dario
|
sabato 23 ottobre 2010
|
volutamente intricato
|
|
|
|
Ritmo sonnolento, involuto, compiaciuto al servizio di una storia paranoica che non convince. Tutto merito del solito Herzog alle prese con la propria psiche che, chissà., vorrebbe malata. Tesi di fondo assai complessa e soltanto accennata, quindi confezionata con ricami gotici alquanto grossolani. Psicanalisi da quattro soldi, forse ispirata da uno svogliato Lynch, notoriamente pericolo quando pensa troppo e si guarda allo specchio. E' un film per chi si vuole male e anela al peggio.
|
|
[+] lascia un commento a dario »
[ - ] lascia un commento a dario »
|
|
d'accordo? |
|
paride86
|
venerdì 22 ottobre 2010
|
poco convincente e poco coinvolgente
|
|
|
|
Dal connubio di due grandi artisti del cinema esce fuori un film scialbo e superficiale. Eppure le carte in regola per un buon risultato c'erano tutte: tragedia greca, gusto per il grottesco, bravi attori...eppure la storia viene sviluppata senza una vera analisi psicologica del protagonista, puntando tutto sulle cifre dell'assurdo e dell'incomprensibile.
Forse molti pensano che basti questo a fare un film "a la Lynch": personaggi impenetrabili, a volte ridicoli e certamente grotteschi; dialoghi e immagini assurde; gusto per il tetro e per i colori accesi. Ma sta davvero tutta qui l'arte cinematografica del regista di "The Elephant Man"? Dove sono le raffinate proiezioni psicologiche di "Mulholland Drive"? E il talento visivo, la suspense, l'attenzione per il sonoro di "Strade Perdute" e "Cuore Selvaggio"?
No, non ci siamo proprio: infatti questo è un film di Werner Herzog che gioca ad imitare David Lynch, ma senza averne lo stesso talento visionario e disturbante; la stessa capacità di raccontare i personaggi scavando nel loro inconscio.
[+]
Dal connubio di due grandi artisti del cinema esce fuori un film scialbo e superficiale. Eppure le carte in regola per un buon risultato c'erano tutte: tragedia greca, gusto per il grottesco, bravi attori...eppure la storia viene sviluppata senza una vera analisi psicologica del protagonista, puntando tutto sulle cifre dell'assurdo e dell'incomprensibile.
Forse molti pensano che basti questo a fare un film "a la Lynch": personaggi impenetrabili, a volte ridicoli e certamente grotteschi; dialoghi e immagini assurde; gusto per il tetro e per i colori accesi. Ma sta davvero tutta qui l'arte cinematografica del regista di "The Elephant Man"? Dove sono le raffinate proiezioni psicologiche di "Mulholland Drive"? E il talento visivo, la suspense, l'attenzione per il sonoro di "Strade Perdute" e "Cuore Selvaggio"?
No, non ci siamo proprio: infatti questo è un film di Werner Herzog che gioca ad imitare David Lynch, ma senza averne lo stesso talento visionario e disturbante; la stessa capacità di raccontare i personaggi scavando nel loro inconscio.
Qui non c'è psicologia: il protagonista è raccontato come un puro folle che inanella uno svarione dopo l'altro, senza un logico (o illogico) principio di causa-effetto. Per non parlare degli altri personaggi: puro contorno, ad eccezione della madre, interpretata da un'ottima Grace Zabriskie che, purtroppo, ha avuto nel film meno spazio di quanto meritasse.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, inoltre, i fan di Lynch sanno benissimo con quanta cura e meticolosità il Maestro componga le scene e sviluppi il sonoro: qui, invece, troviamo una fotografia piuttosto insulsa, con un contrasto così elevato che più di una volta, sullo schermo, gli alberi o gli stessi personaggi appaiono quasi neri. Anche l'audio lascia a desiderare: il rumore delle rapide del fiume, tanto per fare un esempio, suona elettronico e risulta identico a quello di un aereo che si sente passare qualche scena più tardi.
Insomma, Herzog ha fatto sicuramente di meglio: il remake de "Il Cattivo Tenente", presentato a Venezia nello stesso anno di "My Son, My Son, What Have Ye Done", ne è la prova lampante. Spero, inoltre, che gli passi la voglia di imitare David Lynch: ogni regista ha il suo stile e il suo immaginario, perché cercare di fare ciò che fanno gli altri?
[-]
[+] parideeeee
(di gagnasco)
[ - ] parideeeee
|
|
[+] lascia un commento a paride86 »
[ - ] lascia un commento a paride86 »
|
|
d'accordo? |
|
laulilla
|
sabato 9 ottobre 2010
|
un fatto di cronaca narrato come un'antica tragedi
|
|
|
|
il film, che si ispira a una vicenda reale, racconta la storia del giovane Brad, attore dilettante, che dopo aver trafitto la madre con una spada orientale, uccidendola, si barrica nella sua casa di San Diego con due ostaggi, tenendo fino al momento della sua inevitabile resa, in stato di allerta la polizia speciale, armata fino ai denti. La locandina del film precisa, però, che ” il mistero non è chi, ma perché”, indicando in quale direzione intenda muoversi il regista. Non è infatti sua intenzione creare suspence per chiarire un giallo, che è risolto fin dalle prime battute, ma indagare nella mente di Brad, sconvolta dalla follia, per fare emergere il tortuoso percorso attraverso il quale il giovane è arrivato al matricidio.
[+]
il film, che si ispira a una vicenda reale, racconta la storia del giovane Brad, attore dilettante, che dopo aver trafitto la madre con una spada orientale, uccidendola, si barrica nella sua casa di San Diego con due ostaggi, tenendo fino al momento della sua inevitabile resa, in stato di allerta la polizia speciale, armata fino ai denti. La locandina del film precisa, però, che ” il mistero non è chi, ma perché”, indicando in quale direzione intenda muoversi il regista. Non è infatti sua intenzione creare suspence per chiarire un giallo, che è risolto fin dalle prime battute, ma indagare nella mente di Brad, sconvolta dalla follia, per fare emergere il tortuoso percorso attraverso il quale il giovane è arrivato al matricidio. La donna di Brad e il regista teatrale che ne aveva diretto l’ultima recita, fanno emergere, col loro racconto al detective che si occupa del caso, alcuni squarci di verità che consentono di capire, almeno parzialmente, che cosa sia successo a Brad, nonché il ruolo probabilmente decisivo che la recita dell’Elettra di Sofocle assume per lui. Sembra quasi infatti che la figura di Oreste (che la sorella Elettra aveva spinto a uccidere la madre Clitennestra, colpevole di aver tradito e assassinato il marito Agamennone, tornato dalla guerra di Troia), abbia costituito per Brad un elemento di identificazione così potente da indurlo non solo a procurarsi di persona una spada vera e affilatissima, ma anche a ricercare nel locale ospedale le tracce del proprio padre, morto da molti anni, quasi che sospettasse un ruolo attivo della madre in quella morte. Dopo la catastrofe tragica, secondo l’antica poetica aristotelica, si dovrebbe produrre la “catarsi”, cioè la purificazione dello spettatore, indotto a meditare su ciò che ha visto anche dalle riflessioni del “coro”. Non per nulla proprio il coro diventa lo scenario degli interventi fuori luogo del giovane attore, non in grado di distinguere fra recitante e recitato, il che porterà il regista a escluderlo dalla rappresentazione. Un percorso di follia, che nel testo di Sofocle, profondamente assimilato, trova quasi il catalizzatore della volontà delittuosa. Come un’antica tragedia è perciò narrata la storia di Brad, che, essendo anche una vicenda della cronaca locale, è girato nei luoghi dei fatti raccontati, senza che il regista vi abbia aggiunto molto. Geniale, a mio avviso, l’aver affidato a un cantastorie spagnolo la funzione del “coro” che, riportando serenità e pace nel cuore dello spettatore, crea un’atmosfera di piacevole distacco dalle cupe vicende raccontate.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a laulilla »
[ - ] lascia un commento a laulilla »
|
|
d'accordo? |
|
gagnasco
|
mercoledì 22 settembre 2010
|
my werner what have ye done?
|
|
|
|
Un detective della omicidi navigato e il suo compare da telefilm arrivano sulla scena di un crimine in cui un'anziana signora che prendeva il tè è stata uccisa con una spada. L'omicida è il figlio, Brad, che, non fermato dal detective Havenhurst che lo ignora fuori dalla scena del crimine, si barrica in casa con due ostaggi. Comincia allora un assedio in cui l'ispettore ascolta i ricordi che hanno di Brad la fidanzata e il regista teatrale che lo dirigeva in una rappresentazione dell' Elettra di Sofocle.
Le stranezze di Brad iniziano durante un viaggio in Perù. Nella stagione delle piogge degli eroi di Herzoghiana memoria vogliono affrontare il fiume in piena, vogliono sfidare una forza della natura.
[+]
Un detective della omicidi navigato e il suo compare da telefilm arrivano sulla scena di un crimine in cui un'anziana signora che prendeva il tè è stata uccisa con una spada. L'omicida è il figlio, Brad, che, non fermato dal detective Havenhurst che lo ignora fuori dalla scena del crimine, si barrica in casa con due ostaggi. Comincia allora un assedio in cui l'ispettore ascolta i ricordi che hanno di Brad la fidanzata e il regista teatrale che lo dirigeva in una rappresentazione dell' Elettra di Sofocle.
Le stranezze di Brad iniziano durante un viaggio in Perù. Nella stagione delle piogge degli eroi di Herzoghiana memoria vogliono affrontare il fiume in piena, vogliono sfidare una forza della natura. Claus Kinsky l'avrebbe fatto? Brad si ferma, non accetta il motivo di spingersi oltre nella sua crescita interiore, abbandona lo zen da due soldi e si ferma a vedere dio nell'immanenza e non nell'impresa che un tempo faceva trascendere i suoi protagonisti. Dio è nella lattina di farina di avena, con la faccia di dio stesso stampata sopra, Dio è in una canzone, Dio è sua madre, Dio è il momento in cui il tempo si ferma, Dio è lui stesso. Perderà gli Dei nel corso dell'assedio progressivamente, mentre la fidanzata e il regista speculano su di lui tirando fuori solo ricordi. Quello che rimane a Brad è la maestosità di uno struzzo che galoppa sforzandosi di dispiegare le ali che non gli servono più a volare e la sua eredità: una palla da basket incastonata nella roccia che aspetta un re artù per essere estratta, o forse anche la palla è una prigioniera di questa terra come lo struzzo e come Brad ma al contempo, vista da un'angolazione giusta e in un tempo fermo, è l'occhio di Dio.
Che hai fatto Werner? Hai scritto una storia contro i tuoi eroi?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gagnasco »
[ - ] lascia un commento a gagnasco »
|
|
d'accordo? |
|
|