jetset
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lunedì 27 maggio 2024
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avvincente
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Bello quasi quanto il primo Predator, questo bellissimo film non si fa mancare nulla, tranne il fatto che degli sciagurati produttori non ne hanno fatto la seconda parte, ossia quella finale. Il film quindi risulta monco, ma rimane comunque godibilissimo e pieno di attori straordinari.
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figliounico
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martedì 12 dicembre 2023
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intrigante
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Nimród Antal ambienta il suo film in una location molto simile per non dire uguale a quella del primo Predator, ovvero una fitta giungla equatoriale, ma la colloca, evidentemente per non apparire ripetitivo, su un pianeta alieno. Bella trovata. Laurence Fishburne interpreta un personaggio, un folle sopravvissuto al massacro, già visto ed in una situazione analoga in Pandorum - L'universo parallelo, dell’anno precedente. Adrien Brody e Alice Braga rappresentano biblicamente Adamo ed Eva gettati nel nuovo mondo, un inferno creato dai cattivi demiurghi. Uno dei tre alieni usa un drone a forma di falco per cacciare rinviando così alla tradizione terrena della falconeria medievale, sorprendentemente in voga anche tra gli Yautja.
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Nimród Antal ambienta il suo film in una location molto simile per non dire uguale a quella del primo Predator, ovvero una fitta giungla equatoriale, ma la colloca, evidentemente per non apparire ripetitivo, su un pianeta alieno. Bella trovata. Laurence Fishburne interpreta un personaggio, un folle sopravvissuto al massacro, già visto ed in una situazione analoga in Pandorum - L'universo parallelo, dell’anno precedente. Adrien Brody e Alice Braga rappresentano biblicamente Adamo ed Eva gettati nel nuovo mondo, un inferno creato dai cattivi demiurghi. Uno dei tre alieni usa un drone a forma di falco per cacciare rinviando così alla tradizione terrena della falconeria medievale, sorprendentemente in voga anche tra gli Yautja. Tutto l’universo è paese. Eppure visto due volte, forse tre. Qualcosa di intrigante deve esserci in questo poco originale film di Antal, a part il cast di tutto rispetto, mimetizzato forse in qualche sequenza come uno dei simpatici mostri alieni con la faccia da cane.
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enrico
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martedì 23 marzo 2021
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avvincente, gran ritmo, attori spaziali
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ADRIEN BRODY, una garanzia ed un grande cast. Film a livello del primo Predator, anzi, forse anche piú bello. Ritmo intenso, narrazione realistica, ottima trama. L'unico difetto, ci hanno piantato lí, senza produrre il sequel di cui ho letto la trama interessante. Hanno preferito dare la precedenza ai vari Predator (senza la s) gran schifezze per niente entusiasmanti. Spero ancora nel sequel, Predators l'avró visto 20 volte.
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sellerone
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domenica 14 ottobre 2018
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cacciateli!
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La saga Predator comincia a caratterizzarsi per questo, per la capacità di mantenere una quota narrativa comune ma di stravolgere ogni volta il contesto, ed in questo episodio si continua alla grande in questa operazione che dà i suoi frutti. Adrenalina pura e azione ben dosata su una falsariga di marca, che si ripete e non si smentisce. Marchio di qualità che sostiene il confronto con il campione concorrente di scuderia e che vanta un paio di crossover dalle fasi alterne.Il predatore mostra una doppia faccia e grosse potenzialità di sviluppi narrativi che prevedono scontri fra nuove razze oppure la rivolta sul pianeta di caccia. Che via sceglieranno? Aspetto una risposta a medio termine.
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iuriv
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giovedì 27 novembre 2014
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la strana voce di arien bordy.
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Un gruppo di uomini senza apparentemente nulla in comune, viene paracadutato in una giungla tropicale. Scopriranno di non essere più sulla terra, ma soprattutto che qualcuno pare braccarli. E chi sarà il temibile cacciatore?
Chiaramente, come da titolo, non c'è da aspettarsi dei conigli carnivori come inseguitori, quindi vedere il visore termico sullo schermo non lascia particolarmente basiti. E va bene così, se non fosse per il fatto che il regista gioca con il mistero, quasi sperando di poter tenere alta la tensione nella prima parte celando il suo villain.
Stratagemma che non sorprende lo spettatore (e ci mancherebbe) ma a quanto pare nemmeno i personaggi, freddi come blocchi di ghiaccio e insensibili a tutto ciò che accade loro intorno.
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Un gruppo di uomini senza apparentemente nulla in comune, viene paracadutato in una giungla tropicale. Scopriranno di non essere più sulla terra, ma soprattutto che qualcuno pare braccarli. E chi sarà il temibile cacciatore?
Chiaramente, come da titolo, non c'è da aspettarsi dei conigli carnivori come inseguitori, quindi vedere il visore termico sullo schermo non lascia particolarmente basiti. E va bene così, se non fosse per il fatto che il regista gioca con il mistero, quasi sperando di poter tenere alta la tensione nella prima parte celando il suo villain.
Stratagemma che non sorprende lo spettatore (e ci mancherebbe) ma a quanto pare nemmeno i personaggi, freddi come blocchi di ghiaccio e insensibili a tutto ciò che accade loro intorno. Il film si trasforma quindi in una passeggiata nella natura, dove i nostri fanno il possibile per sfuggire agli alieni.
Si ripropone quindi lo schema a eliminazione tipico di questo filone, con qualche timida variante per smuovere le acque. Questa pellicola potrebbe anche richiamare il primo Predator con Schwartzy in certe cose, ma di fatto non ci riesce, perché ne ribalta il concetto e costruisce una fauna umana poco accattivante.
Tra il non caratterizzare i personaggi e il farlo bene, Antal decide di stare nel mezzo, proponendo i classici stereotipi del genere, ma eliminando coloro che sarebbero potuti essere interessanti per primi. Ciò che resta è la banalità dei caratteri e delle motivazioni, che riducono la storia a un resoconto di una gita nel bosco con il cattivo alle calcagna.
Nel tentativo di ricostruire la tensione dell'opera originaria, il regista insiste sulle riprese nella foresta e sui dialoghi che dovrebbero avvicinarci ai morituri, fiaccando il ritmo fino a produrre sbadigli incontrollati.
Nelle scene di azione qualcosa di meglio sembra poter venire fuori dal ventre molle di questo lavoro, salvo cascare in alcuni momenti da trash movie che fanno alzare ben più di un sopracciglio. Si, mi riferisco proprio al giapponese con la katana che gioca a lady Oscar col predatore.
Leggere che c'è Robert Rodriguez alla produzione mi fa pensare che certe soluzioni fumettistiche possano essere state messe con la voglia di essere simpatici. Ma in un film del genere suonano come un gesso sulla lavagna. O come la voce del doppiatore sulla bocca di Brody. Tanto l'effetto è quello.
Verso la fine gli autori tentano di dare la scossa infilando qualche colpo di scena che possa rimanere impresso. Ma, tra un effetto speciale al computer e l'altro, le svolte narrative non è che convincano troppo e molte soluzioni sembrano studiate per far progredire la trama portandola dove serve, più che seguire una logica precisa. Per di più il finale lascia tutto aperto, quando una soluzione drammatica avrebbe forse reso il discorso più efficace. E magari avrebbe scongiurato definitivamente la possibilità di trarne un seguito.
Insomma, un film che tenta disperatamente di rinverdire i fasti del primo capitolo, riproponendo situazioni simili in contesti diversi. Ma se ci si vuole divertire con il predatore, è meglio soffiare la polvere dal faccione di Schwarzy e godersi il capostipite.
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great steven
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lunedì 25 novembre 2013
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nove uomini sperduti su un pianeta insidioso.
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PREDATORS (USA, 2010) di NIMROD ANTAL con ADRIEN BRODY – TOPHER GRACE – ALICE BRAGA – DANNY TREJO – WALTON GOGGINS – MAHERSHALALHASHBAZ ALI – LAURENCE FISHBURNE – OLEG TAKTAROV – LOUIS OZAWA CHANGCHIEN § In una bizzarra e poco rassicurante giungla vengono catapultati dal cielo un mercenario, un medico, una soldatessa israeliana, un narcotrafficante messicano, un condannato a morte slavo, un guerrigliero della Sierra Leone, un artigliere russo e un mafioso giapponese. A parte il medico, il più imbranato del gruppo, sono tutti veterani della guerra e delle uccisioni, ed esplorando quel posto sconosciuto capiscono perché si trovano lì: abituati ad eseguire carneficine sulla Terra, adesso, su quel pianeta fuori dal sistema solare, diventano prede di una razza aliena pericolosa, truculenta e quasi del tutto invulnerabile alle armi umane.
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PREDATORS (USA, 2010) di NIMROD ANTAL con ADRIEN BRODY – TOPHER GRACE – ALICE BRAGA – DANNY TREJO – WALTON GOGGINS – MAHERSHALALHASHBAZ ALI – LAURENCE FISHBURNE – OLEG TAKTAROV – LOUIS OZAWA CHANGCHIEN § In una bizzarra e poco rassicurante giungla vengono catapultati dal cielo un mercenario, un medico, una soldatessa israeliana, un narcotrafficante messicano, un condannato a morte slavo, un guerrigliero della Sierra Leone, un artigliere russo e un mafioso giapponese. A parte il medico, il più imbranato del gruppo, sono tutti veterani della guerra e delle uccisioni, ed esplorando quel posto sconosciuto capiscono perché si trovano lì: abituati ad eseguire carneficine sulla Terra, adesso, su quel pianeta fuori dal sistema solare, diventano prede di una razza aliena pericolosa, truculenta e quasi del tutto invulnerabile alle armi umane. Non c'è altro modo per sopravvivere se non rimanere coesi contro il comune rischio, nonostante gli infiammanti contrasti interni. Sviluppato nell’arco di vari anni dopo fallimenti di produzione e problemi nel costituire il cast, oltre a un tentativo poi non abbordato di fondere le serie di Alien e Predators, questo horror fantascientifico non è destinato a chi ammira gli action movie, le storie di alieni, i thriller a tensione crescente o lo splatter più indiscriminato. Vero che ha caratteristiche tutte riconducibili a ognuno dei summenzionati generi, ma può trovare il suo pubblico ideale per chi si interessa di sociologia e antropologia, dato che i nove protagonisti sono costretti a instaurare un'indispensabile unione e provengono dalle più disparate regioni del mondo. Tutto è naturalmente portato alle estreme conseguenze, enfatizzato con un'impressionante grafica computerizzata, gonfiato da una violenza senza scrupoli, impietrito da un clima tetro per poi scoppiare in battaglie sanguinose e irreali, ma la lotta contro la morte dell'affiatato gruppo non dice poche verità. Meno convincente quando tenta il discorso filosofico, soprattutto attraverso le parole di Noland che è riuscito a sopravvivere per mesi, ritagliandosi anche un bunker nel relitto di un velivolo. Bravi Grace, Braga e Brody, quest'ultimo nel ruolo più sorprendente che gli si potesse affidare, da lui sostenuto con un aumento muscolare di 15 kg. Il nero Fishburne è tenuto sapientemente a freno, mentre merita la lode un instabile ma efficace Grace. Correttissimo divieto ai minori di 14.
Fantascienza; giudizio personale: 7 (discreto)
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lore64
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martedì 29 ottobre 2013
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capolavoro dell'idiozia
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Sprecare troppe parole su questo inguardabile filmetto è fargli davvero troppo onore.
Non c'è racconto di Jules Vernes che non sia più verosimile della grottesca trama che ci viene propinata, le reazioni dei personaggi non hanno il più pallido rapporto con quelle che sarebbe lecito aspettarsi da gente che si trova improvvisamente teletrasportata su un mondo alieno, i dialoghi sono pieni di frasine a effetto hollywoodiane, le trovate più implausibili si susseguono a ritmo serrato, dal teletrasporto alla presenza di razze diverse di Predators che si combattono a vicenda, alle altre altre specie extraterrestri, ai 'cani' che una volta non muoiono dopo essere stati centrati da mezza dozzina di proiettili di mitragliatrice e la volta dopo cadono con un singolo colpo di arma leggera.
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Sprecare troppe parole su questo inguardabile filmetto è fargli davvero troppo onore.
Non c'è racconto di Jules Vernes che non sia più verosimile della grottesca trama che ci viene propinata, le reazioni dei personaggi non hanno il più pallido rapporto con quelle che sarebbe lecito aspettarsi da gente che si trova improvvisamente teletrasportata su un mondo alieno, i dialoghi sono pieni di frasine a effetto hollywoodiane, le trovate più implausibili si susseguono a ritmo serrato, dal teletrasporto alla presenza di razze diverse di Predators che si combattono a vicenda, alle altre altre specie extraterrestri, ai 'cani' che una volta non muoiono dopo essere stati centrati da mezza dozzina di proiettili di mitragliatrice e la volta dopo cadono con un singolo colpo di arma leggera.
Infine per risparmiare sugli effetti speciali gran parte del film è costituita da (assurdi e quindi noiosissimi) dialoghi e l'azione è tutta concentrata nel finale.
Un altro esempio di ciò che la cinematografia statunitense sa fare meglio: produrre film commisurati alla povertà di spirito delle masse.
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aldolg
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mercoledì 11 settembre 2013
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solo per fans
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Ottimo sequel che regge bene tenuto conto del suo predecessore, si cominciano a capire le ragioni del cacciatore alieno. Fans di Predator accomodatevi in poltrona per gustarlo al meglio. Tematica : ALIENI
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fabian t.
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lunedì 13 agosto 2012
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fiacco, irritante e inutile
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Da dove cominciamo? Dalla regia piatta e inconcludente o dalla scialba caratterizzazione dei personaggi? No, forse basta accennare all'inefficace sceneggiatura che è così piena di falle da far paura (questa sì). E iniziamo allora con il chiederci: Come si fa a sopravvivere perfettamente cadendo con un paracadute che si apre a poche decine di metri dal suolo? Come mai nessuno sospetta nulla quando il giovane ed "esperto" medico (che avrà a malapena trent'anni!) conosce bene un fiore alieno e le sue caratteristiche, trovandosi anch'egli su un pianeta sconosciuto? Com'è possibile inserire un premio Oscar come Fishburne e dargli poi una parte così inutile, incomprensibile e abbozzata? Se la ragazza protagonista conosceva già la storia dei predatori alieni, compreso il fatto che con il fango si è invisibili, perché nessuno si preoccupa di trovarne per mimetizzarsi? Come si fa, caro regista, a girare un finale così prevedibile e scialbo? Mi fermo qui perché, se non si era capito, il paragone con l'originale film con Schwarzenegger è alquanto impensabile.
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Da dove cominciamo? Dalla regia piatta e inconcludente o dalla scialba caratterizzazione dei personaggi? No, forse basta accennare all'inefficace sceneggiatura che è così piena di falle da far paura (questa sì). E iniziamo allora con il chiederci: Come si fa a sopravvivere perfettamente cadendo con un paracadute che si apre a poche decine di metri dal suolo? Come mai nessuno sospetta nulla quando il giovane ed "esperto" medico (che avrà a malapena trent'anni!) conosce bene un fiore alieno e le sue caratteristiche, trovandosi anch'egli su un pianeta sconosciuto? Com'è possibile inserire un premio Oscar come Fishburne e dargli poi una parte così inutile, incomprensibile e abbozzata? Se la ragazza protagonista conosceva già la storia dei predatori alieni, compreso il fatto che con il fango si è invisibili, perché nessuno si preoccupa di trovarne per mimetizzarsi? Come si fa, caro regista, a girare un finale così prevedibile e scialbo? Mi fermo qui perché, se non si era capito, il paragone con l'originale film con Schwarzenegger è alquanto impensabile. Non vi è nulla di originale e Antal ha ancora tanto da imparare. (E poi, che cavolo c'entra Adrien Brody con questo genere di film? Ridicolo...)
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tiamaster
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venerdì 16 marzo 2012
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quando si ritoccano i classici...
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Predator e' un film cult.predators per nulla.nemmeno minimamente paragonabile all'originale,ambientato durante la guerra in Vietnam.questo invece e' tutto un altro pianeta....in tutti i sensi.gli attori sono messi li' tanto per essere uccisi,poi compaiono nuove tipologie di predators,rovinando il modello anni 80.Il film e'realizzato e basta,e mai si prova ad interpretarlo o a dargli uno spessore suo,pellicola mai realizzata,un b-Movie evoluto.
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