sixy89
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lunedì 13 dicembre 2010
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pessimo seguito
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A me era molto piaciuto il primo Paranormal Activity ma questo sà di già visto, non aggiunge niente all'altro film, se non decine di minuti di riprese al buio nelle varie stanze, riprese al 98% immobili, inutili e molto lunghe. Il demone sostanzialmente esague le stesse cose che nel primo film, non c'è alcuna novità e il finale è identico. Potevano almeno sprecarsi per variarlo un pò.
Voto:4
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marzia80ud
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mercoledì 8 dicembre 2010
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ho xso 10 anni di vita... ma x colpa dell mio cane
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lento. noioso e poco vivace. lo spettatore si sveglia solo grazie alla scena dei cassetti ( a meta film). ho xso 10 anni di vita... ma x colpa dell mio cane che e spuntato dal buio e mi ha fissata per 5 minuti ...
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arby96
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sabato 20 novembre 2010
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ben fatto
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Bel film. Suspanse in quantità, consigliato a chi non ama i film violenti ma che vuole comunque spaventarsi... :)
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giordy.91
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martedì 9 novembre 2010
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altamente sconsigliato!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Film decisamente brutto...soprattutto per la prima ora della proiezione...sconsigliato altamente...
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dario carta
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lunedì 8 novembre 2010
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immobilità paranormale
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La scritta in apertura di Paranormal Activity 2 che ringrazia “le famiglie dei deceduti”,fornisce l’illusoria attualità di un film che si lascia agilmente scivolare nello sviluppo degli eventi del suo predecessore,quel Paranormal Activity (Oren Peli,2007),che con un budget di 15.000 dollari ha in breve superato i 110 milioni di dollari d’incasso solo negli Stati Uniti e se ne fa allo stesso tempo prequel e sequel,destinandosi a completare il senso della prima pellicola e a darne un significato più composito.
Pur conformandosi alle stesse tematiche del film di Peli,l’estetica concettuale e la modalità espressiva del lavoro di Tod Williams si discostano rigorosamente dal film del 2007.
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La scritta in apertura di Paranormal Activity 2 che ringrazia “le famiglie dei deceduti”,fornisce l’illusoria attualità di un film che si lascia agilmente scivolare nello sviluppo degli eventi del suo predecessore,quel Paranormal Activity (Oren Peli,2007),che con un budget di 15.000 dollari ha in breve superato i 110 milioni di dollari d’incasso solo negli Stati Uniti e se ne fa allo stesso tempo prequel e sequel,destinandosi a completare il senso della prima pellicola e a darne un significato più composito.
Pur conformandosi alle stesse tematiche del film di Peli,l’estetica concettuale e la modalità espressiva del lavoro di Tod Williams si discostano rigorosamente dal film del 2007.
Girato anch’esso in povertà di effetti e con il criterio comune dell’impianto documentaristico ,Activity 2 aggiunge al racconto personaggi e dettagli dando modo di superare la soglia della stucchevole uniformità che spesso permeava la narrazione della prima pellicola. Ai personaggi principali si aggiungono altri comprimari,aumentano le cineprese ed altri elementi di valore aggiunto,un bambino,un cane,apparentemente argomenti a latere,ma appositamente immessi in un meccanismo capace così di mutare incoerenza e ineleganza in una formula di virtuoso appeal narrativo.
La scena finale porterà la spiegazione di quello che successe a Katie e al compagno Micah nel primo film.
Praticamente privo di effetti speciali e movimenti di camera,se non le convulse simulazioni direttive conducibili a riprese di casalingo dilettantismo,l’interesse del film si allarga in altre direzioni.
Il taglio documentaristico,alla stregua di titoli come Cloverfield e Rec ed il vertiginoso ricorso alle riprese in soggettiva,vogliono sortire l’effetto di filmare la realtà ordinaria di una famiglia,penetrandone la quotidianità.
Il gioco di continua alternanza fra queste sequenze e le scene di immobilità notturna nella soggettiva delle telecamere installate da Dan,crea lo scatto che provoca il meccanismo ossessivo della paura.
Le prolungate inquadrature degli ambienti totalmente inerti e immersi in un profondo silenzio,sempre nelle medesime prospettive,spingono l’occhio a cercare di vedere quello che non c’è e creano l’illusione del segnale di pericolo.
Particolarmente inquietanti sono le riprese notturne della piscina,ferma e immersa nei contrasti delle luci nell’acqua e del buio che la circonda e inducono alla ricerca del dettaglio fuori posto.
Qui la paura non è scomposta e violenta; non aggredisce ma scivola da una condizione di immobilità innaturale del protagonista non umano,l’ambiente,trascinando la propria silenziosa azione al confine con la razionalità e la follia.
I bruschi passaggi fra le riprese notturne e diurne,con la luce del sole che inonda gli spazi prima occupati dalle tenebre,veicolano nello spettatore uno stato tensionale indotto dalla dualità luce/buio,allegoria del rapporto vita (famiglia,giorno,movimento) / morte (oscurità,vuoto,notte),dove l’inconscio è preda dell’incertezza.
Il passaggio fra soprannaturale ed esoterismo è filtrato nel film dal mezzo tecnologico della telecamera,sistema analitico ricettivo dei sensi terreni ma incapace di indagare nelle condizioni del paranormale.
Paranormal Activity 2 indulge sulla propria natura di pellicola adottata,ma le frequenti incoerenze (nessuna comprensione dell’interessenza delle titolazioni inserite nella storia – “9 giorni prima della morte di Micah Sloat” o dell’ossessiva scansione temporale) non privano la pellicola di una certa suggestione che la assolve nonostante il ricorrente peccato di rititolazione concettuale
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mpanda10
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lunedì 8 novembre 2010
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che cosa aspettarsi da un film horror?
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Paranormal Activity 1 e 2 sono due film legati da una storia comune ma profondamente differenti.
Se nel primo capitolo si ha più un'esemplificazione della paura e dei fenomeni "paranormali", che nascono da una visione in un certo senso religiosa delle cose con il male che si insinua in case e persone. Male che viene impersonificato con un'iconografia biblica (da notare le impronte caprine nell'ingresso in una scena). Nel secondo la storia non ha importanza, così come le implicazioni legate ad essa, e tutto ciò che vuole è fare paura. Quindi ben ci stanno sbavature nella storia e qualche inconclusione di fondo, se l'effetto desiderato è raggiunto. Effettivamente non è più che un gioco che si propone di farti sobbalzare su una sedia.
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Paranormal Activity 1 e 2 sono due film legati da una storia comune ma profondamente differenti.
Se nel primo capitolo si ha più un'esemplificazione della paura e dei fenomeni "paranormali", che nascono da una visione in un certo senso religiosa delle cose con il male che si insinua in case e persone. Male che viene impersonificato con un'iconografia biblica (da notare le impronte caprine nell'ingresso in una scena). Nel secondo la storia non ha importanza, così come le implicazioni legate ad essa, e tutto ciò che vuole è fare paura. Quindi ben ci stanno sbavature nella storia e qualche inconclusione di fondo, se l'effetto desiderato è raggiunto. Effettivamente non è più che un gioco che si propone di farti sobbalzare su una sedia. Ed il gioco è condotto con maestria cercando di farti entrare con calma in un mondo che ormai conosci ed hai fatto tuo, in modo da rendere più reali i colpi di scena. Tutta la prima parte del film gioca su questo, le riprese amatoriali con la telecamera a mano, le solite inquadrature dei soliti ambienti, tutto gioca nel renderti familiari le scene e farti partecipe in prima persona di ciò che accade. Anche un certo scetticismo di fondo gioca nel farti rendere plausibile la scena.
La paura viene evocata piano piano e questa volta non ha un volto, ne sai bene cosa sia e si accompagna a credenze popolari di un certo effetto, come i bambini e gli animali che vedono cose che noi adulti non vediamo.
Il finale potrà sembrare tirato un pò via, ma così deve essere, quando il terrore irrompe prende tutto e tutti senza fare prigionieri.
Se quello che cerci è la paura, perditi in un film che ti terrà col fiato sospeso fino all'ultimo infinito quadro nero.
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j0ker
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domenica 7 novembre 2010
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delude l'attese
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Il primo episodio era da vedere sotto un aspetto amatoriale, e in quel senso era un ottimo lavoro che si collocava su un buon livello professionale. Ma Paranormal Activity 2, doveva essere il completamento di ciò che mancava al primo per renderlo un vero film da far "accapponare la pelle" visto che dovevano intervenire i professionisti, con i loro effetti speciali e alti buget. Invece il film (che non è malvagio) non ha atteso le aspettative. A mio avviso se ridavano le poche migliaia di dollari al primo regista avrebbe potuto fare di meglio. Diciamo che sfrutta più il suo nome che il lavoro (basti vedere il nome del regista Tod Williams, un vero sconosciuto).
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Il primo episodio era da vedere sotto un aspetto amatoriale, e in quel senso era un ottimo lavoro che si collocava su un buon livello professionale. Ma Paranormal Activity 2, doveva essere il completamento di ciò che mancava al primo per renderlo un vero film da far "accapponare la pelle" visto che dovevano intervenire i professionisti, con i loro effetti speciali e alti buget. Invece il film (che non è malvagio) non ha atteso le aspettative. A mio avviso se ridavano le poche migliaia di dollari al primo regista avrebbe potuto fare di meglio. Diciamo che sfrutta più il suo nome che il lavoro (basti vedere il nome del regista Tod Williams, un vero sconosciuto).
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nino pell.
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venerdì 5 novembre 2010
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giusto completamento del primo
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In genere si dice che i sequel hanno vita difficile, nel senso che spesso tendono ad emulare e a basarsi senza molta inventiva sulla creatività dell'originale. Nel senso strettamente tecnico del termine, anche un film come "Paranormal activity 2" non sembra discostarsi da questo tipo di fenomenologia: lo stesso stile di ambientazione all'interno di una casa posseduta dal male, lo stesso utilizzo di videocamere che registrano il verificarsi di strani fenomeni nel corso della notte e che trasmettono nello spettatore un senso di inquietante attesa e scoperta della verità, per non parlare dello stesso finale rapido, essenziale e dal quale magari ci si aspettava risvolti più sostanziosi ed esaustivi.
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In genere si dice che i sequel hanno vita difficile, nel senso che spesso tendono ad emulare e a basarsi senza molta inventiva sulla creatività dell'originale. Nel senso strettamente tecnico del termine, anche un film come "Paranormal activity 2" non sembra discostarsi da questo tipo di fenomenologia: lo stesso stile di ambientazione all'interno di una casa posseduta dal male, lo stesso utilizzo di videocamere che registrano il verificarsi di strani fenomeni nel corso della notte e che trasmettono nello spettatore un senso di inquietante attesa e scoperta della verità, per non parlare dello stesso finale rapido, essenziale e dal quale magari ci si aspettava risvolti più sostanziosi ed esaustivi. Invece da un punto di vista concettuale, secondo il mio giudizio, questo film è più coinciso e logico del primo ed inoltre è costruito su una trama che integra e completa le tematiche dell'originale pellicola. Dal mio punto di vista difatti l'aspetto debole del primo "Paranormal activity" è stata una certa staticità comportamentale dei due protagonisti: resosi conto della presenza malefica all'interno della loro abitazione, la coppia di ragazzi sembra non agire lasciandosi invece andare ad un atteggiamento perennemente passivo. Lui nel continuare a filmare con la sua videocamera e lei che pur continuando a ribadire al ragazzo che vuole andare via dalla casa, vi rimane invece. Questo sequel, invece, racconta la storia di una famiglia, il cui svolgimento della storia sembra sicuramente giustificare fino alla fine la loro permanenza nella casa: la scetticità costante del padre di famiglia, la moglie e la figliastra che invece percepiscono il verificarsi di strani fenomeni ma che hanno difficoltà nell'essere credute. E poi, secondo me, geniale l'idea del regista nel mostrare il figlioletto della coppia tutto solo nella sua culla all'interno di una stanza buia e nella quale maggiormente si verificano strane situazioni paranormali. E' vero che nella prima mezz'ora sembra non succedere nulla, ma ciò trasmette alla pellicola un senso di inquietante realismo che sfocierà un poco alla volta negli ultimi agghiaccianti 30 minuti. Film sconsigliato da vedere al Cinema in quanto la pochezza compenetrativa di alcuni spettatori, soprattutto giovani ed acerbi, fanno perdere fascino e carisma ad una pellicola sicuramente dignitosa. Provate invece a vedere questo film nella solitudine della vostra stanza. Credetemi, l'effetto sarà sicuramente un altro. Concludo dando al film un discreto 3 stelle. Non mi sento di dargliene 4 perchè dal finale mi aspettavo forse qualcosina in più. Ed invece in esso vi ho notato un non so che di scontato.
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malignetto
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giovedì 4 novembre 2010
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un sequel/prequel meglio del primo
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Personalmente mi è piaciuto più del primo, anche se è stato girato solo perchè nella versione cinematografica Katie non muore (scelta che chiudeva il film e mi piaceva maggiormente). Così però il sequel/prequel assume senso e significato. Più al cardiopalma del primo, da gustare in silenzio e cercando di vedere al buio le piccole cose che non "quadrano" all'interno della casa.
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nerazzurro
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giovedì 4 novembre 2010
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paranormal o paranoial
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Costato un inerzia,e si vede. Si e voluto puntare per un prequel del primo con la novità delle telecamere di sorveglianza che fanno effetto. ma in 1ora 20 di film ci si ritrova a vedere un paio di poltergeist e null'altro. Chiedere un po di entità in computer grafica è troppo?? Spero che in un eventuale terzo capitolo puntino a realizzare un vero film più che a speculare
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