giacomogabrielli
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venerdì 22 ottobre 2010
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magico. ****
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Il regista di RITORNO AL FUTURO torna scrivendo e dirigendo per il grande schermo un classico di Dickens. Jim Carrey è Scrooge, un vecchio avaro dal cuore freddo, che, grazie alla magia del Natale, scoprirà la bontà e il senso della famiglia. Girato in Motion Capture, il film, pur sorretto da una sceneggiatura semplicissima, è di grande coinvolgimento.
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Il regista di RITORNO AL FUTURO torna scrivendo e dirigendo per il grande schermo un classico di Dickens. Jim Carrey è Scrooge, un vecchio avaro dal cuore freddo, che, grazie alla magia del Natale, scoprirà la bontà e il senso della famiglia. Girato in Motion Capture, il film, pur sorretto da una sceneggiatura semplicissima, è di grande coinvolgimento. Musiche di Alan Silvestri. MAGICO | ****
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carmine antonello villani
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lunedì 28 dicembre 2009
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lo stop motion animation per un film buonista
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Altro che film per bambini, la Disney ci propone un classico della letteratura riveduto e corretto dalla tecnologia 3D. Tratto da un racconto di Charles Dickens, “A Christmas Carol” è un fantasy che scaraventa lo spettatore nel mondo dello “stop motion animation” -una particolare tecnica cinematografica che utilizza il frame by frame- tra angosce e sensi di colpa. Perché Ebenezer Scrooge è un taccagno condannato alla solitudine, inviso a parenti e debitori, ossessivo nel contare i penny che accumula con cupidigia ma refrattario a qualsiasi rapporto umano. Il regista Robert Zemeckis resta fedele al racconto dello scrittore inglese, si affida ad una fotografia cupa ed al talento multiforme di Jim Carrey che dà il meglio di sè interpretando molteplici personaggi.
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Altro che film per bambini, la Disney ci propone un classico della letteratura riveduto e corretto dalla tecnologia 3D. Tratto da un racconto di Charles Dickens, “A Christmas Carol” è un fantasy che scaraventa lo spettatore nel mondo dello “stop motion animation” -una particolare tecnica cinematografica che utilizza il frame by frame- tra angosce e sensi di colpa. Perché Ebenezer Scrooge è un taccagno condannato alla solitudine, inviso a parenti e debitori, ossessivo nel contare i penny che accumula con cupidigia ma refrattario a qualsiasi rapporto umano. Il regista Robert Zemeckis resta fedele al racconto dello scrittore inglese, si affida ad una fotografia cupa ed al talento multiforme di Jim Carrey che dà il meglio di sè interpretando molteplici personaggi. Accanto a lui, quasi irriconoscibili per il disegno animato, Gary Oldman –nei panni del fido impiegato-, Colin Firth –il nipote che non ha perso la speranza di cambiare uno zio sordo alle buone azioni-, Bob Hoskins e Robin Wright Penn. Viaggiando nei ricordi Zemeckis illumina un mondo raggelato dall’avarizia di un vecchio spilorcio e trova la magia del Natale dove regna l’oscurità. Un’esplosione di musica e colori che arriva proprio quando tutto sembra ormai perduto: le colpe possono essere espiate con elargizioni e carità anche se non si è certo stati uno stinco di santo. Spirito di fratellanza e bontà cristiana, la novella è buonista ma sa commuovere.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
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mondolariano
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mercoledì 11 maggio 2011
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più modernità a scapito della poesia
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I miracoli della computer grafica invadono la splendida favola di Dickens e la adattano ai tempi nuovi: più azione, più tensione e più violenza, a scapito dell’originale poesia. Dopo tante versioni cinematografiche piene di sentimento si può anche accettare un’interpretazione diversa, a patto di non mortificare troppo i messaggi morali. Questi messaggi, però, sono già espressi nella trama stessa del racconto - autentico lampo di genio dello scrittore inglese - e dovrebbero svelarsi dunque da sé. Certo, la morte dello spirito del Natale presente è fuori luogo, come fuori luogo è l’inseguimento del carro funebre e le acrobazie del protagonista che strilla come un bambino. Manca quel pizzico di magica suggestione (specie durante il viaggio nel passato) nonostante l’aggiunta delle musiche natalizie più classiche.
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I miracoli della computer grafica invadono la splendida favola di Dickens e la adattano ai tempi nuovi: più azione, più tensione e più violenza, a scapito dell’originale poesia. Dopo tante versioni cinematografiche piene di sentimento si può anche accettare un’interpretazione diversa, a patto di non mortificare troppo i messaggi morali. Questi messaggi, però, sono già espressi nella trama stessa del racconto - autentico lampo di genio dello scrittore inglese - e dovrebbero svelarsi dunque da sé. Certo, la morte dello spirito del Natale presente è fuori luogo, come fuori luogo è l’inseguimento del carro funebre e le acrobazie del protagonista che strilla come un bambino. Manca quel pizzico di magica suggestione (specie durante il viaggio nel passato) nonostante l’aggiunta delle musiche natalizie più classiche. Ma come sono belli i disegni a colori, le luci nella notte, i particolari che evidenziano ogni dettaglio, i panorami di Londra coi camini fumanti e le architetture urbane! Ottima anche la lugubre scena del rientro a casa, la notte di Natale, che raggela letteralmente il sangue. La tomba infernale scavata sottoterra è copiata dalla versione del 1970: “La più bella storia di Dickens”.
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dandy
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martedì 7 ottobre 2014
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buon natale digitale.
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Dopo le innumerevoli versioni-rivisitazioni del "Canto di Natale" di Charles Dickens,la Disney(che già si era occupata della versione con Zio Paperone e co)riprende il progetto in mano occupandosi della produzione.Zemeckis dal canto suo,dopo i modesti "Polar Express" e "La leggenda di Beowulf",si serve nuovamente della tecnica "motion capture"(che trasforma la recitazione degli interpreti in animazione digitale).E fa centro:i risultati visivi sono magnifici(una volta tanto il 3D non è fine a se stesso),certe riprese(come il piano sequenza iniziale sulla città o i voli di Scrooge)davvero impressionanti.In tutto ciò non si viene mai meno al modello d'ispirazione.La cupezza dickensiana,rispettata,va a braccetto con quella ultimamente adottata dal regista,e non vengono tralasciati il racconto gotico né la critica sociale.
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Dopo le innumerevoli versioni-rivisitazioni del "Canto di Natale" di Charles Dickens,la Disney(che già si era occupata della versione con Zio Paperone e co)riprende il progetto in mano occupandosi della produzione.Zemeckis dal canto suo,dopo i modesti "Polar Express" e "La leggenda di Beowulf",si serve nuovamente della tecnica "motion capture"(che trasforma la recitazione degli interpreti in animazione digitale).E fa centro:i risultati visivi sono magnifici(una volta tanto il 3D non è fine a se stesso),certe riprese(come il piano sequenza iniziale sulla città o i voli di Scrooge)davvero impressionanti.In tutto ciò non si viene mai meno al modello d'ispirazione.La cupezza dickensiana,rispettata,va a braccetto con quella ultimamente adottata dal regista,e non vengono tralasciati il racconto gotico né la critica sociale.I più piccoli potrebbero stringersi più volte ai genitori durante l'incontro tra Scrooge e il fantasma del natale futuro.Gran tour de force di tutti gli interpreti,ogniuno alle prese con diversi personaggi(con l'eccezione di Colin Firth nel ruolo del nipote Fred).Il grandioso Carrey ne interpreta 8(Scrooge in varie età e i tre spiriti);Oldman 3(Jacob Marley,Cratchit e il piccolo Tim);Hoskins e la Whright Penn 2(Fezziwig e Joe/Fan e Belle);e Cary Elwes ben 5(Portly,Dick Wilkins,Mad Fiddler,un ospite alla festa e l'uomo d'affari).Un successone a sorpresa,sia in patria che da noi.Ben meritato.Andrea Bocelli canta la canzone dei titoli di coda.
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felicity
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venerdì 10 gennaio 2025
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gemma del cinema d?animazione statunitense
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A Christmas Carol (2009) di Robert Zemeckis è forse uno degli adattamenti che più rispetta la visione dickensiana e che meglio ricrea l’atmosfera e lo spirito del racconto originario.
Zemeckis fa rivivere e saggiare al meglio il racconto grazie ad un film immersivo, coinvolgente e dinamico per spettacolarità e fattura.
La macchina da presa si trasfigura in due entità distinte: da un lato, nel personale occhio del regista che presenta ed espone al pubblico la sua versione e sintesi dell’opera dickensiana; dall’altro, nello spettatore stesso, che, proprio grazie a quel lavoro registico, assiste all’avventura redentiva di Scrooge sempre dal punto di vista migliore, più funzionale ed efficace.
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A Christmas Carol (2009) di Robert Zemeckis è forse uno degli adattamenti che più rispetta la visione dickensiana e che meglio ricrea l’atmosfera e lo spirito del racconto originario.
Zemeckis fa rivivere e saggiare al meglio il racconto grazie ad un film immersivo, coinvolgente e dinamico per spettacolarità e fattura.
La macchina da presa si trasfigura in due entità distinte: da un lato, nel personale occhio del regista che presenta ed espone al pubblico la sua versione e sintesi dell’opera dickensiana; dall’altro, nello spettatore stesso, che, proprio grazie a quel lavoro registico, assiste all’avventura redentiva di Scrooge sempre dal punto di vista migliore, più funzionale ed efficace.
Piani sequenza artificiali e congegnati al fine di rendere il tutto quanto più fluido e scorrevole, primi e primissimi piani che suggeriscono la presenza di un attore in carne ed ossa dietro la digitalizzazione post-produttiva, inquadrature vertiginose, scenografiche e visivamente intense ed un montaggio tanto meticoloso da essere praticamente invisibile sono gli elementi costitutivi un’impalcatura tecnica solida e strabiliante.
Esilarante, caloroso e sentito nonostante la magniloquenza e artificiosità tecnica, visivamente strabiliante, attorialmente superbo, narrativamente tanto conciso e semplice quanto denso e loquace.
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toty bottalla
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lunedì 1 dicembre 2014
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il racconto di dickens in tecnica capture!
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Affezionato sin troppo al film tv "an american christmas carol" del 79 con henry winkler (film per altro introvabile doppiato in italiano, ma c'è) ho faticato un pò ad apprezzare il bel lavoro disneydiano con tecnica capture, la regia di zemeckis è veloce e inafferrabile però per fortuna fedele al racconto dello scrittore britannico charles dickens, la splendida fotografia alimenta l'immaginazione poetica alla visione di una storia di nostalgica bellezza senza tempo! Ah! e se gli spiriti andassero a trovare politici e potenti? ma no! questo succede solo nei film! Saluti.
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floyd80
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giovedì 26 marzo 2015
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un grande jim carrey
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Jim Carrey meriterebbe l'oscar!
Una pellicola magnifica!
La forografia cupa che ci aiuta ad entrare nella Londra di fine '800 e le musiche Disney che ci fanno assaporare la gioia del Natale. ci trasportano in un film dai ritmi giusti, ma anomali rispetto alle altre produzioni americane. Carrey è bravissimo ad interpetrare tutti i fantasmi e il povero vecchio Scrooge.
Un racconto stupendo per un film altrettanto meraviglioso.
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Jim Carrey meriterebbe l'oscar!
Una pellicola magnifica!
La forografia cupa che ci aiuta ad entrare nella Londra di fine '800 e le musiche Disney che ci fanno assaporare la gioia del Natale. ci trasportano in un film dai ritmi giusti, ma anomali rispetto alle altre produzioni americane. Carrey è bravissimo ad interpetrare tutti i fantasmi e il povero vecchio Scrooge.
Un racconto stupendo per un film altrettanto meraviglioso.
Unico neo il 3D è davvero inutile...
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fabrizio friuli
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martedì 24 dicembre 2024
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l'' avaro di charles dickens
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Un ricco e avaro signore, noto come Ebenizer Scrooge non ama il Natale e non dimostra affetto per nessuno, egli ama solamente i suoi soldi. Tuttavia, uno spettro appare davanti al suo sguardo e quello spettro, gli rivela che non soltanto era il suo ex socio Jacob Marley, egli rivela ad Ebenizer Scrooge di essere un' anima dannata rivestita da pesanti catene, come castigo per il suo peccato ( l' avarizia ) ed anche che il suo destino potrebbe essere peggiore del suo, se non rinuncia alla sua natura e poi, gli viene riferito che i tre spiriti dei natali sono pronti per fargli visita per aiutarlo a cambiare.
Il film di animazione di Robert Zemeckis è basato sul romanzo di Charles Dickes, ed ha come protagonista l' avaro e il misantropo Ebenizer Scrooge, privo di amore e di spirito natalizio, bramoso soltanto di accumulare ricchezza che sfrutta il suo dipendente ed è molto ostile con il suo gentile e simpatico nipote che vorrebbe ospitare suo zio alla festa di Natale, ma Ebenizer Scrooge non ha la minima voglia di essere presente, dato che lui ama soltanto i soldi, almeno fin quando non viene visitato dai tre spiriti dei natali : Lo Spirito del Natale Passato, che ha le fattezze di una candela umanoide che lo porta indietro nel tempo facendogli vedere com' era un tempo e dopo di lui, arriva Lo Spirito Del Natale Presente davanti al quale Scrooge inizia a dare prova di avere l' umanità, ma quel gigante apparentemente gioviale gli rinfaccia le parole ignobili da lui stesso dette con chi ha cercato delle offerte per le persone povere ( e in quel periodo storico, le persone povere non erano poche ) per poi morire lentamente, mentre Scrooge incontra le rappresentazioni fisiche dell' ignoranza ( un bambino aggressivo che si trasforma in un pericoloso fuorilegge ) e della miseria ( una bambina che si trasforma in una prostituta squinternata ).
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Un ricco e avaro signore, noto come Ebenizer Scrooge non ama il Natale e non dimostra affetto per nessuno, egli ama solamente i suoi soldi. Tuttavia, uno spettro appare davanti al suo sguardo e quello spettro, gli rivela che non soltanto era il suo ex socio Jacob Marley, egli rivela ad Ebenizer Scrooge di essere un' anima dannata rivestita da pesanti catene, come castigo per il suo peccato ( l' avarizia ) ed anche che il suo destino potrebbe essere peggiore del suo, se non rinuncia alla sua natura e poi, gli viene riferito che i tre spiriti dei natali sono pronti per fargli visita per aiutarlo a cambiare.
Il film di animazione di Robert Zemeckis è basato sul romanzo di Charles Dickes, ed ha come protagonista l' avaro e il misantropo Ebenizer Scrooge, privo di amore e di spirito natalizio, bramoso soltanto di accumulare ricchezza che sfrutta il suo dipendente ed è molto ostile con il suo gentile e simpatico nipote che vorrebbe ospitare suo zio alla festa di Natale, ma Ebenizer Scrooge non ha la minima voglia di essere presente, dato che lui ama soltanto i soldi, almeno fin quando non viene visitato dai tre spiriti dei natali : Lo Spirito del Natale Passato, che ha le fattezze di una candela umanoide che lo porta indietro nel tempo facendogli vedere com' era un tempo e dopo di lui, arriva Lo Spirito Del Natale Presente davanti al quale Scrooge inizia a dare prova di avere l' umanità, ma quel gigante apparentemente gioviale gli rinfaccia le parole ignobili da lui stesso dette con chi ha cercato delle offerte per le persone povere ( e in quel periodo storico, le persone povere non erano poche ) per poi morire lentamente, mentre Scrooge incontra le rappresentazioni fisiche dell' ignoranza ( un bambino aggressivo che si trasforma in un pericoloso fuorilegge ) e della miseria ( una bambina che si trasforma in una prostituta squinternata ). In seguito, Ebenizer Scrooge incontra una figura incappucciata nera come il petrolio che non dice mai una parola però fa vedere al protagonista che Bob Crachit soffrirà per il decesso di suo figlio, il piccolo Tim ( un bambino malato che non ha potuto ricevere le cure giuste perché il padre non ha mai ricevuto uno stipendio adeguato ) e poi quello stesso spirito porta Scrooge davanti ad una tomba vuota con una lapide sulla quale è scritto il suo nome e lo Spirito del Natale Futuro è La Morte ( La Vera Morte Dura e Pura ). I Tre Spiriti sono stati descritti dettagliatamente perché il film ha saputo caratterizzare i personaggi fantastici in maniera eccezionalmente precisa, ed anche l' animazione del film è davvero precisa, tanto che le persone sono eccezionalmente realistiche, compreso Ebenizer Scrooge, basato sull' attore Jim Carrey, che ha interpretato un altro celebre personaggio natalizio ( Il Grinch ) ed ovviamente, questo film di natale è un capolavoro da ricordare. Per giunta, l' incontro tra il protagonista e il fantasma del suo ex socio Jacob Marley è simile all' incontro del principe Amleto con il fantasma di suo padre. Ovviamente, il film si conclude con il cambiamento di Ebenizer Scrooge che, finalmente, comprende il valore del Natale e comprende quanto sia importante la generosità e l' affetto delle persone care, scoprendo che il valore del denaro non dona la concreta felicità.
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