folignoli
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sabato 23 aprile 2016
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bellissimo
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Visto ieri sera su Rai 3. Emozionante, ogni film dovrebbe raccontare un'emozione, più che una storia. Le atmosfere dell'est a noi occidentali sconosciute, diventano il simbolo di questo film. Gli spazi sconfinati ti fanno addentrare in un universo in cui la natura era (è) veramente padrona. La cosa che più mi ha colpito è che il film attraversa diverse condizioni metereologiche; dal freddo estremo della Siberia al caldo del deserto, dove la ragazza e il disegnatore perdono la vita. Anche Mr. Smith sta per morire, ma una provvidenziale oasi nel deserto lo salva. Superato il deserto torna la neve... l'Himalaya dove probablmente finisce la loro fuga in un villaggio dove vengono accolti amichevolmente.
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Visto ieri sera su Rai 3. Emozionante, ogni film dovrebbe raccontare un'emozione, più che una storia. Le atmosfere dell'est a noi occidentali sconosciute, diventano il simbolo di questo film. Gli spazi sconfinati ti fanno addentrare in un universo in cui la natura era (è) veramente padrona. La cosa che più mi ha colpito è che il film attraversa diverse condizioni metereologiche; dal freddo estremo della Siberia al caldo del deserto, dove la ragazza e il disegnatore perdono la vita. Anche Mr. Smith sta per morire, ma una provvidenziale oasi nel deserto lo salva. Superato il deserto torna la neve... l'Himalaya dove probablmente finisce la loro fuga in un villaggio dove vengono accolti amichevolmente. Dopo diversi mesi , potranno finalmente dormire tranquilli, senza paura di essere arrestati o sbranati da qualche bestia. Il finale è commovente.
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kondor17
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lunedì 12 gennaio 2015
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bella fotografia.
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Il film è lento e succede pochissimo. l'attenzione resta sveglia grazie a immagini splendide di boschi e montagne e grotte e laghi. La storia, che inizialmente si credeva vera ma che vera poi non è, fece vendere a Rawicz oltre mezzo milione di copie. Anche il libro, come la pellicola, è pieno di pause e di incrongruenze, con una serie interminabile di interrogativi senza risposta.
Parlando del film, manca di ritmo e, visto che si tratta di plausibile realtà, non capisco come un regista come Peter Weir non sia riuscito a renderlo più interessante inserendo scene d'azione che svegliassero dal sonno polare lo spettatore accoccolato sulla poltrona.
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Il film è lento e succede pochissimo. l'attenzione resta sveglia grazie a immagini splendide di boschi e montagne e grotte e laghi. La storia, che inizialmente si credeva vera ma che vera poi non è, fece vendere a Rawicz oltre mezzo milione di copie. Anche il libro, come la pellicola, è pieno di pause e di incrongruenze, con una serie interminabile di interrogativi senza risposta.
Parlando del film, manca di ritmo e, visto che si tratta di plausibile realtà, non capisco come un regista come Peter Weir non sia riuscito a renderlo più interessante inserendo scene d'azione che svegliassero dal sonno polare lo spettatore accoccolato sulla poltrona. Gli attori, l'ambientazione, la storia, 7 anni di tempo per prepararlo... tutto giocava a suo vantaggio. Peccato, un'occasione sprecata. 6-
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tiamaster
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sabato 7 luglio 2012
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peter weir è una garanzia
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Sono un grande fan di Peter Weir, in quanto la sua filmografia è ricca di film che sono e ritengo dei cult assoluti.....come dimenticare il geniale "the truman show" o il poetico "l'attimo fuggente"???impossibile!!!e impossibile non rimanere coinvolti dal suo ultimo lavoro, uscito in italia con due anni di ritardo.Memorabile ogni singola inquadratura ed ogni singolo personaggio,perchè in questo gioiello cinematografico tutto è curato con la massima cura,tutto è approfondito e mai lasciato alla banalità,nemmeno i più semplici dialoghi (come dimenticare quello del sale,citato nella recensione del sito???).Incredibile il realismo della pellicola, dove tutto è ricostruito alla perfezione e nei minimi dettagli.
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Sono un grande fan di Peter Weir, in quanto la sua filmografia è ricca di film che sono e ritengo dei cult assoluti.....come dimenticare il geniale "the truman show" o il poetico "l'attimo fuggente"???impossibile!!!e impossibile non rimanere coinvolti dal suo ultimo lavoro, uscito in italia con due anni di ritardo.Memorabile ogni singola inquadratura ed ogni singolo personaggio,perchè in questo gioiello cinematografico tutto è curato con la massima cura,tutto è approfondito e mai lasciato alla banalità,nemmeno i più semplici dialoghi (come dimenticare quello del sale,citato nella recensione del sito???).Incredibile il realismo della pellicola, dove tutto è ricostruito alla perfezione e nei minimi dettagli.dal punto di vista storico,è ineccepibile e completo.
PS:la recensione di un utente su questo film mi ha fatto tornare alla mente un classico del regista,anche questo imperdibile:picnic ad hanging rock!!!
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molenga
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lunedì 30 luglio 2012
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morire o vivere, ma liberi
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un gruppo di uomini internati in un gulag decide di tentare una folle fuga fino al baykal per passare il con fine con la Mongolia ed essere di nuovo liberi: sono, tra loro, diversi per nazionalità e crimini: c'è Janusz, un soldato polacco condannato come spia dei regimi capitalistici in seguito ad una confessione della moglie(ottenuta sotto tortura dai russi che avevano appena invaso la polonia), c'è un attore, un delinquente che ha debiti di gioco con gli altri detenuti( un incredibile , inizialmente irriconoscibile colin farrell), c'è un americano, mr.Smith...e altri, dalla lettonias, dalla Finlandia, tuti con il loro fardello di pensieri. solo alcuni di loro riuscuiranno a raggiungere la Mongolia, per scoprirla in mano ai sovietici; il cammino proseguirà fino al tibet e all'India.
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un gruppo di uomini internati in un gulag decide di tentare una folle fuga fino al baykal per passare il con fine con la Mongolia ed essere di nuovo liberi: sono, tra loro, diversi per nazionalità e crimini: c'è Janusz, un soldato polacco condannato come spia dei regimi capitalistici in seguito ad una confessione della moglie(ottenuta sotto tortura dai russi che avevano appena invaso la polonia), c'è un attore, un delinquente che ha debiti di gioco con gli altri detenuti( un incredibile , inizialmente irriconoscibile colin farrell), c'è un americano, mr.Smith...e altri, dalla lettonias, dalla Finlandia, tuti con il loro fardello di pensieri. solo alcuni di loro riuscuiranno a raggiungere la Mongolia, per scoprirla in mano ai sovietici; il cammino proseguirà fino al tibet e all'India...
Un grande film con un'interpretazione corale monstre( da notARare, oltre a farrell, ed harriss, l'americano
e la giovane interprete di hanna, che qui si unisce al gruppo con una menzogna ma diventa, l'unica capace di mettere in contatto le anime diverse del gruppo), una regia sapiente e, soprattutto, una fotografia da oscar.
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ultimoboyscout
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domenica 24 marzo 2013
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finalmente la libertà!
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E' la storia della grande fuga di sette prigionieri da un gulag sovietico, tra i quali un attore russo e un ufficiale polacco accusato di spionaggio, che rischiarono la vita per lasciare la Siberia e arrivare nell'India inglese attraversando la Mongolia, il Desero dei Gobi e la Grande Muraglia cinese. A loro si uniràstrada facendo un'orfana polacca. Peter Weir non dirigeva un film da ben sette anni e con "The way back", distribuito in Italia con forte ritardo, il regista australiano porta sul grande schermo il libro autobiografico di Slavomir Rawicz "Tra noi e la libertà". Weir, partendo da fatti realmente accaduti, ha costruito personaggi di finzione per dimostrare fino a che punto un essere umano è disposto a spingersi per salvarsi.
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E' la storia della grande fuga di sette prigionieri da un gulag sovietico, tra i quali un attore russo e un ufficiale polacco accusato di spionaggio, che rischiarono la vita per lasciare la Siberia e arrivare nell'India inglese attraversando la Mongolia, il Desero dei Gobi e la Grande Muraglia cinese. A loro si uniràstrada facendo un'orfana polacca. Peter Weir non dirigeva un film da ben sette anni e con "The way back", distribuito in Italia con forte ritardo, il regista australiano porta sul grande schermo il libro autobiografico di Slavomir Rawicz "Tra noi e la libertà". Weir, partendo da fatti realmente accaduti, ha costruito personaggi di finzione per dimostrare fino a che punto un essere umano è disposto a spingersi per salvarsi. Nella prima parte il film si concentra sulla vita all'interno del campo di prigionia tra episodi di crudeltà ed insperata umanità, mentre nella seconda ci porta nel cuore dell'est europeo e dell'Asia con i fuggitivi assaliti da nemici naturali quali gelo, tempeste, fame e fatica. I personaggi non sono del tutto all'altezza del racconto e dell'epicità dello stesso dando poco valore a un viaggio che rappresenta una vera e propria odissea all'interno di un'opera forte che ha il classico passo del cinema più classico. Ma oltre alla sostanza, Weir ha invano cercato anche l'intrattenimento che soprattutto nella prima parte manca del tutto a causa di ritmi troppo lenti e di una staticità eccessiva. Anche i personaggi vengono poco approfonditi, forse per premiare la coralità del film, accanto aloro spadroneggia una maestosa co-protagonista, la natura, che torna forte, dolorosa, a tratti furiosa come non mai nelle pellicole del regista australiano.
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cenox
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sabato 8 dicembre 2012
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una fuga infinita da un gulag russo
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Il film è ambientato nel 1940, in un gulag russo, in cui le condizioni per i prigionieri, politici e non, non erano molto più confortevoli che quelle di un campo di concentramento tedesco. Questa storia vera, ha per protagonisti un manipolo di prigionieri, ognuno con il proprio carattere e la propria storia, che di notte riesce a fuggire da quell'inferno ghiacciato (siamo in Siberia). La fuga non sarà facile poichè lontanissima è la Mongolia, ove i protagonisti cercheranno rifugio, anche se il loro percorso è destinato ad allungarsi ulteriormente, mettendo a dura prova la loro forza di volontà ed il loro fisico. E' incredibile il cambio di scenari che affronteranno, dalla tundra siberiana ai deserti mongoli.
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Il film è ambientato nel 1940, in un gulag russo, in cui le condizioni per i prigionieri, politici e non, non erano molto più confortevoli che quelle di un campo di concentramento tedesco. Questa storia vera, ha per protagonisti un manipolo di prigionieri, ognuno con il proprio carattere e la propria storia, che di notte riesce a fuggire da quell'inferno ghiacciato (siamo in Siberia). La fuga non sarà facile poichè lontanissima è la Mongolia, ove i protagonisti cercheranno rifugio, anche se il loro percorso è destinato ad allungarsi ulteriormente, mettendo a dura prova la loro forza di volontà ed il loro fisico. E' incredibile il cambio di scenari che affronteranno, dalla tundra siberiana ai deserti mongoli. L'unica pecca del film è l'eccessiva lunghezza (anche se la storia doveva essere raccontata per ciò che più o meno è accaduto!) che a volte risulta quasi ripetitiva, senza colpi di scena veri e propri.
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