Commedia,
durata 104 min.
- Italia 2010.
- Cinecittà Luce
uscita venerdì 11febbraio 2011.
MYMONETROInto Paradiso
valutazione media:
3,12
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Napoli, tempo di elezioni amministrative. Alfonso D’Onofrio (Gianfelice Imparato) si definisce “uno scienziato precario disoccupato”. Ha appena perduto il posto di lavoro e, mal consigliato, crede bene di rivolgersi al consigliere comunale Vincenzo Cacace (un ottimo Peppe Servillo) per una raccomandazione. Ma quest’ultimo è in mano a un boss malavitoso che gli impone un favore: fare il postino per la consegna di una pistola. Cacace decide di servirsi dell’ignaro Alfonso, ma per una serie di disguidi, l’operazione non va in porto, e il politico ora deve non solo recuperare l’arma, ma anche uccidere Alfonso. Le vicende di quest’ultimo s’intrecciano subito con quelle di Gayan (Saman Anthony), ex campione di cricket cingalese appena arrivato in città, ma ben presto desideroso di ritornarsene al suo Paese.
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Napoli, tempo di elezioni amministrative. Alfonso D’Onofrio (Gianfelice Imparato) si definisce “uno scienziato precario disoccupato”. Ha appena perduto il posto di lavoro e, mal consigliato, crede bene di rivolgersi al consigliere comunale Vincenzo Cacace (un ottimo Peppe Servillo) per una raccomandazione. Ma quest’ultimo è in mano a un boss malavitoso che gli impone un favore: fare il postino per la consegna di una pistola. Cacace decide di servirsi dell’ignaro Alfonso, ma per una serie di disguidi, l’operazione non va in porto, e il politico ora deve non solo recuperare l’arma, ma anche uccidere Alfonso. Le vicende di quest’ultimo s’intrecciano subito con quelle di Gayan (Saman Anthony), ex campione di cricket cingalese appena arrivato in città, ma ben presto desideroso di ritornarsene al suo Paese. I due – in compagnia di un Cacace legato e imbavagliato - si ritrovano a condividere lo stesso tugurio collocato sui tetti di una Napoli fatiscente popolata di parenti e connazionali dello stesso Gayan, mentre sia Alfonso che Cacace vengono ricercati dai camorristi sguinzagliati dal boss don Fefè dalla voce fessa. Il messaggio del film si può condensare in una parola: solidarietà. Solidarietà tra diseredati, tra emarginati, tra esseri umani di diversa estrazione e cultura ma accomunati dalla medesima sorte, quella di escogitare un qualche escamotage per sopravvivere. Alfonso aiuta Gayan e questi gli salva la vita in un crescendo di colpi di scena che si concludono in un comico finale in stile “amici in fuga” verso la libertà. Pellicola assai originale girata a basso costo, coronata da simpatici titoli di coda. Merita il prezzo del biglietto.
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Alfonso (Imparato) è uno scienziato napoletano impacciato e da poco disoccupato, un amico che si è visto bruciare il cinema di sua proprietà (dalla malavita) per ben quattro volte, gli consiglia la via più sicura della raccomandazione.
Un suo vecchio amico Vincenzo Cacace (Servillo), politico in cerca d'ascesa (con supporti camorristici) vede in Alfonso l'ingenuo capro espiatorio da utilizzare per un "lavoretto".
Trovatosi a fare da corriere, Alfonso si capiterà in mezzo ad un regolamento di conti tra cosche camorristiche e nascostosi in un tetto di un quartiere chiamato Paradiso dai residenti srilankesi, troverà Gayan (Anthony), ex campione di crycket e verrà a conoscenza di un mondo a lui prima sconosciuto.
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Alfonso (Imparato) è uno scienziato napoletano impacciato e da poco disoccupato, un amico che si è visto bruciare il cinema di sua proprietà (dalla malavita) per ben quattro volte, gli consiglia la via più sicura della raccomandazione.
Un suo vecchio amico Vincenzo Cacace (Servillo), politico in cerca d'ascesa (con supporti camorristici) vede in Alfonso l'ingenuo capro espiatorio da utilizzare per un "lavoretto".
Trovatosi a fare da corriere, Alfonso si capiterà in mezzo ad un regolamento di conti tra cosche camorristiche e nascostosi in un tetto di un quartiere chiamato Paradiso dai residenti srilankesi, troverà Gayan (Anthony), ex campione di crycket e verrà a conoscenza di un mondo a lui prima sconosciuto.
Al suo esordio registico Paola Rondi intreccia il grottesco con il quotidiano; perchè l'unica spiegazione per l'attuale situazione italiana è sempre anche la meno plausibile.
Una mortale patologia ed un organizzazione criminale hanno molto in comune: entrambe hanno la possibilità di comunicare e portare alla metastasi le altre cellule vicine.
Parabola molto Italiana di un mondo dentro un mondo che vive distante da esso e si "accontenta" di un modesto ma reale frammento di paradiso. [-]
[+] ogni tanto per fortuna al cinema c'è arte!... (di osservatore acuto)[ - ] ogni tanto per fortuna al cinema c'è arte!...
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Abbiamo trovato anche noi una regista che racconta favole per immagini come lo Jean Pierre Jeunet di Amelie e dell'Esplosivo piano di Bazil.
Ma abbiamo anche la prova che l'unico modo di comprendere una realtà è farlo fare a chi non è nel sistema, la milanese che non è coinvolta nella realtà napoletana e riesce perciò a sbatterci in faccia la realtà, cruda, nuda, senza fronzoli, senza dilunguarsi in pistolotti morettiani buoni per fare da canovaccio a politici senza idee ma di molto appetito, come ben dice il precario attempato, un uomo senza affetti, senza amicizie, un po' sfigato, che trova in una comunità diversa e straniera quella vitalità che è la cifra dei quartieri popolari di Napoli, una città che riesce, proprio grazie a questa forza naturale, a superare le angherie dei politici e dei camorristi, che non solo sono collusi, - lì e nel resto del paese -, ma sono anche tragicamente simili: gente morta dentro che, pur potente, ricca e con la panza piena, non conta niente, nè per gli altri che la subiscono, nè per la Storia che li ignorerà per sempre.
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Abbiamo trovato anche noi una regista che racconta favole per immagini come lo Jean Pierre Jeunet di Amelie e dell'Esplosivo piano di Bazil.
Ma abbiamo anche la prova che l'unico modo di comprendere una realtà è farlo fare a chi non è nel sistema, la milanese che non è coinvolta nella realtà napoletana e riesce perciò a sbatterci in faccia la realtà, cruda, nuda, senza fronzoli, senza dilunguarsi in pistolotti morettiani buoni per fare da canovaccio a politici senza idee ma di molto appetito, come ben dice il precario attempato, un uomo senza affetti, senza amicizie, un po' sfigato, che trova in una comunità diversa e straniera quella vitalità che è la cifra dei quartieri popolari di Napoli, una città che riesce, proprio grazie a questa forza naturale, a superare le angherie dei politici e dei camorristi, che non solo sono collusi, - lì e nel resto del paese -, ma sono anche tragicamente simili: gente morta dentro che, pur potente, ricca e con la panza piena, non conta niente, nè per gli altri che la subiscono, nè per la Storia che li ignorerà per sempre.
Il film è anche riuscito nella regia e nel montaggio, oltre che nella bella prova di tutto il cast, mai sopra le righe e sempre "molto naturale" anche nel porgere "l'assurdo quotidiano" di cui siamo circondati oggi quando il paese reale sembra vivere una telenovela mai immaginata da un cattivo sceneggiatore brasiliano,
Unica pecca: una colonna sonora invadente che disturba il dialogo che è invece molto pregevole.
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[+] superare le angherie? (di angelo umana)[ - ] superare le angherie?
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Into Paradiso è un ormai raro esempio di originale, nuova, autentica e fresca arte del cinema italiano.Può nascere una stella, Paola Randi, che esordisce al cinema con un film veramente meritevole per soggetto, sceneggiatura e regia. Speriamo che la Randi continui così. Imparato e Servillo mostrano una recitazione di altissimo livello e in alcuni tratti geniale. I temi attuali della disoccupazione, dell'immigrazione, della criminalità vengono trattati con piacevole ironia, ma pur sempre in un modo che fa riflettere.
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Into Paradiso è un ormai raro esempio di originale, nuova, autentica e fresca arte del cinema italiano.Può nascere una stella, Paola Randi, che esordisce al cinema con un film veramente meritevole per soggetto, sceneggiatura e regia. Speriamo che la Randi continui così. Imparato e Servillo mostrano una recitazione di altissimo livello e in alcuni tratti geniale. I temi attuali della disoccupazione, dell'immigrazione, della criminalità vengono trattati con piacevole ironia, ma pur sempre in un modo che fa riflettere. Into Paradiso è un film da vedere; consiglio appassionato e disinteressato. Buona visione a tutti!
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Napoli come crocevia delle diversità: onesta e delinquenza, disoccupazione e raccomandazioni, italianità e multiculturalità. La regista vuole realizzare una commedia dura e umana al tempo stesso, nella quale un italiano e un cingalese condividono il destino: con una certa delicatezza evidente e un buonismo smisurato vorrebbe mettere assieme luoghi comuni nostrani e tipicità straniere alla ricerca di un forzatissimo e sincero sorriso. Vorrebbe gettare una luce diversa, tutta nuova ed eccentrica per illuminare Napoli di una chiarezza brillante. Dico vorrebbe, perchè magari gli intenti sono nobili, i risultati però latitano. Ne esce un racconto ingenuo, stereotipato, alla ricerca continua della riscossa civile di un territorio oppresso dalla malavita, interpretato in maniera discutibile e dall'impianto narrativo che comunque scorre via fluido, stravagante e surreale seppur piuttosto noioso, impersonale e mai veramente brillante.
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Napoli come crocevia delle diversità: onesta e delinquenza, disoccupazione e raccomandazioni, italianità e multiculturalità. La regista vuole realizzare una commedia dura e umana al tempo stesso, nella quale un italiano e un cingalese condividono il destino: con una certa delicatezza evidente e un buonismo smisurato vorrebbe mettere assieme luoghi comuni nostrani e tipicità straniere alla ricerca di un forzatissimo e sincero sorriso. Vorrebbe gettare una luce diversa, tutta nuova ed eccentrica per illuminare Napoli di una chiarezza brillante. Dico vorrebbe, perchè magari gli intenti sono nobili, i risultati però latitano. Ne esce un racconto ingenuo, stereotipato, alla ricerca continua della riscossa civile di un territorio oppresso dalla malavita, interpretato in maniera discutibile e dall'impianto narrativo che comunque scorre via fluido, stravagante e surreale seppur piuttosto noioso, impersonale e mai veramente brillante. Arguta Paola Randi, questo film è una risata beffarda alla faccia della spazzatura che opprime il capoluogo campano e dimostra che comunque una risata si può fare anche su temi seri e importanti. La regista è all'esordio assoluto, la base è buona, segue le orme di DiGregorio, ed entrambi con un budget ridottissimo, una solida e sarcastica sceneggiattura e tanta fantasia confezionano la loro opera prima, un film vero. Si sorride, la stoffa probabilmente c'è, ora la aspettiamo alla prossima occasione perchè c'è molto da lavorare e il risultato per ora non convince.
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Nonostante le critiche positive, il film scorre malamente, cerca di usare un registro surreale, ma non riesce nell'intento: infine, molto pretenzioso!!!
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