Drammatico,
durata 102 min.
- Francia 2008.
- Sacher
uscita venerdì 5dicembre 2008.
MYMONETROStella
valutazione media:
3,06
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
“STELLA” di SYLVIE VERHEYDE; FRA,08. Anni 70, Parigi: Stella ha 11 anni, figlia di albergatori di periferia, entra in una scuola media “per ricchi”. La vede come un’opportunità per la vita, nonostante le difficoltà ambientali e familiari. Presentato ai “Venice Days” di quest’anno, mette in luce aspetti autobiografici della regista, autrice del soggetto e dello script. E’ lei la bambina che si aggira per il mondo, assetata di intelligenza, senza saperlo. Vive come imbozzolata in un ambiente un po’ sul degradato, non privo comunque di riferimenti affettivi; ed è costretta, per sopravvivere, a mostrare una scorza di durezza che col tempo avrebbe potuto invadere la sua anima, rendendola impermeabile ai sentimenti.
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“STELLA” di SYLVIE VERHEYDE; FRA,08. Anni 70, Parigi: Stella ha 11 anni, figlia di albergatori di periferia, entra in una scuola media “per ricchi”. La vede come un’opportunità per la vita, nonostante le difficoltà ambientali e familiari. Presentato ai “Venice Days” di quest’anno, mette in luce aspetti autobiografici della regista, autrice del soggetto e dello script. E’ lei la bambina che si aggira per il mondo, assetata di intelligenza, senza saperlo. Vive come imbozzolata in un ambiente un po’ sul degradato, non privo comunque di riferimenti affettivi; ed è costretta, per sopravvivere, a mostrare una scorza di durezza che col tempo avrebbe potuto invadere la sua anima, rendendola impermeabile ai sentimenti. La sua scelta di frequentare una scuola fuori del quartiere sembra fuori contesto: ma, dopo un trimestre fiacco, in cui semplicemente non esiste, come una scintilla che scatta, prende gusto, grazie ad un’insegnate dotata di comunicativa, alla Storia, e di lì prende consapevolezza di sé. L’aiuta un’amica di origine ricca ed ebrea, anch’essa, un po’ “fuori”. E l’inizia al “vizio” della lettura. C’è quella sequenza, bellissima, dell’acquisto del suo primo libro: il suo fare è furtivo, come se rubasse, pur pagando; o, peggio, s’infiltrasse in territori da cui si sentiva come intrusa, indesiderata: in cui non “meritasse” di entrare. Mentre invece ella scopre di trovarsi a suo agio: Balzac, M.Duras, sono come degli amici presenti. E che non le fanno recidere le sue radici: i rapporti coi suoi genitori, vivi, ma sentimentalmente confusi, e con la sua amichetta mezzo coatta nel paesino dei suoi al nord, vengono semplicemente raccordati ad una maggiore e più consapevole umanità in cui Stella esiste, “c’è” e sceglie. Mi ha colpito questo livello di umanizzazione non moralistica raggiunto con chiarezza e nei termini di una sensibilità preadolescenziale. E’ molto difficile far convivere in una narrazione autobiografica il senso affettuoso della memoria e quello della formazione. Sono spesso elementi che si elidono a vicenda, perché non si supportano vicendevolmente: l’indulgenza per sé e i personaggi del proprio passato, potrebbe come offuscare la nitidezza delle motivazioni un po’ meno evidenti, magari anche spietate su di sé e gli altri. Bisogna dire, invece, che la regista ha fatto profondamente propria la lezione del Truffaut dei “400colpi”: l’ha addirittura superato, perché evita lo slancio lirico dell’indimenticabile finale di quel film; ne crea un altro pieno d’affetto per l’amichetta coatta, che ricorda a noi e a se stessa le sue origini che lei non rinnega, ma rivivifica. Se c’è un film per quell’età è proprio questo, ricco di poeticità, di realismo e d’intelligenza.
PS.
Poste queste premesse critiche, condivise da tutti gli osservatori, non capisco le motivazioni per cui la Commissione di Censura del Ministero ha posto il divieto ai minori 14anni: il che impedirà la circolazione del film nelle scuole. C’è la sequenza di un tentativo di violenza pedofila, cui peraltro si sottrae con decisione. Essa non è violenta e serve a descrivere le enormi difficoltà della stessa sopravvivenza ambientale di Stella: quindi ha una sua funzione narrativa. Allora perché hanno messo il divieto? Non è che la causa sia il fatto che il film è distribuito dalla Sacher Film di Nanni Moretti,verso cui il governo, Ministro Carfagna in testa, si è detto pubblicamente ostile?
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visto mentre fuori scoppiavano i botti di capodanno:-) stella è un riuscito racconto di formazione di ispirazione autobiografica, ambientato nel'77 con una protagonista, stella, che ha 11 anni, una famiglia un po' disastrata e una totale mancanza di cultura (quel signifien/chygniphien alla lavagna). fa amicizia con la figlia di un noto psichiatra anche scrittore e tramite lei si avvicina ai libri. un'altra amica, dalla famiglia-caso clinico, è da stella cercata anche perché forse standole vicino diverrà bella come lei. stella è un po' innamorata di alain-bernard, fascinoso amico di famiglia, e da lei è invece attratto un altro amico del padre, che le fa dono di un dipinto con una barca che si chiama come lei e di un libro sui cani, chiedendo in cambio un bacio, un bacio vero (probabilmente la ragione dell'alquanto inspiegabile divieto ai minori di 14 anni).
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visto mentre fuori scoppiavano i botti di capodanno:-) stella è un riuscito racconto di formazione di ispirazione autobiografica, ambientato nel'77 con una protagonista, stella, che ha 11 anni, una famiglia un po' disastrata e una totale mancanza di cultura (quel signifien/chygniphien alla lavagna). fa amicizia con la figlia di un noto psichiatra anche scrittore e tramite lei si avvicina ai libri. un'altra amica, dalla famiglia-caso clinico, è da stella cercata anche perché forse standole vicino diverrà bella come lei. stella è un po' innamorata di alain-bernard, fascinoso amico di famiglia, e da lei è invece attratto un altro amico del padre, che le fa dono di un dipinto con una barca che si chiama come lei e di un libro sui cani, chiedendo in cambio un bacio, un bacio vero (probabilmente la ragione dell'alquanto inspiegabile divieto ai minori di 14 anni). il film vive grazie all'ottimo cast e alla sincera ispirazione della regista, qui al terzo lungometraggio. "stella" è riuscito, ma non perfetto: ho trovato un po' invadente la colonna sonora, talora anche inutile, come nella scena-citazione dei 400 colpi, dove l'erede di antoine doinel corre accompagnata da una carrellata verso sinistra. qui e lì sono notabili un po' di furberie, quei classici ammiccamenti da cineclub; ho però amato la scena di stella in libreria, quella con lei e l'amica con i due coetanei che cercano di abbordarle e quella immediatamente precedente, quest'ultima soprattutto per meriti tecnici (la fluidità delle riprese e il naturalismo della fotografia). da menzionare anche la scena del ballo con "ti amo" di umberto tozzi, dal testo "caldo" ma comprensibile solo dal pubblico italiano. un modo per sdoganare impulsi e sentimenti e il loro sbocciare tramite parole straniere, quindi meno imbarazzanti per esempio di -che so- "je t'aime moi non plus" (mi scuso per l'esempio banale) o di mylène farmer che probabilmente all'epoca manco c'era.
vabbè, nel complesso un bel film, che si inserisce in un filone tipicamente francese (da decenni specialisti in cinema più che per l'infanzia "con" l'infanzia), ma a mio parere non riesce ad andare oltre all'ispirazione di due grandi capolavori del genere: "l'esquive" di kekiche, e "entre les murs" di cantet. buon anno!
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Una ragazzina di undici anni che proviene dalle banlieue parigine, decide di frequentare una scuola media prestigiosa della città per darsi un'opportunità: vuole sfidare se stessa e aggrapparsi con forza alla possibilità di migliorare la sua vita. Altalenando tra scuola e famiglia, Stella lentamente si distacca dal piccolo mondo abitato dai suoi particolari genitori, proprietari di un bar, sempre pieno di avventori, a cui è annesso un albergo che ospita esclusivamente disperati (alcolizzati e barboni), preferendo una nuova realtà, quella scolastica. L'incontro determinante con una coetanea, Gladys, ebrea, figlia di esuli della borghesia colta argentina, la più brava della classe, le faciliterà il cambiamento verso la consapevolezza del fascino della lettura e l'irrinunciabilità dello studio.
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Una ragazzina di undici anni che proviene dalle banlieue parigine, decide di frequentare una scuola media prestigiosa della città per darsi un'opportunità: vuole sfidare se stessa e aggrapparsi con forza alla possibilità di migliorare la sua vita. Altalenando tra scuola e famiglia, Stella lentamente si distacca dal piccolo mondo abitato dai suoi particolari genitori, proprietari di un bar, sempre pieno di avventori, a cui è annesso un albergo che ospita esclusivamente disperati (alcolizzati e barboni), preferendo una nuova realtà, quella scolastica. L'incontro determinante con una coetanea, Gladys, ebrea, figlia di esuli della borghesia colta argentina, la più brava della classe, le faciliterà il cambiamento verso la consapevolezza del fascino della lettura e l'irrinunciabilità dello studio. Presentato alle Giornate degli Autori alla Mostra di Venezia 2008, il film è una storia semplice, proprio come il titolo, ispirata in gran parte all'autobiografia della regista, Sylvie Verheyde, capace di mostrare con delicatezza, e a tratti con ironia, crescita e formazione della protagonista principale; artefice lei stessa del cambiamento perseguito con determinazione, Stella sostituisce gli insegnamenti e le conoscenze ricevuti fino ad allora, che non disdegna e che l'hanno resa per alcuni aspetti già adulta, con quelli dei suoi “nuovi amici”: Balzac, Duras. Successivamente comincerà ad accettare i suoi insegnanti, per prima la professoressa di storia, per la sua grazia e la sua bellezza, compiendo così significativi progressi. La riuscita del terzo lungometraggio della Verheyde si deve anche alla recitazione degli attori, cominciando dalla giovane Leora Barbara, nella parte di Stella; una menzione particolare va fatta, infine, per Guillame Depardieu in una delle sue ultime interpretazioni, prima della sua prematura scomparsa, nella parte di un avventore del bar, di cui la protagonista a modo suo si innamora.
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Alla fine degli anni 70, Stella, una ragazzina di 11 anni, viene ammessa in una scuola di famiglie ricche di Parigi. Lei vive una vita diversa dalle coetanee, nel bar dei genitori che passano il tempo a bere e giocare dando poca attenzione ai bisogni di Stella che sta affrontando un momento delicato della sua crescita. Stella sa che dovrà farcela da sola e dopo un primo periodo conflittuale trova il suo modo di partecipare in modo produttivo alla vita scolastica.
Un bel film di Sylvie Verheyde, con la fotografia pastello che riporta all’atmosfera di quegli anni, sulla resilienza, sulla capacità innata alla quale ogni persona può attingere per affrontare i momenti difficili e trovare un adattamento positivo.
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Alla fine degli anni 70, Stella, una ragazzina di 11 anni, viene ammessa in una scuola di famiglie ricche di Parigi. Lei vive una vita diversa dalle coetanee, nel bar dei genitori che passano il tempo a bere e giocare dando poca attenzione ai bisogni di Stella che sta affrontando un momento delicato della sua crescita. Stella sa che dovrà farcela da sola e dopo un primo periodo conflittuale trova il suo modo di partecipare in modo produttivo alla vita scolastica.
Un bel film di Sylvie Verheyde, con la fotografia pastello che riporta all’atmosfera di quegli anni, sulla resilienza, sulla capacità innata alla quale ogni persona può attingere per affrontare i momenti difficili e trovare un adattamento positivo. Come succede a Stella che grazie all’ amicizia di Glady scopre un nuovo modo di vivere, più adatto alla sua età e capisce che la sua vita può essere diversa da quella che ha vissuto fino a quel momento. [-]
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