca, un altro lavoro(gestisce un ristorante) , in un altro paese, sperando che finalmente questo possa essere il corso sereno della sua vita, ma il passato spesso ritorna..
Quando in italia si realizza un film noir non è mai cosa da poco, ma questo film risulta abbastanza convincente, sebbene il regista cupellini si affidi un po’ troppo alla straordinaria bravura recitativa di Tony Servillo(visibilmente ingrassato) (miglior attore al festival del cinema di roma),tralasciando la cura dell’aspetto espressivo e stilistico, a vantaggio di un taglio piu’ familiare. Il film ricorda molto “Gomorra” soprattutto guardando gli altri due protagonisti Edoardo e Diego(legato a Rosario), delinquenti che sono in procinto di preparare un piano criminale. Una vita tranquilla ha il merito di cogliere l’aspetto filosofico del tema del” ritorno del passato”in maniera drammatica e febbrile in un contesto molto attuale:quello dell’interferenza della malavita organizzata nel territorio estero e precisamente quello tedesco. Interessante è anche l’aspetto linguistico, il protagonista adotta per ogni occasione e circostanza un registro diverso,tedesco al lavoro, napoletano con la famiglia; un film freddo, spietato con poche emozioni,asciutto, un po’ manierista con un sottofondo narrativo troppo metaforico e didascalico che crea squilibrio tra la vicenda personale del protagonista e le vicende degli altri personaggi oltre che con gli accadimenti realistici. Da menzionare tra gli altri il bravissimo Francesco Di Leva nel ruolo di Edoardo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a annalinagrasso »
[ - ] lascia un commento a annalinagrasso »
|
|
d'accordo? |
|
federer85
|
lunedì 15 novembre 2010
|
grande servillo
|
|
|
|
Film neorealista,intimista e con un taglio da storia provinciale che poi diventa tutt'ad un tratto internazionale. L'unica pecca è che per chi non è campano o siciliano o calabrese è difficilmente comprensibile in toto. Servillo ricorda molto Gian Maria Volentè dei bei tempi. Grandissimo.
|
|
[+] lascia un commento a federer85 »
[ - ] lascia un commento a federer85 »
|
|
d'accordo? |
|
everyone
|
lunedì 15 novembre 2010
|
reatlà o finzione??
|
|
|
|
Il film rappresenta bene uno spaccato d'Italia di cui non andare fieri ma purtroppo veritiero.Per quanto riguarda Toni Servillo temo che si stia verificando una ripetitività nel personaggio che è chiamato ad interpretare a cominaciare dall'ottimo "Le conseguenze dell'amore"cioè quello dell'uomo dalla doppia vita e/o dal passato che ritorna.Questa è una sorte che è già capitata ad altri grandi interpreti vedi Jack Nichoolson che da "Qualcuno volò sul nido del cuculo"in poi non è più uscito dal clichè dello svitato o del pazzo furioso..Tornando al film in questione penso che il finale sia poco attendibile anche perchè se nella vita accadesse davvero così temo che quella bella famigliola italo/tedesca lasciata in balia di soggetti a dir poco criminali non se la caverebbe molto bene insomma se un criminale di tutto rispetto come il nostro protagonista agisse così nella realtà sarebbe un folle!!Ma questo è un film.
[+]
Il film rappresenta bene uno spaccato d'Italia di cui non andare fieri ma purtroppo veritiero.Per quanto riguarda Toni Servillo temo che si stia verificando una ripetitività nel personaggio che è chiamato ad interpretare a cominaciare dall'ottimo "Le conseguenze dell'amore"cioè quello dell'uomo dalla doppia vita e/o dal passato che ritorna.Questa è una sorte che è già capitata ad altri grandi interpreti vedi Jack Nichoolson che da "Qualcuno volò sul nido del cuculo"in poi non è più uscito dal clichè dello svitato o del pazzo furioso..Tornando al film in questione penso che il finale sia poco attendibile anche perchè se nella vita accadesse davvero così temo che quella bella famigliola italo/tedesca lasciata in balia di soggetti a dir poco criminali non se la caverebbe molto bene insomma se un criminale di tutto rispetto come il nostro protagonista agisse così nella realtà sarebbe un folle!!Ma questo è un film...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a everyone »
[ - ] lascia un commento a everyone »
|
|
d'accordo? |
|
gianmarco.diroma
|
venerdì 12 novembre 2010
|
possibili letture di una vita tranquilla
|
|
|
|
Fuga senza fine è il titolo di un libro di Joseph Roth: fuga senza fine è una sorta di condizione esistenziale che Antonio De Martino (Rosario, da quando vive in Germania) ha sposato da ormai 15 anni, costretto ad abbandonare il suo passato di pluriomicidia per avere salva la vita sua e quella della sua famiglia. Ma è proprio la propria famiglia che si presenta alla porta del suo ristorante in Germania sotto l'aspetto e la vicenda di Diego, il figlio primogenito, che Rosario/Antonio De Martino ha abbandonato a sé stesso in Italia, "fottendosene di tutto" (come sostiene Diego nel finale del film) molti anni prima. Coinvolto in una classica storia di camorra (classica dopo Gomorra di Roberto Saviano) dove omicidi e rifiuti s'intrecciano fino ad arrivare in Germania, Diego costringe il padre Rosario a riaprire i conti con il passato, con il proprio passato! Perché se Diego sembra smarrire progressivamente lucidità nel corso della storia, a causa del sempre maggiore coinvolgimento emotivo a cui Rosario lo costringe, così non è Edoardo, il suo "collega", il quale, per la sua prepotenza, il suo vigore, la sua determinazione, la sua incoscienza, ma anche perché figlio di un boss da cui Rosario non vuole più essere trovato (facendosi credere morto), man mano che si procede verso il cuore dell'intreccio assume i connotati del nemico da distruggere agli occhi del protagonista Rosario.
[+]
Fuga senza fine è il titolo di un libro di Joseph Roth: fuga senza fine è una sorta di condizione esistenziale che Antonio De Martino (Rosario, da quando vive in Germania) ha sposato da ormai 15 anni, costretto ad abbandonare il suo passato di pluriomicidia per avere salva la vita sua e quella della sua famiglia. Ma è proprio la propria famiglia che si presenta alla porta del suo ristorante in Germania sotto l'aspetto e la vicenda di Diego, il figlio primogenito, che Rosario/Antonio De Martino ha abbandonato a sé stesso in Italia, "fottendosene di tutto" (come sostiene Diego nel finale del film) molti anni prima. Coinvolto in una classica storia di camorra (classica dopo Gomorra di Roberto Saviano) dove omicidi e rifiuti s'intrecciano fino ad arrivare in Germania, Diego costringe il padre Rosario a riaprire i conti con il passato, con il proprio passato! Perché se Diego sembra smarrire progressivamente lucidità nel corso della storia, a causa del sempre maggiore coinvolgimento emotivo a cui Rosario lo costringe, così non è Edoardo, il suo "collega", il quale, per la sua prepotenza, il suo vigore, la sua determinazione, la sua incoscienza, ma anche perché figlio di un boss da cui Rosario non vuole più essere trovato (facendosi credere morto), man mano che si procede verso il cuore dell'intreccio assume i connotati del nemico da distruggere agli occhi del protagonista Rosario. Il quale nella seconda parte del film, assume espressioni sempre più tese, sofferenti, cariche letteralmente di odio. In questo senso, se una prima lettura ha a che fare con la logica della fuga a tutti i costi, una seconda rimanda direttamente al personaggio più celebre che Toni Servillo ha interpretato, Titta De Girolamo ne Le conseguenze dell'amore: se Gorbaciof infatti sembra essere troppo fedele alla parabola autodistruttiva del protagonista del film di Paolo Sorrentino, senza però possederne l'anima più profonda, Rosario sembra chiudere un percorso ideale che permette a Titta De Girolamo di sopravvivere ancora, pagando un prezzo altissimo certo (abbandonando moglie e figlio e ricominciando da zero come un qualsiasi extracomunitario appena arrivato in Germania) ma avendo salva la vita. La paura di morire vince su tutto: anche nei confronti dell'amore per i figli. E qui subentra una terza possibile lettura del film: una parabola che parla di padri che uccidono i figli, di una storia in cui si mette in scena la storia di Edipo che viene ucciso da Laio, la storia di un padre che uccide il proprio figlio, la storia di una generazione, quella dei nostri padri, che ha fagocitato la nostra. Il film allora, volando con la fantasia, potrebbe essere letto come una grande metafora dello smarrimento, di cui si fa tanto parlare, dei "giovani d'oggi" (sui "giovani d'oggi ci scatarro sopra" cantavano gli Afterhours) bloccati da dei padri che non riescono ad abbandonare i loro posti di potere, ed un futuro denso di incertezze, dove il precariato non è altro che l'altra faccia della flessibilità (una flessibilità esistenziale, fatta di duro lavoro, grande umiltà e desiderio di ricominciare che Diego, dopo l'uccisione di Edoardo, dimostra di non possedere in alcun modo!).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianmarco.diroma »
[ - ] lascia un commento a gianmarco.diroma »
|
|
d'accordo? |
|
giank51
|
venerdì 12 novembre 2010
|
una vita con il ritmo della tragedia greca
|
|
|
|
In uno sfondo nord-europeo e sotto l'arco della mafia si snoda una vicenda che porta con sè l'incalzare di una moderna tragedia greca o meglio tardo italica.
I passaggi fondamentali del film (ex-mafioso in fuga, incontro con il figlio a sua volta compromesso,una nuova famiglia) sono magistralmente trasformati in
consapevolezza di sè e del proprio passato e nella tragica presa di coscienza del proprio destino.
Ed ecco dispiegarsi sulla scena i veri protagonisti dell'opera: un figlio dimenticato che ritorna, un cupo passato che ritorna, una sopita aggrssività che riaffiora. Toni Servillo sta nuovamente sprofondando nell'abisso da cui era faticosamente emerso.
[+]
In uno sfondo nord-europeo e sotto l'arco della mafia si snoda una vicenda che porta con sè l'incalzare di una moderna tragedia greca o meglio tardo italica.
I passaggi fondamentali del film (ex-mafioso in fuga, incontro con il figlio a sua volta compromesso,una nuova famiglia) sono magistralmente trasformati in
consapevolezza di sè e del proprio passato e nella tragica presa di coscienza del proprio destino.
Ed ecco dispiegarsi sulla scena i veri protagonisti dell'opera: un figlio dimenticato che ritorna, un cupo passato che ritorna, una sopita aggrssività che riaffiora. Toni Servillo sta nuovamente sprofondando nell'abisso da cui era faticosamente emerso. Ma il gesto d'amore verso il nuovo figlio gli dà l'ultima possibiltà di riscatto.
Poi succeda quel che succeda. Un nuovo volto ed una nuova vita. Una fuga senza fine.
Avevamo bisogno di questo film!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giank51 »
[ - ] lascia un commento a giank51 »
|
|
d'accordo? |
|
marezia
|
venerdì 12 novembre 2010
|
pipay,
|
|
|
|
perché solo 3 stelle? Pensavo meglio.
|
|
[+] lascia un commento a marezia »
[ - ] lascia un commento a marezia »
|
|
d'accordo? |
|
lalli
|
giovedì 11 novembre 2010
|
alla fine tutti perdono
|
|
|
|
un bel film con un ottimo Servillo, che ormai è una garanzia. La vita tranquilla purtroppo non la avrà nessuno. 3 stelle, 4 x servillo
|
|
[+] lascia un commento a lalli »
[ - ] lascia un commento a lalli »
|
|
d'accordo? |
|
pipay
|
mercoledì 10 novembre 2010
|
una vita, più vite...
|
|
|
|
Un film ben fatto. Funziona: ha ritmo, tensione, ottimi interpreti e buona regia. Servillo dà il suo meglio quando appare così "al naturale", (ricordo "La donna del lago", buon film che però denotava diversi errori o banalità nella trama) anziché mostrarsi alla cinepresa dopo ore di trucco che gli consentono di interpretare personaggi che riportano all'artificio e al bozzettismo (Il Divo, Gorbaciof), personaggi comunque riusciti.
"Una vita tranquilla" fa perno sulle insidie, la violenza e le amare sorprese che può riservarci la vita, costringendoci a volte a rimettere tutto in gioco, a qualsiasi costo, anche calpestando affetti, famiglia e amici. Anche a costo di uccidere; ma a questo il protagonista del film è abituato.
[+]
Un film ben fatto. Funziona: ha ritmo, tensione, ottimi interpreti e buona regia. Servillo dà il suo meglio quando appare così "al naturale", (ricordo "La donna del lago", buon film che però denotava diversi errori o banalità nella trama) anziché mostrarsi alla cinepresa dopo ore di trucco che gli consentono di interpretare personaggi che riportano all'artificio e al bozzettismo (Il Divo, Gorbaciof), personaggi comunque riusciti.
"Una vita tranquilla" fa perno sulle insidie, la violenza e le amare sorprese che può riservarci la vita, costringendoci a volte a rimettere tutto in gioco, a qualsiasi costo, anche calpestando affetti, famiglia e amici. Anche a costo di uccidere; ma a questo il protagonista del film è abituato. Per lui, che ha comunque tentato di allontanarsi dal tetro e spietato mondo della camorra e della malavita cercando di rifarsi una vita all'estero, non è un problema risolvere situazioni inaspettate. La sua sicurezza e la sua determinazione non hanno subito tentennamenti col passare del tempo...
Un film da vedere, crudo e attuale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pipay »
[ - ] lascia un commento a pipay »
|
|
d'accordo? |
|
|