filippo catani
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mercoledì 6 giugno 2012
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un passato che torna a galla
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Un uomo del meridione vive ormai da anni in Germania dove gestice un elegantissimo ristorante e fa il cuoco. La visita improvvisa di due giovani conterranei riporterà a galla il suo oscuro passato.
Davvero molto dura questa pellicola firmata Cupellini e d'altra parte anche di tragica attualità. La criminalità organizzata difficilmente dimentica i torti che le vengono fatti e molto spesso nemmeno la fuga serve a far dimenticare il proprio passato. Un intenso e dilaniato Servillo rende alla perfezione il dramma che affligge il vecchio cuoco che pareva ormai essersi rifatto una vita in Germania dopo tanti anni di gavetta con un buon lavoro e una bella famiglia. Purtroppo il passato nella figura del figlio e del suo compagno figlio di un boss lo riporteranno ai tempi passati e a dover prendere decisioni terribili per se e per la sua famiglia.
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Un uomo del meridione vive ormai da anni in Germania dove gestice un elegantissimo ristorante e fa il cuoco. La visita improvvisa di due giovani conterranei riporterà a galla il suo oscuro passato.
Davvero molto dura questa pellicola firmata Cupellini e d'altra parte anche di tragica attualità. La criminalità organizzata difficilmente dimentica i torti che le vengono fatti e molto spesso nemmeno la fuga serve a far dimenticare il proprio passato. Un intenso e dilaniato Servillo rende alla perfezione il dramma che affligge il vecchio cuoco che pareva ormai essersi rifatto una vita in Germania dopo tanti anni di gavetta con un buon lavoro e una bella famiglia. Purtroppo il passato nella figura del figlio e del suo compagno figlio di un boss lo riporteranno ai tempi passati e a dover prendere decisioni terribili per se e per la sua famiglia. Ottima la trama e anche l'ambientazione.
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francesco2
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mercoledì 29 febbraio 2012
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la vita (non)è un lungo fiume tranquillo
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La prima sequenza del film è già esemplificativa: il personaggio di Servillo, fucile imbracciato, uccide il cinghiale nonostante il suo sguardo innocente.L '"animalicidio" potrebbe essere una metafora di come la televisione, quella bruttina e prevedibile abbastanza visibile anche in questo film, abbia forse ucciso il cinema nostrano. Come, secondo alcuni, il calcioa zona avrebbe distrutto la figura del difensore italiano.
Una didascalia, comunque, non priva di (relativa) efficacia. Come relativamente efficace sarà tutto il film. Dove non convince neanche il personaggio di Servillo: dovrebbe (ri)unire due aspetti, oltretutto in un contesto infarcito di dubbi ed ambiguità: si pensi ai sospetti della moglie di Servillo, ma anche alle due lingue del film (Certi personaggi sono addirittura bilingue).
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La prima sequenza del film è già esemplificativa: il personaggio di Servillo, fucile imbracciato, uccide il cinghiale nonostante il suo sguardo innocente.L '"animalicidio" potrebbe essere una metafora di come la televisione, quella bruttina e prevedibile abbastanza visibile anche in questo film, abbia forse ucciso il cinema nostrano. Come, secondo alcuni, il calcioa zona avrebbe distrutto la figura del difensore italiano.
Una didascalia, comunque, non priva di (relativa) efficacia. Come relativamente efficace sarà tutto il film. Dove non convince neanche il personaggio di Servillo: dovrebbe (ri)unire due aspetti, oltretutto in un contesto infarcito di dubbi ed ambiguità: si pensi ai sospetti della moglie di Servillo, ma anche alle due lingue del film (Certi personaggi sono addirittura bilingue). A maggior ragione, proprio in un contesto così (s)doppi(at)o, ma allo stesso tempo paradossalmente(?) monotono e televisivo, più efficace sarebbe stata probabilmente un'altra figura da Servillo, quella più ambigua e sfumata (Sic!) dell'ancor più inconsistente "Gorbaciof".
Il finale, anche dal punto di vista cromatico, ci fa ripiombare nel buio della notte, in tutti i sensi: ora è Servillo che rischia di fare la fine del cinghiale nella prima scena. Dove Il finale, né ottimista né pessimista ma, probabilmente, neanche "Cerchiobottista", mi pare tra le cose migliori. Le scene migliori sono quelle in cui Cuperlini si astrae, come avveniva in un altro, piccolo film molto diverso da questo, "L'uomo che ama". L'atmosfera che si respira è lontanissima da quella di "Gomorra" e dei migliori Ciprì e maresco e De Gregorio, dove la realtà, avolte un pò nichilisticamente, appare........morta al lavoro. Anche perché, se il protagonista appare un bonaccione un pò inappropriato al contesto, l'amico del figlio è soltanto una macchietta, e lo stesso personaggio del figlio non aggiunge granché.
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alessandro venier
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lunedì 6 febbraio 2012
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il passato ritorna. una vita tranquilla.
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Il passato ritorna. Antonio (Toni Servillo)si è ricostruito una vita in Germania. Si fa chiamare Rosario, come il ristorante che gestisce con la moglie tedesca. Conduce una vita umile e si gode il figlio di nove anni. Un giorno Diego e Edoardo, due giovani ragazzi campani, giungono al ristorante e fanno riemergere l'oscuro passato di Rosario.
Cupellini dimostra il proprio talento visivo e dirige con delicatezza (a volte amara e fatalista, realizzando un piccolo gioiello italiano.
I parallelismi con "A History of Violence" sono facili e immediati. In luoghi diversi, persone diverse devono fare i conti con il proprio passato. Un passato nero che aspetta sull'uscio di un ristorante.
In una parte che potrebbe essere stata adatta al De Niro di qualche anno fa, Toni Servillo è bravissimo.
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Il passato ritorna. Antonio (Toni Servillo)si è ricostruito una vita in Germania. Si fa chiamare Rosario, come il ristorante che gestisce con la moglie tedesca. Conduce una vita umile e si gode il figlio di nove anni. Un giorno Diego e Edoardo, due giovani ragazzi campani, giungono al ristorante e fanno riemergere l'oscuro passato di Rosario.
Cupellini dimostra il proprio talento visivo e dirige con delicatezza (a volte amara e fatalista, realizzando un piccolo gioiello italiano.
I parallelismi con "A History of Violence" sono facili e immediati. In luoghi diversi, persone diverse devono fare i conti con il proprio passato. Un passato nero che aspetta sull'uscio di un ristorante.
In una parte che potrebbe essere stata adatta al De Niro di qualche anno fa, Toni Servillo è bravissimo. L'attore italiano, all'ennesima prova straordinaria, dona al proprio personaggio un'amarezza di fondo rendendo Rosario splendidamente umano.
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pruoffc
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martedì 6 settembre 2011
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i difetti ci sono,.. ma è piacevole e...
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I difetti ci sono, tra cui il finale pasticciato, ma è piacevole e Toni Servillo è una garanzia di qualità.
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ultimoboyscout
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domenica 4 settembre 2011
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non ci si nasconde dal proprio passato.
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A me non ha fatto una grande impressione il film, ma va detto che Servillo è un attore straordinario, ne da l'ennesima prova qui e credo di non essere smentito se dico che oggi è il miglior attore italiano, capace di un trasformismo oltre ogni misura e di una mimica ed un'espressività uniche e sopra le righe. Narra le vicende di Rosario Russo, interpretato proprio da Servillo, costretto a scappare dalla propria terra e dal proprio passato, a rifarsi una nuova vita in Germania con una nuova moglie e un nuovo lavoro ed ovviamente con una nuova identità. Ma sarà il destino a decidere per lui. Il film, come detto non mi ocnvince del tutto: a fronte di una storia interessante, rimane costantemente col freno a mano tirato, indeciso sul da farsi, trattenuto e imploso, nonostante l'inizio sia promettente e proprio un'esplosione segna il cominciare di un effetto domino della storia.
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A me non ha fatto una grande impressione il film, ma va detto che Servillo è un attore straordinario, ne da l'ennesima prova qui e credo di non essere smentito se dico che oggi è il miglior attore italiano, capace di un trasformismo oltre ogni misura e di una mimica ed un'espressività uniche e sopra le righe. Narra le vicende di Rosario Russo, interpretato proprio da Servillo, costretto a scappare dalla propria terra e dal proprio passato, a rifarsi una nuova vita in Germania con una nuova moglie e un nuovo lavoro ed ovviamente con una nuova identità. Ma sarà il destino a decidere per lui. Il film, come detto non mi ocnvince del tutto: a fronte di una storia interessante, rimane costantemente col freno a mano tirato, indeciso sul da farsi, trattenuto e imploso, nonostante l'inizio sia promettente e proprio un'esplosione segna il cominciare di un effetto domino della storia. Esplosione che è evidentemente metafora dell'esplosione che colpirà con forza d'urto bestiale la vita di Rosario. Il cuore della pellicola è rappresentato da legami e dal forte senso di appartenenza e dai dilemmi di un uomo che cerca di riconciliare passato e presente, per garantirsi un futuro e la tanto agognata vita tranquilla. L'opera noir di Cupellini mantiene una propria identità netto, un proprio stile distinto e indipendente ma certi riferimenti e affinità col cinema di Sorrentino e con "La ragazza del lago" di Molaioli appaioni chiarissimi. Il finale si trascina, va in sofferenza e rovina parecchio un film fino a quel momento esemplare, specie nei tempi e nel ritmo.
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gildo
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martedì 31 maggio 2011
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un grande attore
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Giù il cappello: questo è un artista con i fiocchi. Toni Servillo potrebbe fare un film da solo senza neanche parlare. Molto intensa anche l'interpretazione di Marco D'Amore. La storia ci parla del dramma di un uomo che fugge dal proprio destino senza riuscire a evitarlo. Alla fine si rimane con l'amaro in bocca e con la convinzione che il passato non si può cancellare con un semplice colpo di spugna.
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vittorio dornetti
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domenica 29 maggio 2011
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un'accusa a dio
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Bello questo film di Cupellini e intrigante. Si serve della struttura del thriller (ma soprattutto, direi, dei meccanismi che accentuano la tensione)per suggerire alcune cose sul destino e sull'assenza (la beffa?) di un Dio che non sembra mantenere quello che promette (ma la storia criminale si presta benissimo per questo tipo di operazioni, vedi il primo Abel Ferrara). E' vero che la tensione sta tutta nei silenzi e negli sguardi, salvo gli occasionali scoppi di violenza. In questo ilfilm osa addirittura proporsi come una versione aggiornata della tragedia greca, con il serrato dibattito sulla indifferenza di Dio, e più ancora sull'incancellabilità della colpa, che non si acquieta mai e che ti segue sempre come un'ombra, anche quando non la vedi
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astromelia
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martedì 5 aprile 2011
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noir ben riuscito pero'...
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...UN PAIO DI PECCHE NELLA SCENEGGIATURA,evidenti,la madre che non va a prendere il agazzo all'autogrill,e quando servillo torna dalla cantina senza edoardo nessuno si chiede come mai......
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ivan gentile
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domenica 3 aprile 2011
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ottimo servillo
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Un bel film, con un ottimo Servillo.
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dido93
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mercoledì 9 marzo 2011
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ottimo film
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Buona sceneggiatura, attori molto bravi. Da vedere.
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