rongiu
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sabato 8 maggio 2010
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l’abito non fa il monaco e la di majo lo dimosta.
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Se l’intenzione della Di Majo è quella di bastonare il perbenismo intellettuale imperante in famiglie con fenotipo borghese, ci è riuscita ed anche abbondantemente. I vari intellettuali da salotto sono, lungo tutto lo svolgersi degli eventi , lentamente spogliati e donati nudi come merluzzi agli occhi dello spettatore. Quelli del palazzo o del quartiere accanto, socialmente meno fortunati e che magari vedono passare donne con abiti firmati ed uomini dal passo aristocratico , invidiandoli, ne possono fare a meno. E’ proprio in questo vespaio che maturano trame incolori. Nanà (Margherita Buy)fortunatamente non è così. Ha momenti di nevrosi dovuti ad un passato con storie poco felici e che ti segnano, ma… è una donna con una intensa vita interiore e non agisce mai in modo superficiale.
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Se l’intenzione della Di Majo è quella di bastonare il perbenismo intellettuale imperante in famiglie con fenotipo borghese, ci è riuscita ed anche abbondantemente. I vari intellettuali da salotto sono, lungo tutto lo svolgersi degli eventi , lentamente spogliati e donati nudi come merluzzi agli occhi dello spettatore. Quelli del palazzo o del quartiere accanto, socialmente meno fortunati e che magari vedono passare donne con abiti firmati ed uomini dal passo aristocratico , invidiandoli, ne possono fare a meno. E’ proprio in questo vespaio che maturano trame incolori. Nanà (Margherita Buy)fortunatamente non è così. Ha momenti di nevrosi dovuti ad un passato con storie poco felici e che ti segnano, ma… è una donna con una intensa vita interiore e non agisce mai in modo superficiale. La porta di casa sua (grandissima questa scena * * * * * stelle) diventa la grata di un confessionale dove l’intera famiglia si reca per chiedere la piena assoluzione. Poco importa se ci sono momenti in cui ti scappa lo sbadiglio, i colori hanno la qualità di un film comprato sulle bancarelle o che attori come la Littizzetto, Piccolomini e Gunsur non possono esprimersi al meglio. Chi si accontenta gode perché riesce sempre e comunque a vedere le piccole cose belle che sfuggono ai grandi Soloni. Good Ciak
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sirio
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giovedì 6 maggio 2010
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l'armata di majo
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Prendete degli attori potenzialmente piuttosto bravi, alcuni dei quali già noti al grande pubblico; prendete una città elegante e raffinata ma difficile da trattare; prendete un genere, il dramma borghese, già affrontato da stelle di prima grandezza della cinematografia di ogni tempo (Bergman, Visconti, Monicelli per dirne solo alcuni); prendete infine un regista sulla cresta dell'onda... versate il tutto nel frullatore per quanto tempo vi pare e servite così come viene sul vassoio di una sceneggiatura povera e farraginosa: otterrete "Matrimoni ed altri disastri".
Per un paio d'ore scarse assistiamo alle vicende di una famiglia dell'altissima borghesia -tutti abitano in palazzi quattro-cinquecententeschi - apparentemente felice e tesa a rimirare le proprie conquiste: Nanà, la protagonista, spenta pseudo-intellettuale che dall'alto del suo attico in Oltrarno rimira la sua triste esistenza, non si sa come viva, alternando la sua attività di libraia a misere ripetizioni al classico rampollo aristocratico-nullafacente, in cui la brava Margherita Buy cerca come può di dare spessore ad un personaggio monocorde e insulso; Benedetta (Luciana Littizzetto), potenziale "spalla" d'eccezione relegata in un angolo nella parte della sfigata cronica - ossessionata dall'essere single al punto di accettare - per sua stessa affermazione - anche cani e porci purché respirino che si innamora di un intellettuale stereotipato da commediaccia all'italiana alla Pierino; Alessandro (Fabio Volo),un sedicente guascone "tombeur de femmes" con sogni di "buffo caricato" che appare decisamente patetico e poco elaborato; Beatrice (Francesca Inaudi), l'unica che parla un fiorentino decente, limitata alla parte del deus ex machina al momento di rivelare il dramma di un ménage-à-trois fra suo padre anagrafico, sua madre e il padre naturale; Marisa Berenson che interpreta una donna incentrata sulla sua bellezza ormai sul viale del tramonto, senza per questo fare l'abbonamento al chirurgo plastico.
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Prendete degli attori potenzialmente piuttosto bravi, alcuni dei quali già noti al grande pubblico; prendete una città elegante e raffinata ma difficile da trattare; prendete un genere, il dramma borghese, già affrontato da stelle di prima grandezza della cinematografia di ogni tempo (Bergman, Visconti, Monicelli per dirne solo alcuni); prendete infine un regista sulla cresta dell'onda... versate il tutto nel frullatore per quanto tempo vi pare e servite così come viene sul vassoio di una sceneggiatura povera e farraginosa: otterrete "Matrimoni ed altri disastri".
Per un paio d'ore scarse assistiamo alle vicende di una famiglia dell'altissima borghesia -tutti abitano in palazzi quattro-cinquecententeschi - apparentemente felice e tesa a rimirare le proprie conquiste: Nanà, la protagonista, spenta pseudo-intellettuale che dall'alto del suo attico in Oltrarno rimira la sua triste esistenza, non si sa come viva, alternando la sua attività di libraia a misere ripetizioni al classico rampollo aristocratico-nullafacente, in cui la brava Margherita Buy cerca come può di dare spessore ad un personaggio monocorde e insulso; Benedetta (Luciana Littizzetto), potenziale "spalla" d'eccezione relegata in un angolo nella parte della sfigata cronica - ossessionata dall'essere single al punto di accettare - per sua stessa affermazione - anche cani e porci purché respirino che si innamora di un intellettuale stereotipato da commediaccia all'italiana alla Pierino; Alessandro (Fabio Volo),un sedicente guascone "tombeur de femmes" con sogni di "buffo caricato" che appare decisamente patetico e poco elaborato; Beatrice (Francesca Inaudi), l'unica che parla un fiorentino decente, limitata alla parte del deus ex machina al momento di rivelare il dramma di un ménage-à-trois fra suo padre anagrafico, sua madre e il padre naturale; Marisa Berenson che interpreta una donna incentrata sulla sua bellezza ormai sul viale del tramonto, senza per questo fare l'abbonamento al chirurgo plastico... tutti personaggi appena abbozzati, monocordi, spenti e tristi nella loro monotonia.
Vedendo il film pensavo all'inquietante "Gruppo di famiglia in un interno" di Visconti, ai "Parenti serpenti" del leggendario Monicelli, all'ironia soffusa e dissacrante dell' "Angelo sterminatore" o del "Fascino discreto della borghesia" di Luis Bunuel, o perfino all'eversivo "Scene di lotta di classe a Beverly Hills" di Paul Bartel: pensiamo a Fernando Rey che già ferito a morte addenta con ferocia una fetta di salame pur di arraffare anche quella, Helmut Berger che disperato mette la testa nel forno sperando che il vecchio professore lo soccorra, Jacqueline Bisset ossessionata dal cameriere perverso... dove sono finiti? Forse nei dialoghi inutili e stereotipati tra la protagonista e la madre, o peggio in quell'orrenda sequenza in cui, dopo aver assistito alla Tosca, l'ignorantissimo Alessandro viene sottoposto ad una tortura morale da parte degli amici intellettualissimi di Nanà o in quell'addio al celibato così poco verosimile... Ma poi come finisce? Che alla fine la moralissima Nanà si porta a letto il bell'Alessandro la sera avanti le nozze, entrando così anche lei a pieno nella famiglia, dove l'importante è mantenere l'esteriorità: ma che bella morale... Ma dove è finita la devastazione quotidiana di "Casomai"?
Nei titoli di coda appare la dicitura "Film di interesse culturale" (sic!). "Matrimoni ed altri disastri": forse l'unico disastro vero è proprio la sceneggiatura.
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walentina74
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mercoledì 5 maggio 2010
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simpatico, carino, leggero
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Un film leggero, ben recitato, un po’ lungo, ma simpatico. Un film dal quale non ci si aspetta una grande trama, il titolo ci da un indizio di questo, anche se cerca di trattare i temi che ormai si trovano in tutte le sceneggiature : il problema della solitudine e la crisi dei 40, però questa volta alleggerito dalla simpatia dei personaggi.Margherita Buy sempre più brava ed impegnata, interpreta la parte di una single/zitella che dopo varie esperienze e sorprese all’interno della propria famiglia capisce che ciò che si lascia è perso, tanto che, lei così timorosa e selettiva nell’ultima scena azzera il contatore dei giorni di astinenza dal sesso con il tizio che le ha riparato il PC.....beh c'è da dire che con uno cosi forse tutte azzererebbero il contatore, ma questa è un opinione TROPPO personale.
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Un film leggero, ben recitato, un po’ lungo, ma simpatico. Un film dal quale non ci si aspetta una grande trama, il titolo ci da un indizio di questo, anche se cerca di trattare i temi che ormai si trovano in tutte le sceneggiature : il problema della solitudine e la crisi dei 40, però questa volta alleggerito dalla simpatia dei personaggi.Margherita Buy sempre più brava ed impegnata, interpreta la parte di una single/zitella che dopo varie esperienze e sorprese all’interno della propria famiglia capisce che ciò che si lascia è perso, tanto che, lei così timorosa e selettiva nell’ultima scena azzera il contatore dei giorni di astinenza dal sesso con il tizio che le ha riparato il PC.....beh c'è da dire che con uno cosi forse tutte azzererebbero il contatore, ma questa è un opinione TROPPO personale. Fabio Volo sorprendente come al solito, frizzante e carino. Luciana Littizzetto comica anche se ha recitato in una parte minore, con una mimica unica. Gli altri attori sono stati bravi e simpatici, tutti dai più noti ai meno conosciuti. Quindi giudizio finale, BELLO.
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lucinda
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lunedì 3 maggio 2010
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il senso c'è
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il senso c'è,e chi lo trova insensato in realtà ha nostalgia dei finalini con tanto di catarsi e di risoluzione,nel bene o nel male : nel film della Di majo no, non si sa come andranno le cose, se Nanà continuerà a collezionare sconfitte o se saprà dare una svolta alla sua vita, ma in questa vaghezza e sospensione sta il bello del film. Secondo me, benchè con qualche lentezza ed insicurezza, del tutto prevedibili in una regista tutto sommato giovane, si sente la stoffa, come si diceva una volta,di chi può fare cose interessanti e sopratutto non banali.
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marezia
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lunedì 3 maggio 2010
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altro che "mine vaganti"...
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OTTIMA pellicola che, coi toni leggeri della commedia, RIUSCITA (e non è tanto frequente), sfrutta l'argomento "preparativi nuziali" per affrontare il concetto di famiglia insegnandoci che, in fin dei conti, la vita è una girandola in cui TUTTO è possibile. Niente torte, vestiti e oscenità tipiche del cinema americano quindi ma tanto senso dell'umorismo sorretto, come al solito, da una STRAORDINARIA Buy (molto più bella della Berenson, a mio parere un po' troppo plastificata ormai). Senz'altro DA VEDERE.
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marylove
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sabato 1 maggio 2010
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finalmente dalla parte delle donne
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nell'ultimo film di Verdone, lui, che è il protagonista, guarda schifato una coetanea che gli fa delle avance, poverino è attratto dalla superfiga ventenne. l'ultimo film di wudy allen è un vecchiaccio con le solite paranoie che si accoppia con una ragazza che ha cinquant'anni meno di lui. per non parlare del cresy heart appena uscito. questa commediola non passerà alla storia, ma almeno le donne non ne escono umiliate. la margherita alla fine si scopa uno strafigo più giovane di lei, sua mamma ha avuto per tutta la vita a disposizione due uomini con il consenso di entrambi. le donne sono solidali tra loro e non in competizione.
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nell'ultimo film di Verdone, lui, che è il protagonista, guarda schifato una coetanea che gli fa delle avance, poverino è attratto dalla superfiga ventenne. l'ultimo film di wudy allen è un vecchiaccio con le solite paranoie che si accoppia con una ragazza che ha cinquant'anni meno di lui. per non parlare del cresy heart appena uscito. questa commediola non passerà alla storia, ma almeno le donne non ne escono umiliate. la margherita alla fine si scopa uno strafigo più giovane di lei, sua mamma ha avuto per tutta la vita a disposizione due uomini con il consenso di entrambi. le donne sono solidali tra loro e non in competizione. brava regista. continua così.
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enrica raviola
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venerdì 30 aprile 2010
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delusione
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non mi aspettavo molto, ma il film mantiene molto meno di quello che i media dicono prometta… si regge tutto sulla buy, che è brava ma senza una solida sceneggiatura alle spalle convince poco pure il suo personaggio, e il resto del cast è pura macchietta, volo compreso. Dopo la febbre, uno su due e casomai, per lui un grosso passo indietro…
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diomede
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giovedì 29 aprile 2010
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nuova commedia all'italiana?
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Il cinema Italiano, prescindendo da quegli aggettivi oramai consueti e aldilà di ogni valutazione facilmente qualunquista, affronta una fase decisamente oscura e declinante. I temi, i registi, gli attori, il nostro cinema oggi dimostra di saper parlare solo di dissidi ed "esistenzialismo" sentimentale, sentimento oramai inflazionato e sempre meno convincente. Poche idee, poche ambizioni, e nondimeno, poca bravura, sia da parte di coloro che il cinema lo fanno pur proveniendo da altri ambienti, sia e soprattutto da coloro che amano farsi chiamare attori o registi. L'utilizzo di pseudo-comici è veramente poco esaltante, non ha più senso il recitare, la professionalità, voci sempre sussurrate e interpretazioni su livelli amatoriali, storie trite e ritrite : matrimoni rovinati, nuovi amori, tradimenti, amori eterni ecc.
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Il cinema Italiano, prescindendo da quegli aggettivi oramai consueti e aldilà di ogni valutazione facilmente qualunquista, affronta una fase decisamente oscura e declinante. I temi, i registi, gli attori, il nostro cinema oggi dimostra di saper parlare solo di dissidi ed "esistenzialismo" sentimentale, sentimento oramai inflazionato e sempre meno convincente. Poche idee, poche ambizioni, e nondimeno, poca bravura, sia da parte di coloro che il cinema lo fanno pur proveniendo da altri ambienti, sia e soprattutto da coloro che amano farsi chiamare attori o registi. L'utilizzo di pseudo-comici è veramente poco esaltante, non ha più senso il recitare, la professionalità, voci sempre sussurrate e interpretazioni su livelli amatoriali, storie trite e ritrite : matrimoni rovinati, nuovi amori, tradimenti, amori eterni ecc. . La cosa che più dispiace è il fatto che oramai in Italia vengano prodotti e girati films, sapendo già cosa si vuol mostrare al pubblico, quella nutrita fascia di persone che fomentano e arricchiscono mercati del genere, forse (e fortunatamente anche) piano piano in calo, ma pur sempre pronti ad accogliere la nuova storiella "realistica" e sentimentale. L'Italia si accontenta di poco, e ai registi va bene. Ovviamente non generalizzo, poichè non tutta l'Italia e il cinema Italiano sono questo, vi è una parte,minore ed inferiore, che vorrebbe e crede in qualcosa di diverso e di più alto. Ma per ora, come disse qualcuno più saggio di me : Nulla di nuovo sotto il sole.
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sabbia
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mercoledì 28 aprile 2010
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banale e lento
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Quello che mi ha piu' colpito è stato il finanziamento avuto dal ministero come film "culturale"...ma di quale cultura stiamo parlando?
Il film è lento, i dialoghi banali, le pause eccessive.
persino la litizzetto viene mortificata in questo film in una parte ordinaria e mesta. Solo in una scena il suo guizzo d'occhi fa intendere la grandissima verve ironica, completamente sepolta qui.
Brava come sempre la Buy e brava la Berenson.
Il resto da dimenticare
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