wesee
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sabato 26 dicembre 2009
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la fantascienza che merita
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Se vi piace la fantascienza matura, di un futuro "possibile" andate a vederlo. Altrimenti andate comunque. Non aspettatevi grandi effetti speciali, non é il genere. Ma il film ha tutto, trama intrigante, recitazione ottima, musica bellissima, atmosfera, suspance, un film che incuriosisce sin dall'inizio, cattura e anche commuove.
Spero che verrà candidato, un premio lo merita di sicuro.
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il conformista
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domenica 20 dicembre 2009
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intrigante
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Un film molto bello, ti tiene sulla corda, etico, fa pensare. Unica cosa il protagonista un tantino antipatico e un tantino fuori di tersta per essere un astronauta. Per il resto, perfetto.
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marco.g
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domenica 20 dicembre 2009
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consiglio a tutti
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Se volete farvi stupire da una fantascienza vecchio stile, cioè pretesto per toccare temi profondi. Le citazioni da 2001 e Blade Runner sono evidentissime, e non disturbano, anzi. Il tutto è confezionato con grande garbo (tempi, effetti speciali, musica). L'attore è molto bravo. Se non andiamo a vedere questi film, che andiamo a vedere?
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jacopokiller95
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mercoledì 16 dicembre 2009
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il film è davvero ben fatto ma...
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avete letto a quanto ammonta l'incasso del film in Italia ?!?
Primo Weekend Italia: € 9.787
è pazzesco... a forza di Cine-Panettone ci sta andando a troie il vero spirito cinematografico.
[+] bendetto!
(di marco.g)
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free69
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mercoledì 16 dicembre 2009
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...1 film, 1 attore. sopravvalutato
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...sceneggiatura e ambientazione low-badget intrigante, ma a mio avviso con dialoghi e contenuti al massimo per un corto.
Non proprio superficiale, ma non arriva in profondità, non arriva alle domande che sarebbero da farsi... e per questo si rimane in attesa di una qualcosa che non arriva.
Impossibile trovare la curiosità per ri-vederlo
Sopravvalutato
[+] low budget???
(di il conformista)
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coaster
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lunedì 14 dicembre 2009
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mi consolo con il trailer
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oramai mi son rivisto il trailer x la 4,5°a volta
ho perso le speranze di guardarmelo al cinema, non si trova dalle mie parti..
qua piuttosto di metterti un film minore ma interessante, ti mettono una boiata come 2012 in 2sale contemporanee, no comment
sembra molto interessante come pellicola
i deliri visionari oltre che 2001, mi ricordano molto il vecchio Solaris,
ci mancava nel cinema odierno un film SCI-FI di vecchia scuola!
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dogen
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domenica 13 dicembre 2009
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classe e originalità
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Il figlio d'arte è un'artista, in questo caso. Un artista che sembra arrivare diretto dal cinema di fantascienza dei vecchi tempi, quello che prediligeva la storia, la sostanza alle troppo spesso futili e caciarone battaglie intergalattiche. Nessun effetto speciale, nessuna battaglia, nemmeno un missilino ino ino, per questo film dal titolo semplice e sufficiente: Moon.
Un uomo è da (quasi) tre anni addetto alla produzione e spedizione sulla terra di quella che è la nuova energia che manda avanti la terra, e viene prodotta sulla luna. È solo con un (più umano di molti umani) robot, che gli fa da casalinga e mantiene i suoi rapporti con la società sulla terra. Allo scoccare dei tre anni scadrà il suo contratto e finalmente Sam dovrebbe far ritorno alla sua vita e famiglia.
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Il figlio d'arte è un'artista, in questo caso. Un artista che sembra arrivare diretto dal cinema di fantascienza dei vecchi tempi, quello che prediligeva la storia, la sostanza alle troppo spesso futili e caciarone battaglie intergalattiche. Nessun effetto speciale, nessuna battaglia, nemmeno un missilino ino ino, per questo film dal titolo semplice e sufficiente: Moon.
Un uomo è da (quasi) tre anni addetto alla produzione e spedizione sulla terra di quella che è la nuova energia che manda avanti la terra, e viene prodotta sulla luna. È solo con un (più umano di molti umani) robot, che gli fa da casalinga e mantiene i suoi rapporti con la società sulla terra. Allo scoccare dei tre anni scadrà il suo contratto e finalmente Sam dovrebbe far ritorno alla sua vita e famiglia... dovrebbe.
Vorrei dire poco della trama, dato che è lì che si annida buona parte della bellezza di questo film. Basti dire che non rimarrà solo con se stesso a lungo, o meglio, rimarrà solo con se stesso, ma con un altro se stesso.
Un film essenziale, mai noioso, che conduce lo spettatore in stadi d'animo sospesi, interdetti, alienati. E lo induce a riflettere sulle proprie certezze (che potrebbero non essere tali), sulla sostanza dei propri ricordi e sui limiti di una scienza votata solo al profitto, che disumanizza ciò che comunque si ostina a rimanere umano.
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nicoladp
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sabato 12 dicembre 2009
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strepitoso!
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Grande idea di scrittura.
Grande regia.
Grande attorialità.
Grande utilizzo delle risorse economiche.
Grande lavoro di scenografia.
Grande lavoro!
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coaster
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sabato 12 dicembre 2009
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ottimo film introvabile però
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guarda caso,quando esce un film bello e interessante non si trova nelle sale..
ho guardato qua dalle mie parti,
fra ferrara e ravenna,(entrambe le città hanno 2cinema multisala enormi) ,non viene proposto questo film..
aspetterò magari uscirà piu avanti,spero..
senno aspetterò con ansia il dvd
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slowfilm.splinder.com
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lunedì 7 dicembre 2009
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il nuovo fascino di un futuro classico.
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“I am the one and only” canta tutte le mattine la sveglia di Sam Bell, che da tre anni lavora da solo in una stazione lunare. Non voglio dire che Nik Kershaw sia la causa principale della depressione che soffoca Sam (l’ottimo Sam Rockwell), ma probabilmente Shiny happy people o Don’t worry be happy avrebbero aiutato a cominciare meglio la giornata. Sam Bell è comprensibilmente stanco, e conta i giorni che lo separano dal ritorno a casa, dalla moglie bionda e la figlia piccola, e sembra averne comprensibilmente abbastanza del suo computer / braccio meccanico / quasi tuttofare / manovratore occulto Gerty, che non è piccolo né tantomeno biodo (fra parentesi, la scelta un po’ troppo facile di dare un volto a Gerty attraverso delle emoticon, è forse l’unica idea non del tutto adeguata).
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“I am the one and only” canta tutte le mattine la sveglia di Sam Bell, che da tre anni lavora da solo in una stazione lunare. Non voglio dire che Nik Kershaw sia la causa principale della depressione che soffoca Sam (l’ottimo Sam Rockwell), ma probabilmente Shiny happy people o Don’t worry be happy avrebbero aiutato a cominciare meglio la giornata. Sam Bell è comprensibilmente stanco, e conta i giorni che lo separano dal ritorno a casa, dalla moglie bionda e la figlia piccola, e sembra averne comprensibilmente abbastanza del suo computer / braccio meccanico / quasi tuttofare / manovratore occulto Gerty, che non è piccolo né tantomeno biodo (fra parentesi, la scelta un po’ troppo facile di dare un volto a Gerty attraverso delle emoticon, è forse l’unica idea non del tutto adeguata).
Moon è un film di sci-fi classica, che recupera addirittura il design e le interfacce tecnologiche così come erano state immaginate quaranta e più anni fa, ma soprattutto recupera l’idea di un genere che sfrutta il salto in avanti nel tempo e nelle conoscenze scientifiche non per esibire le stesse, ma per confrontarsi con angosce e suggestioni umane e antiche. Duncan Jones, regista e soggettista, non ha paura d’attingere a tutti i classici del settore, con una dedizione talmente esplicita da costituire al tempo stesso il punto forte del film, che può contare su un fascino immediato, legato ad opere che sono nella memoria di tutti, e il suo limite, nel dimostrarsi prima di tutto come un abile patchwork.
Si viene immersi, quindi, in atmosfere, silenzi, luci, geometrie alla 2001, si assiste ad apparizioni degne di Solaris, ci si scontra con i dubbi identitari di Blade Runner (e dei film di Oshii), e addirittura con le solitudini paranoiche di Dark Star, altra grande opera prima citazionista e low budget. Alcune cose nella costruzione del protagonista e nel suo fatalismo spesso irridente, il suo essere sospeso fra irrealtà e concretezza, mi hanno ricordato anche i capolavori su carta di Enki Bilal. Jones introduce un elemento disturbante che appartiene ad una di queste opere, e lo inquina risolvendolo con le soluzioni che appartengono ad un’altra. In questo modo forse non crea qualcosa di nuovo, ma sicuramente individua un percorso affascinante, e riesce a tracciarlo senza che il suo film risulti né presuntuoso né inadeguato.
Pare che Moon potrebbe avere, anche se non a breve, uno o due capitoli ulteriori. È, per la verità, una delle rare volte in cui verrebbe subito voglia di continuare a seguire una storia e un personaggio che hanno da subito spessore e credibilità, e ancora molto da raccontare. slowfilm.splinder.com
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